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lunedì 26 aprile 2021

VACCINI: PFIZER supera ASTRAZENECA nel numero di SEGNALAZIONI avverse. Gli AGGIORNAMENTI.

 

Ormai da diverse settimane si discute sulle reazioni, talora gravi, provocate dalla somministrazione del vaccino AstraZeneca. Le ultime notizie paiono tuttavia smentire tutto ciò, anzi sarebbe Pfizer a superare di gran lunga il siero dell'azienda anglo-svedese per numero delle segnalazioni avverse, almeno per quanto riguarda l’Italia.

A fare chiarezza è il report dimostrato dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) che ha esaminato tutti i dati inerenti ai vaccini somministrati nel periodo che va dal 27 dicembre 2020 al 26 marzo 2021. E’ emerso che, su 9 milioni di dosi inoculate, sono state segnalate circa 46 mila reazioni e, di queste, solo il 7,1% ha riscontrato gravi sintomi, con un tasso di 36 eventi gravi ogni 100 mila dosi.

Ma vogliamo entrare ancor più nello specifico analizzando i dati del periodo preso in riferimento.
Su 46.237 segnalazioni, l’87% dei casi, sia lo stesso giorno della vaccinazione o al massimo il giorno successivo, ha avuto reazioni come febbrecefaleadolori muscolari o articolari, dolore in sede di iniezionebrividi nausea.
Ancora più importante è il dato che proviene dai singoli vaccini, tra cui PfizerAstraZeneca Moderna (i tre disponibili in Italia nel periodo preso in esame). Tra le segnalazioni si è visto che l’81% provenivano da Pfizer, il 17% da AstraZeneca e infine solo il 2% da Moderna. Ovviamente questi valori sono rapportati con il numero di dosi rese disponibili dalle diverse case farmaceutiche.
Infine, ci sono dei dati anche per quanto riguarda i decessi. Finora sono stati segnalati 100 casi di decesso correlati temporaneamente alle vaccinazioni anti-COVID. Tra questi, 76 sono stati registrati dopo la somministrazione di Pfizer, 12 il Moderna e 12 AstraZeneca, che porta il tasso generale di segnalazioni per i decessi pari a 1,1 casi ogni 100mila dosi per Pfizer-BioNTech2,8 per Moderna e 0,7 per AstraZeneca.

Insomma, è vero che tutti questi dati sono stati rilevati in base al rapporto tra segnalazioni e dosi disponibili, ma è palese come essi evidenzino che non è solo AstraZeneca a provocare alcune reazioni avverse.

Leggi anche:

COVID: un FARMACO usato da 50 anni BLOCCA i DANNI ai POLMONI. La SCOPERTA dei RICERCATORI.


Crescono le speranze per guarire dal CORONAVIRUS con un FARMACO. Si chiama NICLOSAMIDE ed è un farmaco antiparassitario utilizzato da 50 anni per l’apparato intestinale e in passato ampiamente usato contro il verme solitario. Ma da ora potrebbe rivelarsi un alleato anche contro i danni polmonari causati dalla proteina spike del coronavirus.

Solitamente, come detto, viene usato per trattare le infezioni intestinali. Ma ora il farmaco antiparassitario potrebbe rivelarsi un grande alleato dei polmoni nella lotta al COVID-19. A dimostrarlo è stato un team di ricercatori del King’s College di Londra, insieme all’Università degli studi di Trieste e del Centro di ingegneria genetica e biotecnologie (Icgeb) di Trieste, che ha scoperto il meccanismo che porta alla fusione anomala delle cellule polmonari infettate dal coronavirus e come la niclosamide abbia un’azione preventiva, riuscendo a bloccare questo processo guidato dalla proteina spike.

Ma di che farmaco si tratta esattamente? La niclosamide è un antiparassitario che originariamente, negli anni ’50, veniva utilizzato come molluschicida contro le lumache. Successivamente, a partire dal 1982, è stato approvato come trattamento per le infezioni intestinali da tenia negli esseri umani ed è già conosciuto per essere attivo contro alcuni VIRUS. Per capire in che modo la niclosamide potesse proteggere le cellule dal coronavirus, i ricercatori hanno analizzato i campioni dei polmoni di 41 pazienti deceduti per CORONAVIRUS.

Dalle analisi, hanno scoperto che, molto spesso, presentavano cellule polmonari fuse, che potevano contenere ben oltre 20 nuclei diversi. Partendo da queste informazioni, il team ha proseguito le indagini, esaminando oltre 3mila farmaci approvati per l’uso negli esseri umani che fossero in grado di bloccare questo meccanismo di fusione. Selezionando e concentrandosi su quelle più promettenti, i ricercatori sono giunti alla conclusione che la molecola più efficace nel proteggere dal danno polmonare era appunto la niclosamide. In sintesi, si legge su Il Sole 24 Ore, questo farmaco si è dimostrato in grado di inibire la replicazione virale, sopprimere l’attività della TMEM16F e prevenire così la formazione dei sincizi (la fusione di due o più cellule) indotti dalla spike nei test di laboratorio.

IlMeteo.

giovedì 27 febbraio 2020

Ufo, boom avvistamenti in Puglia: raddoppiati dall'anno precedente. - Gianpaolo Balsamo


Si tratta di oggetti volanti non identificati. Il presidente del Centro ufologico mediterraneo: «Andiamoci cauti, non è detto che ogni Ufo sia un'astronave aliena.»   

Ufo, boom di avvistamenti nei cieli pugliesi: nel 2019, segnalano gli esperti del Cufom (Centro ufologico mediterraneo) le segnalazioni di oggetti volanti non identificati sono raddoppiate rispetto all’anno precedente e, tra le sei province pugliesi, quella salentina sembra essere quella maggiormente interessata dal fenomeno. È quanto sostiene il presidente del Centro Ufologico Mediterraneo, Angelo Carannante, che grazie alle attività di avvistamento fatte dal Centro nel corso degli anni, evidenzia che la presenza di oggetti volanti, constatata anche da persone comuni, è molto forte nel territorio della provincia di Lecce.

E non è un caso che «oggetti non identificati» siano stati avvistati nel «tacco» d’Italia anche agli inizi del 2020. Lo scorso 9 gennaio, per esempio, uno strano oggetto è stato avvistato a Miggiano.
Altra segnalazione di Ufo è stata registrata a Trepuzzi il 9 dicembre 2019, quando alcuni oggetti volanti non identificati hanno ruotato a cerchio, a bassa quota, rincorrendosi l’un altro: il caso è ancora sotto indagine per escludere ipotesi convenzionali come fari di discoteche o laser o altro.

Andando indietro nel tempo, invece, come dimenticare sempre in tema di avvistamenti quello storico di un presunto «disco volante a Manduria, nel Tarantino, il 26 agosto 2012?
Interessante fu anche l’ufo del Salento del 13 novembre 2015, quando fu ripreso in video una sfera che si muoveva tra le nuvole e che ad un certo punto sembrò tornare indietro per un breve tratto.
Il 14 maggio 2011, invece, a Cassano delle Murge, mentre una persona fotografava un aereo con tanto di scia chimica, si accorse della presenza di un vero e proprio disco volante scuro nei pressi della voluminosa scia lasciata dal velivolo. Uno spettacolare oggetto sigariforme, forse con sporgenze laterali (ali?), venne fotografato a Monte Sant’Angelo mentre si librava nel cielo azzurro alle spalle di inconsapevoli testimoni.

Insomma, gli alieni stanno dunque invadendo la Puglia? «Andiamoci cauti – risponde il presidente del Centro ufologico mediterraneo, Angelo Carannante, ente che studia, con approccio scientifico, il fenomeno degli avvistamenti di Ufo.
«Innanzitutto - spiega - vale la pena ricordare che l’acronimo “Ufo” significa «Unidentify Flying Object“, ossia “oggetto volante non identificato”. Questo significa che non ogni oggetto che non viene identificato sia necessariamente un’astronave aliena: può trattarsi di un pallone sonda, di un drone, di un riflesso o riverbero della luce, addirittura di una macchia sul monitor. Bisogna comprendere che cosa sono davvero gli Ufo: il nostro Centro ufologico mediterraneo li studia oramai da un decennio sulla base delle segnalazioni che ci arrivano da ogni parte d’Italia. Ben diversi sono invece gli “Ifo” (Identified Flying Object), cioè oggetti ben identificati e “battezzati”».

Come mai c’è tanta omertà in merito al fenomeno Ufo? «Guardi, lei ha toccato un tasto davvero delicato dell’ufologia. Chi dichiara di aver avvistato un ufo è visto come un pazzo o come qualcuno che ha fumato qualcosa o ha bevuto molto. Lo ritengo un aspetto incredibile. Tantissime persone, è pur vero, credono al dio della loro religione o all’oroscopo proprio per atto di fede. Invece, quando si parla di ufo, è il caso di dirlo,… apriti cielo. Oggetti materiali che volano sulle nostre teste e di cui rifiutiamo l’esistenza, nonostante siano filmati, fotografati, rilevati dai radar, magari visti in un solo momento da migliaia di persone. In realtà c’è molta reticenza. In Italia, il fenomeno Ufo, mi creda, a differenza di altri paesi è visto come un problema di ordine pubblico, tanto è vero che alcune forze dell’ordine sono dotate di registri degli avvistamenti Ufo.

Grosse agenzie di stampa italiane, non vogliono più pubblicare i nostri avvistamenti. Cover up? Probabile. Poi, stranamente pubblicano notizie di avvistamento ufo o di ufologia in generale, che riguardano l’estero. La cosa non le sembra strana?»

Presidente Carannante, è possibile che dietro al fenomeno Ufo ci sia una realtà extraterrestre? Perché le immagini degli ufo non sono mai nitide?
«Non solo è possibile, ma è probabile, anche se non per tutti gli avvistamenti, la stragrande maggioranza dei quali è spiegabile con fenomeni convenzionali (astri, sky lantern, satelliti, volatili, aerei, fenomeni naturali, ecc.). Tuttavia, alcune volte proprio non si riesce a trovare spiegazioni ed i fenomeni presentano caratteristiche “intelligenti” nel senso che gli Ufo sembrano guidati o teleguidati da qualcuno, interagendo, non di rado, con i testimoni.
Non mancano testimonianze di incontri con strani esseri, molto difficili da provare. Non esistono, poi, immagini nitide di ufo, perché gli oggetti volanti non identificati, nella grande maggioranza dei casi sono lontani in cielo. Consideri poi la difficoltà di inquadrarli, ad esempio, con un cellulare. Mettiamo ancora la non grande qualità delle fotocamere, la distanza dell’oggetto, l’inevitabile movimento del braccio dell’operatore, gli intensi campi energetici da cui sono avvolti gli ufo. Insomma tutti fattori che non permettono di avere immagini chiare. Guardi paradossalmente, quando vede immagini di bellissimi dischi volanti su internet, dove regnano i fake, allora l’avvistamento al 99% è falso».

VITA INTELLIGENTE SUL «PIANETA ROSSO».

La Puglia non è solo la regione con un numero maggiore di avvistamenti Ufo. Dalla Puglia, infatti, prende origine una nuova sconvolgete ipotesi che riguarda Marte, da anni nel mirino degli scienziati. Dopo Venere e Giove, infatti, è proprio Marte il pianeta più facilmente individuabile dalla Terra per via della grande luminosità relativa e del caratteristico colore rosso.
Ebbene, secondo uno studioso pugliese, l’ing. Ennio Piccaluga, originario di San Severo e componente dello staff scientifico del Centro Ufologico Mediterraneo, su Marte ci sono state alcune città. Distrutte, forse, da un immane cataclisma ma ci sono. «Per ora non ce lo diranno – spiega Piccaluga – ma noi lo sappiamo». L’ingegnere, d’altra parte, non è nuovo a simili anticipazioni scientifiche. Infatti, contrariamente a quanto sosteneva la scienza ufficiale che identificava Marte come un corpo desolato, privo di espressioni biologiche, già nell’anno 2007, a seguito dei suoi studi e delle sue ricerche, Piccaluga scriveva su un giornale tematico («Area 51» allora in edicola) che su Marte c’era acqua salata. La NASA lo ha scoperto ufficialmente nel 2015, dopo ben 8 anni.

Nei giorni scorsi, l’ing. Piccaluga insieme al presidente del Cufom, Angelo Carannante, proprio a San Severo ha tenuto una conferenza di «Esoarcheologia» (archeologia fuori del pianeta Terra) relativa a presumibili resti di antiche città marziane organizzata dall’Archeoclub di San Severo.
Il pubblico, è inutile dirlo, è stato numeroso e incuriosito. Si è parlato del «pianeta rosso» e di come Marte sia ormai un campo di battaglia tra i sostenitori di una vita aliena su di esso e la schiera opposta decisamente negazionista.
«Il fatto, decisamente provato e quindi incontrovertibile – ha spiegato l’ing. Piccaluga che ha anche mostrato foto e filmati relative alle ultime scoperte sul pianeta nostro vicino - è che in alcune zone di Marte, sembra che tutto sia a pezzi come se in passato vi sia stata una catastrofe naturale o addirittura dovuta a guerre tra opposte fazioni che alla fine avrebbe spazzato via finanche l’atmosfera del pianeta rosso. Fra gli argomenti più convincenti, le foto dei vari rover (un veicolo adibito al trasporto su un corpo celeste) (Curiosity, Opportunity, ecc.) che scorrazzano sul pianeta rosso, ma anche le foto originali NASA inviate a Terra dalla sonda “MRO” (Mars Reconnaissance Orbiter), foto in altissima risoluzione e ricche di particolari sconcertanti fra cui, appunto, tracce che sembrano rappresentare resti di antiche città in rovina».

Su Marte, secondo l’esperto di San Severo ed autore di diversi libri («Ossimoro Marte», «Ritorno su Lahmu») sarebbe stato fotografato di tutto: statue (per tutte: la famosa «sirenetta»), piramidi, strutture regolari che farebbero pensare a costruzioni, sfere sospese, artefatti, ingranaggi, addirittura apparenti animali.
Dunque, secondo il ricercatore originario di san Severo, si su Marte ci sarebbero state delle città che sono state abbandonate in tempi passati, dopo un ipotetico, grande cataclisma che sembrerebbe aver colpito il pianeta rosso circa 10mila anni fa (teoria VAS, Velikovski Ackerman Spedicato). All’epoca, secondo questi ricercatori, Marte era forse un pianeta lussureggiante, ricco di vita e di oceani profondi migliaia di metri. Queste presumibili città erano quindi subacquee, site a circa 3000 metri di profondità, nella località marziana denominata dalla Nasa «Chaos di Atlantide».

Ma perché i governi e gli enti spaziali non ci dicono nulla? «Per la stessa ragione per cui mantengono il segreto sugli ufo, per mantenere la pace sociale e non destabilizzare la società di fronte alla realtà di esseri provenienti da altri mondi», risponde il presidente del Cufom, Angelo Carannante. «Sia ben chiaro, le prove definitive di queste ipotesi “marziane” si avranno quando sbarcheremo su Marte con equipaggi umani e lo esploreremo approfonditamente».

https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/video/gdm-tv/1207568/ufo-boom-di-avvistamenti-in-puglia.html?fbclid=IwAR3nMnk7eTQ_s0JDSg7Azh4VNgWagv1KhHOzb74ADSV7MMJ9JIBr9k9htI8