Non è che Giulio Gallera si dovrebbe dimettere. Giulio Gallera si sarebbe dovuto dimettere al suo primo segnale di inadeguatezza di fronte al disastro, quindi probabilmente quando il pipistrello di Wuhan è uscito dalla grotta.
Giulio Gallera dovrebbe compiere la prima grande azione di contenimento in Lombardia contenendo se stesso.
Giulio Gallera dovrebbe perdere la sua carica virale e sparire col caldo, magari prima di giugno, perché i lombardi non hanno ancora sviluppato gli anticorpi per le sue boiate e ogni volta che le sentono si ammalano ancora un po’.
Giulio Gallera dovrebbe andare a casa e rinchiudersi lì, in una quarantena infinita, perché l’indice di contagiosità delle sue fesserie è uguale a 10: ogni volta che ne spara una, ci sono almeno 10 milanesi che vorrebbero schiaffeggiarlo.
Doveva dimettersi quella volta in cui disse che gli asintomatici non sono contagiosi. Quella volta in cui disse, in piena epidemia, con la gente che moriva a casa, che “noi facciamo i tamponi anche a chi ha uno stato lievemente alterato” e forse lo stato alterato era il suo. Doveva dimettersi quando, sempre con la gente che moriva a casa perché nessuno rispondeva neppure più ai numeri dell’emergenza, dichiarò che “la gente resta a casa troppo a lungo anche perché ormai ha paura di andare in ospedale e contagiarsi”.
O quella volta in cui affermò che lui Alzano Lombardo non poteva chiuderlo perché “è colpa dello Stato, doveva farlo lo Stato, non era nelle nostre competenze”. E doveva dimettersi pure il giorno dopo, quando disse l’ opposto: “Ho approfondito, c’è una legge del 1978 e prevede che potevamo chiudere Alzano”. Ed era (ed è) la legge n.833 del 23 dicembre 1978, intitolata “Istituzione del Servizio sanitario nazionale”, cioè quella che regola le competenze degli assessori regionali alla Sanità. Cioè le competenze di Gallera, che non conosce neppure le sue competenze, cosa del resto comprensibile perché non le hanno individuate neppure i suoi concittadini.
Doveva dimettersi anche per aver detto che i cittadini lombardi devono pagarsi i test sierologici perché non servono a niente, per poi bullarsi pochi giorni dopo che i test li pagherà la sanità pubblica. E allora uno si chiede: ma, se diceva che non servono a niente, perché ha deciso di farli pagare alla Regione? Poi ti ricordi che anche lui non serve a niente e anche il suo stipendio lo paga la Regione e capisci che c’è una linea di continuità.
Dovrebbe dimettersi perché ha detto che la famosa delibera che mandava nelle Rsa i malati Covid dimessi dagli ospedali, ma ancora contagiosi, lui la rifarebbe domani. E allora verrebbe da dire: “Se i morti nelle Rsa potessero parlare…”. Ma noi non abbiamo doti medianiche come Renzi, noi i morti non li facciamo parlare, noi parliamo con i vivi e i lombardi vivi, in questo momento, stanno dicendo tutti: Gallera, vattene.
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