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mercoledì 8 marzo 2023

“Conte sia fatto senatore a vita. Ha chiuso l’Italia al momento giusto…” - Giuliano Ferrara

 

(Giuliano Ferrara – il Foglio) – Ma questo avvocato Conte è stato veramente un gran figo. Più leggiamo le chat da cui si evince che virologi, politici, funzionari, accademici, zanzarologi, amministratori, sanitari a vario titolo a fine febbraio del 2020 non ci stavano a capire un tubo, più si rivaluta il fatto certo che il presidente del Consiglio chiuse l’Italia per decreto la notte del 7 marzo del 2020, oggi dovrebbe essere festa nazionale.

In tanti si fecero un sacco di scrupoli, poi hanno capito, e hanno chiesto ai cittadini investiti da una crisi pandemica lo stesso atto di sottomissione alla dea della Necessità che lo stato italiano aveva primo al mondo rilevato come necessario, urgente, a decorrenza immediata dall’alba dell’8 marzo.
L’inchiesta giudiziaria di quei presuntuosi storiografi, gli Erodoti in toga della bergamasca, i sociologi della polenta taragna, con i loro vivaci esperti e periti che ne hanno dette di cotte e di crude, […] ora chiede il processo e la condanna di Giuseppi e del suo alfiere triste, lo Speranza con la faccia della Dolorosa Consapevolezza.
Da quando in qua si processano i miracoli, i decisionismi fortunati sostenuti dal carisma di un santo della chiesa universale come Padre Pio?
Non stupitevi se un intellettuale raffinatissimo come me loda di tanto in tanto il professionista dalla voce chioccia, lo stupor peninsulae che ci ha chiusi in casa al momento giusto e per il nostro bene, gratuitamente non direi, ma tant’è.
In lui e nella sua decisione fatale, va riconosciuto l’impasto di virtù e fortuna che fe’ il combatter meno cruento e disciplinò l’italico valor, la strafottenza informale del sistema, poi giustamente affidatosi al Draghi dell’articolo sul debito buono del Ft del 20 marzo, altra ricorrenza da Superbonus da festeggiare, conformando l’italiano, per una volta, a un’idea forte di sottomissione e di salvaguardia. Processarlo? Mi stupisco che non lo abbiano ancora fatto senatore a vita.

Postato da Gianfranco Banci su Fb oggi 8-3-2023

martedì 4 febbraio 2020

La7, “Ha il pass disabili ma è irregolare”: la denuncia nei confronti del vicesindaco (Lega) di Ferrara. I video in cui corre e va in bicicletta.



Ha il pass disabili, dopo un incidente avvenuto nel 2006, ma irregolare. È la denuncia fatta da Piazzapulita (che ha raccolto quella dell’ex responsabile dell’Ufficio Benessere ambientale, Fausto Bertoncelli) al vicesindaco della Lega di Ferrara, Nicola Lodi, detto Naomo. Nel servizio andato in onda su La7 si vede Lodi correre dietro ai migranti, andare in bicicletta mentre insegue presunti spacciatori e percorrere le strade della città su uno slittino trainato, probabilmente, da un’auto. Il vicesindaco, come aveva rivelato IlFattoQuotidiano.itvive in una casa popolare nonostante uno stipendio da 4.800 euro.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/01/la7-ha-il-pass-disabili-ma-e-irregolare-la-denuncia-nei-confronti-del-vicesindaco-lega-di-ferrara-i-video-in-cui-corre-e-va-in-bicicletta/5692233/?fbclid=IwAR0X1c2Gwskmyb26zzWyM0ZWzGi--3oB0LBrwUE7P86fdXSIDGYbvXrRwCs

martedì 27 maggio 2014

Arresto di Corrado Clini, “ex ministro aveva conto cifrato in Svizzera”.

Arresto di Corrado Clini, “ex ministro aveva conto cifrato in Svizzera”

Dall'ordinanza emerge che l'ex titolare dell'Ambiente avrebbe sottratto più di un milione di euro, transitato nel conto "Pesce" di Lugano e parte di un finanziamento del governo italiano destinato a un progetto di riqualificazione ambientale in Iraq.

Sono pesanti gli elementi che emergono dall’ordinanza che ha portato agli arresti domiciliari Corrado Clini. L’ex ministro dell’Ambiente è accusato di “aver distratto insieme all’imprenditore Augusto Calore Pretner 3,4 milioni di euro” per un progetto di riqualificazione ambientale in Iraq, quando era direttore generale del ministero. Il gip di Ferrara Piera Tassoni scrive che Clini e gli altri indagati “hanno messo in atto un complesso e sofisticato meccanismo“, per appropriarsi di denaro pubblico e “conseguendo ingenti profitti”.
Secondo l’accusa l‘ex ministro avrebbe intascato oltre un milione di euro, parte del finanziamento che il governo italiano aveva concesso per il progetto New Eden. Il gip Tassoni nell’ordinanza sottolinea che il denaro, attraverso l’emissione di false fatture, sarebbe finito su un conto corrente aperto a Lugano mediante otto bonifici per un totale di un milione e 20 mila euro.
Emerge infatti che l’ex ministro del governo Monti, e già direttore generale del ministero dell’Ambiente (1991-2011), aveva un conto cifrato in Svizzera, denominato ‘Pesce‘. Ed è proprio qui che sarebbero finiti otto bonifici tra il 14 ottobre 2008 e il 22 giugno 2011. Quel conto “è stato aperto il 13 giugno 2005″. Si tratta, scrive il giudice, di un conto cifrato “il cui titolare è Corrado Clini”.
La Procura di Ferrara aveva chiesto la custodia cautelare in carcere per l’attuale direttore generale per lo Sviluppo sostenibile del ministero di via Colombo, ma il gip Tassoni ha respinto la richiesta dei pm. L’ingegnere Pretner, finito anche lui agli arresti domiciliari a Padova, nell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari si è avvalso della facoltà di non rispondere.
I particolari dell’inchiesta di Ferrara, emergono lo stesso giorno in cui viene diffusa la notizia che l’ex ministro è indagato dalla Procura di Romache gli contesta l’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Insieme all’ex direttore generale dell’Ambiente sono indagati anche la moglie e altre 4 persone. La Procura capitolina pensa che dietro due progetti di riqualificazione in Cina e Montenegro ci sia un “giro di mazzette”.

venerdì 28 marzo 2014

Mafioso a sua insaputa. - Marco Travaglio



Da Il Fatto Quotidiano del 27 marzo 2014

Ogni tanto anche la politica riesce ancora a regalarci momenti di autentica commozione. 

E il dibattito sul nuovo reato di voto di scambio politico-mafioso è uno di questi. 
Nel 1991 il Parlamento sanzionò penalmente con l’art. 416 ter del Codice penale i politici che comprano voti dai mafiosi “in cambio di denaro”. 
La formula originaria aggiungeva “o altre utilità”, visto che nessun mafioso sano di mente vende i suoi pacchetti di voti in cambio di contanti: ciò che si aspetta dal politico, una volta eletto, sono appalti, favori, assunzioni e protezioni per sé e per amici. 
Ma una manina furtiva fece sparire all’ultimo momento quell’“e altre utilità” e il reato così svuotato rimase praticamente lettera morta. 
L’estate scorsa, con appena 22 anni di ritardo, si decise di rimediare: alla Camera quasi tutti i partiti, con qualche mal di pancia a destra, votarono un testo migliorativo che puniva col carcere da 4 a 10 anni “chiunque accetta consapevolmente il procacciamento di voti con le modalità previste dal comma 2 dell’art. 416 bis (associazione mafiosa, ndr) in cambio di denaro o altra utilità”. Testo però ancora ambiguo a causa dell’aggiunta di “consapevolmente”: avverbio che presuppone un processo alle intenzioni. 
Cioè la prova impossibile che il politico che contratta voti col mafioso è consapevole del fatto che il tizio è mafioso e gli porterà voti in cambio di qualcosa. 
Un’autostrada spalancata all’insaputismo alla Scajola
Già pareva di vederli i politici votati dai mafiosi presentarsi ai giudici con la faccina candida: “Ma che ne sapevo io che il mio fornitore di voti è un mafioso? 
Pareva una così brava persona!”. 
In Senato, grazie alla pressione di M5S e alla resipiscenza del Pd, il “consapevolmente” è scomparso. 
Ora la norma torna alla Camera per l’approvazione definitiva. E qui, apriti cielo. Ostruzionismo campale di Forza Italia e – udite udite – di Ncd, cioè dei “diversamente berlusconiani” che, quando si tratta di antimafia e legalità, sono ugualmente berlusconiani. 
Il loro leader è Alfano, incredibilmente ministro dell’Interno: cioè responsabile dello scioglimento delle amministrazioni infiltrate dalla mafia (infatti l’altro giorno ha reso omaggio al cavaliere del lavoro catanese Mario Ciancio, indagato per mafia).

Intanto Brunetta precetta i suoi deputati a fare da scudi umani contro la norma “eversiva”, onde evitare almeno che valga già alle europee e amministrative di maggio (si vota col proporzionale, le preferenze sono già sul mercato): altrimenti “si consegna un’arma impropria nelle mani di chi vuol paralizzare ogni attività politica, soprattutto al Sud” (come se al Sud fosse obbligatorio scambiare voti coi mafiosi). 

Il berlusconiano Sisto tuona contro il “testo incostituzionale” che vorrebbe punire anche i politici che danno “disponibilità a soddisfare interessi o esigenze mafiose” (come se per un politico fosse tanto difficile stare alla larga dagli interessi mafiosi). 
Il Foglio di Giuliano Ferrara fornisce munizioni ai resistenti contro “le procure politicizzate”, i “giustizialisti” e i “manettari” che vorrebbero “incriminare chiunque” in base ai soliti “sospetti”, “sentito dire”, “odori di fritto”, “teoremi”. 
Farà piacere agli elettori del Pd ricordare chi sono i partner del loro partito nel governo e nelle riforme e vedere Renzi che, per far passare il voto di scambio, pratica il voto di scambio. Quanto a noi, salutiamo commossi il ritorno di vecchi slogan che parevano sepolti per sempre (almeno nella mente degli smemorati): come scrive il Foglio, punire il voto di scambio è “un’interferenza nella vita dei partiti e delle istituzioni”. 
Ma non solo il voto di scambio: può capitare che un politico voglia sparare a un avversario, o arrotondare i magri finanziamenti pubblici spacciando droga, chiedendo il pizzo, gestendo bordelli di ucraine. 
Chi siamo noi per impedirglielo, interferendo nella vita dei partiti e delle istituzioni? Bloccare il nuovo 416 ter non basta: bisogna proprio abrogare il Codice penale. Speriamo che Obama legga i giornali.