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giovedì 23 aprile 2020

Il piano della task force: poche riaperture e cautela. - Paola Zanca

Il piano della task force: poche riaperture e cautela

Dal 4 maggio - Tornano al lavoro meno di tre milioni di italiani, un terzo del totale: il gruppo di esperti guidato da Vittorio Colao consegna al premier la sua relazione.
Quattro pagine e un diagramma di flusso: uno schema esclusivamente mirato alla riapertura di una serie di attività produttive, il prossimo 4 maggio. E che – “se funziona” – potrà essere poi applicato in futuro per allargare la cerchia a quei settori economici che ancora devono rimanere chiusi. Così ha lavorato la task force guidata da Vittorio Colao, che ieri ha consegnato la sua prima relazione al presidente del Consiglio. Un lavoro fatto in una settimana, confrontando documenti, protocolli e altre esperienze extra-nazionali, ma che di fatto non entra nel merito di molte scelte che ora toccheranno alla politica. In pratica il primo passo con cui la fase 2 si mette in moto, non certo il ritorno alla normalità. E che riguarderà poco meno di 3 milioni di lavoratori, un terzo di quelli attualmente sospesi dall’emergenza coronavirus.
NIENTE “LIMITI”
Il premier boccia l’idea di tenere a casa gli over 60. Ancora nessun accordo sui trasporti.
D’altronde, al termine di una giornata di riunioni con i rappresentanti delle task force, i capidelegazione della maggioranza, le parti sociali e gli enti locali, è la stessa Presidenza del Consiglio a chiarire che tra due lunedì non ci sarà nessuno “stravolgimento”: la fase 2 comincia, ma nessuno immagini di tornare alla vita che faceva a febbraio. Già domani il premier dovrebbe essere pronto a illustrare agli italiani il dettagliato piano che allenterà – ma solo un po’ – le misure imposte dal decreto in vigore. Tornano al lavoro le aziende manifatturiere e quelle edili, riapre qualche negozio, si stempera leggermente l’imperativo del “restate a casa”, ma di fatto la parola d’ordine resta la solita: prudenza.
Perché le indiscrezioni che in questi giorni hanno riguardato le nuove misure del lockdown rischiavano di far passare il messaggio che il peggio è passato. E, purtroppo, così ancora non è. Non che si fosse parlato del ritorno alla normalità, sia chiaro: le passeggiate al massimo in due, la mascherina ovunque, le metropolitane con i distanziometri a terra, niente viaggi extra-regione. Eppure, il rischio che segnali di distensione eccessivi facciano breccia nell’opinione pubblica è avvertito un po’ da tutti: da Palazzo Chigi, dalla task force, figuriamoci dal comitato tecnico scientifico che rappresenta gli scienziati. E che infatti ieri sera ha invitato tutti a rispettare la “gradualità” delle riaperture.
Sarà così, d’altronde, anche secondo gli esperti che hanno scritto il primo paper per la fase 2: la mission che Conte gli aveva affidato era circoscritta, per il momento, all’organizzazione delle attività produttive costrette alla convivenza con il virus. Per questo i tecnici si sono concentrati sugli strumenti di “rarefazione” del numero di persone nei luoghi di lavoro: lo smart working innanzitutto, ma anche una tabella oraria che permetta di non concentrare nelle medesime fasce della giornata l’ingresso e l’uscita da fabbriche, uffici e negozi.
Un tema, come vi abbiamo raccontato più volte, che si incrocia inevitabilmente con quello dei trasporti: non ci sono ancora soluzioni sulla nuova organizzazione dei mezzi pubblici. Per ora, la previsione e l’auspicio, è che chi torna al lavoro non li usi proprio: la task force ha elaborato dei flussi secondo cui, con la riapertura delle attività del 4 maggio, autobus e treni resteranno più o meno vuoti come adesso, anche perché si tratta di imprese dislocate fuori dalle città. Il tema del trasporto pubblico si porrà con la ripresa della vita sociale che, ribadiamo, non è in programma per le prossime settimane. E riguarderà anche una questione sollevata ieri dalla sindaca di Roma Virginia Raggi: il “ristoro” dei mancati introiti di questi mesi. Nel capitolo dedicato ai trasporti della relazione consegnata ieri, comunque, si fa riferimento anche all’incentivo di nuove forme di mobilità, come la bici elettrica (non proprio la soluzione per Roma).
La cornice di ogni ragionamento, come ovvio, resta il controllo della curva epidemiologica: sono stati predisposti alcuni indicatori, delle clausole di salvaguardia, superati i quali si tornerà a provvedimenti restrittivi. Anche per questo i tecnici della task force avevano inserito un consiglio: vietare la ripresa del lavoro a chi ha più di 60 anni. Non solo perché si tratta della categoria più a rischio, ma anche perché è quella che – se si ammala – necessita con maggior probabilità del ricovero in terapia intensiva e rischia così di mandare di nuovo in sofferenza le strutture ospedaliere.
È l’unica misura, però, che Conte in persona ha bocciato: indigeribile per l’opinione pubblica italiana che ha pur sempre un terzo di popolazione in quella fascia d’età, tuttora attiva in molti servizi e professioni.

lunedì 20 aprile 2020

“Energie rinnovabili e agricoltura punti per ripartire”, Farruggia: “No a nuova cementificazione”.


Farruggia e il senatore Pietro Lorefice che ha a sua volta partecipato alla seduta.

Gela. Produzione di energia da fonti rinnovabili, più spazio all’agricoltura sostenibile e una nuova visione della mobilità urbana e non solo. Sono questi i punti cardine che il Movimento cinquestelle pone nell’ottica della fase successiva all’emergenza Covid, così da ripartire ma sfruttando fonti economiche diverse rispetto a quelle del passato, che ormai segnano il passo. Il consigliere comunale pentastellato Virginia Farruggia ha tirato le linee di ripartenza già nel corso della seduta monotematica di consiglio comunale. “La crisi creata dal coronavirus, partendo da un ambito strettamente sanitario, è collegata ad una devastazione ambientale non più praticabile. Data questa prospettiva, non possiamo sottrarci alla necessità di fornire alternative concrete allo sviluppo del nostro territorio, elaborando proposte che abbiano una visione a lungo termine e che permettano di coniugare la tutela ambientale con la crescita economica e sociale della città. Sotto questo profilo crediamo che si debba investire nello sviluppo delle energie rinnovabili – dice – favorendo gli investimenti legati alla produzione di energia elettrica tramite impianti solari a concentrazione ed impianti eolici offshore posizionati non sottocosta, ma al largo. Queste due forme presentano sia imprenditori validi che esperienze concrete già realizzate nel mondo e consentirebbero una crescita economica e tecnologica che darebbe molti posti di lavoro, rispettando i limiti posti dalle normative nazionali ed europee, rispecchiate nel Piano di gestione Rete Natura 2000, oggi vincolante per il territorio. Settori cardine come la metalmeccanica potrebbero trovare ampio sviluppo in un comparto in forte crescita”. Farruggia richiama la necessità di non trascurare un’agricoltura locale abbandonata da decenni al proprio destino, riprendendo le fila di un nuovo sistema di mobilità, che colleghi la città all’aeroporto di Comiso e a quello di Catania. “Una città con questi strumenti può eliminare la sua marginalità e grazie alla posizione geografica, fondamentale per il vento e l’esposizione solare – continua – potrà assumere un ruolo baricentrico e di crescita economica e sociale, fondando la rinascita sui principi dell’economia circolare”. Tutti punti di un programma potenziale che non annovera ricette fatte di nuove costruzioni e cementificazione ad ogni costo.

“Una visione del genere si pone in netto contrasto con le proposte legate all’economia fossile del passato, oggi in insanabile crisi, e con quelle di chi ritiene di dover consumare ancora suolo e di fondare la rinascita della città sul metodo della cementificazione selvaggia e delle nuove concessioni edilizie – conclude – questi sistemi risultano inaccettabili e rappresentano solo fumo negli occhi che blocca la costruzione del futuro. Il futuro si costruisce con strumenti concreti e moderni, non con metodi arcaici che tanto danno hanno già arrecato alla nostra città”. Una risposta, quest’ultima, che sembra indirizzata verso alcune proposte avanzate durante il consiglio monotematico, avanzate principalmente dalla commissione urbanistica.

https://www.quotidianodigela.it/energie-rinnovabili-e-agricoltura-punti-per-ripartire-farruggia-no-a-nuova-cementificazione/?fbclid=IwAR0O8w7lK3ch0Vx11PvGiYw3Yb7LiY_mPY4pr9Omzi93lmlb1Atuj6Mlao0

domenica 19 aprile 2020

Giuseppe Conte.

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Si è da poco conclusa la riunione della Cabina di regia tra Governo, Regioni ed enti locali durante la quale, con i ministri competenti, ho voluto aggiornare la delegazione di governatori, sindaci e presidenti di provincia sullo schema di lavoro per la ’fase due’ che l’Esecutivo sta portando avanti, coadiuvato dalla Task force di esperti e dal Comitato tecnico scientifico.

Gli effetti positivi di contenimento del virus e di mitigazione del contagio si iniziano a misurare, ma non sono ancora tali da consentire il venir meno degli obblighi attuali e l’abbassamento della soglia di attenzione.

Nel frattempo continua incessantemente il lavoro del Governo a un programma nazionale che possa consentire una ripresa di buona parte delle attività produttive in condizioni di massima sicurezza, che tenga sempre sotto controllo la curva epidemiologica e la capacità di reazione delle nostre strutture ospedaliere.


Anche i rappresentanti dei governi locali hanno espresso adesione al disegno dell’Esecutivo di adottare un piano nazionale contenente linee guida omogenee per tutte le Regioni, in modo da procedere, ragionevolmente il 4 maggio, a una ripresa delle attività produttive attualmente sospese, secondo un programma ben articolato, che contemperi la tutela della salute e le esigenze della produzione.
Un piano così strutturato dovrebbe garantirci condizioni di massima sicurezza nei luoghi di lavoro e sui mezzi di trasporto.


Dovremo proseguire nel confronto con tutte le parti sociali e le associazioni di categoria per ribadire la comune volontà di rafforzare il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro, già approvato lo scorso mese di marzo, e di continuare sulla strada del potenziamento dello smart working.


Sul fronte delle misure di tutela della salute, il Governo continua a lavorare per implementare i Covid hospital, l’assistenza territoriale e usare al meglio le applicazioni tecnologiche e i test per riuscire a rendere sempre più efficiente la strategia di prevenzione e di controllo del contagio.


https://www.facebook.com/GiuseppeConte64/photos/a.385574775257827/907364673078832/?type=3&theater