Visualizzazione post con etichetta incontri. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta incontri. Mostra tutti i post

mercoledì 7 aprile 2021

“Sostegno a Draghi ma profonda divergenza su Conte e M5s”. Letta vede Renzi (dopo i big di centrosinistra, centrodestra e pure le Sardine).

 

I due rivali si vedono per un faccia a faccia durato 40 minuti che fonti del Nazareno definiscono "franco e cordiale". Sulle amministrative di autunno, il segretario si è limitato ad ascoltare alcune idee del leader di Italia viva. Poi ha sottolineato che considera il rapporto coi 5 stelle essenziale per costruire in prospettiva un’alternativa vincente a Fdi e Lega.

E alla fine i due rivali si sono seduti insieme. Più di sette anni dopo la monovra che lo portò a essere sfrattato da Palazzo Chigi, a quasi un mese dal suo ritorno in Italia per essere eletto segretario del Pd, Enrico Letta ha incontrato Matteo Renzi. Il leader di Italia viva è stato ricevuto nella sede di Arel, Agenzia di ricerche e legislazione fondata da Nino Andreatta. Un faccia a faccia di 40 minuti, il cui contenuto è stato diffuso da fonti del Nazareno: i due hanno fatto un’analisi a tutto campo e convenuto sul fatto che in questo momento lo sforzo prioritario debba essere sul sostegno alla campagna vaccinale del governo e alle azioni di sostegno economiche. Letta e Renzi hanno poi ragionato sulle prospettive future trovando, spiegano ancora dal Nazareno, alcuni punti di accordo e altri disaccordo. Una è in particolare la madre di tutte le divergenze che separa Letta dall’uomo che lo cacciò da Palazzo Chigi: il rapporto Giuseppe Conte e il M5s. Rapporto che Letta considera essenziale per costruire in prospettiva un’alternativa vincente a Fdi e Lega. Renzi, invece, è il responsabile della caduta del governo Conte.

Che i due la vedessero all’opposto sui 5 stelle e sull’ex presidente del consiglio – uno dei primi big visti da Letta – era cosa nota. Sarà per questo che dal Nazareno provano a buttare acqua sul fuoco definendo l’incontro tra i due rivali come “franco e cordiale“. Sulle amministrative di autunno, invece, pare che Letta si sia limitato ad ascoltare alcune idee di Renzi. Insomma: a parlare era quello di Rignano sull’Arno, mentre il pisano ascoltava, in un incontro tutto toscano che ha animato il dibattito interno al Pd tra il 2013 e il 2014, cioè quando Renzi prima lanciò l’hashtag #enricostaisereno, per tranquillizzare l’allora premier, salvo decidere di sostituirlo a capo del governo. È per questo motivo che l’incontro tra i due era atteso sin dal ritorno di Letta in Italia. Il segretario del Pd, però, prima di Renzi ha preferito vedere praticamente tutto l’arco costituzionale. “Dulcis in fundo ha visto me? Non so quanto dulcis ma non è un problema che mi abbia visto dopo altri …il Pd ha detto che è stato un incontro franco e cordiale, io dico molto franco e molto cordiale, sono d’accordo”, ha commentato Renzi a La 7. Poi ha confermato: “Con Letta, su Conte e il M5s abbiamo opinioni diverse, questo era noto ed è stato confermato. Io non voglio stare con Salvini e Meloni a destra ma nè con i grillini e i populisti a sinistra. Letta, comprensibilmente, cerca una alleanza strategica con il M5s e Conte. Vedremo chi avrà ragione da qui ai prossimi 2 anni”. Quindi ha dato un consiglio al rivale: “Al posto di Enrico non farei accordi con i 5 Stelle”.

Prima di vedere il leader di Italia viva Letta aveva incontrato Giuseppe Conte a Roberto Speranza, cioè quelli che considera gli alleati naturali del suo partito, ad Antonio Tajani e Giorgia Meloni, le facce dell’opposizione ai dem. E pure Matteo Salvini, con il quale ha avuto modo di dialogare durante un evento in videoconferenza dell’Ispi. Poi ha incontrato Carlo Calenda, le Sardine, i Verdi, persino quelli di Demos, il network di democrazia solidale guidato da Mario Giro. Un’agenda affollata in cui il nome di Renzi sembrava non esserci mai. E infatti da Italia viva si erano lamentati: “Non ci sono stati contatti per il momento tra Letta e Renzi. Il segretario del Pd ha evitato di chiamare il leader di IV che però fa sapere di non avere alcun problema sulla questione“, avevano fatto sapere il 31 marzo. Letta si era dovuto giustificare: “Renzi? Lo incontrerò e parleremo di che tipo di futuro costruire per la Sinistra“, aveva detto a domanda diretta posta da Lilli Gruber. Che aveva chiesto: Quando intende incontrarlo? Alla fine del suo lungo giro di colloqui? “No, non è l’ultimo, devo fare ancora diversi incontri”, era stata la risposta. Che poi aveva messo le mani avanti: “Noi vogliamo costruire un’alleanza di centrosinistra con i 5 Stelle“. Renzi, invece, pare di no.

IlFattoQuotidiano

mercoledì 31 marzo 2021

Letta vede Sardine e Verdi e attacca Renzi sull’Arabia. - Giacomo Salvini

 

Il segretario: “Rapporti con i dittatori da regolare”.

Enrico Letta dice che “ci sarà tempo per incontrare tutti”. E a chi gli chiede lumi sul vertice più atteso, quello tra lui e il suo grande nemico, che nel 2014 lo “accoltellò” alle spalle con un “Enrico stai sereno!”, risponde con una battuta al vetriolo: “Devo ancora incontrare Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana e Angelo Bonelli dei Verdi”. Come dire: quelli che valgono il 2%, come Matteo Renzi, dovranno aspettare. Epperò il problema è che gli appuntamenti con Fratoianni e Bonelli sono già fissati: il segretario del Pd, dopo aver visto Roberto Speranza, Carlo Calenda e Giuseppe Conte, vedrà i leader di SI e Verdi tra martedì e mercoledì. Sicuramente prima di Pasqua, per completare il giro dei leader del centrosinistra. Ma manca Renzi.

I due in queste ore non si sono sentiti e nell’agenda di Letta non è previsto un incontro con il leader di Italia Viva la prossima settimana. In serata, a Otto e Mezzo, il segretario fa sapere che incontrerà anche Renzi senza specificare quando, ma che prima deve fare “anche altri incontri”. Ma in politica i tempi e i modi contano. E tanto. Ieri Letta ha dato la precedenza anche alle Sardine che alla vigilia del suo insediamento avevano manifestato e “messo la tenda” al Nazareno per chiedere al nuovo segretario di aprirsi alla società civile. Tant’è che fonti di Italia Viva a metà pomeriggio fanno filtrare alle agenzie due righe al veleno: “Non ci sono stati contatti tra Letta e Renzi” e il segretario Pd “ha evitato di chiamare il leader di Italia Viva”. L’ex sindaco di Firenze pubblicamente dice che lo snobismo di Letta non “è un problema” e che “non ho alcun problema a incontrarlo” ma in realtà è molto irritato: “Se Letta pensa di provocarci non ha capito niente – va dicendo Renzi ai suoi fedelissimi – tanto dovrà scegliere: o noi o il M5S”. E, al momento, il segretario dem non sembra avere dubbi. E che i rapporti tra i due siano ai minimi termini lo ha dimostrato ieri sera lo stesso segretario che a La7 ha attaccato Renzi anche sull’Arabia Saudita: “C’è un vuoto normativo su temi relativi a incontri e impegni con i regimi autoritari – ha detto Letta riferendosi alla conferenza di Renzi con Bin Salman –. Noi abbiamo una posizione diversa rispetto all’Arabia Saudita, siamo vicini alla posizione dell’America di Biden”. Letta ieri è andato anche a incontrare gli iscritti nel suo circolo di Testaccio per parlare delle idee da includere nel “vademecum” di 21 punti sul Pd che verrà e ha aperto anche il dossier amministrative. Per esempio su Roma: “Penso faremo le primarie e Gualtieri è uno dei candidati – ha concluso – sulla Raggi il nostro giudizio non è quello del M5S, potrebbe essere una pietra di inciampo”.

Ma nelle prossime ore lo attende un altro tour de force sull’ultima nomina: chi dovrà essere la nuova capogruppo alla Camera. In campo ci sono Debora Serracchiani e Marianna Madia e le correnti (ieri si è riunita Base Riformista) vorrebbero evitare una conta e arrivare a un accordo prima.

IlFattoQuotidiano