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martedì 6 febbraio 2024

"L'insegnante va ben oltre con la tuta anatomica a corpo intero per coinvolgere gli studenti nell'apprendimento". - Hasan Jasim

 

Veronica Duque non è la solita insegnante. È una donna che fa di tutto per assicurarsi che i suoi studenti siano coinvolti ed entusiasti dell'apprendimento. Recentemente, la 43enne ha deciso di tenere un corso di anatomia indossando una tuta integrale che mappava il corpo umano nei minimi dettagli.

Veronica insegna da 15 anni e attualmente insegna in terza elementare. È sempre alla ricerca di modi per rendere le sue lezioni più interessanti e coinvolgenti per i suoi studenti. Quando ha visto la pubblicità di un costume da bagno AliExpress che mappava gli organi interni del corpo umano, ha capito che valeva la pena provarlo.

Suo marito Michael ha twittato alcune foto della lezione e Verónica è diventata immediatamente virale. Il tweet ha generato oltre 65.000 Mi piace e 14.000 commenti, rendendola un simbolo di creatività e dedizione nella comunità educativa.

Ma Veronica non ha ancora finito. Ha molte altre sorprese nella manica per i suoi studenti. Le piace usare travestimenti per le lezioni di storia e corone di cartone per aiutare i suoi studenti ad imparare la grammatica. Crede che gli insegnanti siano spesso ingiustamente stereotipati come burocrati pigri ed è determinata a cambiare questa percezione.

Quando la gente ha visto Veronica con il suo completo intero, alcuni l'hanno paragonata a Slim Goodbody. Per coloro che potrebbero non conoscerlo, Slim Goodbody è un personaggio in costume creato da John Burstein che difende la salute dei bambini da oltre quarant'anni. Le sue produzioni sono guardate da milioni di bambini su Discovery Education e i suoi spettacoli dal vivo sono in tournée nei teatri degli Stati Uniti, raggiungendo migliaia di bambini ogni anno.

Verónica Duque e Slim Goodbody possono provenire da mondi diversi, ma condividono entrambi la passione per l'istruzione e l'impegno nell'aiutare i bambini ad apprendere in modi entusiasmanti e coinvolgenti. Abbiamo bisogno di più insegnanti come Veronica e di più sostenitori dell’istruzione come Slim. Insieme, possono contribuire ad avere un impatto positivo sulla vita di innumerevoli bambini in tutto il mondo.

https://hasanjasim.online/teacher-goes-above-and-beyond-with-full-body-anatomy-suit-to-engage-students-in-learning/

giovedì 29 luglio 2021

Fondamentali di robotica per i ragazzi che non frequentano l’ora di religione, l’Unione atei: “Così promuoviamo la cultura scientifica”. - Alex Corlazzori

 

L'Unione ha messo in campo 70mila euro che hanno consentito di distribuire 170 kit “LEGO® Spike” per la didattica legata alla scienza e alla robotica. “Non pensavamo che sarebbero arrivate così tante richieste - spiegano - Probabilmente se dal ministero arrivassero risorse adeguate, le scuole riuscirebbero a valorizzare al meglio questo tempo. Nel frattempo saremmo felici di essere copiati su larga scala”.

Chi non studia a scuola la vita di Gesù d’ora in poi, grazie a un’iniziativa dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, imparerà la robotica grazie ai kit “LEGO® Spike”. È quando accadrà dal prossimo anno scolastico in 85 scuole secondarie di secondo grado che hanno partecipato al bando promosso dall’Uaar in sostegno dell’ora alternativa all’insegnamento della religione cattolica. Un’idea che ha trovato la condivisione di molti dirigenti scolastici. Le scuole che hanno presentato richiesta si trovano infatti in Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Puglia, Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna.

D’altro canto, oggi, chi non fa l’ora di religione spesso o torna a casa prima dalle lezioni o viene affidato a progetti estemporanei che non sempre riescono a fornire un sufficiente apporto di conoscenze negli studenti. L’Uaar ha così pensato di mettersi in campo con una spesa di 70mila euro che ha consentito di distribuire 170 kit per la didattica legata alla scienza e alla robotica. “La nostra associazione da anni sostiene il diritto a un valido insegnamento alternativo a quello della religione cattolica. Ci siamo chiesti – spiega Manuel Bianco, responsabile della comunicazione interna e ideatore dell’iniziativa – cosa potevamo fare per dare un aiuto concreto alle scuole che spesso, date le scarse risorse economiche, non hanno a disposizione grandi mezzi per valorizzare quello spazio di apprendimento. Avendo tra i nostri obiettivi la promozione della cultura scientifica, abbiamo pensato di investire su uno strumento utile a insegnare le materie attualmente fondamentali per capire il presente e modellare il futuro, come scienzatecnologiaingegneria e matematica”.

I ragazzi delle medie che riceveranno questi strumenti potranno avere l’opportunità di sperimentare un metodo innovativo. Il set “LEGO® Education SPIKE™ Prime” è lo strumento di apprendimento ideale per gli alunni della fascia di età 11-14 anni. Si possono combinare elementi di costruzione colorati Lego attraverso un hardware semplice da usare e con un intuitivo linguaggio di programmazione. Nulla di noioso: il kit coinvolge gli alunni in attività di apprendimento progressive e giocose mirate a sviluppare il pensiero critico e a risolvere problemi complessi, indipendentemente dal livello di apprendimento. Inoltre l’intuitività dello strumento non richiede conoscenze tecnologiche pregresse degli insegnanti.

Una risposta concreta ai tanti ragazzi che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica: secondo i dati della Conferenza episcopale italiana, nel 2020 gli studenti che uscivano dall’aula quando entrava l’insegnante di religione erano il 14%. Un dato sempre più in aumento visto che negli ultimi trent’anni, ovvero dalla riforma del Concordato tra Stato italiano e Chiesa Cattolica, i frequentanti sono diminuiti di circa il 10%. Lo dimostra anche il successo dell’iniziativa dello Uaar: “Non pensavamo che sarebbero arrivate così tante richieste. Ne siamo felici – spiega Bianco – perché lo riteniamo un segnale positivo per l’ora alternativa. Probabilmente se dal ministero arrivassero risorse adeguate, le scuole riuscirebbero a valorizzare al meglio questo tempo. Nel frattempo saremmo felici di essere copiati su larga scala”.

ILFQ

mercoledì 24 giugno 2020

Torna l’educazione civica. La Azzolina invia alle scuole le Linee guida. “Studio della Costituzione, sviluppo sostenibile, cittadinanza digitale sono i tre assi portanti. Fondamentale la formazione del personale”.

LUCIA AZZOLINA

Il Ministero dell’Istruzione ha inviato a tutte le scuole le Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica. A partire dal prossimo anno scolastico, questo insegnamento, trasversale alle altre materie, sarà infatti obbligatorio in tutti i gradi dell’istruzione, a partire dalle scuole dell’infanzia. Le Linee guida rappresentano un documento agile e di facile consultazione, spiega il Miur, attraverso il quale i dirigenti scolastici e gli insegnanti potranno dare seguito alle regole che entreranno in vigore a settembre. Secondo quanto previsto dalla legge 92 del 2019, infatti, l’insegnamento di Educazione civica avrà, dal prossimo anno scolastico, un proprio voto, con almeno 33 ore all’anno dedicate. Tre gli assi attorno a cui ruoterà l’Educazione civica: lo studio della Costituzione, lo sviluppo sostenibile, la cittadinanza digitale.
Studentesse e studenti “approfondiranno lo studio della nostra Carta costituzionale e delle principali leggi nazionali e internazionali. L’obiettivo sarà quello di fornire loro gli strumenti per conoscere i propri diritti e doveri, di formare cittadini responsabili e attivi che partecipino pienamente e con consapevolezza alla vita civica, culturale e sociale della loro comunità”. Gli alunni, inoltre, saranno formati su “educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio, tenendo conto degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU. Rientreranno in questo asse anche l’educazione alla salute, la tutela dei beni comuni, principi di protezione civile. La sostenibilità entrerà, così, negli obiettivi di apprendimento”.
Agli studenti saranno dati gli strumenti “per utilizzare consapevolmente e responsabilmente i nuovi mezzi di comunicazione e gli strumenti digitali. In un’ottica di sviluppo del pensiero critico, sensibilizzazione rispetto ai possibili rischi connessi all’uso dei social media e alla navigazione in Rete, contrasto del linguaggio dell’odio”. Nella scuola dell’infanzia, si dovrà prevedere, attraverso il gioco e le attività educative e didattiche, “la sensibilizzazione delle bambine e dei bambini a concetti di base come la conoscenza e il rispetto delle differenze proprie e altrui, la consapevolezza delle affinità, il concetto di salute e di benessere. Ci saranno apposite misure di accompagnamento e supporto per docenti e dirigenti scolastici”.
“In questi giorni – ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina – stiamo lavorando senza sosta alle Linee guida per la riapertura delle scuole nel prossimo mese di settembre, un lavoro complesso che stiamo portando avanti con gli stakeholder della scuola, con le Regioni e gli Enti locali e che chiuderemo questa settimana. So che sono molto attese. Stiamo tutti collaborando per il bene dei nostri studenti. Ma la riapertura – sottolinea – non è fatta solo di misure di sicurezza e di prevenzione del contagio. Stiamo guardando anche oltre. Dal prossimo settembre, troverà applicazione la legge sull’Educazione Civica. Vogliamo che le scuole siano preparate”.
L’obiettivo, ha aggiunto la ministra, è fare in modo che “le ragazze e i ragazzi, fin da piccoli, possano imparare principi come il rispetto dell’altro e dell’ambiente che li circonda, utilizzino linguaggi e comportamenti appropriati quando sono sui social media o navigano in rete”. “Realizzare questo documento e inviarlo alle scuole – ha detto ancora Azzolina – è un atto non solo amministrativo, ma anche profondamente simbolico. Ci dice che l’avvio del nuovo anno scolastico sarà non solo il momento del ritorno in classe, ma anche l’inizio di un nuovo cammino per portare la scuola nel futuro, rendendola più moderna, sostenibile, ancora più inclusiva. Essenziale sarà anche la formazione degli insegnanti, sarà quindi una delle priorità su cui lavoreremo per l’avvio del nuovo anno scolastico – aggiunge la Ministra -. Solo così le difficoltà che stiamo affrontando a causa della pandemia saranno non solo un ostacolo da superare, ma un’occasione di miglioramento, uno stimolo a guardare avanti, per tutti”.

domenica 25 agosto 2019

«Alexa, quanto fa 327 diviso 3?». I compiti ai tempi dell’assistente virtuale. -Francesca Milano



Sempre più studenti ricorrono ad app e ad altri dispositivi tecnologici per svolgere gli esercizi a casa. E si riapre il dibattito sull’utilità o meno dello studio fuori dagli orari di lezione.


«Alexa, quanto fa 327 diviso 3?». Altro che divisioni in colonna e calcoli a mente. Oggi i compiti si fanno con la tecnologia. Anzi, si fanno fare alla tecnologia. Il che riapre il dibattito sulla loro efficacia. Servono ancora? Oppure è inutile fingere di esercitarsi sulle operazioni matematiche se per avere il risultato basta chiedere aiuto a un dispositivo e per tradurre la versione di latino basta cercare online? Il dibattito è aperto.
Si potrebbe obiettare che da quando i docenti hanno inventato i compiti a casa, gli studenti hanno trovato il modo di alleggerire l’onere, sempre grazie agli strumenti tecnologici. Un tempo ci si dettavano gli esercizi per telefono, oggi ce li si fa dettare dall’assistente virtuale.
Esistono siti e app che contengono le risposte alle domande di tutte le materie che si studiano in ogni ordine e grado scolastico. E addirittura si può copiare senza leggere, risolvere gli esercizi di matematica fotografando la pagina del libro o ancora farsi leggere dall’assistente virtuale un testo. E poi ci sono le app per condividere i compiti e farsi dare una mano da chi è più bravo, o ancora le app che spiegano in maniera sintetica i principali concetti di storia, filosofia e letteratura.
«Tutto questo dimostra che i compiti a casa sono inutili - spiega Maurizio Parodi, dirigente scolastico e autore del libro “Così impari: Per una scuola senza compiti” -, anzi sono dannosi: l’unico effetto che sortiscono è la repulsione per lo studio e il rifiuto del libro, che viene visto come strumento di tortura».
Secondo Parodi è a scuola che bisogna imparare, non a casa. Come avviene in Finlandia, per esempio, dove i compiti sono stati aboliti ma allo stesso tempo (o forse proprio grazie a questo?) il livello di istruzione è tra i più alti. «La Francia - racconta Parodi - sta sperimentando lo studio accompagnato, strumento utile per evitare le disuguaglianze sociali causate proprio dai compiti». Infatti, secondo Parodi, i bambini svantaggiati a scuola, lo sono doppiamente se a casa non possono contare sull’aiuto dei genitori.

giovedì 1 agosto 2019

Torna l'ora di educazione civica. - Stefania Quaglio

Risultati immagini per scuola

Da settembre torna sui banchi l'ora di educazione civica. Con l'approvazione di oggi da parte del Senato del ddl sull’introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica dal prossimo settembre la materia sarà reintrodotta nella scuola primaria e in quella secondaria. Alle medie e alle superiori sarà argomento d’esame, per le elementari si tratterà invece di un insegnamento più sintetico. Sono previste almeno 33 ore annue e voto in pagella.
I primi due articoli stabiliscono i principi generali in base ai quali "l'educazione civica contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri". "L'educazione civica sviluppa nelle istituzioni scolastiche la conoscenza della Costituzione italiana e delle istituzioni dell’Unione europea per sostanziare, in particolare, la condivisione e la promozione dei princìpi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale, diritto alla salute e al benessere della persona".
In base alla legge le scuole "prevedono nel curricolo di istituto l’insegnamento trasversale dell'educazione civica, specificandone anche, per ciascun anno di corso, l’orario, che non può essere inferiore a 33 ore annue, da svolgersi nell’ambito del monte orario obbligatorio".
La legge stabilisce inoltre che nelle scuole del primo ciclo, l’insegnamento trasversale dell’educazione civica è affidato, in contitolarità mentre nelle scuole del secondo ciclo, l’insegnamento è affidato ai docenti abilitati all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche, ove disponibili nell’ambito dell’organico dell’autonomia.Per ciascuna classe è individuato, tra i docenti a cui è affidato l’insegnamento dell’educazione civica, un docente con compiti di coordinamento.
Saranno oggetto di educazione civica: Costituzione, istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale; Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015; educazione alla cittadinanza digitale; elementi fondamentali di diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro; educazione ambientale, sviluppo ecosostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari; educazione alla legalità e al contrasto delle mafie; educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni; formazione di base in materia di protezione civile.
Nell’ambito dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica sono poi promosse l’educazione stradale, l’educazione alla salute e al benessere, l’educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva. Tutte le azioni sono finalizzate ad alimentare e rafforzare il rispetto nei confronti delle persone, degli animali e della natura. Nell’ambito dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica, inoltre è prevista l’educazione alla cittadinanza digitale.
Per valorizzare l’insegnamento trasversale dell’educazione civica e di sensibilizzare gli studenti alla cittadinanza responsabile, la scuola rafforza la collaborazione con le famiglie. L’insegnamento trasversale dell’educazione civica, inoltre è integrato con esperienze extra-scolastiche, a partire dalla costituzione di reti anche di durata pluriennale con altri soggetti istituzionali, con il mondo del volontariato e del Terzo settore, con particolare riguardo a quelli impegnati nella promozione della cittadinanza attiva.
I comuni, poi, possono promuovere ulteriori iniziative in collaborazione con le scuole, con particolare riguardo alla conoscenza del funzionamento delle amministrazioni locali e dei loro organi, alla conoscenza storica del territorio e alla fruizione stabile di spazi verdi e spazi culturali. E' inoltre previsto che il ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca presenti, con cadenza biennale, alle Camere una relazione sull’attuazione della presente legge, anche nella prospettiva dell’eventuale modifica dei quadri orari che aggiunga l’ora di insegnamento di educazione civica.