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venerdì 12 luglio 2019

Arrestato ex finanziere piromane, avrebbe distrutto la riserva delle Saline di Priolo.

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Riserva naturale Saline di Priolo

E' un ex militare della Guardia di Finanza.

Sarebbe un ex militare della Guardia di finanza, 62 anni, originario di Messina ma residente da anni a Siracusa, il presunto responsabile del terribile incendio che ha distrutto ettari all’interno della Riserva naturale Saline.
L’uomo è stato arrestato dai carabinieri perché accusato di aver appiccato due incendi, in contrada Biggemi e in contrada Petraro ieri nel territorio di Priolo, nel Siracusano. I militari hanno individuato il 62enne in prossimità di uno dei roghi e lo hanno trasferito in carcere.
A causa di uno dei due roghi è stato necessario anche evacuare la spiaggia di Priolo a causa delle fiamme che sono giunte fino alla costa La riserva Saline di Priolo è andata completamente distrutta a causa del rogo e sono andati distrutti anche tutti i capannoni e tutte le piante all’interno dell’area protetta.
All’indomani del vasto incendio si contano i danni delle fiamme: in parte devastata la Riserva naturale Saline, salvati i fenicotteri e le altre specie che migrano nell’area. “La Riserva è distrutta – spiega Fabio Cilea, direttore della Riserva naturale Saline di Priolo – ma ora si ricomincia a lavorare con maggiore impegno”.

https://www.blogsicilia.it/siracusa/arrestato-ex-finanziere-piromane-avrebbe-distrutto-la-riserva-delle-saline-di-priolo/491011/#h8Qdq6skdevbwRkq.99

giovedì 28 marzo 2019

Ecco gli autori degli incendi che nel luglio 2017 distruggevano Piano Geli e zone limitrofe. Due anni dopo la giustizia fa il suo corso. - Piergiorgio Immesi

Ecco gli autori degli incendi che nel luglio 2017 distruggevano Piano Geli e zone limitrofe. Due anni dopo la giustizia fa il suo corso

Gli incendi che interessarono il territorio di Monreale quell’estate ebbero effetti devastanti: ettari ed ettari di macchia mediterranea furono dati alle fiamme e ridotti in cenere.


Monreale, 26 marzo 2019 – Sono stati individuati ed arrestati oggi i responsabili degli incendi appiccati nel luglio 2017 nel territorio di Monreale: si tratta di Pietro e Angelo Cannarozzo, colpevoli anche di aver rubato parti di guard rail, rame e una telecamera installata dalla polizia.
Gli incendi che interessarono il territorio di Monreale quell’estate ebbero effetti devastanti: ettari ed ettari di macchia mediterranea furono dati alle fiamme e ridotti in cenere. Alcune villette furono evacuate, il rischio per i residenti era alto e il fuoco si estendeva velocemente.
Il primo incendio fu appiccato il 18 giugno, nei pressi di via Torrente d’Inverno, e distrusse quasi 5.000 metri quadri di vegetazione, oltre a rappresentare un grave pericolo per l’incolumità dei residenti. Poi nel mese di luglio arrivarono gli altri fuochi, uno di questi interessò l’area di Piano Geli, a Monreale, e furono necessari interventi lunghi e costosi per domare le fiamme.
Fu necessario l’intervento di due squadre, supportate da due moduli boschivi antincendio, e le fiamme lambivano le abitazioni. Quasi due anni dopo la giustizia ha fatto il suo corso e sono stati individuati i responsabili degli eventi catastrofici di quell’estate.

https://www.filodirettomonreale.it/2019/03/26/luglio-2017-le-fiamme-distruggevano-piano-geli-e-zone-limitrofe-due-anni-dopo-la-giustizia-fa-il-suo-corso/#xLqWvKprtubTO0BF.99


Leggi anche: 
https://www.blogsicilia.it/palermo/che-mi-interessa-se-bruciano-le-persone-intercettazioni-choc-dei-piromani-di-san-martino-video/476873/?fbclid=IwAR27xEJ8q27KTkT1p4uubW639Asduq6MAGZYggI4CmdqBSUueSvs4oN4v5o

giovedì 13 luglio 2017

Sicilia in fiamme, 700 persone evacuate via mare a San Vito Lo Capo.


Allontanati dagli alloggi aggrediti dalle fiamme, i turisti del villaggio turistico di sono stati radunati in spiaggia e poi sono stato portati via con barche, barchini e gommoni. Ed è emergenza incendi anche in Campania e in Calabria.

È ancora emergenza incendi nel Sud Italia. Soprattutto in Sicilia, Calabria e Campania. Paura a San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, per le fiamme che si sono avvicinate a un villaggio turistico: tutti gli ospiti sono stati messi in salvo via mare. Il ministro dell’Ambiente Galletti, dopo i roghi che hanno interessato la zona, è andato nella sede del Parco Nazionale del Vesuvio a Ottaviano: “Stiamo puntando fortemente sui parchi come motore di sviluppo e turismo per il nostro Paese, per questo mi dà ancora più fastidio questa situazione degli incendi e mi angoscia”.

Paura in un villaggio a San Vito Lo Capo.
Una delle situazioni più critiche della giornata si è registrata a San Vito Lo Capo. Le fiamme hanno lambito il villaggio turistico Calampiso, dove c’erano circa 700 villeggianti. Gli ospiti sono stati evacuati dalla struttura via mare, a bordo di barche. Il sindaco Matteo Rizzo aveva lanciato un appello sui social network per chiedere a chiunque fosse in possesso di imbarcazioni in buono stato di raggiungere il porticciolo per dare un aiuto nelle operazioni di evacuazione. Le fiamme attorno alla struttura, hanno detto i vigili del fuoco, sono state circoscritte e si lavora per impedire la nascita di nuovi focolai. Anche un baglio vicino al resort è stato evacuato. L’incendio, ha spiegato Alfio La Ferla, direttore della società che gestisce Calampiso, “si è sviluppato dalla montagna di contrada Sauci e le fiamme sono state spinte verso il villaggio dal forte vento”. Una delle turiste evacuate ha raccontato: “Siamo scappati in costume e ciabatte. Il nostro appartamento è stato avvolto dalle fiamme. Erano proprio sopra di noi. Ho preso mia figlia e sono andata in spiaggia. Ci hanno fatto andare via sui barconi che fanno il giro dello Zingaro. Prima donne e bambini e poi gli altri”.

La situazione in Sicilia.
Calampiso si trova al confine con la riserva naturale dello Zingaro ed è stato minacciato in diverse occasioni dagli incendi, spesso appiccati da piromani. L'anno scorso alcune centinaia di visitatori che erano all'interno della riserva trovarono riparo proprio all'interno del villaggio; un'altra evacuazione via mare della struttura era avvenuta alcuni anni fa sempre per motivi precauzionali. Anche ieri un centinaio di famiglie erano state evacuate dalla zona e migliaia di ettari di macchia mediterranea e colture sono andate in fumo. Ma le situazioni di emergenza in queste ore in Sicilia sono tante. A Catania, dopo i numerosi incendi delle ultime ore, il prefetto ha convocato il Centro Coordinamento Soccorsi. A Messina, dopo tre giorni in cui la città è stata circondata dalle fiamme, la situazione sembra tornato sotto controllo: sono presenti solo piccoli focolai che i vigili del fuoco stanno già domando, ma resta alto l'allarme perché i roghi vengono accesi di continuo. Situazione differente in provincia, sia nella zona ionica sia tirrenica: incendi si sono sviluppati a Milazzo, Lipari, Giardini e Gaggi. A Lipari, in particolare, un incendio doloso ha messo in ginocchio Quattropani. In mattinata il rogo, dopo nove ore, sembrava domato, ma nel pomeriggio ha ripreso forza e minaccia diverse case. Il fuoco ha interessato circa 15 ettari di terreno, anche coltivato, con danni ingenti. Le ceneri sono arrivate fino alla spiaggia di Canneto e al centro di Lipari.

Brucia anche la Campania.

La situazione non è migliore in Campania. “L'immagine del Vesuvio in fiamme è una immagine forte. Napoli non merita questo”, ha detto il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti nella sede del Parco Nazionale del Vesuvio a Ottaviano. Il Governo, ha aggiunto, presta “grande attenzione” alla situazione degli incendi “perché è critica e delicata”. Il ministro è arrivato in Campania dopo i roghi che in queste ore stanno interessando le aree del Vesuvio e diversi comuni della provincia di Napoli. Roghi che potrebbero essere dolosi. La Procura di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo: l'accusa è di incendio doloso, per ora a carico di ignoti. “È una corbelleria pensare alla autocombustione, qui c'è la mano di una o più persone”, ha detto il comandante Regione Carabinieri Forestali Campania, Sergio Costa. “È un disastro ambientale enorme e mi auguro che la magistratura e le forze dell'ordine individuino i criminali perché sono convinto sia un'attività dolosa e criminale”, ha aggiunto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Per ospitare le persone evacuate, il Comune di Torre del Greco ha aperto le palestre delle scuole. Ma a bruciare è anche la provincia di Salerno (un vasto incendio a San Rufo, in particolare, sta distruggendo decine di ettari di superficie boscata) e quella di Avellino (interessate soprattutto la zona del Montorese, e la Valle Caudina).

Emergenza pure in Calabria.

Incendi (spesso dolosi), case in pericolo, persone evacuate, fiamme difficili da spegnere, mezzi aerei che scarseggiano per le tante richieste anche in Calabria. Nella Prefettura di Cosenza e Catanzaro sono attive le Unità di crisi. Da ore si susseguono roghi su tutto il Cosentino, con ettari di macchia mediterranea che stanno andando in fumo dallo Ionio al Tirreno. Stesso discorso nel Catanzarese, con i Canadair e gli elicotteri in azione in diverse zone. A Taverna, nella Presila, un rogo alimentato dalle alte temperature e dal vento minaccia da ieri alcune case e ha distrutti ettari di macchia mediterranea, frutteti e campi coltivati. Danni notevoli anche a un capannone e altre strutture di allevamento conigli e animali domestici. Un altro rogo ha interessato la frazione S. Elia di Catanzaro. Alcuni residenti per precauzione hanno lasciato le loro case. Emergenza incendi anche in provincia di Vibo Valentia. I roghi hanno interessato i territori di Drapia, Briatico, Vibo Valentia e Sant'Onofrio. 

venerdì 17 giugno 2016

Piano criminale dietro gli incendi a Palermo? Indaga la Procura.

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PALERMO. La Procura di Palermo acquisirà gli elementi raccolti dalle forze dell'ordine sugli incendi scoppiati in città per accertare se dietro alle decine di roghi divampati nelle ultime ore ci sia un piano criminale. Al momento polizia e carabinieri sono concentrati sul soccorso alla popolazione. Sono state decine le case fatte evacuare.
Anche a Cefalù gli investigatori seguono la pista dell'origine dolosa nelle indagini sulla causa degli incendi divampati tra ieri sera e oggi. Il commissariato della polizia di Stato, diretto da Manfredi Borsellino, ha chiesto anche l'intervento della scientifica. L'ipotesi che dietro i roghi ci sia un piano criminale nasce dal fatto che i focolai sono scoppiati contemporaneamente in diversi posti anche lontani. I piromani avrebbero scelto le condizioni più favorevoli per provocare danni maggiori.