In questi giorni ha tenuto banco una questione che non vale nemmeno la pena ricordare, tanto la sapete tutti, si, quella cosa lì che tutti dicono e che appena si accenna a un altro argomento immediatamente si dice “ma possibile che pensate ad altro mentre sta succedendo?”. Ovvero la famosa polemica sulla riproduzione dello scarabeo stercorario.
No scherzo, volevo vedere se eravate attenti.
Siamo tutti preoccupati per il potenziale scoppio della terza guerra mondiale. E io sono qui per alleviare questa angoscia. Se no che ci sta a fare Ettoruzzo vostro?
Che poi me li immagino quelli che si indignano perché si parla d’altro mentre scoppia la guerra. Con i gomiti sul tavolo di casa, lo sguardo fisso e il coniuge che chiede “amore che hai?” e loro: “silenzio! Non vedi che sto pensando al Donbass?”. E poi postano convinti i loro strali contro Putin. Lo vedo proprio Vladimirone che guarda facebook e dice “oh raga, Pierelzeviro Castracani mi ha appena fatto brutto con un post, forse davvero sto esagerando”.
Ma poi: anche se pensiamo alla guerra che potere abbiamo? Io nemmeno riesco a fermare il postino che fugge dopo aver messo l’avviso della raccomandata da ritirare senza nemmeno citofonarmi, figuriamoci un conflitto mondiale.
Anyway (che fico dirlo ve’?) andiamo al dunque. Far scoppiare una guerra mondiale non è per niente una cosa facile. Sia Putin, sia Biden non decidono così solo perché gli rode.
Entrambi hanno una valigetta che viene immaginata con dentro un bottone. Biden e Putin se le sono promesse facendo a gara a chi ha il bottone più grosso, non quello della patta, purtroppo.
Il bottone attiverebbe il lancio dei missili. Ecco. Uno dei due, spero entrambi, sta dicendo una minchiata colossale.
Attivare il lancio di 900 testate nucleari statunitensi (tante sono, conviene abituarsi), non è solo questione di premere un bottone. La procedura è più complessa. Si compone di una valigetta, denominata “football”, in cui altro che bottoni, ci sono solo fogli. Sono codici alfanumerici di attivazione delle procedure che autorizzano i militari a entrare in preallarme.
I generali si mettono davanti alle postazioni, inviando un ordine di armamento al comando nucleare centrale. Più o meno la burocrazia che ci vuole in Italia per ristrutturare casa.
Ma non basta, la valigetta è custodita da cinque militari, che aiutano il presidente a decidere. E non finisce qui. La vera e propria attivazione del lancio, avviene con un biscotto. Esatto. Il presidente degli Stati Uniti ha in mano una credit card chiamata biscuit. Con quella digita un pin, confermato dal segretario di Stato e la “festa” può cominciare.
Il biscuit mi porta a varie riflessioni. La prima è che il nome non deve essere casuale. In effetti se fanno casino lanciandosi missili tra loro, il biscotto vero e proprio finisce a noi. Indovinate dove. Poi mi viene da pensare con terrore se Biden si trova improvvisamente a corto di liquidi e deve fare un prelievo bancomat, se sbaglia carta? Sono cazzi. Praticamente ci parte una guerra nucleare perché voleva pagare il caffè e due marche da bollo.
Infine la cosa più grave. Questa carta, nel tempo, non è stata proprio custodita benissimo. Jimmy Carter la mandò in lavanderia con un vestito, Clinton la perse per sei mesi. E non disse nulla a nessuno. Forse è perché sapeva benissimo che a nascondere le marachelle proprio bravo non era. Però sicuramente in quel periodo non avrebbe voluto attaccare gazzarra con nessuno, metti che si finiva alle brutte, che figura ci faceva?
Putin viceversa, è più prudente e ci tiene a farci sapere che lui la valigetta la porta anche al cesso.
E qui si fa più difficile. L’unica speranza è che rimanga a corto di carta igienica e a quel punto i codici alfanumerici verranno sacrificati per una nobile causa.
Siete più tranquilli? Bene. A qualcosa servo ogni tanto. Come diceva mio padre quando gli davo rare soddisfazioni da genitore.
Soundtrack - il mio nemico