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domenica 9 febbraio 2020

Asportato tumore gigante di 12 kg, operazione record a Palermo.


Risultato immagini per tumore di 12 kg

L’asportazione di un tumore di 12 kg, un’operazione da “o la va o la spacca” con un alto rischio per la paziente, che ne era pienamente consapevole, è stata portata a termine dall’equipe dell’unità operativa di chirurgia oncologica della clinica “La Maddalena” a Palermo.
La donna di 60 anni, dell’entroterra siciliano, era stata visitata da tre centri in tutta Italia che però avevano considerato molto rischiosa l’operazione per un sarcoma addominale. Adele (nome di fantasia), soffriva da due anni quando è stata visitata dal dottor Pietro Mezzatesta che dopo aver informato la famiglia dei rischi ha dato l’ok all’operazione.
Alla donna è stata rimossa una massa enorme che occupava l’addome comprimendo gli organi: prima dell’operazione sembrava fosse incinta. L’asportazione è stata condotta lo scorso novembre da medici e infermieri che hanno lavorato in sala operatoria 5 ore.
prevenzione tumore“L’intervento era complesso per l’impossibilità a raggiungere dei piani anatomici sicuri – dice il chirurgo oncologo Lucio Mandalà che ha operato – Eravamo in presenza di una massa che occupava l’intera cavità addominale. A ciò si aggiunge la gestione anestesiologica di una paziente gravemente compromessa nella funzionalità di più organi e apparati per il tumore”.
Adele era passata da diversi centri: gli specialisti avevano escluso la possibilità di un intervento chirurgico risolutivo per l’altissima probabilità di morte e avevano optato per cure palliative con medicinali per la gestione dei sintomi. Prima dell’operazione la donna aveva baciato il marito, che nell’aprile scorso era stato sottoposto a trapianto di fegato all’Ismett, e i due figli che l’hanno abbracciata forte dandole coraggio consapevoli della delicatezza dell’intervento.
“La paziente è stata dimessa dopo il decorso post operatorio durato un mese – aggiunge Mandalà – durante il quale si sono avvicendate tutte le figure professionali della Maddalena che hanno contribuito alla ripresa fisica e psichica. La donna infatti dopo alcuni giorni dal risveglio era depressa per la sua debolezza e pensava di non riuscire più a camminare”.
Adele ha festeggiato in Natale e il capodanno nel reparto di Chirurgia ma con grande gioia ha spento 60 candeline a casa sua.
“Il buon esito di un delicato intervento chirurgico come questo, che si svolge in condizioni che definiremmo ‘al limite’ per tanti aspetti – spiega il chirurgo – è il risultato di una condivisa strategia di cure erogate da tutte le specialità presenti nel centro e certamente riempie di orgoglio un chirurgo siciliano come me questa singolare vicenda in cui due membri di una famiglia che vive in un paese al centro della Sicilia abbia avuto la possibilità di ricevere cure eccezionali, come un trapianto di fegato o l’asportazione di un tumore raro gigante, nel giro di pochi mesi a Palermo senza dover migrare verso altre regioni d’Italia o addirittura all’estero”.
L’equipe che ha operato era composta anche dai chirurghi Luigi Casà, Paolo De Marco, dagli anestesisti Sebastiano Mercadante, Patrizia Villari e Fabrizio David e dagli infermieri Francesco Marabeti e Antonio Coppola.

https://www.ilsicilia.it/asportato-tumore-gigante-di-12-kg-operazione-record-a-palermo/?fbclid=IwAR1dJU_GaTbIg7cJ3IQS70w0yMuAwIAfJ-qUIL_XUrbxwyPvGXFEc85Zi_g

martedì 5 novembre 2013

La Maddalena, il centro congressi del G8 è vuoto e cade già a pezzi.

La Maddalena, il centro congressi del G8 è vuoto e cade già a pezzi



Gian Antonio Stella racconta sul Corriere della Sera dell'avveniristico Main Center della Maddalena, che "cade a pezzi". Le opere che solo quattro anni fa erano nuove di zecca sono in condizioni catastrofiche.

La Maddalena, il centro congressi del G8 è vuoto e cade già a pezzi
La Maddalena, in Sardegna, doveva ospitare il G8 che Silvio Berlusconi decise di spostare a L'Aquila dopo il terremoto del 2009.
Il centro congressi del G8 è nuovo e già perde pezzi. Doveva rilanciare La Maddalena, dopo 4 anni è vuoto. Prima tirata a lucido in abito da festa e poi, dopo il G8 fantasma traslocato all'Aquila, lasciata sola con il suo sogno infranto e i suoi cocci da raccogliere.
Gian Antonio Stella racconta sul Corriere della Sera dell'avveniristico Main Center, che "cade a pezzi". Le opere che solo quattro anni fa erano nuove di zecca sono in condizioni catastrofiche. L’area delegati ha delle parti di tetto strappate dal vento. Le colonne degli antichi depositi dell’arsenale sono già arrugginite dopo un restauro costosissimo.
La beffa più amara è che la Regione Sardegna deve pagare per la struttura quattrocento mila euro l’anno di Imu.
Cadono a pezzi, solo quattro anni dopo, le costosissime strutture costruite per il G8 poi spostato all’Aquila. E i soldi dati ieri per finire la bonifica, potete scommetterci, non basteranno.Sono 11 milioni e rotti, i nuovi stanziamenti decisi dal ministero dell’Ambiente e dalla Regione Sardegna per completare il risanamento «dello specchio acqueo antistante l’ex Arsenale militare di La Maddalena».
Il problema è che secondo l’inchiesta sulla «bonifica fantasma» (avvisi di indagini concluse sono stati inviati a 17 indagati eccellenti, da Bertolaso a Balducci) l’area con fanghi neri impregnati di idrocarburi lasciati dai vecchi insediamenti militari è di dodici ettari, non sei: Il doppio di quanto si pensasse. I periti della magistratura dicono che per la bonifica servono almeno 19 milioni. I maddalenini non hanno più fiducia in nessuno. Si sentono traditi.
Alla Maddalena, giurava Silvio Berlusconi nel dicembre di cinque anni fa, «è stata fatta la più grande bonifica ambientale mai fatta in Italia in modo che l’isola diverrà un’attrazione turistica assolutamente all’avanguardia». E il governo assicurava, sfidando la Ue che avrebbe aperto una procedura d’infrazione su tutte le violazioni delle regole, che i lavori per il G8 sarebbero stati fatti «nel massimo rispetto ambientale». E ancora tre giorni prima del terremoto all’Aquila che avrebbe spinto il Cavaliere a mollare l’arcipelago, Bertolaso affermava: «Abbiamo bonificato una zona inquinata in un parco nazionale, abbiamo portato le barche dove c’erano i sommergibili e ora garantiamo l’occupazione a un migliaio di persone». Sì, ciao… Mai vista un’assunzione.
La bonifica che venne fatta all'epoca non servì non solo a rimuovere il divieto di balneazione, ma nemmeno quello di navigazione e di ancoraggio. Fabrizio Gatti scriveva sull'Espresso: "Un porto turistico costato complessivamente 377 milioni di euro pubblici nel quale yacht, barche e gommoni non possono attraccare".
Scrive ancora Stella:
Quello che più fa salire il sangue al cervello è però l’edificio futuristico del «Main Center» che doveva ospitare le personalità più illustri del mondo e che si protende sull’acqua del bacino. Le spettacolari vetrate sui fianchi erano coperte da una specie di alveare, un grande merletto di vetro e acciaio voluto per dare insieme un po’ d’ombra e insieme trasparenza, stanno giorno dopo giorno sgretolandosi. «Uno schifo», si sfoga l’architetto Stefano Boeri, autore del progetto, «Lo vedo e sto male. Sono pazzi a lasciarlo finire così».

 http://www.today.it/rassegna/g8-la-maddalena-bonifica-edifici-abbandonati.html


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