Il procuratore nazionale antimafia: ""Eliminare del tutto il denaro contante sarebbe la soluzione migliore per eliminare le mafie. In tanti Paesi del mondo anche il giornale si paga con la carta di credito e si tracciano tutti i pagamenti. Una parte degli italiani pensa che si deve consentire l’evasione come forma di arricchimento per una parte della popolazione."
L’eliminazione del denaro contante come “soluzione migliore” per combattere i clan. E una constatazione: “In Italia non si vuole eliminare l’evasione”. L’equazione è del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho: “Eliminare del tutto il denaro contante sarebbe la soluzione migliore per eliminare le mafie. In tanti Paesi del mondo anche il giornale si paga con la carta di credito e si tracciano tutti i pagamenti”, ha sottolineato il magistrato.
Quindi l’interrogativo: “Mi chiedo perché non si interviene sulla legislazione tributaria prevedendo che tutte le spese si debbano inserire nella dichiarazioni di redditi e perché l’imposta non si paga sul reddito conservato anziché sul reddito speso. Questo consentirebbe di controllare tutti i pagamenti”. Se la mossa non viene effettuata, riflette Cafiero De Raho, “evidentemente non si vuole eliminare l’evasione”.
A suo avviso, una parte degli italiani “pensa che si deve consentire l’evasione come forma di arricchimento per una parte” della popolazione. “Si vuole che la legalità sia osservata da tutti? – si chiede il magistrato – Si assumano certe determinazioni altrimenti vuol dire che si vuole che tutto continui così”. Anche perché combattere l’evasione “sarebbe anche lo strumento per combattere la criminalità organizzata”.
Cafiero de Raho ha ricordato anche che “oggi la camorra non fa quasi niente con la violenza ma allarga il suo potere economico attraverso imprenditori compiacenti”. Mentre “una volta nella camorra c’erano imprenditori affiliati direttamente”, oggi “si aggrega una parte dell’impresa che trova conveniente lavorare con le organizzazioni mafiose e droga il mercato”. Il procuratore ha spiegato anche il sistema di approccio: “I servizi che le mafie forniscono sono il modo di contatto con il mondo dell’economia e della politica”.
Costituire un sistema economico che riesca a mimetizzare la presenza mafiosa è “certamente colpa”, secondo il procuratore nazionale antimafia, di quella “parte dei professionisti che si pone al soldo delle mafie e gli consente di raggiungere l’inquinamento dell’economia che si sta constatando nei nostri territori. Ricordiamoci che in realtà la lotta tra i clan è per gestire il potere economico e quindi avere influenza sul sistema politico”.