Dramma - C’è qualcosa di emblematico e triste nell’ultimo “incidente” dell’ex premier.
Ancora una volta le vicende biografiche e sanitarie di Berlusconi hanno l’effetto di produrre attorno alla sua persona un dilemma etico. Esercitare la pietas, con cadute spesso ipocrite nella melassa assolutoria, o approfittarne per ricordare chi è stato e cosa ha rappresentato Berlusconi per l’Italia degli ultimi 30 anni? Alludere alla fine di un’epoca, arrotare i coccodrilli, chiedersi se sia più importante il Silvio-simbolo o il Silvio-persona, ben occultato sotto la coltre cosmetica e la volontà di potenza tricologica con cui lui ha negato la sua normalità, la sua umanità e in definitiva il tempo?
Stavolta c’è qualcosa di triste e di emblematico nell’ultimo incidente che gli è occorso. Il suo medico di fiducia, il prof. Zangrillo, sua imprescindibile spalla mediatica (nel 2016: “il Presidente ha rischiato la vita”), è stato uno dei volti più popolari in questi mesi di tele-Covid ed è stato lui più di altri il liberatore, l’alleggeritore, colui che ha ridimensionato la tragedia e concesso agli italiani il respiro dopo mesi di angoscia; e adesso per ironia della sorte ha due tra i suoi più famosi assistiti in deficit di respiro. Con la differenza che mentre il contagio di Briatore, grottescamente negato dal suo entourage fino all’inverosimile, è parso una specie di contrappasso alla spavalderia dell’imprenditore scettico e vitalista allo spasimo, quello di Berlusconi pare una beffa. Le cronache ci hanno raccontato un Berlusconi recluso per mesi in un eremitaggio dorato, autore di poche dichiarazioni caratterizzate da una saggezza inedita per i suoi standard e sconosciuta ai suoi due alleati, che hanno chiamato in piazza la folla in piena emergenza, esponendosi ogni giorno alla mattanza dei selfie non protetti, e pure Renzi andava da Giletti a dire che era della “scuola Zangrillo” e voleva riaprire tutto già a maggio…
Questo inibisce ogni esultanza, anche nei più accaniti detrattori, per il dramma che sta vivendo la famiglia Berlusconi, e autorizza a diffidare dell’ottimismo del suo medico, che ha esposto il suo assistito a una specie di caccia al tesoro collettiva, tale che se se lo fosse preso lui, ciò avrebbe significato anche la disfatta della sua sicumera, esibita in Tv nel momento dell’ovvia discesa dei contagi dopo mesi di lockdown. Stavolta non c’è ironia anti-berlusconiana, e nemmeno la nota (finta) autoironia pop e sottovalutazione del proprio caso biologico allo scopo di innalzare la propria natura simbolica dunque sovrabiologica; non aspettiamo che si affacci alla finestra per consegnare ai già corposi annali uno dei suoi gloriosi gesti – un saluto con le corna, un commento malizioso su un’infermiera – e nemmeno, come in occasione dell’ultimo ricovero nella stanza di 300 mq al San Raffaele, disegnini sui giornali di cosa sia e come funziona una valvola aortica (nel caso noi, sprovvisti di dottor Zangrillo, ce la dovessimo sostituire da soli), a parte il secco e triste bollettino cui ci ha abituato questa malattia. Hai voglia a dire “il mio paziente è asintomatico”, proprio come Briatore, a riprova della bontà della teoria del virus clinicamente morto (intanto com’era prevedibile i ricoveri in terapia intensiva stanno proporzionalmente crescendo coi contagi), quando a smentirti è proprio Berlusconi, dicendo di non avere più febbre e tosse, quindi di averle avute, e sviluppando da ultimo una polmonite bilaterale.
Il medico primario che lancia un messaggio deresponsabilizzante (“Basta paura! Riprendete a vivere più di prima!”) proprio quando alcune norme di base erano state interiorizzate, è sconfessato suo malgrado dal paziente più mediaticamente potente d’Italia. E colpisce che lo specialista sia tornato sulla frase definendola “stonata” e parlando ancora di “isteria” e “panico” (numero di morti per isteria e panico: zero; numero di morti per Covid: 35mila e 534), come se non fosse normale adesso per la famiglia di un signore di 84 anni provare panico; come se non fosse, la paura della Covid, la paura primaria che i nostri cari più fragili muoiano da soli in ospedale, come successo a migliaia di nostri connazionali. Ecco, il corpo di Berlusconi, che è sempre stato bino come quello di tutti i sovrani, ha adesso un’ulteriore dimensione sacrificale: dimostrare che il proprio medico aveva torto.
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