La risposta del sottosegretario del ministero della Difesa al senatore del M5S Maurizio Santangelo: “Il dispositivo antibomba emetterebbe radiazioni non ionizzanti pienamente nella norma”. Dichiarazione che sconfessa la posizione del ministro dell’Interno: “Installato sulla macchina di Di Matteo, disattiverebbe le apparecchiature di un ospedale o il pacemaker di un anziano per strada”.
Stesso partito, Nuovo Centro Destra, stesso cognome,Alfano, e due dichiarazioni opposte sul bomb jammer, il dispositivo elettronico in grado di disinnescare i telecomandi che azionano gli ordigni esplosivi. Dal Viminale sentenzia il ministro dell’Interno Angelino Alfano: ‘‘Si è parlato con troppa superficialità di bomb jammer: è un dispositivo che si usa soprattutto nei teatri di guerra o in casi specifici. Nessuno può immaginare che se passa la macchina di Di Matteo si disattivino le apparecchiature di un ospedale o il pacemaker di un anziano per strada”. Dal Senato arriva la risposta del sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano:”Le tipologie di disturbatori (denominati, appunto, jammers) impiegati dai militari italiani nei teatri operativi (incluso l’Afghanistan), sono di media e piccola capacità” . E ancora: ”i sistemi non nuocciono assolutamente alla salute delle persone (operatori ed estranei), grazie alla potenza limitata”. Eppure il dispositivo antibomba, quello che gli agenti di scorta di Nino Di Matteo, il pm condannato a morte da Cosa nostra, ritengono ”l’unico strumento che potrebbe salvare la vita al magistrato”, non arriva.
Non è arrivato dopo le esternazioni di Totò Riina, che dal carcere di Opera ha manifestato al compagno di ora d’aria Alberto Lorusso la sua volontà di affrettare l’attentato a Di Matteo, di ”farlo subito” quel botto, per levarsi il pensiero. E non arriva neppure dopo le ultime le rivelazioni del neo pentito Vito Galatolo che ha svelato i dettagli del piano di morte per Di Matteo, programmato in una prima fase proprio con un autobomba da piazzare nei pressi del palazzo di Giustizia. “Il bomb jammer per Di Matteo? E’ già stato messo a disposizione” diceva nel dicembre del 2013 il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Poi nel novembre del 2014, è arrivata la marcia indietro. Secondo l’uomo del Viminale, il jammer è dannoso per le apparecchiature ospedaliere, per i peacemaker per le donne incinte: ”Il bomb jammer è dotato di una forte potenza elettromagnetica, può produrre effetti collaterali molto significativi alla salute e, quindi, è assolutamente da studiare”. Ma rispondendo ad un’interrogazione parlamentare depositata dal senatore del M5S Vincenzo Santangelo nella quarta commissione permanente di Palazzo Madama, il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano, smentisce: il bomb jammer emetterebbe “radiazioni non ionizzanti pienamente nella norma”. E ancora:”Le tipologie di disturbatori (denominati, appunto, jammers)impiegati dai militari italiani nei teatri operativi (incluso l’Afghanistan), sono di media e piccola capacità”. E per finire: ”i sistemi non nuocciono assolutamente alla salute delle persone (operatori ed estranei), grazie alla potenza limitata. In ogni caso, prima dell’uso degli apparati vengono condotti, come detto, studi approfonditi, e, successivamente, le stesse apparecchiature vengono sottoposte a rigide verifiche periodiche”.
Quali studi? E qui il sottosegretario scende nei dettagli, spiegando come sarebbe stato dimostrato dagli specialisti che l’utilizzo del dispositivo antibomba non nuocerebbe alla salute. “L’iter di acquisizione delle apparecchiature da parte delle competenti articolazioni della Difesa prevede, inoltre, l’effettuazione di specifiche misure e rilievi idonee a valutare se i livelli di campo elettromagnetico emessi dagli apparati possano comportare rischi per gli operatori o per la popolazione alle esposizioni delle radiazioni non ionizzanti. In particolare, le ultime prove per l’omologazione dei sistemi sono state effettuate presso il Centro interforze studi e applicazioni militari di San Piero a Grado (in provincia di Pisa), e hanno evidenziato valori inferiori a quelli di soglia previsti dalle norme vigenti in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” si legge nella risposta del sottosegretario Alfano al senatore Santangelo. Quegli studi e approfondimenti auspicati dal ministro dell’ Interno non solo sarebbero stati ultimati ma avrebbero dato esito positivo: il bomb jammer si può utilizzare. Resta da capire perché non sia ancora stato messo a disposizione di Di Matteo.
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