Una giornata nera, nerissima, per i mercati internazionali che colpisce particolarmente duro l’Italia. Piazza Affari vede l’indice principale andare in black out nell’ultima mezz’ora di contrattazioni per poi chiudere a -5%, con ribassi a due cifre dei titoli principali mentre lo spread con il Bund tedesco che supera quota 390 punti (+6,08% sull’apertura) e raggiunge 390,67 il massimo della giornata, ormai a pochi punti da quello della Spagna, altra grande vittima di queste settimane. Questa mattina il differenziale fra il rendimento dei titoli di Stato italiani a dieci anni e quelli tedeschi era sceso fino a 348 punti.
Eppure la giornata sembrava essere iniziata con qualche barlume di speranza, seppure inquinato da una forte dose di nervosismo, ma ormai i mercati e gli investitori sembrano aver perso la fiducia nella capacità dei governi degli Stati Uniti e dell’Europa di gestire i debiti accumulati per fare fronte alla crisi ed evitare nuovi casi Grecia.
All’avvio di seduta comunque gli indici di Milano e europei rimbalzano: la decisione del governo italiano di incontrare le parti sociali sembra concedere una tregua alla speculazione, mentre si attende la decisione della Bce, che puntualmente avviene alle 13.45, di lasciare invariati i tassi. Ma poi dagli Stati Uniti arrivano segnali di un avvio negativo di Wall Street – che infatti chiuderà in netto calo – e il presidente della Bce, Jen Claude Trichet nella conferenza stampa, lancia segnali di forte preoccupazione per l’economia europea (Leggi). E i listini americani peggiorano con il passare delle ore: il Dow Jones chiude perdendo 512,76 punti, o il 4,31%, a 11.383,68 punti. Il Nasdaq cede 136,68 punti, o il 5,08%, a 2.556,39 punti. Lo S&P 500 lascia sul terreno 60,27 punti, o il 4,78%, a 1.200,07 punti. Trichet riconosce che la Bce ha ricominciato ad acquistare titoli di stato, ma solo quelli portoghesi e irlandesi, e non menziona i titoli italiani e spagnoli come sembrava attendere il mercato e, come ha lasciato intendere, anche il ministro dell’economia Tremonti. Tanto basta ai mercati per far riallargare lo spread, in mattinata tornato a quota 350 punti, con una corsa inarrestabile verso l’alto.
Quello dei Bonos spagnoli arriva a quota 400 punti con i Btp italiani, appena dietro a 390, che presuppongono rendimenti del 6,25% e 6,15%, subito sotto la soglia rischio di 6,5 indicata come insopportabile per le casse statali, a meno di una crescita del Pil a livelli ‘cinesi’.
La corsa dei rendimenti trascina con sè la caduta di Milano e Madrid con effetti deleteri anche per gli altri listini europei, danneggiati anche da una Wall Street anch’essa in caduta. E’ a quel punto che la Borsa Italiana emette un comunicato parlando di possibile non aggiornamento dell’indice principaleFtse Mib, in contemporanea con problemi tecnici anche sul circuito Euronext (Parigi, Bruxelles, Amsterdam e Lisbona). Alle 17 a Milano l’indice Ftse si blocca. I titoli continuano gli scambi fra ribassi sempre maggiori che finiscono con cali a due cifre per Intesa, Unicredit e Fiat. E’ solo alle 19 che la Borsa riesce a calcolare il ribasso dell’Ftse Mib, che ammonta a -5,16%. Non va tanto meglio anche alle altre Borse del vecchio Continente con Parigi che chiude in pesante calo con l’indice Cac 40 in ribasso del 3,9% a 3.320,35 punti (si tratta del livello più basso da luglio 2009); Francoforte che perde il 3,4% a 6.414,76 punti, l’Ftse 100 di Londra arretra del 3,42% a 5.393,14 punti e l’Ibex di Madrid che segna -3,89% a 8.686,5 punti. E ora si guarda con trepidazione alla giornata di venerdì, giorno tradizionale di ribassi in una situazione di incertezza.
Eppure la giornata sembrava essere iniziata con qualche barlume di speranza, seppure inquinato da una forte dose di nervosismo, ma ormai i mercati e gli investitori sembrano aver perso la fiducia nella capacità dei governi degli Stati Uniti e dell’Europa di gestire i debiti accumulati per fare fronte alla crisi ed evitare nuovi casi Grecia.
All’avvio di seduta comunque gli indici di Milano e europei rimbalzano: la decisione del governo italiano di incontrare le parti sociali sembra concedere una tregua alla speculazione, mentre si attende la decisione della Bce, che puntualmente avviene alle 13.45, di lasciare invariati i tassi. Ma poi dagli Stati Uniti arrivano segnali di un avvio negativo di Wall Street – che infatti chiuderà in netto calo – e il presidente della Bce, Jen Claude Trichet nella conferenza stampa, lancia segnali di forte preoccupazione per l’economia europea (Leggi). E i listini americani peggiorano con il passare delle ore: il Dow Jones chiude perdendo 512,76 punti, o il 4,31%, a 11.383,68 punti. Il Nasdaq cede 136,68 punti, o il 5,08%, a 2.556,39 punti. Lo S&P 500 lascia sul terreno 60,27 punti, o il 4,78%, a 1.200,07 punti. Trichet riconosce che la Bce ha ricominciato ad acquistare titoli di stato, ma solo quelli portoghesi e irlandesi, e non menziona i titoli italiani e spagnoli come sembrava attendere il mercato e, come ha lasciato intendere, anche il ministro dell’economia Tremonti. Tanto basta ai mercati per far riallargare lo spread, in mattinata tornato a quota 350 punti, con una corsa inarrestabile verso l’alto.
Quello dei Bonos spagnoli arriva a quota 400 punti con i Btp italiani, appena dietro a 390, che presuppongono rendimenti del 6,25% e 6,15%, subito sotto la soglia rischio di 6,5 indicata come insopportabile per le casse statali, a meno di una crescita del Pil a livelli ‘cinesi’.
La corsa dei rendimenti trascina con sè la caduta di Milano e Madrid con effetti deleteri anche per gli altri listini europei, danneggiati anche da una Wall Street anch’essa in caduta. E’ a quel punto che la Borsa Italiana emette un comunicato parlando di possibile non aggiornamento dell’indice principaleFtse Mib, in contemporanea con problemi tecnici anche sul circuito Euronext (Parigi, Bruxelles, Amsterdam e Lisbona). Alle 17 a Milano l’indice Ftse si blocca. I titoli continuano gli scambi fra ribassi sempre maggiori che finiscono con cali a due cifre per Intesa, Unicredit e Fiat. E’ solo alle 19 che la Borsa riesce a calcolare il ribasso dell’Ftse Mib, che ammonta a -5,16%. Non va tanto meglio anche alle altre Borse del vecchio Continente con Parigi che chiude in pesante calo con l’indice Cac 40 in ribasso del 3,9% a 3.320,35 punti (si tratta del livello più basso da luglio 2009); Francoforte che perde il 3,4% a 6.414,76 punti, l’Ftse 100 di Londra arretra del 3,42% a 5.393,14 punti e l’Ibex di Madrid che segna -3,89% a 8.686,5 punti. E ora si guarda con trepidazione alla giornata di venerdì, giorno tradizionale di ribassi in una situazione di incertezza.
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