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domenica 17 giugno 2018

Stadio Roma: Lanzalone puntava ad entrare nella vicenda Atac. - Michele Suglia


Luca Lanzalone arriva in Procura, Roma, 15 giugno 2018

A comizio Pomezia cori Onestà! Leader M5s non cita mai Salvini.

                                                                                                                                                                                L'ex presidente di Acea, Luca Lanzalone, puntava ad ottenere incarichi professionali anche nella vicenda del concordato sul futuro di Atac, la municipalizzata del trasporto capitolino. Dalle carte allegate al procedimento emergono i contatti tra l'avvocato genovese e "tale Carlo" che viene descritto come ""verosimilmente Carlo Felice Giampaolino (advisor legale per il concordato Atac)" . In una intercettazione del 22 maggio "Carlo (Giampaolino) tra l'altro afferma che il ricorso dovrà essere curato da Lanzalone o da un altro professionista con la sua caratura. I due commentano i problemi che potrebbero sorgere nel momento in cui sarà incaricata l'avvocatura del Comune di Roma per seguire le pratiche legali". 
Intanto, in un'intervista al Fatto Quotidiano, il sottosegretario Giorgetti racconta la 'cena segreta' con Parnasi e Lanzalone: 'Parnasi lo conosco da 15 anni, eravamo vicini di casa. La cosiddetta cena segreta era un aperitivo... Lanzalone si è presentato come presidente di Acea, ha lasciato intendere che fosse stato l'avvocato di Grillo. Comunque loro non sono mai entrati nel confronto tra noi e i 5stelle'. 
E sull'inchiesta relativa allo Stadio di Roma, il vicepremier Luigi Di Maio risponde velocemente ai cronisti lungo i pochi metri che lo portano al palco di piazza Indipendenza a Pomezia, cittadina a sud di Roma, dove il 24 giugno i 5S si giocano (di nuovo) il Comune al ballottaggio:  "Un grande equivoco, è tutto un malinteso". Sette parole per interrompere il silenzio sull'inchiesta in corso sullo stadio di Roma che ha gettato un'ombra sul M5S, al governo da quindici giorni insieme alla Lega. Di Maio ha aggiunto di essere tranquillo. Sul palco ha spostato l'attenzione su quello che farà: non solo lui come doppio ministro ("Il decreto di dignità si farà subito, non c'è più tempo da aspettare") ma anche i suoi colleghi Fraccaro e il presidente della Camera Fico. "La prossima settimana ci sarà il taglio dei vitalizi agli ex parlamentari", assicura. Puntuale dal pubblico è arrivato l'applauso. Ma dallo stesso, a fine comizio un gruppetto ha urlato anche "Onestà onestà!". Un coro che è nel dna del movimento fondato da Grillo, ed è lo stesso gridato in Campidoglio contro l'allora sindaco Ignazio Marino. Ma oggi l'onestà potrebbe essere contestata ai 5 Stelle. Non vede nessun collegamento tra i cori e l'inchiesta romana, il candidato al Comune Adriano Zuccalà: "Sì, li ho sentiti, ero sul palco ma non è niente di diverso dal nostro solito coro. Semmai è un rafforzativo di quello che era stato detto prima", chiude il discorso. Inoltre nel giorno in cui Le Monde 'sminuisce' Di Maio contro "il tornado Salvini", il vicepremier più giovane non cita mai l'altro collega di governo. Pur parlando di immigrazione, ad esempio, tutte le parole di Di Maio sono per il premier Conte per il no detto al decreto Dublino ("La Germania ci è venuta dietro") o per l'esponente del suo partito, il ministro alle infrastrutture Danilo Toninelli e per l'aiuto offerto comunque alle donne incinte e ai bambini a bordo dell'Aquarius. Niente invece su Salvini e sul suo no all'attracco della nave Aquarius. Eppure Di Maio ha invitato gli elettori a dire no. "A volte basta dire no, un po' di no per ottenere un po' di sì per gli italiani anche a livello europeo", ha spronato.
Salvini, Lega serena, governo non deciso a cena  - "Come Lega siamo sereni, il Governo l'abbiamo deciso altrove non a cena. La responsabilità me la prendo io e Luigi Di Maio". Così il ministro dell'Interno e leader della Lega Matteo Salvini torna sul caso dello stadio di Roma questa sera a Ivrea, a margine di un incontro elettorale in vista del ballottaggio del 24 giugno.

domenica 24 marzo 2013

Metro gratis per i militanti del Pdl. L'Atac: paga il partito. Il Pd: vergogna




Alemanno: esempio per il futuro. Sassoli: l'Atac non può essere l'autonoleggio di Berlusconi. Miccoli: quanto è costato?

ROMA - Metro gratis per i manifestanti del Pdl. I tornelli di alcune stazioni della metropolitana di Roma sono rimasti aperti oggi per consentire ai militanti del partito di Silvio Berlusconi di viaggiare senza biglietto. Lo conferma l'Atac, che precisa: il Pdl si è impegnato a pagare il conto con un forfait. Cifre sul costo del servizio però ufficialmente l'azienda di trasporto pubblico romana non ne fornisce, anche se si parla di un anticipo del Pdl al Campidoglio di circa 60 mila euro per tutti i servizi collegati alla manifestazione, pulizie comprese. Il conto finale invece si dovrebbe aggirare, sempre in totale, a 100mila euro, fra Atac e Ama. Il Pd protesta: l'Atac non può essere l'autonoleggio di Berlusconi, vergogna.

«Oggi la metro dalle 10.00 alle 15.00 è gratis. Lo sapete perchè? C'e' la manifestazione di Silvio!», ha scritto al Messaggero Gady Funaro. «Siamo arrivati qui senza pagare la metropolitana», confermano alcune signore che hanno partecipato alla manifestazione. L'Atac ha aperto i tornelli in tre stazioni della linea A (Anagnina Cinecittà e Subaugusta) e tre della B (Eur Palasport Santa Maria del Soccorso e Pietralata) per permettere il trasferimento dei manifestanti dai pullman a piazza del Popolo, dove ha parlato Silvio Berlusconi. Stessa cosa per il deflusso in altre tre fermate della A (Spagna Barberini e Lepanto). 

L'apertura dei tornelli ha innescato anche liti e tensione in alcune fermate della metro dove invece cittadini e turisti pagano il biglietto. 

Metro presa d'assalto. Centinaia e centinaia di militanti del Pdl dopo il comizio di Berlusconi hanno preso d'assalto le fermate Spagna e Piazza del Popolo della metropolitana. A Spagna un cordone di agenti di polizia ha scaglionato le persone all'ingresso per cercare di evitare una calca eccessiva.

«Il Pdl si è fatto carico delle spese di alcuni servizi straordinari per lo svolgimento della manifestazione prevista per oggi in Piazza del Popolo alle ore 15, per non gravare eccessivamente sulle casse del Comune di Roma», ha comunicato l'ufficio stampa del Pdl. «Il partito ha ritenuto opportuno incaricarsi di tutte le spese relative al piano Ama, per il ripristino del decoro urbano della piazza, e al pagamento del piano sanitario predisposto per la sicurezza dei partecipanti alla manifestazione per garantire il regolare afflusso e deflusso dei manifestanti - si legge ancora in una nota -. Il Pdl ha provveduto, inoltre, al pagamento dei costi necessari per l'istituzione del servizio navette Atac, per un totale di 80 mezzi, e per l'intensificazione del servizio di metropolitana, con la predisposizione di due convogli in più sulla Linea A e tre sulla Linea B».

Alemanno: esempio per il futuro. «Questa è la prima manifestazione di un partito politico di cui viene integralmente pagata l'organizzazione dell'evento», sostiene il sindaco di Roma Gianni Alemanno. «Non c'è nessun costo a carico per il comune di Roma - ha aggiunto - il Pdl ha pagato l'Ama, l'Atac per i loro servizi e finalmente ha attuato una richiesta che facevamo da tempo. Cioè quando ci sono grandi manifestazioni di partito o di sindacati si deve far fronte alle spese che sennò graverebbero sulla cittadinanza. Questo - ha concluso Alemanno - dovrebbe essere preso d'esempio per il futuro».

«Alemanno continua a dire che questa manifestazione del Pdl sarà a costo zero per il comune. Ci sembra una enorme bugia. Vorremmo sapere alla fine quanto effettivamente Alemanno farà pagare al suo partito, il Pdl, per aver concesso metro e navette gratis per i manifestanti. Vorremmo anche sapere a quanti soldi ha rinunciato l'Atac aprendo i tornelli della metro anche ai normali passeggeri e turisti che avrebbero pagato il servizio. Alemanno si dimostra sempre più un sindaco di parte. Dopo parentopoli ecco un altro caso in cui considera l'azienda comunale
"roba sua"», dichiara in una nota il segretario del pd Roma, Marco Miccoli.

«Lunedì presenterò un'interrogazione urgente per conoscere la portata dei pagamenti effettuati dal Pdl nei confronti dell'amministrazione comunale per coprire le mancate entrate derivanti dalla gratuità dei mezzi di trasporto pubblico per tutta la durata della manifestazione a Piazza del Popolo. Mi auguro di non trovarci ancora di fronte a un sindaco di parte che piega gli interessi dell'amministrazione pubblica a quelli del suo partito», aggiunge Umberto Marroni, capogruppo Pd e candidato alle primarie del centrosinistra per il sindaco di Roma.

«Che vergogna! Il trasporto pubblico è a pezzi, e l’Atac si trasforma in autonoleggio per Berlusconi - afferma David Sassoli, eurodeputato Pd candidato alle primarie del centrosinistra per il sindaco di Roma - Cosa è più urgente - continua - aumentare le corse e ridurre i tempi di percorrenza per cittadini e turisti, o allestire le navette per un comizio di partito?», si chiede Sassoli.

«La manifestazione "a costo zero" di Alemanno, è l'ennesima conferma della sconsiderata gestione di
questa amministrazione», afferma in una nota Paolo Gentiloni, esponente Pd candidato alle primarie del centrosinistra per il Comune di Roma. «Mentre continua a denunciare i tagli del Governo alla città, per accogliere il suo presidente, Alemanno ha deciso di aprire i tornelli della metropolitana, rendendola gratuita. Quanto è costato alla città il mancato introito di un sabato pomeriggio? Non è sufficiente che l'Atac assicuri che il Pdl si è impegnato a pagare il conto. Chiederò - prosegue Gentiloni - che vengano resi pubblici, non solo i costi di questa arbitraria decisione, ma anche il contratto scritto stipulato con l'azienda, per verificare che non ci siano state gravi violazioni. I romani non devono pagare i conti di Alemanno e del suo partito».

«Prima erano i manifesti, poi gli spot elettorali, ora Berlusconi paga di tasca propria anche la metropolitana per partecipare alle sue manifestazioni - commenta il parlamentare del Pd Antonio Misiani -. E' sempre più evidente l'asimmetria che si genera tra chi fa politica senza avere un miliardario alle spalle e quanti invece beneficiano di una persona che solo pochi giorni fa ha versato 15 milioni di tasca propria nelle casse del partito di cui è presidente e di fatto proprietario. Oggi ci siamo allontanati ancora un po’ dall'Europa, spostandoci di un altro passo verso quell'Italia che fu di Achille Lauro, dei voti comprati con i pacchi di pasta e con le mille lire divise a metà. La democrazia ha dei costi: che questi debbano essere contenuti evitando gli sprechi è fondamentale ma è altrettanto fondamentale che la possibilità di fare politica sia e resti appannaggio di tutti e venga sostenuta da tutti. Bisogna fare molta attenzione a non restringere la possibilità di partecipazione altrimenti si lascia il campo a ristrette oligarchie e a quel punto si parla di un'altra storia. Si tratta di una battaglia che il Pd intende portare avanti con determinazione».



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