Deluso dagli italiani, che si ostinavano a non amarlo perché in fondo non lo meritavano, l’Innominabile si trasferì a Riyad con i fedelissimi di Italia Viva, ribattezzata per l’occasione Arabia Viva. “Eccoci nel Nuovo Rinascimento!”, scandì scendendo dal jet del principe Mohammad bin Salman, per gli amici MBS, e baciando la terra promessa. Al principe che l’accoglieva a braccia aperte, presentò subito la Boschi: “Caro MBS, lei è MEB”. Un mutawwi’a, agente della polizia religiosa, la prese in consegna, contrariato per la vertiginosa minigonna. “Dove la portano?”. “Niente, se la caverà con 87 scudisciate per abbigliamento blasfemo. Ma, se preferisce, c’è la lapidazione o la crocifissione”. “Scioakkk bicaoeuuuse”, disse lui. Ma l’altro non raccolse. Il Nostro mandò avanti la Bellanova, avvolta nella consueta tenda per doccia: “È la splendida Teresa, la bracciante che abbiamo fatto ministra”. MBS l’affidò a una guardia agricola: “Qui non abbiamo ministre, e manco ministri. Però, essendo straniera, potrà lavorare nei campi e, siccome è amica tua, guadagnerà ben un dollaro l’anno. È il costo del lavoro che giustamente ci invidi”. “Scioakkk bicaoeuuuse”, ripeté lui, ma nessuno capì. Vista la mala parata, tentò di coprire col suo corpo Ivan Scalfarotto, che però venne notato da un ufficiale dello Squadrone della Tigre: “Mi sa che è un gay, come dite voi, o un sodomita infedele, come diciamo noi. Prendetegli le misure per la solita valigia modello Khashoggi. Ma forse qui basta una 24 ore. E non scordate i seghetti per ossa, sennò è il solito pulp”. “Shissh”, proruppe l’Innominabile fra lo stupore e l’ilarità generali.
Presentare l’ex ministra Elena Bonetti parve oltremodo rischioso, per la difficoltà di spiegare il concetto di Pari opportunità. La donna venne spacciata per la schiava del capo, incontrando l’approvazione del principe. Che riunì l’amico Matteo e il capogruppo di Arabia Viva Ettore Rosato a parlare di politica. “Noi – esordì il primo – apriamo la crisi di governo: non poltrone, ma idee. Siamo garantisti, rivogliamo la prescrizione. Bin stai sereno. Un sorriso”. Alle parole crisi e idee, ma soprattutto garantisti e prescrizione, l’interprete diede di matto. Rosato chiarì: “Siccome, senz’offesa, c’è un vulnus per la democrazia, vorremmo i servizi e un governo Dragh…”. Ma non finì la frase: un agente della Mukhabarat, la polizia politica, roteò la scimitarra. “Il governo – spiegò MBS scrollandosi gli schizzi di sangue dalla kefiah – sono io. E i servizi ve li fa il mio amico. Matteo, se non erro sei indagato per fondi illeciti. Quindi prima ti mozziamo mani e piedi. Poi, per tutto il resto, la testa. Tanto non ti serve. Ma stai sereno. Scioakkk bicaoeuuuse shissh. Un sorriso”.
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