Avrebbero imposto e gestito ‘slot machine’ truccate e controllate dalla mafia, con un danno di svariati milioni per l’erario. Con questa accusa sei appartenenti alle forze dell’ordine sono stati arrestati dalla Squadra Mobile di Caltanissetta assieme ad altre quindici persone. Diciannove gli arrestati, mentre agli altri due sono stati concessi gli arresti domiciliari. Corruzione, concussione e frode informatica i reati contestati.
Ad altre 21 persone, responsabili dei bar e dei circoli ricreativi dov’erano installati i videogiochi illegali, è stato notificato un provvedimento di interdizione dall’esercizio dell’attivita’ d’impresa a bar e circoli ricreativi coinvolti nell’inchiesta. Le 42 misure cautelari sono state emesse dal gip del Tribunale di Caltanissetta Maria Carmela Giannazzo, su richiesta della Dda.
Tra gli arrestati ci sono un sostituto commissario di polizia, un assistente capo della polizia penitenziaria, un assistente capo della polizia di Stato, due marescialli della Guardia di Finanza e un vigile urbano. Avvisi di garanzia hanno raggiunto altri militari della Guardia di Finanza e alcuni dipendenti civili del ministero dell’Interno.
Il giro d’affari sarebbe gestito da tre fratelli imprenditori, Matteo, Salvatore e Luigi Allegro, arrestati anche con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Dello stesso reato risponde il sottufficiale degli agenti di custodia. Nell’indagine sono coinvolti anche alcuni funzionari di banca per il reato di riciclaggio. Avrebbero omesso di segnalare eventuali operazioni sospette. Già in una precedente operazione, alla famiglia Allegro erano stati sequestrati beni per 5 milioni di euro.
La presunta organizzazione avrebbe monopolizzato il settore dei videogiochi, costringendo gli esercenti a installarli nei loro locali. Con un telecomando o un codice segreto, gli apparecchi si trasformavano in ‘slot machine’ o videopoker, che eludevano il fisco con incassi in nero e nello stesso tempo riducevano l’ammontare della vincita a discapito dei giocatori.
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