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venerdì 27 ottobre 2023

U come (se questo è un) uomo … ovvero: quei geni a definire una specie. - Francesco Briganti

 

Un numero finito di fogli A4 riempiti in 288 giorni a partire dal 1° gennaio 2023; nel primo di questi fogli c’è, agli “ atti facebookiani “, un post che, sinceramente detto, non ricordo perché io, allora, ho intitolato ” il miglio verde “; forse ero suggestionato dall’aver appena rivisto il film omonimo; o forse ed ancora giacché, anche senza saperlo, a volte ed anche inconsciamente, io rendo voce a percezioni che se potessi averle a comando o a desiderio farebbero di me, probabilmente, l’uomo più ricco della terra; funzione di tutto quanto a precedere, in questo settecentottauntunesimo foglio, io dirò, che pur continuando, a scrivere sul social, esso sarà l’ultimo capitolo di un qualsiasi “ che “ a NON avere un minimo di logica: un senso!

Senso che non avrà un finale IPOTIZZABILE OGGI: perché la percezione che io ho da qualche giorno é che, al momento, IMMAGINARE un qualsiasi prosieguo a ciò che sta accadendo sarebbe come dire che c’è una prova evidente dell’esistenza di un dio: termine vergato in minuscolo giacché non intendo riferirmi a nessuna entità trascendente in particolare, ma solo all’idea stessa che ciascuno di noi: quale che fosse il proprio credo, ricava dalla parola “ dio “; non è infatti, nell’oggi: proprio inteso come giorno lunedì 16 ottobre 2023, possibile presagire né cosa succederà domani, né tanto meno quello ad accadere tra una settimana e via via diminuendo in probabilità, tra un mese, un anno o più in là nel tempo.

Né quali saranno le condizioni a rimanere a valle di una follia omicida omni-comprensiva!

Dunque questo post è l’interruzione di un viaggio che spero duri ancora a lungo: sarebbe sciocco desiderare il contrario, ma proprio perché non è fatta mai a cuor leggera una scelta, diventa esiziale il farla!
Quali i modi, quali i tempi, quali i perché che fossero, dovrebbero comunque esserci per quelli a motivare un “ basta “ che, ed invece, non arriva quasi mai; nemmeno da chi: quel “ basta “, lo prova quotidianamente: sentendolo scivolare, sempre più, sottopelle, lungo ogni singolo nervo, stigmatizzare ogni momento della propria resa che: definita altrimenti, sarebbe come mentire a sé stessi ed agli altri, sapendo di mentire!

Quindi anche la mia è una “ RESA”? NO perché io non smetto di scrivere: ne ho troppo un egoistico bisogno, ma non lo farò più cercando di trarre una logica, una qualsiasi preoccupazione, un qualsivoglia invito a farsi e quale che siano stati: per quel che mai potrà valere per qualcuno, i motivi da me di volta in volta individuati.

Non voglio ancora occuparmi del mondo e nemmeno della società, dei politici di “ questoluridolercioschifodipaese “ e delle loro rispettive infamie!

Questo mondo, per dirla alla grandissima, ma in particolar modo “ questoluridolercioschifodipaese “, la sua collettività, il suo sistema, i suoi governi, i suoi politic(ant)i, e giù giù fino all’ultimo sfortunato nato in questo preciso secondo, non ha, non hanno alcuna intellegibile oggettiva anche solo possibile logica!

Tutto è, e va inquadrato, nello scenario di una immensa nuova “ TORRE DI BABELE “; otto e più miliardi di attori a recitare, ognuno, una parte di un copione diverso con ciascuno di essi ad esprimersi in una lingua diversa!

E’ una cacofonia complessiva che nemmeno disturba più, tanto è penetrata in ogni singola anima: che già ciascuno se ne riconoscesse una vera e da rispettare, sarebbe tutto grasso che cola!

A valle di tutto quanto sopra, non sarebbe onesto da parte mia il non evidenziare che, personalmente, io ho sempre TENUTO PER I PALESTINESI; non sono un anti-semita e lo giuro sul mio stesso nome: possa esso scomparire dalla memoria dei miei stessi figli!; io ho scritto, e molte volte, su quanto l’eccidio di cui il popolo ebraico è stato vittima innocente di carnefici a fare schifo persino agli animali se questi ne avessero una qualsiasi anche minima coscienza; ma, nell’oggi, in questo oggi, io non posso, non voglio e NON DEVO ESIMERMI dall’affermare che se c’è uno stato che ha fatto esperienza dalle proprie. a milioni!, vittime, quello è LO STATO DI ISRAELE!

Stato che non solo ha ben imparato il come si fa, non solo ne ha fatto una ragione di vita, ma intende perseverare in quegli errori che sin qui hanno portato ad un altro ultimo eccidio: quello di dieci giorni fa per opera di Hamas!

Ultimo eccidio, EFFERATO eccidio!, che dirne “ BESTIALE “ sarebbe offendere quel regno animale che ha più dignità in ogni suo singolo esistente che tutta l’umanità messa assieme e, lo dico sapendo esattamente cosa dico ed affermo, giacché; quando si piangono dei bambini con la testa mozzata si sarebbero prima dovuti piangere e ricordare: 70 anni di storia e quelle TESTE E GAMBE che a SABRA e SHATILA: per opera dei cristiani maroniti supportati dall’esercito israeliano, furono staccate dai corpi di bambini e donne inermi ad essere: civili sterminati fino all’ultimo!

Senza ricordare anche en passant 636 arabi spariti nel nulla in quel di Fallujah!

In nessuna di quelle occasioni qualcuno parlò di possibile guerra mondiale; allora nessuno parlò di “ insopportabili avvenimenti; allora tutti, forse, preferirono non vedere, non sentire, non sapere!
Pensammo, forse, che quello era il prezzo da pagare per essere assolti dal non aver voluto vedere: colpa dei nostri padri e nonni, ma peccato originale di noi tutti ad esserci nell’oggi, quel che accadeva in Italia, in Germania, nella stessa Russia: primigenia alleata di Hitler, e nei territori variamente occupati dai fascisti e dai nazisti!

Ma ora? Di quale peccato dobbiamo mondarci? Forse di avere ridotto questo pianeta alla metaforica frutta? Di averlo lasciato dominare da quel dieci per cento di plutocrati a detenere il 50% delle ricchezze mondiali? Di aver costretto milioni di persone ad emigrare dalle proprie terre giacché esse fruttano solo per quelli che in casa loro non li vogliono o se li accolgono lo fanno con immenso disprezzo e persino con disonorevole disgusto?

Ma non sarà, invece, che stiamo solo per espiare l’offesa che arrechiamo quotidianamente a quel DIO (scritto in maiuscolo) che chiamato in tre modi diversi è, comunque, lo stesso per tutti? L’UNICO ad essere la fonte identica per la Bibbia, per i Vangeli, per il Corano!

Dunque, anche per i cristiani: che sono cosa diversa da chi veramente crede nel Dio del Cristo; anche per la jiahd islamica: i maomettani a seguire i veri insegnamenti del loro profeta hanno un altro modo di essere; per gli israeliani entità-nazione diversa da un popolo buono e pacifico quale è quello ebreo, anche per loro NESSUNO dovrebbe essere della carne da macello quali in effetti: tutti ed ovunque, siamo diventati!

Esserlo: carne da macello, poi in ragione di un dio professato che NON E’ quello ad aver creato tutto: esistesse o meno in realtà, diventa il motivo sufficiente ed ultimo a dire quel “ BASTA “ che almeno per me rende ogni impegno ed ogni scritto: in particolare questo scritto ...

l’estrema postfazione di un tutto non più gestibile né sopportabile!
fb 

https://www.facebook.com/photo/?fbid=2154111621459422&set=a.355881571282445

Ciò succede perché, come hai ben detto, il 10% della popolazione mondiale detiene il 50% della ricchezza, mente la restante parte lavora e produce con fatica e sofferenza, senza ricevere il giusto compenso e la giusta soddisfazione. Non c'entra nulla il dio al quale ti riferisci, perché, se ci fosse, interverrebbe per correggere gli errori, ma non lo fa, quindi o non esiste, oppure si diverte a vederci soffrire. In ogni caso, chi non si sente realizzato o vorrebbe di più, si lascia convincere facilmente a compiere azioni fuori da ogni logica e razionalità, con la vana speranza di essere ascoltato ed accontentato. Zelensky è un esempio di abnegazione mal riposta, con risultati deleteri. Dove lo vedi dio in tutto ciò? 

cetta

mercoledì 31 maggio 2023

Pensieri, considerazioni personali.

 

Penso che la politica attuale mi ha tolto anche la voglia di andarli a votare, tanto, anche se a vincere è chi ho votato, chi comanda il gioco fa cadere il governo e tutto torna come prima...
Ed io non voglio dare loro neanche la soddisfazione di avermi gabbato: non meritano neanche una briciola del mio tempo, loro sono inconsistenti, insulsi, incapaci, ma supponenti, dannosi e fastidiosi.
L'unico sentimento che mi suscitano è la stizza di doverli mantenere nel lusso, anche se non ne ho voglia.

cetta

sabato 26 marzo 2022

Tank show. - Marco Travaglio

 

Gustavo Zagrebelsky cita spesso un aforisma contro la guerra attribuito a Karl Kraus: “Quando squillano le trombe, si fanno avanti le trombette”. Il che spiega il titolo del Corriere sul no di Conte al quasi raddoppio delle spese militari: “Escalation anti armi del capo M5S” (a saperlo, Orwell l’avrebbe aggiunto agli slogan della neolingua del Ministero della Verità: “La guerra è pace”, “La libertà è schiavitù”, “L’ignoranza è forza”). Ma spiega anche la presenza nei talk di Nathalie Tocci, che l’altra sera a Piazzapulita linciava Alessandro Orsini mentre Fu(r)bini e Calabresi lo tenevano fermo. Testuale: “Orsini non ha mai messo piede in Russia, non ha amici né colleghi russi, quindi non so perché parli di Russia”. Direttrice dello Iai (fondato dall’incolpevole Altiero Spinelli, che non ebbe la prontezza di portarselo nella tomba) e Cda dell’Eni, esperta di Russia e Ucraina perché c’è stata o ha amici in loco (probabilmente benzinai), la signora parlava “in veste di ricercatrice” (dell’Eni, il che fa di lei la meno titolata per parlare e sgasare di Russia). Infatti ha spalancato alla ricerca scientifica nuove frontiere inesplorate, abolendo la storia, la storia della letteratura e dell’arte, ma anche l’astrofisica. Come si permette un Canfora di scrivere biografie di Giulio Cesare senz’averlo mai conosciuto? E di che cazzo parlano tutti questi dantisti fuori tempo massimo se con l’Alighieri non hanno preso neppure un caffè (anche perché nei bar di Firenze non era ancora arrivato)? Per non dire del Papa, che parla di Dio senz’averlo mai visto neppure in cartolina, anche se molti vorrebbero anticipargli l’incontro.

All’ovvia obiezione di Orsini che, allora, nessuno può parlare di Napoleone o di guerre mondiali (e, a maggior ragione, puniche), la ricercatrice per insufficienza di prove ha risposto che infatti lei non parla di Napoleone né di guerre mondiali, dimostrando di non aver afferrato il concetto (ma lo sta ricercando). Dunque si confronterà sulla Russia solo con tour operator, oligarchi, fotomodelle, piloti, steward e hostess della rotta Roma-Mosca. Senza dimenticare B., Salvini e Savoini. Non vediamo l’ora di un bel talk (anzi tank) show per soli competenti: cioè la Tocci con Al Bano e Romina, Toto Cutugno, Pupo e la Muti, che in Russia erano di casa, la qual cosa fa di loro automaticamente degli esperti di geopolitica. Orsini invece no, anche se fu tra i primi (insieme a Giulietto Chiesa) a prevedere l’invasione russa in Ucraina già nel 2018 e, da putiniano doc, raccomandò all’Occidente di mantenere le sanzioni a Putin. Un altro grande umorista, non avendo fatto in tempo a conoscere la Tocci, disse che nessuno dovrebbe parlare di ippica se non è un cavallo. Ma per gli asini avrebbe fatto senz’altro un’eccezione.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/03/26/tank-show/6538063/

sabato 6 marzo 2021

Il modello Bertolaso, Renzi d’Arabia. Ma c’è chi rischia la vita e viene lasciato per strada: i post di Scanzi. - Andre Scanzi

 

Il modello Bertolaso.

La capacità di Salvini di sbagliarle tutte mi commuove.
“Il modello Bertolaso”… fa già ridere anche solo a sentirlo.
Mah.

Il genio di Crozza.

Un Crozza semplicemente geniale racconta, in quattro minuti, tutto quello che non torna nella fase politica dei 5 Stelle.
Genio puro!

(il video)

Rischia la vita e lo lasciano senza lavoro.

Questa storia è allucinante. Riccardo Munda, 39 anni, ha preso il posto dei colleghi ammalati come medico di base. E ha seguito oltre 1.400 positivi.
Ora la sua sostituzione è finita: “Sia a Selvino sia a Nembro sono stati nominati i titolari. Sloggio perché non ho mai fatto il corso per la specializzazione in medicina generale”.
Ha rischiato la vita. E ora lo lasciano senza lavoro. Ma dove vogliamo andare?

Gli irricevibili.

Ah, l’Italia. Ricapitolando: Conte era un dittatore perché faceva i dpcm, chiudeva le scuole, chiudeva i teatri, chiudeva le palestre, chiudeva i bar e i ristoranti. Eccetera.
Ora Draghi fa lo stesso (e neanche ci mette la faccia, perché in tivù manda Gelmini e Speranza).
Però adesso va tutto bene. E quei fenomeni di Renzi, Salvini e Meloni (in ordine decrescente di gravità politica) non parlano più di “dittatura sanitaria” e “vulnus per la democrazia”.
Siete politicamente irricevibili.

L’intervista.

Una bella chiacchierata con un rocker vero, in testa alle classifiche anche con il suo ultimo libro Spacca l’infinito (Giunti).

La guerra è un’altra cosa.

Appunto. Cerchiamo di ridare il giusto peso alle cose. È un momento drammatico, ma evitiamo parallelismi con la guerra.
Ci stanno chiedendo di tenere la mascherina, lavarsi le mani e stare a distanza, non di andare al fronte.
Piero Angela ottimo come sempre.

La parabola della Bonino.

Sull’operato di Arcuri ho molti dubbi. Non ne ho invece nessuno sulla parabola politica della Bonino: triste, malinconica, imbarazzante.
E questo post, puerile e patetico, ne è ulteriore prova.
Che brutta fine, “compagni” radicali.

Renzi chieda scusa agli italiani.

Renzi? Chieda scusa agli italiani. Si dimetta dal Board saudita, o se preferisce da senatore. E restituisca i soldi presi per quella “conferenza” in Arabia Saudita.
(a Otto e mezzo)

Il rinascimentale bin Salman.

Riguardatevi questo video. Riascoltate bene le parole di Renzi sull’immacolato rinascimentale Bin Salman. Incredibile.

(il video)

Ironia macraba.

L’ironia macabra dei servizi funebri Taffo, purtroppo, è perfetta.
Non ne usciamo mica mai, se continuiamo così.

Conte, l’unica chance per il Movimento.

Tutto come previsto (almeno da queste parti).
Per i 5 Stelle, che ora devono creargli un ruolo ad hoc e dargli il potere di rivoltare il Movimento come un calzino, era l’unica chance di rilanciarsi.
Per Conte, che non è mai stato un leader di partito, è una sfida molto difficile (ma molto meno difficile rispetto a quella di creare un partito tutto suo).
I prossimi mesi, politicamente parlando, daranno parecchi spunti. Ma proprio parecchi.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/03/05/il-modello-bertolaso-renzi-darabia-ma-ce-chi-rischia-la-vita-e-viene-lasciato-per-strada-i-post-di-scanzi/6122152/

venerdì 13 novembre 2020

La prevalenza del cretino. - Marco Travaglio

 

Il cretino prevalente non combatte il Covid, ma il governo. Guarda sempre il dito (i positivi giornalieri) e mai la luna (il loro aumento calante dopo settimane di salita impetuosa). Parla di “curva esponenziale” e “fuori controllo”, senz’accorgersi che il 10 ottobre i positivi crescevano del 102% a settimana, il 24 ottobre (dopo i primi due Dpcm) dell’80% e ora (dopo gli altri due Dpcm) del 10%. Ripete da due settimane che “gli ospedali sono pieni”, il che è vero per alcuni e falso per altri, anche perché ogni giorno i nuovi posti letto occupati sono in media un migliaio (anche quelli in calo: ieri + 429), dunque chi è pieno oggi non poteva esserlo 15 giorni fa. Un altro suo mantra è che mancano i dati, ci vogliono più dati, quelli che ci sono non vanno bene: poi però non capisce neppure quelli che ci sono. Adora il lockdown totale, possibilmente eterno, infatti lo chiede o lo annuncia ogni giorno, sperando prima o poi di azzeccarci.

E non pronuncia mai la parola “Regioni”, come se la sanità non fosse in mano loro, le discoteche non le avessero aperte loro, gli stadi non volessero spalancarli loro, le zone rosse nei territori più infetti non spettassero a loro, i vaccini antinfluenzali non dovessero ordinarli loro, ma il governo. O il commissario straordinario Domenico Arcuri (suo bersaglio prediletto dopo Conte e Azzolina), che però non si occupa di forniture ordinarie (come i vaccini contro l’influenza), ma appunto di quelle straordinarie: mascherine, camici, guanti, tamponi, test, banchi di scuola, braccialetti elettronici per detenuti (tutti curiosamente disponibili). E ora vaccini anti-Covid. Prima il cretino prevalente ripeteva che sugli antivirus di Oxford e di Pfizer “l’Italia non ha un piano”. Poi ha scoperto che ce l’ha, affidato ad Arcuri. Così ora ripete che sarà un disastro: un “piano a rotelle”, un “vaccino a rotelle” (battutone sui banchi a rotelle, un quarto dei 2,4 milioni acquistati dal commissario, peraltro su richiesta dei dirigenti scolastici, che li usavano già prima). Il cretino prevalente preferirebbe affidare pure i vaccini agli sgovernatori che non riescono neppure a comprare gli antinfluenzali e, per i camici, chiamano il cognato. Il suo sogno è un bel piano Fontana-Toti-Cirio-De Luca-Solinas-Spirlì & C. Ma si accontenterebbe di un piano Gallera, come quello appena finito sotto inchiesta in Trentino-Alto Adige: 150mila vaccini made in India importati last minute da un dentista di Bolzano tramite un intermediario turco grazie ai buoni auspici di un conoscente cinese. Roba che, se l’avessero fatta Conte o Arcuri, oggi Salvini e Meloni avrebbero già imbracciato il mitra. Non è uno scherzo: è tutto vero. Ma il cretino prevalente se ne stracatafotte. In fondo, quando c’è la salute c’è tutto.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/13/la-prevalenza-del-cretino/6001939/

martedì 27 ottobre 2020

Rita Stilli

 

Presidente, la sua risposta al maestro Muti, è troppo in alto per certi che strisciano come vermi, a cui non importa niente della cultura vera, del teatro, della musica, dell'Arte. A costoro importa solo mangiare, bere e stare al cellulare.
Quello l'hanno sempre carico, e i negozi che gli vendono, sono sempre pieni. Mi domando poi, come possano sentire tanti italiani la mancanza della cena fuori casa, a parte una bella pizza a domicilio, la domenica, io credo che, secondo le loro lamentele, non possano permettersi. Gli aiuti per chi ci lavora, nei ristori, arriveranno, ne sono certa. Come lo sono ancora di più, che ad usufruirne saranno i soliti delinquenti, che piangono miseria nelle piazze, e se la ridono fra di loro. E' inutile che si continui a dire che si muore di fame, non ho ancora visto nessuno stramazzare per terra, denutrito! Ma si muore e si soffre di covid, di altre malattie gravi che non possono essere curate per mancanza di posti, che non dipende da questo governo, ma da ben altre scelte scellerate, dettate dai soliti, che adesso si uniscono a questa sceneggiata patetica, ma purtroppo tragica, folle, che va fermata subito. Ci vuole l'esercito, per fermare questi delinquenti. Da parte mia, mi auguro che basti una bara, portata via in silenzio, senza nome, e dimenticata fra i numeri che stanno al posto dei nomi che ogni giorno lasciano questo mondo insieme al dolore delle loro famiglie. Il mondo è agli sgoccioli, lo sappiamo, la Vita non ha più valore, la cultura viene presa come scusa, e chi soffre davvero, comprende e fa di tutto per salvare il salvabile. Sempre che ci sia rimasto qualcosa. Non spero nei giovani, a cui, in Svizzera, viene data possibilità di vivere, non sapendo che cosa potrà combinare ancora per dare il colpo finale alla vita sulla Terra. Se dovesse succedere anche in Italia, me ne andrei, come fanno gli elefanti, a morire lontano da tutto e da tutti. Con il sollievo di lasciare un Inferno ormai nelle mani di demoni posseduti dalla bramosia del tutto a tutti i costi.
Grazie Presidente.
Se ce la fa, se riesce a sopportare questa croce, non si faccia scrupoli, vada avanti con la sua coscienza, non si preoccupi di chi non ha preoccupazioni, se non quella di sfogare la propria rabbia contro tutto e tutti, solo perché non può farlo contro se stesso!
Grazie ancora. E grazie a chi, consegna la borsa, ma non la vita, nelle mani di criminali.

sabato 19 settembre 2020

#salvinibocciato dai suoi stessi banchi. In Puglia voto disgiunto (senza offesa per Laricchia). - Andrea Scanzi

 


I banchi “datati” di Salvini

Matteo Salvini è proprio un asino. Politicamente asino. Ieri pubblica su Twitter e su Facebook un video in cui si vedono alcuni studenti che giocano all’autoscontro con i banchi a rotelle. Lo accompagna con il testo: “No comment- #Azzolinabocciata“.

Ovviamente parte la gara all’insulto dei baccelli lessi che pendono adoranti dalle sue labbra. Piccolo particolare: il video risale al 21 settembre 2017. La Azzolina non c’entra nulla, i banchi a rotelle venivano già usati nelle scuole e il ministro era (la disastrosa) Valeria Fedeli. Già questo basterebbe, ma Salvini bissa. E Toti gli va subito dietro.

Sempre ieri condivide su Twitter e su Facebook una foto, definita “emblematica”, di alunni che fanno lezione seduti in ginocchio usando le sedie come banchi, accompagnata dalla scritta “Roba da matti – #Azzolinabocciata“. La foto in questo caso è reale. È scattata il 14 settembre 2020 all’interno della Scuola primaria “Maria Mazzini”, a Genova. È però falsa l’interpretazione data da Salvini e Toti. Così ha spiegato il dirigente scolastico della scuola Renzo Ronconi: “I banchi, ordinati con largo anticipo, arriveranno domani pomeriggio (il 15 settembre, ndr) e nel primo giorno di scuola, che è stato un giorno di festa, abbiamo solo evitato di rimettere quelli vecchi. La foto ritrae bambini che, durante un’attività didattica, stanno disegnando sereni in libertà”. Non solo: sono stati i genitori dei bambini a chiedere al preside di cominciare la scuola il 14 e non il 15 settembre, senza cioè aspettare per forza che arrivassero tutti i banchi.

Che dire? Quello che potremmo dire quasi sempre: #salvinibocciato. Lui e quei giuggioloni che credono a ogni suo avvincente peto mentale.

Mister “Taiquipirinha” e la polmonite

“Tutto questo allarmismo sul Covid_19 è ridicolo, sono stato peggio quando ho avuto la polmonite”.

Lo ha detto il re delle babbucce affrante e delle prostatiti polmonari, Mister “Taiquipirinha” Flavio Briatore.

Vallo a raccontare ai tanti che in questi mesi hanno perso e pianto i loro cari.

Fenomeno.

Oppure vallo a dire al barman del tuo Billionaire, quello che per la stessa malattia – e per la decisione insensata e folle di aprire le discoteche – è stato intubato.

Fenomeno.

Con don Roberto stiamo morendo tutti. Di ignoranza

Ormai la nostra è una contemporaneità scandita dalla tragedia. Ogni giorno è come se morisse un pezzetto di speranza. Un altro, e poi un altro ancora.

Don Roberto Malgesini era “il prete degli ultimi”. A Como lo conoscevano tutti. È stato ucciso stamani a coltellate proprio da un “ultimo”, quasi a voler aggiungere tragedia alla tragedia.

L’assassino è un 53enne tunisino. Attorno alle 8 si è presentato in caserma dai carabinieri e si è costituito. È un senzatetto. Don Roberto lo conosceva, gli forniva assistenza, sembravano in buoni rapporti.

“Aveva problemi psichici e dei provvedimenti di espulsione non eseguiti fin dal 2015”, dice ora il direttore della Caritas di Como. La Questura non ha confermato i problemi psichici, ma il provvedimento di espulsione sì.

L’ultimo, datato 8 aprile, è stato sospeso per l’emergenza Covid. Un fatto semplicemente inaccettabile, non tanto e non solo per l’ultima sospensione, ma perché il primo provvedimento è ormai vecchio 5 anni.

Com’è stato possibile? Ci rendiamo conto che la gestione dell’immigrazione deve trovare per forza un punto di ricaduta tra il razzismo di certa destra e l’iper-tolleranza di certa sinistra? Sarebbe bastato applicare la legge, e oggi don Roberto sarebbe ancora vivo.

Stiamo morendo tutti. Di ignoranza, ignavia, arroganza, cinismo e follia.

Che brutti tempi.

Thiem, US Open, Roma e altro

Thiem. Sono felice che abbia vinto Thiem: era l’ora e lo meritava. La mia previsione era una finale Djokovic-Medvedev. Il primo si è comicamente suicidato e il secondo ha vissuto la mitraglia in semi con Thiem (vittoria enorme, per certi versi più della finale, perché un 3-0 a Medvedev agli Us Open è proprio roba da campioni). Dominic è gran giocatore e bella persona. La sua è una vittoria che deve rendere felici tutti.

Antitennis. Thiem ha anche salvato il mondo, perché un trionfo Slam dell’irricevibile Mangullone Zverev sarebbe stato indecente, empio e aberrante (esagero, lo so: ma neanche tanto). La semi tra lui e Carreno Busta è stato il punto più basso dell’estetica umana dai tempi di La Russa in mutande nere nel tramonto di Ciggiano (qui invece non esagero per niente). Una semifinale così andava vietata, o quantomeno vietata ai minori. Vergogna. Lo spagnolo è certo lodevole sul piano dell’abnegazione, ma è anche esteticamente impresentabile a livello proprio ontologico. E “Sasha” Zverev è il Renzi del tennis. Finto nuovo, finto simpatico, vero gattopardo. Chiunque lo sconfigge salva il mondo.

I colpevoli. Adoro Kyrgios, Tsitsipas e Shapovalov. Ma hanno colpe bibliche. Il primo è troppo intento a farsi le pippe su Instagram, il secondo si è decapitato – nell’ignominia generale – con Coric e il terzo ha perso l’ennesimo treno della vita nei quarti con l’orrido Carreno Busta. Le colpe di questi esteti stanno davvero divenendo non emendabili e gridano vendetta dinnanzi alla Storia.

Berrettini. Agli Us Open ha fatto tutto quello che poteva e non ha rimpianti. Prima settimana in scioltezza, poi la prevedibilissima sconfitta con Rublev (oggi più forte di lui). E nei quarti avrebbe comunque trovato Medvedev: quindi no way. L’Atp, con il Covid di mezzo, ha di fatto “congelato” la classifica fino a dicembre e dunque il mio Pupillo non scenderà in classifica. Non più di tanto, almeno. Occorre però restare nei 10/15 anche coi fatti e non solo coi punti (che per legge può conservare) del 2019. A Roma ha subito Struff (che lui soffre parecchio) o Coria (pericoloso su terra). Il suo tabellone è difficile, ma non impossibile. Può uscire subito come arrivare in semi, e lì vivere la gogna martirizzante con un Djoko a cui gireranno ancora parecchio gli zebedei dopo l’harakiri di New York. Io dico che Matthew (lo chiamo così perché “Matteo” di questi tempi anche no) deve continuare a lavorare sodo e non avere patemi. Daje, sì, ma con calma.

Peccatore. Il ragazzo altoatesino non è forte: è fortissimo. Può fare sfracelli autentici. Però sin qui Peccatore (means “Sinner”) non si è capito quanto – e se – sia in forma. Inspiegabile la stesa con Djere a Kitzbuhel, a due facce la sconfitta con Khachanov: per due set ha ballato nel sangue del rivale, con una ferocia belluina francamente quasi eccessiva. Sangue ovunque, schizzi in ogni dove. Macello. Poi però si è fatto male come un bimbo e (pur nell’eroismo del quinto set) ha perduto un’occasione enorme. Avesse vinto col russo, avrebbe addirittura potuto issarsi nei quarti come ha poi fatto De Minaur (da lui vilipeso un anno fa nelle Next Gen Finals). C’è comunque tempo: stiamo calmi. La vittoria di ieri con Paire non dice assolutamente nulla: il francese è uno dei tennisti più insopportabili e respingenti dell’ecosistema, ha un dritto che fa schifo all’intestino crasso e i suoi comportamenti malamente scellerati sono da Kyrgios che non ce l’ha fatta. Può serenamente andare a zappare. Molto più divertente, e ancor più provante, sarà il prossimo match con Tsitsipas.

Musetti. Classico tennista italico tutto talento e poco agonismo. A Roma ha superato le quali: bravo. Troppo bello e piacione (sin qui almeno) per poter essere un campionissimo, di sicuro è splendido da vedere. Stasera può far bella figura con Wawrinka, anche se ovviamente come pronostico parte chiusissimo (salvo suicidi elvetici, e chi lo sa!).

EDIT. È suicidio c’è stato (nel primo set), con un Musetti straripante nel secondo. Dajeeee!

Nadal. Non lo si vede dal pre-Covid e c’è curiosità. Se sta bene, sulla terra rossa è di un altro pianeta. E può avere il tempo di raggiungere il massimo della forma per questa strana edizione del Roland Garros, che si giocherà a ottobre. Forse a Roma può concedere qualcosa. Forse.

Fognini. Reduce da una brutta operazione, al rientro una settimana fa è stato demolito da un carneade. Anche a Roma, se non sta bene, può perdere subito con Humbert. Spero di sbagliarmi.

Cos’altro dire? Ah sì. Sempre più bravo Caruso, che ha annullato un match point oggi a Sandgren e si è qualificato al secondo turno, dove verrà scorticato da Djoko. Ma a fine match sarà comunque felice, perché Salvatore sta traendo il massimo da se stesso. E non è cosa da tutti. Lo stesso vale per Travaglia, ieri eversore di Fritz. Bravi!

Alla prossima.

Le frasi di Osho? No, le frasi del fasho!

Conoscerete in molti “Le più belle frasi di Osho”.
Tanti tra voi però non sanno chi si celi dietro quelle frasi e quella satira. Ve lo dico io.
Federico Palmaroli. 47 anni, impiegato. Nato a Roma. Cresciuto a Monteverde. Tifoso della Lazio. Padre dirigente d’azienda, madre casalinga. Da giovane (lo ha raccontato lui stesso a Repubblica) vota prima per il Movimento Sociale e poi per la destra sociale.
Intervistato un anno e mezzo fa dal Corriere della Sera, il Palmaroli frignò così: “Io, autore delle frasi di Osho, di giorno faccio l’impiegato. Dicono sia di destra e mi emarginano”.
Attenzione: “dicono sia di destra”. Ma lo dicono gli altri, eh, perché mica è vero. Palmaroli – ce lo garantisce lui – è uomo libero e super partes.
Ora, per carità: è giusto che chiunque abbia le sue simpatie. Ma se c’è un ambito che deve essere libero, quello è la satira. Puoi essere di sinistra o di destra, ma NON PUOI partecipare a eventi elettorali. Non se fai satira. È secondo me neanche se sei giornalista (in questi giorni ho detto “no” a tutti gli inviti ricevuti per moderare eventi elettorali di sinistra e M5S). Altrimenti presti la satira al potere, qualsiasi potere, e questo fa di te un cortigiano.
Puoi fare tutto, ma gli eventi elettorali a favore di una lista (qualsiasi lista) NO. Puoi schierarti per un quesito referendario, ma per una lista (qualsiasi lista) NO. È qualcosa di grave e imperdonabile.
E invece il Palmaroli, l’uomo libero Palmaroli, il satirico integerrimo Palmaroli, quello che al Corriere della Sera frignava perché “dicono sia di destra” ma non è vero mica, che fa?
1. Lavora e scrive per Il Tempo, ovvero il giornale più marginale e caricaturale nella galassia del sovranismo de noantri, e sui social difende a spada tratta il suo Dux Bechis. Il che, di per sé, mette malinconia, perché se diventi una sorta di “Bondi di Bechis” fai tenerezza.
2. Soprattutto: il Palmaroli, cioè “Le più belle frasi di Osho” (come fa scrivere sui manifesti), sta facendo campagna elettorale per Fratelli d’Italia in Toscana (e magari non solo in Toscana). Partecipa proprio a eventi e cene elettorali (vedi foto 2 e 3) per i post-fascisti.
Palmaroli finge di fare satira, ma non è che un fiancheggiatore della destra.
Se siete iscritti alla sua pagina e vi va bene così, ottimo. Vi accontentate di poco. Se non lo sapevate e lo credevate libero, qualche domanda ponetevela. Questa non è satira: è propaganda para-fascista. Null’altro che Istituto Luce 2.0.

Omaggi a Laricchia, ma fate il voto disgiunto

Per avere osato consigliare in Puglia il voto disgiunto agli elettori 5 Stelle, sto ricevendo vagonate di insulti. E menomale che sarei “grillino”.
Poveri casi umani.
Questo è uno dei commenti più “garbati”. Lo pubblico perché contiene i 3 cavalli di battaglia dei duri&puri.
1) “Fitto ed Emiliano sono la stessa cosa”. Una frase politicamente criminale, schifosamente qualunquista e moralmente empia.
2) “Non parlare della Puglia”. Grande forma di democrazia: può parlare solo chi vota tal Laricchia, perché la Verità la conoscono solo loro. Daje!
3) (la mia preferita). “Laricchia vincerà le elezioni”. Meraviglioso. E il bello è che lo pensano davvero Citano pure fantomatici sondaggi segretissimi che vedrebbero i tre candidati a pari merito. Come no. Ovviamente è la stessa gente che nel 2014 scriveva #vinciamonoi (furono umiliati da Renzi) e nel 2019 diceva “non è vero che stiamo calando nei sondaggi” (infatti crollarono).
Ora: pensare VERAMENTE che tal Laricchia possa vincere significa vivere in un mondo parallelo. Però facciamo così.
1) Se tal Laricchia vince in Puglia, mi candido con la Lega.
2) Se tal Laricchia arriva seconda, mi iscrivo a Fratelli dei Fasci Palmaroli.
3) Se tal Laricchia prende più del 15%, invito a cena la Boschi.
Se invece tal Laricchia prende (molto?) meno del 15% e regala la Puglia alla destra, mando a quel paese tutti i talebani di questo mondo e – soprattutto – faccio un post al giorno per una settimana con la foto di tal Laricchia e il seguente testo: “Questa è quella che, insieme a Scalfarotto, ha regalato la Puglia a Fitto. Fatele i complimenti”. Ogni giorno per sette giorni.
E non scherzo.
Votare tal Laricchia come governatrice è l’unica cosa in natura più inutile di Sgarbi. Se siete elettori 5 Stelle, in Puglia fate il voto disgiunto: X su Emiliano e X sulla lista M5S. Tutto il resto è Fitto, Salvini e Meloni. Ovvero la morte politica di una splendida regione (e di un meraviglioso paese).

Primo! (Per il quinto mese consecutivo)

“Per il quinto mese consecutivo Andrea Scanzi è primo nella classifica dei giornalisti più popolari sui social stilata da Sensemakers per Primaonline sulla base dei dati di Shareablee. In agosto ha totalizzato 7,8 milioni di interazioni (like, commenti, condivisioni su Facebook, Instagram, Twitter e YouTube), più del doppio del secondo classificato. E ha sbaragliato tutti anche nelle video view, il numero di volte cioè che i suoi video sono stati visti su YouTube e Facebook: 17 milioni. Da diverse settimane la firma del Fatto Quotidiano sta primeggiando anche nelle classifiche dei libri più venduti con la sua ultima opera ‘I cazzari del virus’ (ovvero Renzi e Salvini), che ha bissato il successo del libro precedente ‘Il cazzaro Verde’, un ‘ritratto scorretto’ del leader della Lega (..) Scanzi stravince anche nella classifica dei best performing post (terza foto): sette su dieci dei post più popolari sono suoi”. (Articolo di PrimaOnline)

Viva!

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/09/18/salvinibocciato-dai-suoi-stessi-banchi-in-puglia-voto-disgiunto-senza-offesa-per-laricchia/5934844/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=scanziquotidiani&utm_term=2020-09-18

giovedì 9 marzo 2017

Il castello dei pensieri leggeri. Meteo di venerdì 10 marzo. - Daniele Billitteri


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Un giorno che c'era vintazzo di scippare le balate d'in terra, mi trovavo a casa di mio nanno Peppino e stavo dietro il finestrone con la nasca appuiata al vetro. 
Mi piaceva perché col vintazzo il vetro tremava tutto e mi piaceva questa cosa che io sentivo come una scossa leggera sulla nasca. 
Mentre succedeva questo mi misi a pensare che il vento forte si porta una poco di cose: le foglie degli alberi, i canali dei tetti, qualche alberello sano sano, la rina del deserto e della spiaggia di Mondello ma pure quella di Fondachello che è fatta di pietruzze. 
E poi volano cappelli, paraqqui, sottane delle femmine. 
A quei tempi, infatti, si usavano le gonne lunghe ma scampanate e non c'erano ancora i collant. Così se arrivava un colpo di vento queste gonne si alzavano e uno ci poteva guardale le cosce alle signorine con le quasette dei seta con la riga e il reggicalze. 
Cosa di andarsi a chiudere subito nel cabinetto se uno aveva circaquasi 10/11 anni.


Fu allora che mi domandavi se per caso il vento, oltre che alle cose, si portava pure i pensieri e ci domandai a mio nonno. 
E ti pareva che lui non lo sapeva?
Prima di rispondermi andò a guardare fuori attraverso le scalette delle persiane chiuse poi andò nella sua poltrona preferita e si mise a contrastare con cuscino prima di sedermi e prendermi, come al solito, sulle ginocchia. Solo ora capisco che tutta quella pupiata gli serviva per prendere tempo e decidere che cosa mi doveva contare, come mi doveva rapire e portarmi nel suo mondo di fantasia. Mio nanno ci riusciva sempre.
“Picciriddu mio – mi spiegò – dipende da che pensieri sono. Perché se sono pensieri pesanti è difficile che il vento se li può portare perché stanno attaccati a noi come la gramigna che è un'erba maligna. E' difficile che il vento riesce a sollevare il pensiero di uno ce ci è molto un amico, tanto per dire, opure che ha perso il lavoro, opure che si sente di avere una malattia grave. Quelli sono pensieri che diventano meglio dei fratelli gemelli, meglio delle cozze”.


“Ma se i pensieri sono leggeri allora il vento se li porta in cielo dove c'è un castello troppo bellissimo fatto da un architetto pacioccone, un poco pazzo ma simpatico, Questo castello è fatto di aria e serve proprio a ospitare i pensieri leggeri, una specie di scuola dove questi pensieri possono abitare insieme e passare la iurnata a giocare. Così capita che c'è il pensiero della voglia di primavera dopo l'inverno, quello che, senza che nemmeno te ne accorgi, ti fa guardare spesso il cielo per vedere se stanno arrivano le rondini. O quello che ti fa passare sempre sotto il finestrone di quella ragazzina che ti piace assai, quella che tu dici che siete fidanzati. Ma lei ancora non lo sa. O quelli della mamma che la sera ti viene a rimboccare le coperte e ti dà un bacio, o quelli di un vecchio bacucco di nonno che ti cunta i cunti”.


“Nel castello dei pensieri leggeri, tutti questi pensieri fanno il girotondo, giocano a acchiana u patri cu tutti i so figghi, opure a Bella e Niente con le monete fatte di nuvole. E a una certa ora arriva una specie di slitta fatta pure lei di nuvole e arrivano le cose di mangiare. Ma che cosa mangiano i pensieri leggeri?”


“Io lo so, nonno. Lo so”.
“Sentiamo se lo sai per vero...”
“I pensieri leggeri mangiano una cosa dolcissima che si chiama speranza. Ed è l'unica cosa che li fa crescere belli e forti. Non è così nonno?”
“E bravo a me niputi. Ma allora i tuoi pensieri leggeri, quelli che se li porta il vento, tu li devi combinare come un aquilone così hanno un filo che li tiene collegati con te. Ma se si perdono non ti preoccupare. I pensieri leggeri sono sempre belli, dolci, amici e buoni”.
Naturalmente, castello a parte, aveva ragione lui. Di cui se domani avete pensieri leggeri, lasciateli al vento che ci sarà e sarà ancora bello robusto e settentrionale. Ma non porta nuvolo perché la pressione si alza e le temperature massime sono in salita. Di cui la giornata sarà ventosa ma buona. Per esempio potete fare lo stenning, Nel frattempo nel castello in cielo ci sarà una grande festa dove siete tutti immitati. Tante belle cose. Ventose.


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