La relazione che mette nel mirino i finanziamenti ricevuti dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti e dal PD è del 21 luglio 2015, consultabile sul sito della Corte dei Conti. Ad essere analizzate dai magistrati contabili Brancato, Alfonso d’Amico e Rigoni “i consuntivi delle spese e dei finanziamenti delle formazioni politiche presenti alla campagna elettorale del 24 e 25 febbraio 2013” in Lombardia, Lazio e Molise.
Il primo problema, tanto per il PD che per la lista personale del presidente della Regione, è che mancano alcuni documenti. Nel caso dei DEM, a fronte di circa 326mila euro di finanziamenti ricevuti, la Corte dei Conti nonostante le richieste non ha ricevuto tutto il materiale.
“Il rappresentante legale dell’Unione Regionale del Lazio del Partito Democratico, con nota del 7 novembre 2014, ha trasmesso solo una parte della documentazione richiesta – scrivono i magistrati a pagina 66 - Il Collegio ha quindi chiesto l’integrazione della documentazione mancante relativa alle fonti di finanziamento. Con successiva nota del 23 dicembre 2014 il rappresentante legale trasmetteva ulteriore documentazione relativa alle libere contribuzioni erogate da persone giuridiche prevista dalla citata legge n. 195 del 1974. Il successivo invio non risultava esaustivo rispetto alle richieste istruttorie di questo Collegio, pertanto, è tuttora mancante la documentazione relativa ai contributi erogati dalle seguenti società. Il Collegio, a seguito dei fatti riferiti, ha denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, con lettera raccomandata del 20 gennaio 2015, il mancato inoltro della documentazione richiesta”.
Sono 12 le società che mancano all’appello, per un totale di 18700 euro. Lo stesso vale per la lista Zingaretti. A mancare all’appello i documenti su 19 società, per un contributo totale di 146mila e rotti euro.
Ma non è l’unico problema che la relazione fa emergere. C’è anche un presunto calcolo errato sul cofinanziamento che, in base alla legge del 2012, prevede che i partiti ricevano dallo Stato 50 centesimi per ogni euro versato dai privati.
Scrivono i magistrati a pagina 22 della relazione: “Il Collegio intende segnalare che per una lista (Lista Zingaretti) e un partito (Partito Democratico) vi è stata, dopo l’attività istruttoria di quest’Organo di controllo, la restituzione ai finanziatori, mediante storni dei bonifici bancari, di quanto avevano versato a titolo di finanziamento, con ciò creando inevitabilmente un’errata rendicontazione finale e, almeno per quanto attiene al Partito Democratico, una presunta alterazione dei dati economici di partenza su cui è stato successivamente calcolato il c.d. “cofinanziamento”, regolarmente erogato ma calcolato, in misura maggiore a quello dovuto, su percentuali di sovvenzioni private non coerenti con la realtà effettiva”.
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