Per la probabile terza dose nei prossimi mesi l’opzione è per Pfizer, destinata principalmente ad anziani e fragili.
punti chiave
- Open Day tra conferme e rimodulazioni
- Chi ha già detto no
- I numeri sulle complicanze gravi
- Per la terza dose si punta su Pfizer
Sono in arrivo nuove prescrizioni del Comitato tecnico sull’utilizzo di AstraZeneca nelle fasce più giovani, a seguito dei dubbi tra gli esperti motivati dagli effetti avversi. Il mostrarsi di eventi trombotici in alcune giovani donne con un rischio trascurabile di conseguenze importanti anche nel caso di malattia severa da Covid-19 (e contemporanea disponibilità di altri vaccini) rende plausibile una raccomandazione all’uso del vaccino anglo-svedese verosimilmente solo per chi ha più di 60 anni. Resta aperto il dibattito sulla possibilità di somministrare una dose diversa (cosiddetta ’eterologa’) agli under 60 che hanno ricevuto la prima con Astrazeneca e sulla valutazione dei tempi del richiamo.
Aifa: 1 caso trombosi ogni 100milioni dosi AstraZeneca.
Il quinto Rapporto di Farmacovigilanza dell’Aifa sui vaccini Covid-19, ad ogni modo, segnala che i casi di trombosi venose intracraniche e in sede atipica in soggetti vaccinati con Vaxzevria di AstraZeneca sono in linea con quanto osservato a livello europeo: 1 caso ogni 100.000 prime dosi somministrate e prevalentemente in persone con meno di 60 anni. Nessun caso è stato segnalato dopo la seconda dose: è quanto rileva.
Open Day tra conferme e rimodulazioni.
Anche se in Italia il vaccino di AstraZeneca è già preferenzialmente raccomandato per i soggetti sopra i 60 anni di età, le Regioni da Nord a Sud si sono mosse ognuna per conto proprio. Alcune hanno già adottato una linea di cautela dopo i casi critici, annullando o rivedendo i frequentatissimi Open Day già programmati. In corsa si ripiegherà su Pfizer e Moderna alla “serata vaccini” organizzata dalla Asl Napoli 2 Nord, competente sul territorio di 32 Comuni comprese le isole di Ischia e Procida, malgrado due giorni fa fosse stata annunciata la somministrazione di AstraZeneca. In Sicilia invece torna da oggi a domenica 13 giugno l’iniziativa per i cittadini dai 18 anni in su, privi di fragilità, che potranno vaccinarsi su base volontaria senza prenotazione con AstraZeneca e Johnson & Johnson. Nel Lazio sono aperte da ieri le prenotazioni per un open week over 18 Astrazeneca con vaccinazioni da oggi a domenica 13 giugno con ticket virtuale su app Ufirst. Sempre meno, in Abruzzo, gli Open Day per i vaccini contro il Covid-19, ma per questioni organizzative e logistiche.
Chi ha già detto no.
In Friuli Venezia Giulia, ha ricordato il presidente Massimiliano Fedriga, non sono stati organizzati “Astra-day” dedicati ai giovani, e Luca Zaia, presidente del Veneto, ha rivendicato la scelta della sua regione di non somministrare più i vaccini a vettore virale (Astrazeneca e J&J) sotto i 60 anni. Nelle Marche non ci sono stati Astra Day per i giovani: la scorsa settimana la Regione ha organizzato dei Vax Day per i maturandi ma con il vaccino Pfizer, mentre in Puglia da tempo non si fanno più prime dosi con AstraZeneca, ma solo seconde, perchè ci sono oltre 300mila richiami da fare. La Sardegna prosegue sulla strada già intrapresa: non utilizzare AstraZeneca fuori dalle fasce d’età previste, nemmeno in occasione degli Astra Day che sono stati dedicati, nell’Isola, alla somministrazione di seconde dosi per il personale scolastico che sarà impegnato negli esami di maturità.
I numeri sulle complicanze gravi.
Per non correre rischi gratuiti, stando alle voci delle ultime ore, si potrebbero imporre dei limiti di non fattibilità persino sotto i 30 o i 40 anni. «Sulla base dei dati pubblicati su Science ad aprile riferiti al Regno Unito, è emerso che il rischio di complicazioni gravi di questo vaccino, come la trombosi associata a trombocitopenia, tra i 20 e 29 anni era di 1,1 per 100.000, mentre il rischio di avere una forma grave di Covid per quella fascia d’età va da 0,8 a 6,9 per 100.000», ha spiegato l’immunologo Giuseppe Remuzzi. Ecco perché l’Ema, continua, «ha scelto di non sconsigliare le somministrazioni per genere o fasce d’eta’, lasciando la decisione ai singoli Stati, in base alle loro esigenze».
Per la terza dose si punta su Pfizer.
Quanto a una assai probabile terza dose nei prossimi mesi l’opzione sarà per Pfizer, in base a quanto risulta a Repubblica. Destinatari saranno principalmente coloro che rischiano di più venendo in contatto con il coronavirus, magari nel frattempo mutato, dunque le persone dai 60-65 in su e i fragili per motivi di salute. In seconda battuta operatori sanitari e forze dell’ordine.
IlSole24Ore
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