I nostri connazionali impegnati in operazioni di combat search and rescue. Vale a dire blitz in teatro di guerra per evacuazioni di combattenti alleati o curdi feriti. Agli uomini dell'aeronautica si affiancano gli elicotteri da combattimento A-129 Mangusta armati di missili e cannoncini rotanti. A correre i rischi maggiori sono però gli uomini a presidio della diga della città: armati di equipaggiamento leggero, non sono direttamente coinvolti al fronte, ma sono un bersaglio potenzialmente fragile dei razzi dello stato islamico.
La battaglia per Mosul è cominciata e i militari italiani schierati in Iraq – 700mila euro al giorno il costo della missione – si trovano impegnati in prima linea. La loro principale missione sarà quella di combat search and rescue, ovvero compiere blitz in zone di combattimento per evacuare i combattenti curdi o alleati feriti. Una missione di guerra a tutti gli effetti, che verrà condotta in ambienti “non permissivi” (come si dice in gergo militare) e comporterà quindi elevati rischi per il personale coinvolto. Non a caso gli elicotteri militari da trasporto Nh-90 dell’Esercito saranno scortati da elicotteri da attacco A-129 Mangusta armati di missili e cannoncini rotanti e a scendere a terra saranno gli incursori del17° stormo dell’Aeronautica, cioè forze speciali da combattimento. La base operativa del Task Group Personnel Recovery, composta in tutto da 130 uomini, è l’aeroporto di Erbil, un’ottantina di chilometri a est di Mosul.
Secondo fonti irachene riprese dalla stampa nei giorni scorsi, anche i 300 (presto 500) bersaglieri del 6° reggimento della brigata meccanizzata “Aosta” che presidiano la diga di Mosul “potrebbero intervenire per aiutare l’esercito iracheno in caso di necessità”, ma la loro capacità di combattimento sarebbe molto limitata, poiché il governo italiano ha inviato un contingente “leggero”, senza mezzi corazzati e né artiglieria pesante. Una scelta fatta proprio per evitare che la Coalizione a guida statunitense possa chiedere agli italiani un maggiore coinvolgimento. Non avendo grossi assetti da combattimento, non possono chiederceli.
Questo però espone i bersaglieri a maggiori rischi poiché, trovandosi a solo venti chilometri dalle postazioni dell’Isis, sono un soft target, facile obiettivo di attacchi da parte dello stato islamico, come già accaduto una decina di giorni fa quando sei razzi Grad Bm-21 da 122 millimetri sono caduti a poche centinaia di metri dal campo italiano.
Fondamentale, in questa prima fase di massicci bombardamenti aerei su Mosul, sarà poi il ruolo della componete aerea italiana schierata in Kuwait, impegnata in continue missioni di ricognizione e identificazione obiettivi con quattro cacciabombardieri Amx e due droni Predator, più un aero-cisterna che rifornisce in volo i bombardieri alleati.
Non è da escludere, infine, il coinvolgimento di team di forze speciali italiane in operazioni clandestine, come avvenuto fino allo scorso giugno nella provincia di Al-Anbar con l’operazione “Centuria” condotta dagli uomini della Task Force 44 basata all’aeroporto militare di Taqaddum, tra Ramadi e Fallujah. Se la TF-44 verrà impiegata anche sul fronte di Mosul in attività outside the wire, cioè sul campo a fianco dei corpi d’élite iracheni, non verrà certo reso pubblico dal Ministero della Difesa. Al momento è nota la partecipazione all’offensiva di forze speciali americane, inglesi, francesi, australiane e, secondo fonti non confermate, anche tedesche.
Articolo 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
I nostri governanti aggirano la Costituzione?