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mercoledì 11 settembre 2024

Elogio alla follia, Erasmo da Rotterdam.

 

Un pizzico di follia...

<< Osservate con quanta previdenza la natura, madre del genere umano, ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia. Infuse nell’uomo più passione che ragione perché fosse tutto meno triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso. Se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza, la vecchiaia neppure ci sarebbe. Se solo fossero più fatui, allegri e dissennati godrebbero felici di un’eterna giovinezza. La vita umana non è altro che un gioco della Follia. >>

Elogio alla follia, Erasmo da Rotterdam.

mercoledì 8 marzo 2023

“Conte sia fatto senatore a vita. Ha chiuso l’Italia al momento giusto…” - Giuliano Ferrara

 

(Giuliano Ferrara – il Foglio) – Ma questo avvocato Conte è stato veramente un gran figo. Più leggiamo le chat da cui si evince che virologi, politici, funzionari, accademici, zanzarologi, amministratori, sanitari a vario titolo a fine febbraio del 2020 non ci stavano a capire un tubo, più si rivaluta il fatto certo che il presidente del Consiglio chiuse l’Italia per decreto la notte del 7 marzo del 2020, oggi dovrebbe essere festa nazionale.

In tanti si fecero un sacco di scrupoli, poi hanno capito, e hanno chiesto ai cittadini investiti da una crisi pandemica lo stesso atto di sottomissione alla dea della Necessità che lo stato italiano aveva primo al mondo rilevato come necessario, urgente, a decorrenza immediata dall’alba dell’8 marzo.
L’inchiesta giudiziaria di quei presuntuosi storiografi, gli Erodoti in toga della bergamasca, i sociologi della polenta taragna, con i loro vivaci esperti e periti che ne hanno dette di cotte e di crude, […] ora chiede il processo e la condanna di Giuseppi e del suo alfiere triste, lo Speranza con la faccia della Dolorosa Consapevolezza.
Da quando in qua si processano i miracoli, i decisionismi fortunati sostenuti dal carisma di un santo della chiesa universale come Padre Pio?
Non stupitevi se un intellettuale raffinatissimo come me loda di tanto in tanto il professionista dalla voce chioccia, lo stupor peninsulae che ci ha chiusi in casa al momento giusto e per il nostro bene, gratuitamente non direi, ma tant’è.
In lui e nella sua decisione fatale, va riconosciuto l’impasto di virtù e fortuna che fe’ il combatter meno cruento e disciplinò l’italico valor, la strafottenza informale del sistema, poi giustamente affidatosi al Draghi dell’articolo sul debito buono del Ft del 20 marzo, altra ricorrenza da Superbonus da festeggiare, conformando l’italiano, per una volta, a un’idea forte di sottomissione e di salvaguardia. Processarlo? Mi stupisco che non lo abbiano ancora fatto senatore a vita.

Postato da Gianfranco Banci su Fb oggi 8-3-2023

venerdì 17 luglio 2020

Brunetta e il suo elogio del premier. - Antonio Padellaro



Coinvolgere le famiglie attraverso la mediazione linguistico-culturale
Signor presidente del Consiglio, lei in Europa è stato bravo a trattare”. “Spero ne sia consapevole che lei ha in mano, in questo momento, il recupero di 20 anni di cattiva politica economica”. E così via con un tono propositivo e non pregiudiziale. Sintonizzato su Radio Radicale
riconosco la voce di Renato Brunetta che interviene sulle comunicazioni di Giuseppe Conte alla vigilia del Consiglio europeo. Un po’ mi sorprende che un esponente di Forza Italia, e quindi dell’opposizione, non insolentisca il premier, non lo accusi di avere svenduto il Paese, di avere tradito la fiducia degli italiani “con il favore delle tenebre” (Salvini-Meloni). Si dirà che a differenza delle destre Lega-FdI, sempre con la bava alla bocca quando si tratta di Conte, il partito di Silvio Berlusconi è in fase di avvicinamento a un possibile governo di unità nazionale e ha quindi tutto l’interesse a non esasperare i toni.
Preferisco credere che l’economista Brunetta, con il suo intervento, abbia inteso perseguire non l’interesse di qualche inciucio bensì l’interesse nazionale. Poiché un’opposizione a questo governo, anche la più severa e intransigente, dovrebbe rifuggire dalla politica del tanto peggio per gli italiani, tanto meglio per loro. Per condividere invece quei barlumi di speranza con cui ieri, sul Corriere della Sera, Francesco Giavazzi iniziava il suo articolo: “C’è qualche timido segnale che gli effetti diretti del Covid-19 sull’economia si stiano attenuando”. Quali? L’indice dei nuovi ordini consegne e scorte che a giugno “si è quasi stabilizzato”. Sempre a giugno “una lieve contrazione dell’attività economica: 47,5 ma comunque in risalita rispetto a maggio (45,4)”. E ancora: “anche la Banca d’Italia prevede che dopo un crollo nel 2020 (meno 9,5%) l’economia riprenderà e tornerà a fine 2022, a un livello di reddito vicino a quello precedente la pandemia”. Squarci di sereno che non possono farci dimenticare il fossato sempre più largo tra i “garantiti” (i dipendenti pubblici che hanno continuato ad essere retribuiti), i “salvati” dalla cassa integrazione (ma per quanto ancora?), e i “sommersi”: autonomi e partite Iva, ormai allo stremo. Al professor Brunetta, che ministro dei governi B. assai osteggiammo, oggi forse ci unisce l’orrore per gli sfasciacarrozze e i demagoghi che blaterano di “oro alla patria”, pur sapendo che peserà come un macigno sulle prossime generazioni. Ma tanto basta.