Il cretino prevalente non combatte il Covid, ma il governo. Guarda sempre il dito (i positivi giornalieri) e mai la luna (il loro aumento calante dopo settimane di salita impetuosa). Parla di “curva esponenziale” e “fuori controllo”, senz’accorgersi che il 10 ottobre i positivi crescevano del 102% a settimana, il 24 ottobre (dopo i primi due Dpcm) dell’80% e ora (dopo gli altri due Dpcm) del 10%. Ripete da due settimane che “gli ospedali sono pieni”, il che è vero per alcuni e falso per altri, anche perché ogni giorno i nuovi posti letto occupati sono in media un migliaio (anche quelli in calo: ieri + 429), dunque chi è pieno oggi non poteva esserlo 15 giorni fa. Un altro suo mantra è che mancano i dati, ci vogliono più dati, quelli che ci sono non vanno bene: poi però non capisce neppure quelli che ci sono. Adora il lockdown totale, possibilmente eterno, infatti lo chiede o lo annuncia ogni giorno, sperando prima o poi di azzeccarci.
E non pronuncia mai la parola “Regioni”, come se la sanità non fosse in mano loro, le discoteche non le avessero aperte loro, gli stadi non volessero spalancarli loro, le zone rosse nei territori più infetti non spettassero a loro, i vaccini antinfluenzali non dovessero ordinarli loro, ma il governo. O il commissario straordinario Domenico Arcuri (suo bersaglio prediletto dopo Conte e Azzolina), che però non si occupa di forniture ordinarie (come i vaccini contro l’influenza), ma appunto di quelle straordinarie: mascherine, camici, guanti, tamponi, test, banchi di scuola, braccialetti elettronici per detenuti (tutti curiosamente disponibili). E ora vaccini anti-Covid. Prima il cretino prevalente ripeteva che sugli antivirus di Oxford e di Pfizer “l’Italia non ha un piano”. Poi ha scoperto che ce l’ha, affidato ad Arcuri. Così ora ripete che sarà un disastro: un “piano a rotelle”, un “vaccino a rotelle” (battutone sui banchi a rotelle, un quarto dei 2,4 milioni acquistati dal commissario, peraltro su richiesta dei dirigenti scolastici, che li usavano già prima). Il cretino prevalente preferirebbe affidare pure i vaccini agli sgovernatori che non riescono neppure a comprare gli antinfluenzali e, per i camici, chiamano il cognato. Il suo sogno è un bel piano Fontana-Toti-Cirio-De Luca-Solinas-Spirlì & C. Ma si accontenterebbe di un piano Gallera, come quello appena finito sotto inchiesta in Trentino-Alto Adige: 150mila vaccini made in India importati last minute da un dentista di Bolzano tramite un intermediario turco grazie ai buoni auspici di un conoscente cinese. Roba che, se l’avessero fatta Conte o Arcuri, oggi Salvini e Meloni avrebbero già imbracciato il mitra. Non è uno scherzo: è tutto vero. Ma il cretino prevalente se ne stracatafotte. In fondo, quando c’è la salute c’è tutto.
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