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giovedì 31 gennaio 2019

Usa: ritrovato bimbo di 3 anni, 'per 2 giorni in bosco con un orso'.

Foto d'archivio © ANSA

E' sopravvissuto al freddo. Era stata mobilitata anche l'Fbi.

Un bimbo di tre anni è stato trovato miracolosamente vivo dopo essersi perso in un bosco in nord Carolina. Casey Lynn Hathaway ha vagato per due giorni prima di venir individuato dai soccorritori e, secondo il suo racconto, a fargli compagnia, scaldandolo, è stato un amico orso.
Il bambino era scomparso dopo essersi allontanato dal cortile di casa della nonna mentre giocava con altri bambini. Non essendo tornato immediatamente è stato dato l'allarme e centinaia di persone tra soccorritori e volontari si sono mobilitati nella sua ricerca. Si era mobilitato anche l'Fbi. Si temeva per la sua vita a causa del freddo polare e delle condizioni pericolose nel bosco.
Casey è stato trovato dopo due giorni grazie ad un telefonata in cui si segnalava un bambino che piangeva. Era aggrovigliato in un cespuglio spinoso e chiedeva della madre. "Questo bambino - ha scritto la zia su Facebook - si era perso nei boschi con temperature gelide, la pioggia, il buio e il vento, ci ha detto che il suo migliore amico è stato un orso che lo ha tenuto al sicuro".
Il bambino avrebbe raccontato la stessa storia anche alle autorità, le quali ancora non si spiegano come Casey sia stato trovato in buone condizioni dopo essere stato nei boschi per due giorni senza cibo e senza acqua. "Non ci ha detto come ha fatto a sopravvivere - ha detto lo sceriffo della contea di Craven, Chip Hughes in una conferenza stampa - ci ha detto che aveva un amico nel bosco, un orso che e' stato con lui".

domenica 14 ottobre 2012

Bimbo Padova, minacce all'agente del video Fornero: tutelare di più i bambini

La poliziotta ripresa nel video choc


ROMA - Insulti e minacce di morte sono stati rivolti, attraverso siti web e con chiamate anonime al 113, all'ispettrice dell'ufficio minori della Questura di Padova che ha eseguito con altri colleghi il prelievo del bambino di 10 anni sottratto alla potestà della madre a Cittadella. 

La poliziotta, molto provata ed in stato di stress, ha scelto di restare comunque al lavoro ma ha deciso assieme al marito, anch'egli poliziotto, di tenere i figli a casa da scuola per qualche giorno. Una decisione, riferiscono le stesse fonti, che la responsabile dell'ufficio minori della Questura - definita un agente estremamente professionale, dotata di competenza e umanità - ha assunto anche per il clima percepito nella scuola dei figli, dove insegnanti e genitori conoscono il mestiere che svolge. 

Il video girato dalla Polizia sul blitz di Cittadella - ora in mano alla Procura di Padova - illustrerebbe inoltre in modo diverso e completo le circostanze del crudo scambio verbale tra la donna e la zia del bambino prelevato a scuola. In particolare l'affermazione «...lei non è nessuno», che nelle immagini del video choc girato dai parenti del minore l'ispettrice rivolge alla zia del bimbo, sarebbe solo la conclusione di una frase di senso compiuto più ampia, con cui l'agente rispondeva alla richiesta dei presenti di mostrare l'atto di respingimento della sospensiva al giudizio di annullamento della patria potestà per la madre del piccolo. Documento che le forze dell'ordine non avrebbero in alcun modo potuto esibire se non ai genitori del bambino. 

Fornero. «La vera vittima è il bambino. Non amo cercare e attribuire subito colpe. È una situazione difficile e molto delicata». Lo dice il ministro del Welfare, Elsa Fornero, ai microfoni di Sky Tg24, riferendosi alla vicenda del bambino di Padova. «Dovremmo fare in modo anche con interventi meno crudeli di tutelare di più i bambini».


http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/bimbo_preso_con_forza_padova_agente_poliziotta_minacciata_fornero/notizie/225307.shtml

Di certo c'è solo che il bambino sta pagando le conseguenze degli atteggiamenti sbagliati di coloro che dovrebbero definirsi adulti e che, in effetti, hanno solo dimostrato di essere inadeguati a svolgere i loro compiti. I genitori per pri
mi combattendosi tra di loro e le forze dell'ordine in seguito perché hanno eseguito in malo modo il loro compito. Oltretutto, c'è da chiarire la inopportuna presenza del padre durante l'esecuzione dell'ordinanza del giudice.
Per quanto riguarda le minacce all'agente che ha pronunciato la frase alquanto fastidiosa: "io sono un'ispettore di polizia, lei non è nessuno", un po' se l'è cercate, va da sè che se metti una paletta in mano ad un deficiente, il risultato che se ne ottiene è l'arroganza del vigliacco con il distintivo.


Cetta.

giovedì 11 ottobre 2012

Il giudice ordina di affidarlo al padre: bimbo preso con la forza a scuola.


Il bambino preso con la forza a scuola


A prelevare il ragazzino anche alcuni poliziotti. La madre sporgerà denuncia.

VENEZIA - Una lunga guerra di carte bollate tra genitori che dal 2004 si disputano la custodia del figlio che ora ha dieci anni e frequenta la quinta elementare, ha avuto ieri un drammatico epilogo in una scuola di Cittadella. Il bimbo portato via con la forza dalla propria classe ha cercato in tutti i modi di evitare il trasferimento in un istituto dove sarà ospitato, per preparare l'affidamento in via esclusiva al padre. Così ha stabilito un decreto della Corte d'appello di Venezia che è stato esibito da un drappello di assistenti sociali, un medico, dal padre del bimbo e alcuni poliziotti che si sono presentati dopo mezzogiorno alla direttrice dell'istituto, Marina Zanon.

In quelle pagine si stabilisce «l'allontanamento del minore dall'ambiente materno e il suo affido in via esclusiva al padre», con collocamento in una comunità. Era solo la prima di una serie di sequenze che si sono fatte sempre più concitate. Il dirigente scolastico non ha consentito agli agenti di entrare in classe. Ha chiesto al maestro di far uscire il piccolo e di portarlo in aula magna. Ma lui ha capito che erano venuti a prenderlo. Ci avevano provato altre quattro volte, dal 25 agosto in poi, ad eseguire il provvedimento che lo toglie alla madre, laureata in farmacia, per affidarlo al padre, un avvocato padovano.

La prima volta si era rifugiato nella sua cameretta, rimanendo aggrappato alla rete del letto ore. Anche le altre volte aveva opposto una resistenza tale da far sospendere l'esecuzione.
Visto il rifiuto ad uscire di classe, il direttore didattico ha preferito far allontanare gli altri compagni. Aggrappato al suo banco è rimasto solo il bimbo, il cui comportamento scolastico viene considerato irreprensibile. Ad entrare sono stati gli assistenti sociali, il medico e il padre. Ma la reazione è stata molto violenta.

L’ultima scena è la più drammatica, anche perché documentata da fotografie e riprese di una videocamera. Il bimbo è stato letteralmente portato via con la forza, visto che cerca di divincolarsi con altrettanto vigore dettato dalla disperazione. È a quel punto che intervengono anche un paio di agenti dell'Ufficio minorenni della questura. Due persone lo tengono per le gambe. Un altro lo afferra per le spalle, mentre lui tira calci. Cade a terra. Viene trascinato. Si dispera. Tutto inutile. Alla fine viene caricato su un'auto. Fuori dalla scuola ci sono la mamma e i nonni, riprendono la scena con una videocamera. Ci sono molti genitori, altri bambini. La madre ha annunciato che presenterà denuncia e ha chiesto la visita di un pediatra per accertare se il piccolo ha subito lesioni. La questura si è limitata a parlare di «notevoli difficoltà» nell’esecuzione di un provvedimento legittimo.


In un video si sentono precise le parole pronunciate da una esponente delle forze dell'ordine nei confronti della zia del bambino che chiedeva spiegazioni e cercava di fermare lo scempio: Io sono un'ispettore di polizia, lei non è nessuno.