La rabbia di Maroni: «È una vicenda che ci imbarazza»
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La decisione presa dai leghisti ieri di primo mattino è quella di fare quadrato contro l'iniziativa del premier, soprattutto tenendo conto che nessuno di loro era stato neanche preavvisato dell'intenzione di Silvio Berlusconi di inserire nella manovra economica quel codicillo che lo può mettere al riparo - almeno fino al giudizio della Corte di cassazione - dal pagamento del risarcimento danni alla Cir dell'ingegner Carlo De Benedetti. Si discute di tattica, ma anche di strategia. E si stabilisce di procedere senza prendere alcuna posizione pubblica, dunque evitando dichiarazioni.
Maroni vola a Zagabria per un bilaterale su traffico di droga, immigrazione e terrorismo, ma rimane costantemente in contatto con i colleghi di partito e in particolare con Bossi. Il «capo» dispone le mosse, ma preferisce restare in retrovia. È Calderoli a incaricarsi di tenere aperta la linea con il Colle per manifestare la contrarietà forte del Carroccio. Le indiscrezioni parlano di un suo colloquio con il capo dello Stato Giorgio Napolitano subito dopo il funerale solenne del militare italiano ucciso in Afghanistan per confermargli come la Lega sia stata tenuta all'oscuro fino alla fine. Una conversazione nella quale il presidente della Repubblica sarebbe stato informato della volontà di appoggiare la sua eventuale scelta di non firmare la norma, ma soprattutto della determinazione ad arrivare anche a una crisi di governo qualora Berlusconi avesse deciso di non fare marcia indietro.
«È una vicenda che ci imbarazza - si sfoga Maroni con i suoi - perché è l'ennesima volta che ci troviamo di fronte a una legge che i cittadini non possono comprendere, ma soprattutto che noi non possiamo in alcun modo far passare». Parla di imbarazzo, ma si capisce che il suo stato d'animo è ben diverso. Perché gli impegni presi a Pontida con la «base» del Carroccio sono chiari e non si può rischiare di perdere ulteriore consenso. Ma anche perché i leghisti si sentono letteralmente «truffati», visto che nessun cenno a questo provvedimento è mai stato fatto durante le riunioni degli ultimi giorni, comprese quelle ufficiali.
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