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domenica 13 giugno 2021

La campagna vaccinale rischia la frenata, ma arrivano 55 milioni di dosi.

 


Quasi 26 milioni di italiani che devono ancora avere la prima dose di vaccino e altri 13,6 che devono fare il richiamo, 900mila dei quali hanno avuto la prima dose con Astrazeneca e ora faranno la seconda con Pfizer e Moderna.

Dopo la circolare del ministero della Salute che dà indicazioni perentorie sull'utilizzo del siero dell'azienda anglo-svedese solo sugli over 60, rischia di rallentare la campagna di vaccinazione di massa, con il conseguente slittamento dell'immunità di gregge prevista dal commissario per l'emergenza Francesco Figliulo proprio a fine settembre.

Ma fonti del governo affermano che "la campagna vaccinale italiana procederà con la stessa intensità di prima", vista "l'ampia disponibilità" di "oltre 55 milioni di dosi Pfizer e Moderna" tra ora e la fine del terzo trimestre.
Un altro problema è che, se verranno confermeranno le previsioni sugli arrivi fino alla fine del terzo trimestre, l'Italia rischia di ritrovarsi nei frigoriferi milioni di dosi di Astrazeneca e Johnson e Johnson inutilizzabili.
La decisione presa ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza, su indicazione degli esperti del Comitato tecnico scientifico dopo la morte della 18enne a Genova e le perplessità di parte della comunità scientifica, ha già obbligato le Regioni a cancellare gli open day - che se verranno riorganizzati, è scritto nel verbale del Cts, dovranno "rispettare le indicazioni per fasce d'età" - e a rivedere l'agenda delle prenotazioni. Con la Lombardia che ha prima annunciato di non voler dar seguito alla decisione del governo di somministrare un vaccino diverso per i richiami, "in attesa di una nota ufficiale di ministero della Salute e Aifa", salvo poi fare marcia indietro una volta ricevuta la circolare e la posizione della stessa Aifa. "La comunicazione contradditoria e semi assente del governo sui vaccini - ha detto la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni - è ciò che più sta contribuendo a scatenare il panico tra i cittadini. Si assumano subito la responsabilità di dare risposte chiare e trasparenti agli italiani poiché milioni di cittadini sono in attesa".

Ma al di là delle polemiche, a preoccupare, lo ha ammesso lo stesso Figliuolo, è il rischio che la campagna possa subire un rallentamento: "se si fa un piano che poggia su 4 gambe più una che poteva essere Curevac e se poi una di queste gambe viene azzoppata o limitata è chiaro che tutti i piani si rivedono. Non faccio fosche previsioni, sono convinto che a settembre chiudiamo, ma se dovessimo aggiungere un'altra platea, ad esempio 6-15 anni, se Curevac non arriva e se ci sono altri intoppi è chiaro che non ce la faremo". Stando ai numeri forniti da Figliuolo al Cts, entro la fine del mese dovrebbero arrivare ancora 7,2 milioni di dosi di vaccini a mRNA (5,8 di Pfizer e 1,4 di Moderna), ai quali vanno aggiunti i 45 previsti nel terzo trimestre (31 di Pfizer e 14 di Moderna) per un totale di 52,2 milioni. Se poi verrà approvato il siero di Curevac, entro la fine di settembre l'Italia potrà contare su altri 6,5 milioni, per un totale di 58,7 milioni di dosi di vaccini a mRNA. Una cifra che, come ha detto Figliuolo, consente di andare "lisci lisci" solo se non ci saranno altri intoppi. Lo stesso generale, tra l'altro, già il 10 maggio in una nota al Cts aveva segnalato che la quantità di vaccini a mRNA sarebbe stata inferiore alla necessità. "Alla luce del numero di persone già vaccinate e di quello che ha ricevuto la prima dose e che, pertanto, necessità delle seconda - scriveva - sono stati definiti i fabbisogni necessari per ultimare la campagna entro settembre in 73 milioni di dosi a fronte di un previsionale di afflusso di circa 68. in sostanza, il fabbisogno di vaccini a mRNA risulta superiore al previsionale delle forniture". Considerando che a questa situazione si sono aggiunti i richiami per 900mila e i 2,3 milioni di 12-15enni, i numeri sono al limite.

C'è poi l'incognita Johnson & Johnson. All'interno del Cts c'è stata una lunga discussione tra chi voleva equipararlo ad Astrazeneca e chi invece sosteneva che non ci fossero abbastanza dati e, alla fine, è passata questa linea. Pur considerando le analogie con Az, hanno scritto gli esperti nel verbale, "lo stato attuale delle conoscenze, il numero di poco superiore al milione di dosi somministrate e la rarità" delle trombosi, "non permettono di trarre valutazioni conclusive rispetto al rapporto beneficio/rischio". Valutazioni che però potrebbero arrivare nelle prossime settimane e cambiare gli scenari, fermo restando che in ogni caso già adesso questo vaccino è raccomandato per chi ha da 60 anni in su. Di certo c'è che, sempre in base ai numeri di Figliuolo, ci sono ancora 3,5 milioni di over 60 che non hanno avuto neanche la prima dose e 3,9 che devono fare i richiami. Che richiedono complessivamente tra i 7,4 e gli 11 milioni di dosi. Ma l'Italia, alla fine di settembre, potrebbe avere più di 50 milioni di dosi di Astrazeneca e J&J visto che a giugno erano previsti 10 milioni e nel terzo trimestre 40,7. Se non andranno ai paesi Covax, come ha ipotizzato il Commissario, il rischio che scadano nei frigoriferi è altissimo.

(foto:L'hub vaccinale Acea in occasione dell'Open Day Junior, Roma - ANSA)


ANSA

Brescia, 54enne vaccinato con AstraZeneca muore di trombosi. La figlia: “mio padre era sano”, accertamenti in corso. - Rocco Fabio Musolino

 

L’uomo non aveva nessuna patologia pregressa o particolari problemi di salute.

E’ stato un fulmine a ciel sereno per Brescia. E’ morto all’età di 54 anni Gianluca Masserdotti, carrozziere di Flero. Il suo cuore ha smesso di battere giovedì pomeriggio in seguito a una serie di episodi trombotici. La Procura di Brescia, secondo quanto si apprende dal Corriere della Sera, ha aperto un fascicolo e vuole capire se la morte dell’uomo possa essere stata conseguenza della somministrazione della prima dose del vaccino anti-Covid, ricevuta lo scorso 29 maggio. Nella testa di Giulia, la figlia, così come in quella degli altri familiari, si susseguono tanti dubbi sull’eventuale correlazione tra quella dose di AstraZeneca e il malore mortale che per l’uomo si è rivelato fatale. “Mio padre era sano. Perché sia finita così non riusciamo a spiegarcelo”, afferma la giovane.

Dopo la vaccinazione, Gianluca Masserdotti aveva avuto indolenzimento e un po’ di febbre per un paio di giorni. “Aveva un fortissimo mal di testa, si sentiva le gambe pesanti, ma domenica mattina aveva trovato la forza di giocare con mia figlia, prima di colazione. Quando si è alzato dal divano è caduto a terra, rigido. L’ambulanza è arrivata alle 9. Alle 10 in ospedale gli stavano già facendo un’angiografia per rimuovere il trombo”, è la testimonianza della compagna Cinzia. Nella notte tra lunedì e martedì è stato operato di nuovo per alleggerire la pressione sul cervello causata da un altro trombo: “era donatore, ma visti gli eventi è stato possibile espiantare solo fegato e reni”.

“Tra una ventina di giorni – racconta la sorella Sonia –   potrebbero arrivare risposte dai risultati delle analisi specifiche, eseguite appena Gianluca è arrivato in ospedale, disposte quando i medici hanno saputo che era stato vaccinato da poco, diagnosticando un’ischemia e un’emiparesi sinistra. Non è escluso che avesse già un trombo mai diagnosticato e che il vaccino abbia innescato questo processo che non gli ha dato scampo. Quando è arrivato al pronto soccorso aveva le piastrine praticamente azzerate, e, forse, con il vaccino in corpo, il suo fisico non è riuscito a reagire, nonostante i medici abbiano fatto di tutto per salvarlo”.

Strettoweb.com

sabato 12 giugno 2021

Astrazeneca, ecco la circolare del ministero della Salute: “Vaccino solo per gli over 60. Per gli altri i richiami con Pfizer o Moderna”.

 

l verbale della riunione di venerdì: "Il Comitato tecnico scientifico raccomanda che le Regioni rispettino le indicazioni per fasce d’età. Johnson&Johnson? Al momento non è ancora possibile valutare a pieno il rapporto rischio/beneficio". Il Piemonte e la Liguria ne sospendono la somministrazione ai minori di 60 anni.

Il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca “viene somministrato solo a persone di età uguale o superiore ai 60 anni (ciclo completo)”. Lo si legge nella circolare che il ministero della Salute ha emanato per l’aggiornamento del parere del Comitato tecnico scientifico sui vaccini. La circolare, firmata dal direttore della Prevenzione del ministero Gianni Rezza, indica inoltre che per le persone che hanno ricevuto la prima dose di tale vaccino e sono al di sotto dei 60 anni di età “il ciclo deve essere completato con una seconda dose di vaccino a mRNA (Comirnaty o Moderna), da somministrare ad una distanza di 8-12 settimane dalla prima dose”. L’operazione riguarda circa 900mila italiani sotto i 60 anni che hanno fatto la prima dose di vaccino con Astrazeneca.

“Il Comitato tecnico scientifico raccomanda che le Regioni ogniqualvolta promuovano eventi Open Day che sensibilizzano alla vaccinazione anti-Sars-CoV-2, rispettino le indicazioni per fasce d’età, rendendo quanto più possibile l’approccio alla vaccinazione omogeneo sul territorio nazionale”, si legge poi nel verbale n. 27 del Cts, di venerdì 11 giugno, in cui è stato fornito il parere sull’utilizzo del vaccino AstraZeneca a partire dai 60 anni.

Per quanto riguarda poi il vaccino Johnson&Johnson, che ha una “struttura” analoga all’AstraZeneca, il Cts rileva che al momento, i dati “non permettono di trarre valutazioni conclusive rispetto al rapporto beneficio/rischio relativo al vaccino Janssen, connotato dal vantaggio della singola somministrazione, peculiarità che può risultare di particolare beneficio in determinate categorie di popolazione”. Ma “l’eventuale evidenza, nel contesto nazionale e internazionale, di fenomeni tromboembolici dopo vaccino Janssen dovrà essere oggetto di attento e costante monitoraggio attraverso le procedure di farmacosorveglianza e vaccino-vigilanza”, si legge nel verbale. Nel quale si rileva come “il vaccino Janssen viene raccomandato, anche alla luce di quanto definito dalla Cts di Aifa, per soggetti di età superiore ai 60 anni. Qualora si determinino specifiche situazioni in cui siano evidenti le condizioni di vantaggio della singola somministrazione ed in assenza di altre opzioni, il vaccino Janssen andrebbe preferenzialmente utilizzato, previo parere del Comitato etico territorialmente competente”.

Intanto però la Regione Piemonte e la Liguria hanno deciso in via precauzionale di sospendere anche la somministrazione del vaccino Johnson&Johnson alla popolazione under 60. L’agenzia sanitaria ligure Alisa, in particolare, recepito il verbale del CTS di venerdì 11 giugno, “ha immediatamente inviato a tutte le Aziende sociosanitarie e ospedali della Liguria l’indicazione per l’impiego del vaccino Johnson esclusivamente nei soggetti di età superiore a 60 anni”, si legge in una nota. Tutte le persone under 60 che avevano in programma la somministrazione del vaccino Johnson, manterranno l’appuntamento ma saranno vaccinate con un prodotto mRNA.

IlFQ

Scuse e dimissioni. - Marco Travaglio

 

Nel disastro con scaricabarile degli Open Day – tutt’altro che imprevedibile, anzi ampiamente annunciato dal Fatto e dall’associazione Luca Coscioni – alcuni dati sono incontestabili. 

1) Se il generalissimo Figliuolo, affetto da annuncite e ansia da prestazione, non avesse promesso ritmi di vaccinazioni che non poteva mantenere (e infatti non ha mai mantenuto), la follia di almeno mezzo milione di persone sotto i 60 anni vaccinate con Astrazeneca contro le indicazioni dell’Aifa non si sarebbe mai verificata. 

2) Senza gli Open Day indiscriminati per svuotare i frigoriferi pieni di fiale AZ, i nostri ragazzi non avrebbero aggiunto al rischio zero di morire per Covid il rischio X (si vedrà quanto alto o basso) di morire per reazioni avverse. 

3) Se avessimo seguito l’esempio della Germania, anziché crederci più furbi dei tedeschi per recuperare il terreno perduto nel passaggio da Arcuri (Italia davanti alla Germania) a Figliuolo (Italia doppiata dalla Germania), Camilla Canepa sarebbe ancora viva: è vero che aveva una patologia autoimmune e chi l’ha vaccinata e dimessa ai primi sintomi trombotici ha commesso un grave errore; ma senza gli Open Day, difficilmente sarebbe stata vaccinata. 

4) Arcuri, al posto di Figliuolo, sarebbe già stato lapidato sulla pubblica piazza, mentre il centrodestra e tutti i giornaloni al seguito ne chiederebbero l’arresto per omicidio volontario. 

5) Figliuolo (col Cts e il governo che hanno tardato troppo a fermare il suo delirio) è riuscito nell’ardua impresa di seminare altra sfiducia nei vaccini e di far passare pure le peggiori Regioni dalla parte della ragione.

Difficile obiettare alcunché al presidente ligure Toti che pubblica l’ultimo foglio d’ordini del generalissimo per la leggendaria “spallata di giugno” (1 milione di vaccini al giorno promessi e naturalmente mai visti). Il 3 maggio, Figliuolo sproloquiava: “Dobbiamo usare tutte le dosi, altrimenti il programma non raggiungerà gli effetti desiderati nei tempi voluti. È probabile che in quella che si chiama ‘rolling review’ , la revisione dovuta all’esperienza accumulata durante le vaccinazioni, si possa raccomandare anche per gli under 60… I vaccini vanno impiegati tutti. Astrazeneca è consigliato per determinate classi, ma l’Ema dice che va bene per tutti, come dimostra la Gran Bretagna (che con l’Ema non c’entra nulla, nda). È chiaro che ci sono effetti collaterali, ma sono infinitesimali”. E citava, a sostegno della sua tesi bislacca, anche l’Aifa. Che invece, ancora a fine maggio, ribadiva l’uso preferenziale dei vaccini a vettore virale per gli over 60. Ieri Figliuolo, come al solito, ha inoculato all’intera nazione un’alluvione di parole a vanvera. Ne mancavano sei: “Scusatemi, è colpa mia, mi dimetto”.

IlFQ

venerdì 11 giugno 2021

AstraZeneca, verso l’esclusione per chi ha meno di 60 anni. Per la terza dose si punta su Pfizer. - Nicola Barone

 

Per la probabile terza dose nei prossimi mesi l’opzione è per Pfizer, destinata principalmente ad anziani e fragili.

Sono in arrivo nuove prescrizioni del Comitato tecnico sull’utilizzo di AstraZeneca nelle fasce più giovani, a seguito dei dubbi tra gli esperti motivati dagli effetti avversi. Il mostrarsi di eventi trombotici in alcune giovani donne con un rischio trascurabile di conseguenze importanti anche nel caso di malattia severa da Covid-19 (e contemporanea disponibilità di altri vaccini) rende plausibile una raccomandazione all’uso del vaccino anglo-svedese verosimilmente solo per chi ha più di 60 anni. Resta aperto il dibattito sulla possibilità di somministrare una dose diversa (cosiddetta ’eterologa’) agli under 60 che hanno ricevuto la prima con Astrazeneca e sulla valutazione dei tempi del richiamo.

Aifa: 1 caso trombosi ogni 100milioni dosi AstraZeneca.

Il quinto Rapporto di Farmacovigilanza dell’Aifa sui vaccini Covid-19, ad ogni modo, segnala che i casi di trombosi venose intracraniche e in sede atipica in soggetti vaccinati con Vaxzevria di AstraZeneca sono in linea con quanto osservato a livello europeo: 1 caso ogni 100.000 prime dosi somministrate e prevalentemente in persone con meno di 60 anni. Nessun caso è stato segnalato dopo la seconda dose: è quanto rileva.

Open Day tra conferme e rimodulazioni.

Anche se in Italia il vaccino di AstraZeneca è già preferenzialmente raccomandato per i soggetti sopra i 60 anni di età, le Regioni da Nord a Sud si sono mosse ognuna per conto proprio. Alcune hanno già adottato una linea di cautela dopo i casi critici, annullando o rivedendo i frequentatissimi Open Day già programmati. In corsa si ripiegherà su Pfizer e Moderna alla “serata vaccini” organizzata dalla Asl Napoli 2 Nord, competente sul territorio di 32 Comuni comprese le isole di Ischia e Procida, malgrado due giorni fa fosse stata annunciata la somministrazione di AstraZeneca. In Sicilia invece torna da oggi a domenica 13 giugno l’iniziativa per i cittadini dai 18 anni in su, privi di fragilità, che potranno vaccinarsi su base volontaria senza prenotazione con AstraZeneca e Johnson & Johnson. Nel Lazio sono aperte da ieri le prenotazioni per un open week over 18 Astrazeneca con vaccinazioni da oggi a domenica 13 giugno con ticket virtuale su app Ufirst. Sempre meno, in Abruzzo, gli Open Day per i vaccini contro il Covid-19, ma per questioni organizzative e logistiche.

Chi ha già detto no.

In Friuli Venezia Giulia, ha ricordato il presidente Massimiliano Fedriga, non sono stati organizzati “Astra-day” dedicati ai giovani, e Luca Zaia, presidente del Veneto, ha rivendicato la scelta della sua regione di non somministrare più i vaccini a vettore virale (Astrazeneca e J&J) sotto i 60 anni. Nelle Marche non ci sono stati Astra Day per i giovani: la scorsa settimana la Regione ha organizzato dei Vax Day per i maturandi ma con il vaccino Pfizer, mentre in Puglia da tempo non si fanno più prime dosi con AstraZeneca, ma solo seconde, perchè ci sono oltre 300mila richiami da fare. La Sardegna prosegue sulla strada già intrapresa: non utilizzare AstraZeneca fuori dalle fasce d’età previste, nemmeno in occasione degli Astra Day che sono stati dedicati, nell’Isola, alla somministrazione di seconde dosi per il personale scolastico che sarà impegnato negli esami di maturità.

I numeri sulle complicanze gravi.

Per non correre rischi gratuiti, stando alle voci delle ultime ore, si potrebbero imporre dei limiti di non fattibilità persino sotto i 30 o i 40 anni. «Sulla base dei dati pubblicati su Science ad aprile riferiti al Regno Unito, è emerso che il rischio di complicazioni gravi di questo vaccino, come la trombosi associata a trombocitopenia, tra i 20 e 29 anni era di 1,1 per 100.000, mentre il rischio di avere una forma grave di Covid per quella fascia d’età va da 0,8 a 6,9 per 100.000», ha spiegato l’immunologo Giuseppe Remuzzi. Ecco perché l’Ema, continua, «ha scelto di non sconsigliare le somministrazioni per genere o fasce d’eta’, lasciando la decisione ai singoli Stati, in base alle loro esigenze».

Per la terza dose si punta su Pfizer.

Quanto a una assai probabile terza dose nei prossimi mesi l’opzione sarà per Pfizer, in base a quanto risulta a Repubblica. Destinatari saranno principalmente coloro che rischiano di più venendo in contatto con il coronavirus, magari nel frattempo mutato, dunque le persone dai 60-65 in su e i fragili per motivi di salute. In seconda battuta operatori sanitari e forze dell’ordine.

IlSole24Ore

domenica 9 maggio 2021

Vaccino Covid, le regioni del Nord chiedono le dosi di AstraZeneca ferme al Sud, dal governo no alla redistribuzione. - Fabio Savelli

 

Dalla vaccinazione a sportello di Puglia e Basilicata agli Astra-day di Campania e Sicilia: il tentativo di ridurre la diffidenza con l’incentivo di anticipare i tempi. La pressione delle regioni del nord come Lombardia e Piemonte per redistribuire le dosi.

L’hanno chiamata «Astranight» anche per dare un po’ di colore in queste notti di coprifuoco. A Matera — dalle 22 alle 6 di questa mattina — c’era un motivo valido per uscire di casa per tutti coloro tra i 60 e i 79 anni: la somministrazione del siero della multinazionale anglo-svedese che in Basilicata nell’ultimo mese è andata un po’ a singhiozzo visto che il 46% delle dosi è ancora in frigorifero. È la vaccinazione a sportello: senza prenotazione e in ordine di tempo. I primi 750 in ordine di arrivo si sono assicurati ieri il vaccino riducendo le scorte accumulate. In Puglia lo hanno fatto il 16 aprile davanti al centro commerciale «Porte dello Jonio» a Taranto. Si resta in auto e si attende la puntura fino ad esaurimento delle dosi, modello già usato per i tamponi Covid.

Il caso Campania.

La regione guidata da Michele Emiliano non a caso ha un sovra-utilizzodi AstraZeneca rispetto ad altre regioni: congelate solo il 19% delle fiale, necessario per i richiami al personale scolastico e sanitario. In Campania Vincenzo De Luca — preoccupato per lo scetticismo collettivo — ha rotto gli indugi sulle età facendo inalberare la struttura commissariale guidata dal generale Francesco Figliuolo. A Marcianise sono stati vaccinati il 3 maggio con Vaxzrevia 2.500 giovani tra i 18 e i 30 anni. Martedì stesso schema: altro «astra-day» a Caserta. 


In Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte.


È l’incentivo temporale soprattutto nelle regioni in cui AstraZeneca è vista con sospetto nonostante i dati di farmaco-vigilanza smentiscano totalmente la fondatezza del ragionamento. Siccome gli anziani preferiscono i farmaci a Rna messaggero le dosi Vaxzrevia si accumulano e serve dare una spinta inoculando per prima chi dovrebbe attendere ancora un po’. In Lombardia però non serve alcun supporto. È stata fatta un’opera di educazione collettiva al farmaco da parte degli operatori sanitari che ha smontato qualunque resistenza. Lo stesso è avvenuto in Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. Non a caso le regioni più colpite — in termini di decessi ed ospedalizzazioni — dalla pandemia.


Il «federalismo vaccinale».


Per questo si sta creando un fronte del nord a cui si è accodato ieri anche il presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, che chiede al commissario Figliuolo di aprire la breccia re-distribuendo le dosi ferme in Sicilia, Campania e Calabria. È l’ennesimo tentativo di federalismo vaccinale che però il governo contrasta, consapevole che le proiezioni sulle forniture delle case farmaceutiche da qui ai prossimi mesi permettono di respirare.


Ancora da vaccinare 560mila over80.


La corsa alle somministrazioni però è inevitabile:la curva dei contagi sta scendendo anche per l’effetto vaccino ed è evidente la competizione delle regioni sulle somministrazioni che sta alzando il dato delle punture: nell’ultima settimana 3.200.944 punture, poco al di sotto delle 500mila giornaliere anche per l’effetto week-end che abbassa i numeri. Restano però da coprire ancora oltre 560mila over 80 e almeno un milione e mezzo di over 70. Ieri 10.167 casi Covid (per un totale di 4.102.921), Il tasso di positività è al 3%, 224 decessi (122.694 vittime da febbraio 2020). I posti occupati in terapia intensiva sono 2.211 (42 in meno di ieri).


CorriereDellaSera

giovedì 29 aprile 2021

Vaccino - AstraZeneca, fatto!

 

Ieri, 28 aprile, ho finalmente fatto la prima dose di vaccino Astra Zeneca.

L'appuntamento attribuitomi era per ieri dalle 9 alle 10 a Partinico.

Arrivati a Partinico, mi accompagnava mio figlio, ci hanno dirottato dalla Via Siracusa 2, come scritto sul messaggio, in Via Biagio Petrocelli, sede dell'Ufficio Tributi e della Polizia Municipale, poiché il sito indicato in un primo tempo era stato cambiato; in ogni caso, tutto si è svolto nei tempi stabiliti, ed ha funzionato alla perfezione.

Ho già la prossima data per la seconda dose fissata per il 15 luglio, stesso posto, anche se sul messaggio inviato c'era il posto fissato anteriormente.

Ieri sono stata bene, non ho riscontrato alcun problema, questa mattina, invece, ho dolore al braccio dell'iniezione e dolori sparsi in tutto il corpo. Anche un po' di febbre: 36.7°, per me che mi attesto a 36° massimo, come temperatura corporea, quel punto 7 è già febbricola. Ci aggiorniamo.

Cetta

mercoledì 28 aprile 2021

Vaccino AstraZeneca, quali sono i sintomi di cui preoccuparsi e cosa fare. - Elena Del Mastro

 

Dopo le polemiche su AstraZeneca, il ministero della Salute ha pubblicato una nuova nota informativa aggiornata in cui definisce precisamente gli effetti collaterali del vaccino AstraZeneca rinominato Vaxzevria. “Il vaccino induce il sistema immunitario (le difese naturali dell’organismo) a produrre gli anticorpi e le cellule del sangue attive contro il virus, conferendo così una protezione anti COVID19. Nessuno dei componenti di questo vaccino può provocare COVID-19”, si legge nella nota. Nella nota è sottolineato come i benefici di Vaxzevria nel combattere la minaccia ancora diffusa del COVID-19 (che a sua volta provoca problemi di coagulazione e può essere fatale) continuano a superare il rischio di effetti indesiderati.

Correlazione tra il vaccino AstraZeneca e trombosi.

La nota spiega la correlazione tra il vaccino AstraZeneca e la possibilità che questi possano provocare trombosi“In seguito alla somministrazione di Vaxzevria sono stati osservati molto raramente coaguli di sangue – si legge nella nota –  spesso in siti insoliti (ad es. cervello, intestino, fegato, milza), in associazione a bassi livelli di piastrine, in alcuni casi con la presenza di sanguinamento. Questa condizione includeva casi gravi con coaguli di sangue in siti diversi o insoliti come pure coagulazione o sanguinamento eccessivi in tutto il corpo”. La maggior parte di questi casi si è verificata nei primi quattordici giorni successivi alla vaccinazione e si è verificata principalmente in donne sotto i 60 anni di età. In alcuni casi questa condizione ha provocato morte.

Vaccino AstraZeneca, quali sono i sintomi di cui preoccuparsi.

Nella nota informativa sono precisati quali sono i sintomi che devono accendere un campanello d’allarme per cui è necessario contattare ilo medico. Questi sono: respiro affannoso, dolore al petto, gonfiore alle gambe o dolore addominale persistente dopo la vaccinazione. Inoltre, consultare immediatamente un medico se, dopo alcuni giorni, si verificano mal di testa intensi o persistenti o visione offuscata dopo la vaccinazione, o se dopo pochi giorni compaiono lividi sulla pelle o chiazze rotonde in un punto diverso dal sito di vaccinazione.

“Con Vaxzevria possono verificarsi, come con tutti i vaccini, effetti indesiderati, sebbene non tutte le persone li manifestino. Richieda assistenza medica urgente se si manifestano sintomi di grave reazione allergica”, si legge ancora nella nota. Le reazioni possono essere una combinazione di diversi sintomi come sensazione di svenimento o stordimento, cambiamenti nel battito cardiaco, fiato corto, respiro sibilante, gonfiore delle labbra, del viso o della gola, orticaria o eruzione cutanea, nausea o vomito, mal di stomaco.

Gli effetti indesiderati comuni che possono interessare più di 1 persona su 10 sono dolorabilità, dolore, calore, prurito o lividi nel punto in cui viene praticata l’iniezione, sensazione di stanchezza (affaticamento) o sensazione di malessere generale, brividi o sensazione di febbre, mal di testa, sensazione di malessere (nausea), dolore alle articolazioni o dolore muscolare. Altri effetti comuni possono interessare fino a 1 persona su 10 sono: gonfiore o arrossamento nel punto in cui viene praticata l’iniezione, febbre superiore a 38°C, malessere (vomito) o diarrea e bassi livelli di piastrine nel sangue.

Effetti indesiderati non comuni (che possono interessare fino a 1 persona su 100) sono sonnolenza o sensazione di vertigini, diminuzione dell’appetito, ingrossamento dei linfonodi, sudorazione eccessiva, prurito o eruzione cutanea. Effetti indesiderati molto rari (possono interessare fino a 1 persona su 10.000) sono coaguli di sangue spesso in siti insoliti (ad es. cervello, intestino, fegato, milza), associati a bassi livelli
di piastrine nel sangue. “Se manifesta un qualsiasi effetto indesiderato, anche se non elencati di sopra, si rivolga al medico curante o contatti il centro vaccinale”, sottolinea la nota.

Avvertenze e precauzioni da adottare prima del vaccino AstraZeneca.

Vaxzevria non deve essere somministrato se è allergico al principio attivo o ad uno qualsiasi degli altri componenti di questo medicinale. “Si rivolga al medico o all’operatore sanitario del centro vaccinale prima di ricevere il vaccino se: ha avuto una grave reazione allergica o problemi respiratori dopo l’iniezione di un altro vaccino o dopo avere ricevuto il Vaxzevria in passato, è svenuto dopo un’iniezione, ha una malattia o un’infezione grave con febbre alta. Tuttavia, se ha una febbre lieve o un’infezione delle vie respiratorie superiori (come un raffreddore) potrà comunque ricevere la vaccinazione, ha un problema di sanguinamento, una tendenza alla formazione di lividi, o se usa medicinali per prevenire la formazione di coaguli di sangue, il suo sistema immunitario non funziona correttamente (immunodeficienza) o sta assumendo medicinali che indeboliscono il sistema immunitario (come corticosteroidi ad alto dosaggio, immunosoppressori o medicinali antitumorali)”.

Prima di fare il vaccino è necessario il medico o l’operatore sanitario del centro vaccinale se sta usando, ha recentemente usato o potrebbe usare qualsiasi altro medicinale, o se le è stato somministrato di recente qualsiasi altro vaccino.

Quando si è immuni dopo il vaccino AstraZeneca?

La durata della protezione offerta dal vaccino non è nota; sono tuttora in corso studi clinici volti a stabilirla. La protezione inizia da circa 3 settimane dopo la prima dose di Vaxzevria. I soggetti potrebbero non essere completamente protetti fino a 15 giorni dopo la somministrazione della seconda dose. Come con tutti i vaccini, la vaccinazione con Vaxzevria potrebbe non proteggere tutti i soggetti vaccinati. È pertanto essenziale continuare a seguire scrupolosamente le raccomandazioni di sanità pubblica (mascherina, distanziamento e lavaggio frequente delle mani).

Come viene somministrato il vaccino AstraZeneca?

Vaxzevria viene somministrato sotto forma di iniezione intramuscolare nella parte superiore del braccio. È previsto un richiamo ed è raccomandabile che la seconda dose dello stesso vaccino sia somministrata circa 12 settimane dopo la prima dose per completare il ciclo di vaccinazione. È molto importante che venga eseguita la seconda somministrazione per ottenere una risposta immunitaria ottimale. Qualora dimenticasse di tornare alla data prestabilita per la seconda somministrazione si rivolga al suo medico curante o al centro vaccinale dove è stata somministrata la prima dose.

AstraZeneca in gravidanza e allattamento

Se è in corso una gravidanza, se sospetta o sta pianificando una gravidanza o se sta allattando con latte materno, chieda consiglio al medico prima di ricevere questo vaccino. L’esperienza sull’uso di Vaxzevria in donne in gravidanza è limitata. Gli studi di tossicità riproduttiva sugli animali non sono stati completati. Sulla base dei risultati dello studio preliminare, non sono previsti effetti sullo sviluppo del feto. La somministrazione di Vaxzevria durante la gravidanza deve essere presa in considerazione solo quando i potenziali benefici sono superiori ai potenziali rischi per la madre e per il feto.

ilriformista

giovedì 22 aprile 2021

Astrazeneca, nuovo articolo degli scienziati tedeschi sul vaccino: “Scoperto il meccanismo che può provocare le trombosi gravi”.

 

Il team guidato dal professor Andreas Greinacher dell'Università di Greifswald in uno nuovo articolo pubblicato su Research Square e non ancora sottoposto a peer review suggerisce qual è la reazione a cascata innescata da alcuni componenti del vaccino e in particolare dall'acido etilendiamminotetraacetico (EDTA).

Un meccanismo a cascata innescato da alcuni componenti del vaccino e in particolare dall’acido etilendiamminotetraacetico (EDTA) è la causa dei rari casi di trombosi grave che si sono verificati dopo la somministrazione di Vaxzevria, il composto di AstraZeneca. È la conclusione a cui è giunto il team di scienziati tedeschi guidato dal professor Andreas Greinacher, dell’Università di Greifswald, in uno nuovo articolo pubblicato su Research Square e non ancora sottoposto a peer review. “I componenti del vaccino – si legge nelle conclusioni dello studio – formano complessi antigenici con PF4, l’EDTA aumenta la permeabilità microvascolare e i componenti del vaccino causano reazioni infiammatorie acute. La formazione di antigeni in un ambiente proinfiammatorio offre una spiegazione per la produzione di anticorpi anti-PF4. Gli anticorpi anti-PF4 ad alto titolo attivano le piastrine e inducono l’attivazione dei neutrofili e la formazione di NETs, alimentando la risposta protrombotica VITT”, ovvero la trombosi indotta dal vaccino AstraZeneca.

In uno studio pubblicato meno di due settimane fa sulla rivista scientifica The New England journal of medicine, il gruppo di lavoro guidato da Greinacher aveva infatti già concluso che ci fosse un nesso tra il vaccino e le trombosi. Gli scienziati tedeschi l’hanno ribattezzata “trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino” (VITT), spiegando che la reazione che si innesca dopo la inoculazione “imita clinicamente la trombocitopenia autoimmune indotta da eparina“. Proseguendo le loro ricerche, sono arrivati a suggerire che la tecnologia alla base del siero di AstraZeneca, alcuni dei suoi componenti e la potente reazione immunitaria che induce possono portare a una cascata di eventi che annienta diversi meccanismi che normalmente tengono sotto controllo il sistema immunitario umano. Anche se, come ha spiegato il professor Greinacher in una conferenza stampa internazionale, “potrebbero volerci anni per chiarire la causa in tutti i dettagli”.

Le reazione non corrette del sistema immunitario e il processo infiammatorio iniziano subito dopo la vaccinazione, anche se i primi sintomi compaiono solo dopo 4-5 giorni. I risultati raccolti da Greinacher e dal suo gruppo di lavoro hanno poi rilevato il ruolo dell’acido carbossilico EDTA. Secondo Greinacher, è probabile che le componenti del vaccino siano un cofattore della reazione immunitaria che porta alle trombosi. Non è ancora chiaro infatti il motivo per cui la reazione si verifica solo in rarissimi casi e soprattutto tra le persone sotto i 60 anni (il motivo per cui per ora il vaccino AstraZeneca è stato raccomandato solo per gli over 60). Secondo l’ipotesi formulata da Greinacher durante la conferenza stampa, può essere che la trombosi si verifiche solo quando tutti gli elementi che tengono sotto controllo il sistema immunitario si “guastano” contemporaneamente.

Non è ancora chiaro se questo tipo di meccanismo si verifica anche per gli altri vaccini a vettore virale come AstraZeneca, tra cui Johnson&Johnson. L’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha concluso martedì che esiste un “possibile legame con le trombosi rare” e che “si sono verificati in persone di età inferiore a 60 anni”. Greinacher ha annunciato che gli scienziati dell’università di Greifswald hanno iniziato una collaborazione con la stessa multinazionale Johnson&Johnson, per poter analizzare anche i campioni del vaccino Janssen e capire quale relazioni ci sia tra le somministrazione e i casi di trombosi che finora si sono verificati.

ILFQ

domenica 11 aprile 2021

«AstraZeneca viola il contratto»: la lettera-ultimatum dell’Europa. - Federico Fubini

 

L’intimazione dei legali inviata il 19 marzo scorso scadeva due giorni fa. L’avvertimento che lascia già pensare a una richiesta di danni al gruppo anglo-svedese: «Ponete rimedio ai ritardi o ci saranno delle conseguenze».

È un «preavviso scritto di una lite» che può diventare la madre di tutte le battaglie legali nate dalla pandemia. Ma soprattutto, è un ultimatum che sta scadendo. Per mano di Sandra Gallina, l’italiana che guida la direzione generale Salute e che ha negoziato i contratti sui vaccini,il 19 marzo la Commissione europea ha scritto ad AstraZeneca. Destinatari Iskra Reic, vicepresidente esecutiva per l’Europa e il deputy General Councel — l’avvocatessa aziendale — Mariam Koohdari. L’accusa di Bruxelles è precisa: «A seguito di un’analisi dettagliata di tutte le informazioni — si legge — siamo giunti alla conclusione che AstraZeneca ha violato e continua a violare le sue obbligazioni contrattuali sulla produzione e la fornitura delle 300 milioni di dosi iniziali per l’Europa».

Le implicazioni, poi, sono altrettanto nette: «Vi chiediamo formalmente e vi diamo preavviso di porre rimedio alle sostanziali violazioni contrattuali entro venti giorni da questa lettera». E ancora: «Vi diamo preavviso di recuperare senza ulteriori ritardi sull’arretrato nella produzione e consegna delle dosi e di mitigare qualunque danni causato». Anche perché — osserva sempre la lettera di Sandra Gallina da Bruxelles — «sottolineiamo che la sostanziale violazione dell’accordo di acquisto da parte della vostra azienda può portare a conseguenze drammatiche per la vita, la salute e la libertà di milioni di cittadini europei nella crisi Covid-19». Fra le righe, si profila già una richiesta di danni a AstraZeneca potenzialmente per cifre molto elevate. E poiché la missiva di Bruxelles (di cui è apparsa notizia per la prima volta su Les Echos in Francia) è stata inviata il 19 marzo, la situazione è chiara: l’ultimatum è scaduto due giorni fa senza che siano conosciute, al momento, reazioni da parte dell’azienda.

La requisitoria della Commissione è molto articolata, al punto da occupare sei pagine. Bruxelles sostiene che le violazioni sarebbero numerose: AstraZeneca avrebbe incassato un sostanziale anticipo in estate sulla base di impegni poi lasciati cadere (al punto che nel tardo autunno la Commissione si rifiutò di versare una seconda rata); avrebbe di fatto promesso le stesse dosi a più committenti pur garantendo il contrario nel contratto con la Commissione europea; e avrebbe incomprensibilmente tardato nella sua richiesta di autorizzazione del suo vaccino presso il regolatore europeo Ema.

Gallina contesta al gruppo anglo-svedese che non avrebbe neppure compiuto quel che nel contratto fra le due parti del 27 agosto scorso viene definito il «best reasonable effort» (un impegno con la «massima diligenza ragionevolmente possibile») di rispettare il calendario di fornitura. Questo prevedeva fra 30 e 40 milioni di dosi entro la fine del 2020, fra 80 e 100 milioni nei primi tre mesi di quest’anno e il resto dei 300 milioni previsti entro la fine di giugno. Invece la «violazione degli obblighi» si estrinseca nel fatto che a fine marzo l’azienda aveva fornito solo 30,12 milioni di dosi, circa un quarto del previsto.

Per Bruxelles, non può essere stata solo sfortuna per il cattivo esito nella produzione di alcuni lotti. La lettera sottolinea che la Commissione aveva pagato una prima rata di 227 milioni di euro subito dopo la firma del contratto in agosto, proprio per mettere l’azienda in grado di partire con le forniture al più presto. Ma rivela anche che i problemi erano iniziati subito: il versamento di una seconda rata da 112 milioni era stato sospeso in autunno «a causa della mancanza da parte di AstraZeneca della rendicontazione richiesta» (all’epoca Bruxelles aveva tenuto la questione riservata).

Corriere della Sera