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mercoledì 6 gennaio 2021

Perché lo fa? - Marco Travaglio

 

Più leggiamo le spiegazioni di Messer Due Per Cento sulla crisi di governo, giunte ieri a quota 937, più abbiamo la sensazione che quella vera sia la numero 938. Secondo voi, qual è? Sondaggio a risposta multipla.

1. Conte è presidente del Consiglio e lui no.

2. Conte è primo nei sondaggi e lui ultimo.

3. Tra due mesi e mezzo Conte supera i suoi giorni di permanenza a Palazzo Chigi e lui rosica.

4. Per stare fisso su tutti i giornali e le tv deve minacciare la crisi di governo fissa.

5. Così Iv ha più interviste che voti, persino a Bellanova e Rosato, financo a Bonetti e Scalfarotto.

6. Così, mentre il governo fa le notti sul Covid e sulla scuola, lui sta da Porro a fare il fenomeno.

7. Italia viva è morta e lui non ha un cazzo da fare.

8. Anche le pulci hanno la tosse.

9. Gli han detto che Draghi non vede l’ora di mettersi al suo servizio. E lui ci ha creduto.

10. Gli han detto che, se piazza Guerini all’Interno e Rosato alla Difesa, lo fanno segretario generale della Nato, e pure del Patto di Varsavia. E lui ci ha creduto.

11. L’altro Matteo gli ha detto che lo vuole leader del centrodestra. E lui ci ha creduto.

12. I miliardi del Recovery sono 209, le prossime nomine sono 500 e Gli avvoltoi hanno fame (per le querele, rivolgersi a Don Siegel per il film con Clint Eastwood e Shirley MacLaine).

13. Crede che il Mes sia una roba che si mangia.

14. De Benedetti è a digiuno di insider da Palazzo Chigi.

15. I finanziatori di Open, dopo le ultime perquisizioni, hanno interrotto i bonifici.

16. Gliel’han chiesto babbo Tiziano, Alfredo Romeo e Carlo Russo in un baretto a Firenze.

17. È la prima clausola del Patto di Rebibbia con Verdini.

18. La Boschi ha la faccia come la Boschi e del resto, “dopo una certa età, ognuno è responsabile della sua faccia” (per le querele, rivolgersi ad Albert Camus).

19. Vuole entrare nel Guinness dei primati come il primo politico al mondo che finisce sotto zero nei sondaggi.

20. Vuole finalmente mantenere la promessa di lasciare la politica e si butta nel racket.

21. Scrivere letterine a Conte gli dà più gusto che scriverle a Babbo Natale, che gliele respinge sempre al mittente.

22. Confonde i servizi segreti con i servizi igienici.

23. Vuole la Boschi ministra perché non sopporta un governo senza indagati e neppure lui sa chi siano queste Bellanova&Bonetti.

24. Raccontare 937 balle in un solo mese e venire creduto è una novità persino per il Bomba.

25. Da piccolo lo prendevano tutti in giro e ora si vendica sul primo che capita.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/06/perche-lo-fa/6056682/

sabato 17 ottobre 2020

I ricatti di Renzi: vuole solo “Italiavivacchiare”. - Daniela Ranieri

 

Stiamo pensando di istituire una rubrica fissa su queste pagine, dal titolo I ricatti di Renzi. Cosa si sarà inventato oggi questo giocatore di poker per destabilizzare il governo affermando al contempo la dubbia esistenza in vita della sua creatura politica?

Era febbraio: “Sulla prescrizione o si cambia o ci vediamo in Senato”, minacciò, come certi ceffi nei saloon dei film western; poi arrivò l’epidemia di Covid e i suoi capricci caddero un po’ in secondo piano, diventando inspiegabilmente impopolari tra i ricoverati, gli intubati e la gente che perdeva il lavoro.

Intanto a maggio l’epidemia diventava pandemia e lui ordinava di “riaprire tutto”: “fabbriche, negozi, scuole, librerie, messe”, perché a suo dire così avrebbero voluto i morti di Bergamo e Brescia, ansiosi di riabbracciare i loro cari. In Senato, dilaniato tra la scelta se appoggiare la mozione del centrodestra “Bonafede scarcera troppi boss” o la mozione della Bonino “Bonafede scarcera troppi pochi boss”, rivelò il bluff, la minaccia si sgonfiò, i 17 senatori pronti all’attacco vennero rilegati al cancello; però già che c’era denunciò il “regime degli arresti domiciliari”, lo “Stato etico”, il “paternalismo populista” di Conte, tutte violazioni della Costituzione che gli è tanto cara.

L’altro ieri questo specialista del fiato sul collo ha reso pubblico alla Nazione che la priorità in questo momento è NON consentire ai 18enni di votare al Senato, come prevedeva la riforma inserita nel pacchetto disposto dal Pd in cambio del Sì al taglio dei parlamentari, dunque come da accordo del governo di cui Renzi fa parte, e soprattutto come da volontà di Renzi stesso, espressa appena 8 giorni prima. Così i suoi 30 deputati si sono astenuti facendo saltare la riforma, ribadendo che in questa bizzarra congiuntura un conto è il peso che si ha in Parlamento, un conto l’irrilevanza persino ontologica di una formazione che fatica ad arrivare al 3% presso coloro che quel Parlamento in via teorica rappresenta.

Sarebbe spassosissimo, se non facesse sprecare tutto questo tempo ai lavori parlamentari (e corrente elettrica, stipendi per i commessi, liquido igienizzante, etc.) il convulso agitarsi di uno che, se la sua parola valesse qualcosa, si sarebbe dovuto ritirare dalla politica, e che si vende, col favore dei giornali ancora innamorati di lui, come un astuto stratega impregnato di Machiavelli, le cui citazioni compaiono in esergo ai suoi libri per la presumibile ilarità dei posteri.

Inutile tentare di entrare nella testa di Italia viva, nome che le ultime elezioni hanno rivelato essere chiaramente antifrastico; il merito delle questioni su cui questo organismo monocefalo punta i piedi è del tutto irrilevante, mentre il metodo è sempre lo stesso: Renzi che all’ultimo minuto si accorge che il voto su qualche misura della maggioranza è assolutamente dirimente, o assolutamente irrilevante; Renzi che dice che la priorità è il bicameralismo paritario, o la riforma della giustizia, o l’Irap; Renzi che ne fa un punto d’onore, anzi una battaglia, a costo di far crollare tutto, cosa che poi al dunque si guarda bene dal fare (come dimostra il voto diligente sulla Nadef), perché sarà pure vero che se lo litigano l’Onu, gli Emirati Arabi e la Nato, ma intanto meglio Italiavivacchiare, e tutto sommato questo limbo gli dà adrenalina e una forma tutta particolare di potere.

La sera stessa della marachella si presenta al Tg2 Post a parlare dei numeri della pandemia e a ribadire il concetto a lui caro che “comunque in terapia intensiva c’è il 10% dei posti occupati” (ci preoccuperemo quando saranno il 100%). Interrogato sul punto, dice: “Trovo surreale che mentre in alcune Regioni si nega ai 18enni il diritto di andare a scuola, il dibattito sia dare il diritto di voto per il Senato ai 18enni”. Capite che qui siamo nel campo dell’irrazionale, e sarebbe più onesto rivendicare qualcosa (un sottosegretariato, un rimpasto, una soglia di sbarramento all’1%), invece di prendere in ostaggio un’intera maggioranza in un momento simile. Intanto la spacconata ha assunto rilievo politico, e il Pd, nel momento in cui si credeva affrancato dalla sudditanza psicologica da questo ludopatico istituzionale, finisce per fare il suo gioco, chiedendo “una verifica” a Conte, con l’effetto di confermare quello cui Renzi costantemente allude, e cioè che l’alleanza vale poco, tanto che uno senza un progetto politico può sabotarla un giorno sì e uno no.

Deliziosa la tautologia: “Si deve prendere atto che senza di noi non ci sono i numeri”, ripetono gli emissari renzisti, e questo non ha senso sul piano logico, prima ancora che politico: è come prendere un mutuo e andare in banca ogni giorno a ricattare il direttore: “Lei deve assumere mio figlio/ deve cambiare i vertici della banca/ deve farmi diventare socio, perché senza di me non ci sarebbe chi paga il mutuo”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/10/17/i-ricatti-di-renzi-vuole-solo-italiavivacchiare/5969508/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=commenti&utm_term=2020-10-17#