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domenica 18 luglio 2021

“Così hanno fatto la cresta sui soldi per curare i bimbi”. - Vincenzo Bisbiglia

 

Roma, Olbia, Bangui: nei verbali nuove “ombre” sul denaro destinato agli ospedali pediatrici. Dal Fondo calciatori al concerto di Baglioni.

C’è un filo rosso nelle carte dell’inchiesta sui fondi del Vaticano, quello legato ai soldi destinati agli ospedali pediatrici. Strutture spesso costrette a ricorrere a donazioni per acquistare macchinari o finanziare ricerche all’avanguardia per la cura dei bambini. Dalla Sardegna a Roma fino al Centrafrica, agli atti del Promotore di Giustizia d’Oltretevere ci sono due verbali chiave. Il primo riguarda gli interrogatori del 9 novembre e del 7 dicembre 2020 resi da Enrico Crasso, il contabile che per anni ha gestito i fondi della Segreteria di Stato vaticana, imputato per corruzione e peculato nell’ambito del processo che inizierà presso la Santa Sede il 27 luglio. L’altro risale al 31 agosto 2020 e contiene le dichiarazioni spontanee di monsignor Alberto Perlasca, l’ex braccio destro e oggi principale accusatore del cardinale Angelo Becciu, ex terza carica dello Stato vaticano, anche lui a processo con le accuse di peculato e abuso d’ufficio. Perlasca, inizialmente indagato, è stato invece prosciolto proprio in seguito alla collaborazione offerta ai pm.

Centro analisi soldi al fondo calciatori a costo triplicato.

Fra le accuse a Crasso c’è la sottoscrizione nel 2020 di un preliminare di vendita con la Sport Invest 2000 per l’acquisto di un immobile in via Gregorio VII a Roma, al costo di 3,9 milioni di euro, “a fronte di un valore effettivo di 1,3 milioni”, si legge nel capo d’imputazione. La Sport Invest gestisce un fondo denominato “Fondo calciatori a fine carriera”, in quel momento in grossa difficoltà economica. Crasso a verbale dichiara che “Perlasca mi segnalò l’esigenza di acquistare un immobile da adibire come laboratorio analisi per il Bambin Gesù”, il noto ospedale pediatrico romano. Quello che rilevano gli inquirenti è che Crasso era anche il gestore esterno del Fondo, dunque in potenziale conflitto d’interessi. “Sono miei clienti dal 1995 – ha ammesso il contabile – me li presentò il marito della professoressa Severino”, intesa Paola Severino, estranea all’inchiesta e avvocato rappresentante di parte civile della Santa Sede. L’affare non si concretizzerà.

Baglioni perlasca: “ombre sull’evento in aula nervi”.

Fondamentali, a detta degli inquirenti, per cristallizzare le accuse, sarebbero state le dichiarazioni di Perlasca, prelato diretto sottoposto di Becciu all’epoca in cui era Sostituto alla Segreteria di Stato. Fra le “ombre” gettate sulla gestione del cardinale emerge il concerto di beneficenza di Claudio Baglioni (totalmente estraneo all’inchiesta) il 16 dicembre 2016, in un’aula Nervi gremitissima, con quasi 12mila persone presenti. L’incasso doveva essere destinato al restauro di un ospedale pediatrico a Bangui, nella Repubblica Centrafricana. “Alla Segreteria di Stato arrivarono 600 o 700.000 euro – scrive Perlasca nella memoria presentata ai pm vaticani – Non mancai di rappresentare a mons. Becciu tutta la mia delusione: tanto clangore per soli 700.000 euro!”. Ancora: “Non osai fare cattivi pensieri, ma le cose mi rimanevano ugualmente non chiare (…) I conti non tornano”. E poi: “La sig.ra Enoc (Mariella Enoc, direttrice del Bambin Gesù, ndr) continuava a insistere nel dire di darle i soldi, perché il Papa le aveva detto di aver dato alla Segreteria di Stato una certa cifra per l’ospedale. In ufficio risultavano però 2 milioni di euro di meno”. Secondo Perlasca, “sono stati rifatti i conti più e più volte” ma “non sono mai tornati e alla fine la cosa venne lasciata cadere”. Alla fine l’ospedale verrà realizzato con 3 milioni donati dal Papa, 750mila dalla Gendarmeria (l’incasso del concerto) e 1 milione da una donazione privata da Novara, città natia di Enoc.

Mater olbia “hanno lucrato sui fondi arrivati dal qatar”.

Perlasca sferra l’attacco diretto a Becciu su un altro tema, l’ospedale pediatrico Mater Olbia. Una storia travagliata, che inizia nel 2012, quando l’emiro del Qatar, Tamim Al Thani, decide di investire attraverso la Qatar Foundation per replicare in Sardegna il Bambin Gesù di Roma. Dice Perlasca a verbale: “Ci volevano 40 milioni per acquistare l’immobile e 40/45 milioni per renderlo funzionale. Mi si assicura che i fratelli Becciu fecero il loro sporco guadagno su quest’ultima cifra, mediante appalti e subappalti a ditte ogni volta più scadenti e opache, con ricarichi del 10/15 per cento”. Il riferimento è alla falegnameria di Giuseppe Becciu (non indagato), fratello del cardinale Angelo, che secondo le dichiarazioni a verbale di Perlasca, avrebbe lucrato su vari appalti, dall’abbellimento della Nunziatura Apostolica a Cuba (“voleva costruire un pronao davanti alla porta per fare in modo che gli ambasciatori non si bagnassero (…), ma a Cuba piove una volta l’anno”) fino al “restauro dell’appartamento cardinalizio in cui risiede il card. Becciu”, dice Perlasca il 31 agosto 2020.

Becciu difesa: “calunnie, smonteremo le accuse”.

Le accuse rese a verbale da Perlasca non sono state tutte tradotte dagli inquirenti in capi d’imputazione. Per questo gli avvocati dell’ex prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi le reputano “completamente infondate e sganciate dalla realtà storica”, rese “da chi rilasciava dichiarazioni da imputato senza obblighi di verità”. Ovvero: “Tutte calunnie”. Non solo. L’avvocato Fabio Viglione, che difende Becciu, assicura al Fatto che “i bonifici evidenziati dall’accusa” pagati dalla Segreteria di Stato alla Diocesi di Orzinuovi e poi alla Cooperativa Spes di Antonio Becciu (fratello di Angelo, ndr) “hanno una spiegazione perfettamente lecita e addirittura meritoria, finalizzati all’aiuto di persone gravemente bisognose. Daremo piena dimostrazione in aula”.

“Sistema marcio” Il petrolio e il palazzo di Londra.

Nel 2012 la Santa Sede voleva investire circa 250 milioni in Falcon Oil, trust partner di Eni impegnato nella ricerca del petrolio in Angola. L’affare poi è saltato e i soldi sono stati destinati all’acquisto di un prestigioso edificio nel quartiere Chelsea a Londra: il valore del palazzo è crollato e la gestione è stata oggetto di una presunta truffa con ricatto ai danni del Vaticano e – ipotizzano i pm – nonostante l’intervento diretto di Papa Francesco. Da questo episodio è nata l’inchiesta che il 3 luglio scorso ha portato al rinvio a giudizio di 10 persone, accusate a vario titolo di corruzione, peculato, abuso d’ufficio, truffa e estorsione. Fra loro diversi alti prelati funzionari della Segreteria di Stato del Vaticano, fra cui il reggente dell’ufficio documentazione, Mauro Carlino e, soprattutto, l’ex Sostituto agli Affari Generali, Angelo Becciu, quest’ultimo accusato di peculato e abuso d’ufficio. Fu proprio Becciu, nel 2012, ad avviare la valutazione del maxi-investimento nel blocco 15/06 offshore in Angola, su proposta del suo contatto Antonio Mosquito. Ma dopo una prima valutazione positiva, la due diligence affidata al finanziere Raffaele Mincione diede esito negativo. Mincione spinse così la Santa Sede, nel 2014, a impegnare parte di quei fondi nell’acquisto del palazzo in Sloane Avenue, ex magazzino di Harrods, attraverso la partecipazione al fondo Athena Capital, sempre riconducibile a Mincione. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, quando l’immobile iniziò a svalutarsi e la Segreteria di Stato spinse per uscire dall’affare, entrò in gioco il broker molisano Gianluigi Torzi, che nel frattempo – sempre per i pm – aveva rifilato azioni carta straccia al Vaticano, ottenendo a inizio 2019 una buonuscita da 15 milioni, oggetto della presunta estorsione, per chiudere la partita.

ILFQ

mercoledì 26 settembre 2012

Carlucci, la cresta sul taxi - Melania Lacavalla



L'onorevole dell'Udc cerca di farsi rimborsare dal Comune di cui è sindaco 135 euro per la tratta Fiumicino - Centro di Roma. Che ne costa 40. Beccata dall'opposizione, è stata costretta a restituire il maltolto.

Le missioni dell'onorevole Gabriella Carlucci, per il Comune di Margherita di Savoia di cui è sindaco dal marzo 2010, sono divertenti. 

Ultimamente ad esempio le Iene l'hanno beccata in trasferta da Roma a Lecce per vedere un torneo degli avvocati tennisti italiani. Partecipante: il marito dell'onorevole, appunto un avvocato tennista. Scesa all'aeroporto di Brindisi, l'onorevole sindaco è stata accolta da una Fiat Punto nera, noleggiata a spese del Comune di di Margherita di Savoia, trasportata allo scalo da un addetto del medesimo Comune. Già che c'era ha giocato a tennis anche lei. 

Ma la missione sportiva a carico dei contribuenti non è certo l'unica performance della Carlucci. Un'altra trasferta poco chiara è avvenuta il 27 luglio scorso. 

Da una determinazione di impegno e liquidazione del Comune di Margherita di Savoia si evince un impegno di spesa pari a 149,00 euro in favore del sindaco.Nella richiesta è specificato il luogo della missione, Roma (che è il luogo di residenza di Gabriella Carlucci) ma non se ne comprende lo scopo. 

In allegato alla richiesta c'è anche una ricevuta di 135 euro di un taxi. La ricevuta riporta il percorso 'da aeroporto a centro Roma'. Tariffa un po' alta per una tratta che è fissata in 40 euro da Fiumicino (e 30 da Ciampino) se appunto ci si reca in centro. 

Dopo un'interrogazione dei consiglieri di minoranza del Comune di Margherita di Savoia datata 29 agosto - nella quale si chiede di venire a conoscenza dello scopo della missione - la determina di rimborso è quindi stata revocata al sindaco: «Da un attento esame della documentazione (..) l'ufficio preposto non ha riscontrato l'esistenza di documentazione che supporti la richiesta di rimborso». 

Insomma Gabry ci ha provato, i consiglieri di minoranza si sono magicamente accorti "dell'errore" e la Carlucci ha restituito l'importo. Resta il mistero sullo scopo della presunta missione, domanda alla quale Carlucci non ha risposto, preferendo promettere che «la scrivente (...) eviterà, in futuro, di richiedere costi di missioni, non solo per scongiurare altri incresciosi eventi di tal fatta, ma anche e soprattutto per non gravare sulle riserve finanziarie dell'Ente già in grave crisi». 

In Puglia chiamasi "pezza a colori".


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/carlucci-la-cresta-sul-taxi/2191721