venerdì 7 ottobre 2011

La Maddalena, veleni d'oro. - di Maurizio Porcu



Guido Bertolaso


Non solo nei fondali: anche i terreni dell'isola sono stati riempiti con migliaia di tonnellate di rifiuti tossici. Sparsi dalle aziende a cui Bertolaso aveva dato gli appalti senza gare. Che ci hanno guadagnato sopra un'enormità. Un dossier rivela tutto quello che il governo ha cercato di nascondere con il segreto di Stato.


I veleni della Maddalena sono ancora più vasti di quanto si temesse. Un'eredità della grande base militare, prima italiana e poi americana. Ma soprattutto l'effetto dei lavori lampo per il G8 gestiti dalla Protezione civile di Guido Bertolaso, che dovevano trasformare l'isola nell'oasi extralusso dei Grandi e invece hanno sparso sostanze sospette ovunque. Perché mentre da due anni si discute della mancata bonifica dei fondali, adesso si scopre il marcio anche nella pulizia dei terreni dell'arcipelago.

A parlare sono i documenti ufficiali, resi pubblici solo ora: per i lavori sull'isola sono state smaltite 74 mila tonnellate di detriti potenzialmente pericolosi.

Finora invece le autorità avevano detto che solo 62 mila tonnellate di terreno e macerie erano state portate via. Una differenza di 12 mila tonnellate, che sembrano sparite dai monitoraggi.

Dove sono realmente state scaricate? E perché sono state taciute? Forse perché, contrariamente a quanto si era fatto credere, solo una minuscola parte è finita in siti per rifiuti speciali del Torinese e della Lombardia: la stragrande maggioranza di quella montagna è stata sepolta in Sardegna, dentro discariche non preparate ad accogliere rifiuti a rischio. Il tutto con costi cresciuti a dismisura: fino a quindici volte i valori di mercato.

I dati sono stati diffusi Claudia Zuncheddu, consigliere regionale di Sel-Comunisti-Indipendentistas. Per due anni assieme agli avvocati Luigi Azzena e Renato Margelli ha combattuto una battaglia legale per ottenere i documenti sulla bonifica della Maddalena, protetti dal segreto di Stato. Alla fine i giudici del Tar le hanno dato ragione, obbligando la Presidenza del Consiglio e la Protezione civile a consegnare tutti i carteggi ufficiali.

Mille pagine, otto chili e mezzo di atti amministrativi: un dossier costituito da contratti, progetti, planimetrie, tremila formulari di carico e scarico in quadruplice copia dei rifiuti trasportati via dall'arcipelago sardo. Che svelano una serie di arcani.



«Questa è una faccenda con troppe stranezze e un aumento esponenziale dei costi», dice Claudia Zuncheddu. «E tutto ciò proprio nel momento in cui alla Sardegna venivano sottratte ingentissime risorse: da destinare sì alla ripresa economica della Maddalena, ma certo non con i risultati disastrosi che abbiamo visto in seguito. Basti un dato su tutti per comprendere di che cosa si discute. Secondo i prezziari regionali la tariffa per smaltire una tonnellata di materiali inerti si aggira tra gli 8 e i 10 euro, Iva compresa. Il dipartimento e la Struttura di missione guidati ai vertici da Bertolaso per quella stessa quantità hanno invece consentito un versamento da parte della pubblica amministrazione pari in media a 156 euro a tonnellata, Iva esclusa».

Sotto l'occhio dell'esponente sarda c'è anche la «fretta sorprendente nell'assegnare i lavori e una lentezza altrettanto straordinaria nel portarli a termine in maniera definitiva, con ritardi di parecchi mesi rispetto agli impegni originari», spiega ancora, carte alla mano, Claudia Zuncheddu. «E che dire del raffronto facilmente comprensibile da parte di tutti rispetto alle normali procedure amministrative e della lievitazione dei costi? Dove mai si è visto che gli extra in un appalto pubblico vengano saldati a consuntivo?» .

Il meccanismo è lo stesso evidenziato dall'inchiesta delle procure di Roma, Firenze e Perugia sulla gestione delle grandi opere nell'era Bertolaso, per il quale adesso è stato chiesto il processo. Contratti assegnati senza gare, con aumenti dei costi accettati in nome della fretta di completare i lavori.

Alla Maddalena nel mirino ci sono due cantieri: Bonifica 1 e Bonifica 2. Per il primo l'importo iniziale è di 4 milioni e 729 mila euro, in affidamento alla Covecom, che lieviterà fino ad arrivare a 5 milioni 689 mila euro. Per Bonifica 2, andato alla società Servizi ambientali sardi, l'importo iniziale è di 9 milioni e mezzo.

L'appalto gli viene dato l'8 agosto 2008 ma già a fine mese l'Unità tecnica gli accorda un aggiornamento prezzi per ulteriori 8 milioni e mezzo, che nel settembre 2009 aumentano di altri 2 milioni per arrivare a un totale di 19 milioni e 996 mila euro.

La punta di un iceberg che vede incrociarsi anche le tempistiche sulle presentazioni dei progetti preliminari e la decisione poi su quelli esecutivi (in alcuni casi si parla di pochi giorni tra la presentazione dei primi e l'approvazione degli altri). In tutto 24 milioni di euro. Solo una piccola fetta del mezzo miliardo speso dai contribuenti per il G8 del 2009. Il costo record delle strutture della Maddalena mai utilizzate perché si decise di spostare l'evento nell'Aquila terremotata.



http://espresso.repubblica.it/dettaglio/la-maddalena-veleni-doro/2162992

Nessun commento:

Posta un commento