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venerdì 10 settembre 2021

Tumori: approvato il farmaco jolly che sarà efficace contro vari tipi di cancro senza gravi effetti collaterali. - Germana Carillo

 

Un’alterazione genetica rara ma che si presenta in svariati tipi di tumori: potrà essere “spenta” grazie al nuovo farmaco “jolly” appena approvato dall’Aifa. Si tratta del larotrectinib, che non agirà sull’organo dove il cancro ha avuto origine ma su quella stessa alterazione genica, la NTRK, che può essere comune alle cellule cancerose di molti tipi di cancro, e che non avrà gravi effetti collaterali.

I tre studi registrativi (cosiddetti studi basket) hanno coinvolto pazienti adulti e pediatrici con neoplasie caratterizzate da fusione genica NTRK e hanno evidenziato un miglioramento rapido e duraturo della risposta tumorale e della qualità di vita, con un elevato tasso di risposta globale, pari al 75%. Larotrectinib può essere considerato un farmaco “jolly”, perché colpisce in maniera selettiva alcune mutazioni genetiche, indipendentemente dall’organo interessato dalla malattia. 

Primo nella classe degli inibitori orali di TRK, è un farmaco che nel gergo tecnico è definito “agnostico” – dal momento che non ha come bersaglio un organo particolare ma agisce indipendentemente dalla localizzazione del tumore –, primo del suo genere: la molecola agisce sui tumori solidi in stadio avanzato o metastatico nei pazienti adulti e pediatrici per i quali un intervento chirurgico sarebbe troppo rischioso e che presentano quella particolare alterazione genica definita fusione genica di Ntrk. Un’alterazione rara ma che in Italia riguarda circa 4mila pazienti ogni anno.

Le fusioni geniche di Ntrk sono alterazioni presenti in una vasta gamma di neoplasie che danno luogo a un’attivazione incontrollata del recettore TRK (Tropomyosin Receptor Kinase) e alla crescita del tumore. Il larotrectinib (LOXO-101) agirà sulle proteine di fusione della chinasi del recettore della tropomiosina (TRK).

Con questa molecola gli studiosi hanno registrato una riduzione del 30% della massa tumorale nel 79% dei pazienti valutati (su un campione di 153) e nel 75% di quelli con metastasi cerebrali, e una sopravvivenza media superiore ai 3 anni.

Nello specifico, larotrectinib è stato preso in esame in diverse istologie di tumori solidi, inclusi quelli del polmone, della tiroide, nel melanoma, nei tumori gastrointestinali stromali, nel tumore del colon, nei sarcomi dei tessuti molli, nei tumori delle ghiandole salivari e nel fibrosarcoma infantile. Ha mostrato anche di essere efficace nei tumori primitivi del sistema nervoso centrale, così come in pazienti con metastasi cerebrali, in età e istologie tumorali diverse. 

GreenMe

sabato 10 aprile 2021

Astrazeneca addio, l'Ue prenota 1,8 miliardi di vaccini mRna. - Angela Mauro

 

Via da Astrazeneca, che anche questa settimana sta ritardando metà delle consegne all’Europa. Via da Johnson&Johnson, che pure avrebbe scatenato alcuni rari casi di trombosi sui quali - questa è la novità - sta indagando l’Ema. Per il futuro, la Commissione europea punta sui vaccini a ‘Rna messaggero’, considerati anche dalla stessa Agenzia europea del farmaco più efficaci e con minori rischi di reazioni avverse. Palazzo Berlaymont è pronta all’acquisto di ben 900 milioni di dosi efficaci anche contro le varianti del coronavirus, con un’opzione contrattuale di altri 900 milioni di fiale, per l’approvvigionamento dei paesi membri nel 2022 e 2023.

Secondo fonti europee, la casa farmaceutica con cui la Commissione Europea potrebbe firmare un nuovo contratto nei prossimi giorni potrebbe essere la Pfizer-Biontech, che al momento ha maggiori capacità produttive. Ma possibili opzioni sono anche Moderna e Curevac. Il problema però è che fare ora con i richiami: dopo la Germania, anche la Francia ha deciso di non usare Astrazeneca per la seconda dose agli under-55.

Dopo l’altalena di decisioni sul vaccino di Oxford, responsabile anche secondo l’Ema dei casi di trombosi, pur rari ma gravi, riscontrati nelle utenze più giovani e soprattutto femminili, la via sembra segnata. Per il futuro, Bruxelles, in accordo e a nome degli Stati membri, non farà più affidamento su questo genere di vaccini, bensì su quelli a ‘mRNA’ che spingono il corpo umano a produrre una proteina che imita parte del virus, innescando una risposta immunitaria. Mentre AstraZeneca, come anche il prodotto di Johnson&Johnson, utilizza una versione innocua e indebolita del virus del raffreddore comune di uno scimpanzé per fornire istruzioni per generare una risposta immunitaria e prevenire l’infezione.

Ma questo è il futuro.

Il problema è il presente, non semplice da gestire mentre incalzano le varianti del virus e la campagna vaccinale resta lenta in tutta l’Ue e in particolare in Italia. L’Ue ha un disperato bisogno di vaccini ora. Dopo che diversi Stati membri tra cui Germania, Italia, Francia, Spagna, Belgio e altri hanno scelto di raccomandare l’uso di Astrazeneca solo a chi ha più di 55 o 60 anni, alla luce delle nuove indicazioni dell’Ema sui “forti legami” tra le trombosi e l’inoculazione di questo vaccino, il problema è gestire i richiami, per chi ha già ricevuto la prima dose del siero anglo-svedese.

In Italia il governo raccomanda di usare comunque Astrazeneca, sostenendo che non ci sono segnalazioni di complicazioni dopo la seconda dose. Il punto è che sui richiami non ci sono sufficienti dati scientifici, perché in grandissima maggioranza non sono stati ancora effettuati, come hanno spiegato anche i tecnici dell’Ema in conferenza stampa martedì scorso

In Francia invece, l’autorità sanitaria francese (la ‘Has’, Haute Autorite de la Sante) ha deciso che gli under-55 interessati ai richiami verranno vaccinati con un siero a ‘Rna messaggero’, Pfizer o Moderna, optando dunque per un mix tra prima e seconda dose, pur in assenza di sperimentazioni a riguardo ma fidandosi degli studi condotti sugli animali e su altre malattie. La Germania è stato il primo paese a orientarsi in questo senso, sebbene l’Organizzazione mondiale della Sanità abbia avvertito che non ci sono dati per raccomandare di “mescolare e abbinare” diversi vaccini tra prima iniezione e richiamo. Thomas Mertens, capo della Commissione vaccinale tedesca ‘Stiko’, è invece convinto che mescolare due diversi vaccini potrebbe rivelarsi più efficace che somministrare due dosi dello stesso siero. “In primo luogo, sono sicuro che non ci siano rischi per la sicurezza dei vaccinati - dice a Reuters Television - In secondo luogo, sono personalmente convinto che l’immunità alla fine sarà altrettanto buona, forse anche migliore”.

La questione ‘richiami’ produce dunque altre differenziazioni tra gli Stati Ue. Ma la novità che preoccupa di più nell’immediato è l’apertura di un’indagine dell’Ema su 4 casi di trombosi riscontrati negli Usa dopo la somministrazione di Johnson&Johnson, autorizzato dall’Agenzia europea ma ancora non in distribuzione nel continente (dovrebbe partire questo mese). Si tratta di trombosi dello stesso tipo riscontrato con Astrazeneca. Uno dei quattro casi è stato fatale. Finora Johnson&Johnson è stato somministrato a 4,5 milioni di persone nel mondo. L’incidenza delle reazioni avverse è dunque bassissima, ma la nuova indagine Ema aggiunge un elemento significativo alla nuova ‘manovra’ europea di puntare sui vaccini a ‘Rna messaggero’ per il futuro.

Naturalmente, anche le quotazioni in Borsa delle varie case farmaceutiche offrono un’istantanea di quanto sta avvenendo. La nuova indagine dell’Ema su Johnson&Johnson influisce sul fatto che nella City la ‘rivale’ Astrazeneca guadagni 7.287 punti, mettendo a segno un +0,61 per cento. Al Nasdaq volano le azioni di Biontech e Moderna, che salgono rispettivamente del 4,03% a 119,10 dollari (sui massimi dallo scorso dicembre) e del 7,2% a 143,52 dollari.

Il punto è che man mano che si chiarisce la via vaccinale del futuro, si acuiscono i dubbi sul presente, sui richiami per le persone sotto i 55-60 anni. Che fare ora di Astrazeneca e del prossimo in arrivo Johnson&Johnson?

Huffpost

domenica 25 agosto 2019

«Alexa, quanto fa 327 diviso 3?». I compiti ai tempi dell’assistente virtuale. -Francesca Milano



Sempre più studenti ricorrono ad app e ad altri dispositivi tecnologici per svolgere gli esercizi a casa. E si riapre il dibattito sull’utilità o meno dello studio fuori dagli orari di lezione.


«Alexa, quanto fa 327 diviso 3?». Altro che divisioni in colonna e calcoli a mente. Oggi i compiti si fanno con la tecnologia. Anzi, si fanno fare alla tecnologia. Il che riapre il dibattito sulla loro efficacia. Servono ancora? Oppure è inutile fingere di esercitarsi sulle operazioni matematiche se per avere il risultato basta chiedere aiuto a un dispositivo e per tradurre la versione di latino basta cercare online? Il dibattito è aperto.
Si potrebbe obiettare che da quando i docenti hanno inventato i compiti a casa, gli studenti hanno trovato il modo di alleggerire l’onere, sempre grazie agli strumenti tecnologici. Un tempo ci si dettavano gli esercizi per telefono, oggi ce li si fa dettare dall’assistente virtuale.
Esistono siti e app che contengono le risposte alle domande di tutte le materie che si studiano in ogni ordine e grado scolastico. E addirittura si può copiare senza leggere, risolvere gli esercizi di matematica fotografando la pagina del libro o ancora farsi leggere dall’assistente virtuale un testo. E poi ci sono le app per condividere i compiti e farsi dare una mano da chi è più bravo, o ancora le app che spiegano in maniera sintetica i principali concetti di storia, filosofia e letteratura.
«Tutto questo dimostra che i compiti a casa sono inutili - spiega Maurizio Parodi, dirigente scolastico e autore del libro “Così impari: Per una scuola senza compiti” -, anzi sono dannosi: l’unico effetto che sortiscono è la repulsione per lo studio e il rifiuto del libro, che viene visto come strumento di tortura».
Secondo Parodi è a scuola che bisogna imparare, non a casa. Come avviene in Finlandia, per esempio, dove i compiti sono stati aboliti ma allo stesso tempo (o forse proprio grazie a questo?) il livello di istruzione è tra i più alti. «La Francia - racconta Parodi - sta sperimentando lo studio accompagnato, strumento utile per evitare le disuguaglianze sociali causate proprio dai compiti». Infatti, secondo Parodi, i bambini svantaggiati a scuola, lo sono doppiamente se a casa non possono contare sull’aiuto dei genitori.

venerdì 3 agosto 2018

MAGNESIO: FA DIMAGRIRE, PROTEGGE LE OSSA, COMBATTE L’INSONNIA E ALLEVIA ANSIA E DEPRESSIONE.



Il magnesio è un minerale vitale per la nostra salute, definito da molti “fonte della gioventù” proprio per i suoi particolari benefici per la nostra salute. 
Previene l’ansia, tratta la depressione e interviene in numerosi processi del sistema nervoso.
Il magnesio ha tantissime funzioni e proprietà, capaci di proteggere il cuore, alleviare le infiammazioni e preservare la nostra salute, ed è per questo che è importante assicurarsi di non esserne carenti. 
Di seguito ti elenchiamo i principali benefici del magnesio.

Migliora il sonno. La melatonina, ormone che regola il sonno, subisce alterazioni quando soffriamo di una carenza di magnesio. Il magnesio equilibra il corpo e regola gli ormoni dello stress, una delle prime cause dell’insonnia.

Rilassa il sistema nervoso. La serotonina, ormone che regola anche il sistema nervoso e migliora l’umore, dipende dal magnesio.

Muscoli. Il magnesio permette una maggiore produzione di insulina, molto importante per la crescita e lo sviluppo dei muscoli. Inoltre, aiuta a dare energia alle cellule.

Flessibilità. Questo minerale rilassa i muscoli tesi. Senza il magnesio, infatti, i muscoli non riescono a rilassarsi e si è più propensi a soffrire di crampi.

Ossa. Il magnesio è fondamentale per l’assorbimento del calcio. 
Ci sono circa 18 nutrienti che contribuiscono alla salute delle ossa, e il magnesio è senza dubbio uno dei più importanti.

Denti. La carenza di magnesio causa uno squilibrio di fosforo e calcio nella saliva, danneggiando i denti.

Stitichezza. Il magnesio favorisce l’espulsione delle tossine dall’intestino, contribuendo ad un corretto e sano transito intestinale.

Idratazione. Il magnesio è un elettrolito essenziale e necessario per una corretta idratazione del corpo.

Enzimi. Sono molecole di proteine che stimolano tutte le reazioni chimiche del corpo. Il magnesio è necessario affinché gran parte degli enzimi funzionino correttamente e si aiutino tra esse.

Diabete. Il magnesio aumenta la secrezione di insulina, favorendo il metabolismo dello zucchero. Senza magnesio il glucosio non riesce a raggiungere le cellule.

via rimedio-naturale.it

(Importante: Questo sito web non dà consigli medici, né suggerisce l’uso di tecniche come forma di trattamento per problemi fisici, per i quali è invece necessario il parere di un medico. Nel caso si decidesse di applicare le informazioni contenute in questo sito, lo stesso non se ne assume le responsabilità. L’intenzione del sito è quella di essere illustrativo, non esortativo né didattico.)

https://www.sapereeundovere.com/magnesio-fa-dimagrire-protegge-le-ossa-combatte-linsonnia-e-allevia-ansia-e-depressione/

Il magnesio è un minerale presente negli alimenti di origine vegetale (verdure a foglia verde, frutta secca, legumi, funghi, cereali interi e banane).

Leggi anche: 
https://www.casadivita.despar.it/i-10-cibi-piu-ricchi-di-magnesio/