L'autorità garante per le comunicazioni ratifica lo schema di regolamento sul diritto d'autore. I contenuti coperti da diritti d'autore verranno rimossi su segnalazione, ma nessuno stop alla navigazione. Azione non sostitutiva rispetto all'iter giudiziario, e distinzione tra siti commerciali e personali. Calabrò: "Eliminate le ambiguità". Di Pietro: "Riforma Autorità urgente".di TIZIANO TONIUTTI
ROMA - L'Autorità garante per le comunicazioni ha approvato oggi lo schema di regolamento sul diritto d'autore in Rete. Regole che codificano cosa può legittimamente andare online e cosa no, e che conferiscono al garante poteri importanti. Su tutti, quello di poter chiedere la rimozione di materiale coperto da diritto d'autore dai siti che lo ospitano, con procedure precise. L'Agcom specifica che l'azione del Garante è alternativa e non sostitutiva della via giudiziaria e in ogni caso si blocca in caso di ricorso al giudice di una delle parti coinvolte.Lo schema è stato approvato con i voti di tutti i commissari tranne quello di Nicola D'Angelo e c'è stata l'astensione di Michele Lauria. Il provvedimento è stato firmato dal commissario Gianluigi Magri, e all'approvazione seguiranno 60 giorni di consultazioni sul testo. Dopo le eventuali modifiche, la delibera sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e entrerà in vigore, verosimilmente non prima dell'autunno 2011. Il testo appare meno restrittivo rispetto a quanto ipotizzato, e nei giorni scorsisul web si erano diffusi timori di censura. 1 Che dopo la ratifica del testo, vengono rilanciati da Vincenzo Vita (Pd): "Come volevasi dimostrare, tutto era già deciso. Qualche modifica c'è stata, ma dopo 15 giorni di contraddittorio, incombe la censura".
Interviene anche Antonio di Pietro, con una lettera aperta a Bersani e Vendola: Mai come oggi arrivano segnali inequivocabili di una censura coordinata. Bisogna pensare a una seria riforma della Rai e dell'Agcom, prima che sia troppo tardi".
Calabrò: "Siamo aperti al dibattito". Il presidente dell'Agcom Corrado Calabrò commenta le nuove regole, sottolineando che l'Agcom è pronta a recepire idee dalla società civile: "Abbiamo messo a punto un testo attentamente riconsiderato, dal quale sono state eliminate ambiguità e possibili criticità, fugando così qualsiasi dubbio sulla proporzionalità e sui limiti dei provvedimenti dell'Autorità e sul rapporto tra l'intervento amministrativo e i preminenti poteri dell'Autorità giudiziaria". Aggiunge Calabrò: "L'articolato verrà ora sottoposto a una nuova consultazione pubblica che prevede un ampio termine per far pervenire osservazioni e suggerimenti. E' nostra intenzione stimolare un dibattito approfondito e aperto a tutti i contributi e a tutte le voci della società civile, del mondo web e di quello produttivo, della cultura e del lavoro". "In questo spirito", conclude il presidente Agcom, "ho anche dato la mia disponibilità a un'audizione presso le competenti Commissioni parlamentari sullo schema di regolamento qualora il Parlamento lo ritenga opportuno".
Le due parti del provvedimento. Lo schema delle regole si divide in due parti. La prima è relativa alle misure da sviluppare per favorire l'offerta legale con misure di sostegno allo sviluppo dei contenuti digitali e alla riduzione delle barriere normative. Il Garante richiede poi l'elaborazione di codici di condotta dei gestori dei siti e dei fornitori di servizi multimediali. Necessaria secondo l'Autorità, anche la promozione di accordi tra produttori e distributori per la riduzione delle finestre di distribuzione, e la messa a disposizione di contenuti con modalità di acquisto semplificate e a costi contenuti. Ancora, promozione di accordi tra operatori volti a semplificare la filiera di distribuzione dei contenuti digitali relativi alle nuove modalità di sfruttamento, favorendo l'accesso ai contenuti premium, e individuazione di procedure per l'adozione di accordi collettivi di licenza. Agcom chiede anche la realizzazione di campagne di educazione alla legalità nella fruizione dei contenuti e l'istituzione di osservatorio per monitorare i miglioramenti della qualità e le riduzioni dei prezzi dell'offerta legale di contenuti digitali. Per raggiungere gli obbiettivi, verrà istituito presso l'Autorità di un Tavolo tecnico al quale saranno invitati a partecipare tutte le categorie interessate e le associazioni di consumatori e utenti.
Stretta sui pirati. La seconda parte prevede una serie di misure a tutela del diritto d'autore, e si articola in due fasi: una relativa al procedimento dinanzi al gestore del sito, la seconda al procedimento dinanzi all'Autorità.
Nella prima fase, se riconosce che i diritti del contenuto oggetto di segnalazione sono effettivamente riconducibili al segnalante, il gestore del sito può rimuoverlo lui stesso entro 4 giorni (procedura di "notice and take down"). Nella seconda fase, qualora l'esito della procedura precedente non risulti soddisfacente per una delle parti, questa potrà rivolgersi all'Autorità. A questo punto Agcom, dopo un "trasparente contraddittorio" della durata di 10 giorni, potrà impartire nei successivi 20 giorni prorogabili di altri 15, un ordine di rimozione selettiva dei contenuti illegali o, rispettivamente, di loro ripristino, a seconda di quale delle richieste rivoltegli risulti fondata. Come tutti i provvedimenti dell'Agcom, anche le decisioni in materia di diritto d'autore potranno essere impugnati dinanzi al TAR del Lazio.
Solo siti commerciali. Sulla base del principio del fair use, la procedura non riguarda i siti non aventi finalità commerciale o scopo di lucro, l'esercizio del diritto di cronaca, commento, critica o discussione. E nemmeno l'uso didattico e scientifico, la riproduzione parziale, per quantità e qualità, del contenuto rispetto all'opera integrale che non nuoccia alla valorizzazione commerciale di questa. Il testo esclude quindi interventi riguardo siti personali e amatoriali, distinti da fornitori di contenuto professionali.
Nessuno stop alla navigazione e al P2P. Le nuove norme Agcom non prevedono alcuna misura di inibizione dell'accesso a siti internet. Il Garante specifica che le regole non si rivolgono all'utente finale, nè intervengono sulle applicazioni "peer-to-peer". L'Autorità sottolinea che la procedura inoltre non lede alcuna garanzia di contraddittorio tra le parti coinvolte, prevedendo tempi adeguati nell'interesse di tutte le parti coinvolte. E a differenza della maggior parte dei Paesi europei, in caso di upload, l'upoloader riceverà l'avviso di notifica e potrà avviare la procedura di contro notifica.
Siti esteri. Tra le altre modifiche alla bozza 2010, è stata stralciata la prevista sezione del testo relativa ai siti esteri, che non potranno essere resi irraggiungibili. In caso di ipotesi di violazione, l'Agcom informerà l'autorità giudiziaria, che si attiverà nelle sedi competenti.
E' saggio attendere le analisi dei giornalisti specializzati, l'articolo illumina ben poco.
RispondiEliminaXSono d'accordo, non è esaustivo affatto, aver fatto minime modifiche non soddisfa.
RispondiEliminaStaremo a vedere.