Visualizzazione post con etichetta manovra. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta manovra. Mostra tutti i post

giovedì 30 dicembre 2021

Nuova Irpef, bollette, Superbonus, ecco la manovra. - Silvia Gasparetto

 

Con la lotta al Covid interventi per 32 miliardi, pioggia di micronorme.

Arriva al traguardo sul filo dell'esercizio provvisorio la prima manovra del governo Draghi. Una legge di Bilancio tutta espansiva che distribuirà a famiglie e imprese oltre 32 miliardi nel 2022. Il voto finale del provvedimento oggi entro le 12.

Le novità sono tante: il taglio delle tasse, Quota 102, Ape social allargato e Opzione donna, in attesa della riforma delle pensioni, i nuovi ammortizzatori sociali universali, la stretta anti-delocalizzazioni, il rifinanziamento del Reddito di cittadinanza, rivisto e corretto per evitare abusi, così come il Superbonus, alla fine confermato senza i paletti immaginati dal governo.

Non manca l'attenzione agli ultimi, dai disabili, ai malati rari, alla distribuzione di cibo per i più poveri, alle donne vittime di violenza.

E anche agli uomini che le commettono. Ma tra le norme, votate tutte in una notte dalla commissione Bilancio del Senato e confermate dalla Camera con il voto di fiducia in serata, l'hanno spuntata anche lo stop all'allevamento di animali da pelliccia e la proroga per i partiti per chiedere l'accesso al 2xmille.

ANCORA AIUTI ANTI-COVID. Sostanzioso il pacchetto anti-pandemia, con la proroga per tre mesi dell'esenzione della tassa per i tavolini all'aperto e un fondo da 150 milioni per turismo, spettacolo e auto. Non mancano interventi su singole filiere, dal tessile di Prato ai porti della Sardegna, mentre per proteggere i lavoratori ci sono 700 milioni per la Cig straordinaria. Arrivano nuovi stanziamenti per cure e vaccini (anticipati poi alle spese 2021) e per la struttura del commissario Figliuolo. Risorse anche per stabilizzare medici e infermieri.

SCUOLA, DALLO PSICOLOGO ALLA MATURITA'. Aiuti in chiave anti-Covid anche alla scuola, dai fondi per il sostegno psicologico degli studenti al cambio in corsa delle regole dell'esame di maturità solo con ordinanza, così come già successo quest'anno, per proteggere ragazzi e insegnanti dal contagio. Per ridurre i disagi legati ad assenze e supplenze per Covid prorogati fino a giugno sia i prof sia il personale Ata assunto in più durante l'emergenza.

LE TASSE CALANO, DA IRPEF-IRAP ALL'IVA. La nuova Irpef sarà a 4 aliquote (23%, 25%, 35%, 43%), e vengono riscritte anche le detrazioni, con una clausola salva-bonus 100 euro per i redditi bassi. C'è la cancellazione dell'Irap per 835mila autonomi. Nel pacchetto anche lo sconto, ma solo per un anno, di 0,8 punti percentuali dei contributi per i redditi fino a 35mila euro.
Sempre sul fronte fisco, viene sterilizzata l'Iva per il terzo settore fino al 2024, si riduce al 10% l'Iva sugli assorbenti e ci saranno 6 mesi di tempo per pagare le cartelle notificate nel primo trimestre.

BOLLETTE, LOTTA AL CARO ENERGIA. Per le famiglie arriva un sollievo, temporaneo, sulle bollette da gennaio ad aprile, che potranno essere spalmate in 10 rate. Nel primo trimestre annullati gli oneri di sistema per le utenze della luce fino a 16kwh. Giù al 5% l'Iva sul gas, tagliati gli oneri di sistema.

LAVORO, CASA, SPORT, SI PUNTA SUI GIOVANI. C'è la proroga dello sconto sul mutuo per gli under 36, ma anche lo sconto per l'affitto per i giovani under 31. Ci sono poi 2 milioni in più per le attività sportive universitarie e altrettanti per le spese informatiche degli studenti fuori sede. Arrivano 600mila euro per il Giro d'Italia Under 23. In più le Pmi che assumono con contratti di apprendistato avranno lo sgravio del 100% dei contributi per tre anni, con invece multe salate a chi non paga i tirocini.

SUPERBONUS ALLARGATO. Salta il tetto Isee per il Superbonus per le villette, basterà aver completato il 30% dei lavori entro giugno per godere della proroga fino a fine 2022. Per il prossimo anno ci sarà anche un bonus del 75% per abbattere le barriere architettoniche. Equiparati i lavori trainanti e trainati, compresi quelli per il fotovoltaico, e prorogati a tutto il 2025 gli interventi nelle aree colpite dal sisma. Per tutti i bonus restano sconto in fattura e cessione del credito.
Confermato il bonus mobili, con tetto rivisto a 10mila euro, e prorogato il bonus idrico. Tagliato invece il bonus facciate dal 90% al 60%.

GREEN. Molte le norme amiche dell'ambiente, dal fondo per accompagnare le imprese nella transizione, alla garanzia per gli investimenti green al nuovo Fondo italiano per il clima. Non mancano risorse per la lotta agli incendi, per il riassetto dei corsi d'acqua e per il potenziamento dei centri di riutilizzo.
Il "Fondo per la strategia di mobilità sostenibile" servirà al rinnovo del parco autobus, per i treni a idrogeno, per i carburanti puliti e per le metro di Genova, Milano, Napoli, Roma e Torino.

PIOGGIA DI MICRONORME. Il record dei micro interventi è quello dei 7.000 euro per esentare dal pedaggio autostradale vigili del fuoco, forestale e protezione civile valdostana. Poi si va dagli 82mila euro per il comune di Verduno per assumere 2 amministrativi ai 600mila euro per i campi sportivi dell'istituto Mennea di Barletta. Oltre ai classici fondi per le api, gli esuli della ex Jugoslavia o per i carnevali storici, arrivano risorse per numerosi anniversari, dalla Dc a Berlinguer e Pasolini. 

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/12/29/nuova-irpef-bollette-superbonus-ecco-la-manovra_7ae9fc21-507e-4021-8d47-16f959f5aac0.html

domenica 14 febbraio 2021

Governo, Conte passa la campanella a Draghi. Fatto fuori da una manovra di palazzo, esce tra gli applausi dei dipendenti di Chigi.

 

Il premier che ha ottenuto i 209 miliardi della Ue sostituito da chi vuole garanzie per gestirli. Attraverso un'operazione politica guidata da Renzi e appoggiata dai maggiori gruppi economici ed editoriali del Paese. Una manovra che già nel maggio scorso il vicesegretario del Pd Orlando (oggi ministro del Lavoro) aveva pronosticato: "Nelle prossime settimane vivremo una serie di attacchi al governo finalizzati alla sua caduta, ispirati anche da centri economici e dell’informazione."

Sui social circola una battuta. Anzi non è una battuta: è una classifica. Mette in fila la lista dei presidenti del consiglio per durata del mandato. La top ten si chiude con Matteo Renzi, che a Palazzo Chigi è rimasto per 1024 giorni. Subito dietro, a trentasei giorni di distanza, c’è Giuseppe Conte. Eccola la battuta, non troppo ironica: è per questo che il leader di Italia viva ha fatto cadere il governo? È per questo che l’ex segretario del Pd ha provocato la crisi politica dal quale è nato l’esecutivo di Mario Draghi? Per tenere a distanza dal suo decimo posto l’inseguitore, distante poco più di un mese? Il diretto interessato, chiaramente, smentisce. Negli ultimi giorni, però, ha cominciato ad ammettere – quasi a rivendicare – di avere buttato giù la maggioranza che sosteneva Conte con l’unico obiettivo di sfrattare l’inquilino di Palazzo Chigi. Ma lo ha fatto, sostiene, solo perché voleva un governo guidato dall’ex presidente della Bce. “Tutti sapevano che Draghi era migliore di Conte, ma nessuno ha avuto il coraggio di lavorare in questa direzione”, si è vantato in una serie di interviste rilasciate alla stampa internazionale. “Questa era la mia strategia. Ho fatto tutto da solo, con il 3 per cento“, è arrivato a dire. Ammettendo dunque che tutte le richieste avanzate a Conte negli ultimi mesi – dal Mes al Recovery – erano assolutamente strumentali alla caduta dell’esecutivo.

Obiettivi raggiunto. Oggi Giuseppe Conte ha lasciato palazzo Chigi. Ha accolto il suo successore, proveniente dal giuramento del Quirinale, ha partecipato alla nota cerimonia della campanella, quindi è uscito dal palazzo che ospita la sede del governo. È uscito nel cortile dove lo attendeva il picchetto d’onore ed è stato applaudito dai dipendenti di Palazzo Chigi, che lo hanno salutato affacciandosi dalle finestre. Conte li ha ringraziati e, insieme alla compagna Olivia Paladino, è salito in macchina. Fuori dal Palazzo ha trovato una piccola folla, che si era riunita dall’altro lato della piazza e che ha intonato anche un coro “Conte Conte”.

Finisce così l’ultimo atto della “strategia” di Renzi. Che per la verità il leader d’Italia viva non ha portato avanti tutto da solo. Da tempo i principali settori di potere italiano bombardavano il governo Conte. Già nell’inverno scorso Italia viva aveva cominciato una guerra a bassa intensità: avrebbe probabilmente portato a una crisi con dodici mesi di anticipo, se non fosse scoppiata la pandemia. All’epoca il casus belli era la riforma della prescrizione, eterno campo minato che aveva già convinto Matteo Salvini a buttare giù il governo gialloverde. Dopo la pandemia, invece, la giustizia è stata soltanto uno dei prestesti utilizzati dai renziani per indebolire ogni giorno la maggioranza di cui facevano parte. Gli altri sono noti: la delega ai Servizi segreti che Conte non voleva cedere a un sottosegretario, il Mes, la cabina di regia del Recovery plan, la divisione dei fondi in arrivo da Bruxelles. Tutte istanze che sono scomparse da quando Sergio Mattarella ha dato l’incarico a Draghi. Anzi, con una giravolta tragicomica, i renziani sono arrivati a dire che adesso il Mes non serve più.

L’ennesima prova che suggerisce come l’unico vero obiettivo di Italia viva fosse sfrattare Conte da Palazzo Chigi. Un obiettivo perseguito in comunione d’intenti con diversi ambienti del potere italiano. A mettere in fila fatti e dichiarazioni d’archivio si può dire che Giuseppe Conte inizia a cadere quando ottiene da Bruxelles lo stanziamento degli ormai noti 209 miliardi di fondi per la ripartenza post pandemia. E qui va ricordata una cosa: è il premier uscente che ha consentito al nostro Paese di ottenere un risultato senza precedenti dall’Unione europea. È durante il suo mandato che l’Ue cambia diametralmente strategia, passando dall’austerità agli aiuti a fondo perduto per uscire dall’acrisi. Già dopo la fine del lockdown, quando si capisce che l’Europa avrebbe cambiato la sua politica economica per fronteggiare la crisi del Covid, che gli attacchi all’esecutivo s’intensificano. Appena si capisce che arriveranno miliardi di fondi europei si mette in moto una sorta di meccanismo. Sembra una teoria del complotto ma è l’oggetto di una denuncia di un esponetne della maggioranza. E non è un complottista grillino. “Nelle prossime settimane vivremo una serie di attacchi al governo finalizzati alla sua caduta, ispirati anche da centri economici e dell’informazione, non tanto per correggere come è lecito l’attività di governo ma per rivedere il patto di governo e riorganizzare la maggioranza”, dice il 16 maggio Andrea Orlando, vicesegretario del Pd e politico al di sopra di ogni sospetto: non faceva parte del governo Conte, mentre oggi entra in quello Draghi come ministro al Lavoro.

L’analisi del numero due di Nicola Zingaretti è lucida: l’obiettivo è far fuori il governo Conte per gestire i soldi che arriveranno dall’Europa. “Dobbiamo saperlo: gestire quei flussi finanziari fa gola a molti, e alcuni si prestano anche a operazioni politiche che vanno in questo senso. Ci parleranno della capacità comunicativa di Conte o dell’errore di questo o quel ministro, ma all’ordine del giorno c’è un altro tema, provare a vedere se si costruisce un’altra formula politica”. Quelli erano i giorni in cui Fca aveva chiesto 6 miliardi di prestiti con garanzia pubbblica, solo alcune settimane dopo aver ufficializzato l’acquisto di RepubblicaLa Stampal’Espresso e degli altri giornali e mezzi di comunicazioni del gruppo Gedi. Gli Agnelli cambiano direttore (via Carlo Verdelli dentro Maurizio Molinari) e linea editoriale: quello che un tempo era il principale quotidiano del centrosinistra italiano accentua – e di parecchio – gli attacchi nei confronti di un governo sostenuto da una maggioranza di centrosinistra. Una linea condivisa anche dagli altri principali giornali italiani: risalgono proprio a prima dell’estate i primi retroscena su un possibile cambio di governo, per virare su una formula a larghe intese. Il nome di Mario Draghi inizia ad aleggiare dietro a ogni pagina, quando editorialisti e commentatori iniziano ad auspicare l’arrivo di un premier “europeista“. E pazienza se è grazie a Conte, alla sua strategia tenuta durante i vari consigli europei, ai rapporti creati con gli altri leader dell’Unione, se alla fine Bruxelles ha deciso di stanziare per il nostro Paese la cifra di gran lunga più alta per la ripartenza post Covid.

L’estate trascorre così. L’autunno, invece, diventa caldo. Non tanto per la crisi economica che c’è e si sente, ma non provoca i pericolosi disordini sociali pronosticati – quasi auspicati – dai commentatori di ogni estrazione politica. La tensione si alza perché a settembre ci sono le elezioni regionali e il referendum sul taglio dei Parlamentari. Il centrodestra sembra avanzare, quasi ovunque Renzi corre separato dal Pd e dal M5s. A cinque giorni dal voto, Goffredo Bettini, lancia l’allarme: “Ci sono forze che vogliono normalizzare il Paese e colpire un governo libero, che non risponde a nessun potere esterno; che non accetta condizionamenti o diktat. A questo nostro profilo si oppone il “salotto buono” del capitalismo italiano che agisce anche comprando i giornali. E poi la Confindustria di Bonomi, molto aggressiva”, dice in un’intervista al Fatto Quotidiano. In cui fa esplicitamente il nome di Renzi : “Invece di lavorare per isolare la destra sovranista, favorendo una rottura con essa delle componenti moderate di Forza Italia, attacca il Pd. Di fronte alla responsabilità enorme di un buon utilizzo delle risorse del Recovery Fund, occorre parlare con una sola voce”. Secondo Bettini, però, quel tentativo di buttare giù Conte è “maldestro perché porterebbe alle elezioni ora, a cui solo la destra è interessata; oppure a un governo tecnico che umilierebbe ancora una volta la politica. Mi dispiace, su questo abbiamo già dato“. Il futuro dimostrerà che Bettini si sbagliava, anche se ci aveva visto giusto.

Il referendum sul taglio dei parlamentari passa, il Pd batte il centrodestra alle Regionali 4 a 3. A ottobre e novembre il possibile arrivo della seconda ondata di coronavirus impensierisce l’esecutivo Nel giorno dell’Immacolata, però, Matteo Renzi decide di azionare il telecomando che fa saltare in aria il governo Conte. Comincia da quel momento un lungo mese di minacce, tensioni, ricatti. Con le feste natalizie alle porte il Paese è attraversato dalla seconda ondata della pandemia. Italia viva sembra vivere fuori dal mondo: invece di parlare di Covid attacca l’esecutivo a ogni giorno e a ogni ora. Un escalation continua che porta prima al ritiro dei ministri, poi alle dimissioni del premier, quindi al mandato esplorativo di Roberto Fico, sabotato dai renziani. Alla fine ecco Draghi, il governo tecnico, le larghe intese. Nel nuovo esecutivo su 15 ministri politici, otto lo erano anche nel governo Conte 2, tre nel Conte 1, uno è Orlando, tra i primi sostenitori del presidente del consiglio uscente. Tra i tecnici viene confermata al Viminale Luciana Lamorgese, mentre va alla Transizione tecnoligica Vittorio Colao, l’uomo scelto sempre dall’ex premier come guida della task forze per studiare la ripartenza del post pandemia. Manca lui, Giuseppe Conte, che oggi lascia Palazzo Chigi: tra 36 giorni avrebbe superato il record di Renzi.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/02/13/governo-conte-passa-la-campanella-a-draghi-fatto-fuori-da-una-manovra-di-palazzo-esce-tra-gli-applausi-dei-dipendenti-di-chigi/6100236/

domenica 20 dicembre 2020

Manovra, le novità: kit digitale per chi ha l’Isee basso, niente Iva sui vaccini Covid e rinvio della sugar tax. Slitta il voto sugli emendamenti.

 

L'obiettivo è approvare gli emendamenti in commissione entro domenica in modo che la legge di Bilancio possa arrivare in aula alla Camera lunedì, in tempo per vararla prima di fine anno. Confermata l'intesa sulla "cig per le partite Iva": fino a 800 euro al mese, ma solo per chi quest'anno ha avuto un reddito non superiore a 8.145 euro e inferiore al 50% della media dei tre anni precedenti. Sale a 10 giorni il congedo parentale dei papà. Stop alla prima rata Imu per le discoteche, niente ritenute per due mesi per gli stabilimenti balneari.

È una corsa contro il tempo quella dei deputati in commissione Bilancio, riuniti da sabato mattina per valutare e approvare gli emendamenti alla manovra: il testo è atteso in extremis in Aula alla Camera per lunedì, cioè a dieci giorni dalla fine dell’anno e quindi dallo spettro dell’esercizio provvisorio. Le votazioni dovrebbero concludersi al più tardi domenica mattina. La trattativa però è ancora in corso, soprattutto sul nodo del superbonus: il Movimento 5 Stelle vuole un allungamento dei tempi degli interventi di riqualificazione energetica anche per spingere la ripresa economica, mentre il Pd evidenzia gli alti costi a carico dello Stato, circa 10 miliardi l’anno. L’ipotesi è che alla fine verrà prorogato per tutto il 2022.

Tra gli emendamenti approvati in queste ore però non mancano altre novità, come l’Iva agevolata al 10% per il cibo da asporto, per aiutare i ristoranti costretti a chiudere tra 24 dicembre e 6 gennaio. In arrivo poi un nuovo slittamento della sugar tax: la tassa sui prodotti zuccherati viene rinviata dal primo luglio 2021 al primo gennaio 2022. Sul tavolo della maggioranza anche un ‘bonus idrico’ da 1.000 euro per sostituire soffioni della doccia, rubinetti e tazze del wc con apparecchi che consentano il risparmio dell’acqua e un bonus fino al 40% delle spese sostenute per acquistare un’auto elettrica entro il 2021, a patto di avere un Isee inferiore ai 30mila euro e che il veicolo abbia un costo sotto i 30mila euro. La maggioranza valuta poi di esentare l’Iva per vaccini anti Covid, tamponi e siringhe e di consentire alle farmacie di entrare in campo per la campagna di vaccinazione. Come anticipato nei giorni scorsi, è arrivato pure il via libera all’emendamento che istituisce l’anno bianco per gli autonomi e i professionisti: contributi cancellati per tutto il 2021 a chi ha reddito fino a 50mila euro e registra un calo di fatturato del 33%. La misura, a prima firma Garavaglia (Lega), è stata sottoscritta da tutti i partiti e prevede l’istituzione di un fondo da un miliardo di euro.

La cassa integrazione per gli autonomi – In parallelo all’anno bianco, c’è l’intesa per disegnare un nuovo ammortizzatore per le partite Iva: tra 2021 e 2023 gli autonomi potranno infatti contare su una cassa integrazione battezzata Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (Iscro) con un assegno fino a 800 euro al mese che verrà poi rivalutato in base all’inflazione. I requisiti sono però stringenti: per prima cosa occorre aver avuto, l’anno prima della domanda, un reddito non superiore a 8.145 euro e “inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni precedenti”. Poi bisogna essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria, titolari di partita Iva attiva da almeno quattro anni alla data di presentazione della domanda e non essere beneficiari di reddito di cittadinanza né di pensione.

Kit digitale per le famiglie con Isee sotto i 20mila euro – Oltre al capitolo autonomi e a quello sugli incentivi alla rottamazione auto, nelle scorse ore è stata siglata l’intesa anche su un’altra lunga serie di interventi a sostegno dei settori più diversi. Per spingere la digitalizzazione delle fasce della popolazione più in difficoltà spunta un kit ad hoc: chi ha un Isee sotto i 20mila euro potrà prendere in comodato un cellulare con connessione Internet, abbonamenti a due organi di stampa e la App io. Una misura che si aggiunge al voucher banda larga e pc disponibile da novembre per la stessa fascia di popolazione. L’obiettivo è “ridurre il fenomeno del divario digitale” per i nuclei familiari “non titolari di un contratto di connessione internet e di un contratto di telefonia mobile”.

Sale a 10 giorni il congedo parentale dei papà – Intesa pure sui congedi parentali obbligatori: salgono da 7 a 10 i giorni in cui i neopapà potranno restare a casa dopo a nascita del figlio L’obiettivo è quello di incentivare anche il lavoro femminile. E così si prova a finanziare un fondo con 50 milioni per conciliare i tempi di vita e lavoro e spingere le aziende verso soluzioni innovative. Sì anche ai fondi contro la violenza sulle donne: 6 milioni aiuteranno le carceri italiane a dotarsi di psicologi che possano rieducare quanti si sono macchiati di reati di questo tipo mentre si rifinanzia il reddito di libertà per quante hanno subito maltrattamenti, con 2 milioni di euro per il prossimo biennio. Meno di quanto previsto dal dl rilancio per quest’anno: la dote infatti era di 3 milioni per soli 12 mesi. Accordo anche su 50 milioni alle scuole paritarie che accolgono alunni disabili.

Smart working fino a fine febbraio per i “fragili” – I lavoratori ‘fragili’ potranno usufruire dello smart working anche nei mesi di gennaio e febbraio 2021, grazie a una proroga della normativa vigente fino al 31 dicembre 2020. I soggetti interessati sono “dipendenti pubblici e privati in possesso di certificazione rilasciata dai competenti organi medico-legali, attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, ivi inclusi i lavoratori in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità”.

Ampliato il contratto di espansione – Il contratto di espansione, che prevede un trattamento di agevolazione all’esodo per i lavoratori che si trovino a non più di 60 mesi dalla pensione accompagnato dall’assunzione di giovani, viene esteso alle aziende con almeno 250 dipendenti: oggi vale solo per i grandi gruppi con oltre 1000 addetti. La modifica prevede anche uno ‘sconto’ per il datore di lavoro a cui spetta il pagamento dell’indennità mensile pari alla pensione maturata dal lavoratore che abbia deciso di lasciare il posto: lo sconto viene calcolato sulla base della Naspi. Ridotto anche il versamento a carico del datore di lavoro per i contributi previdenziali utili al conseguimento del diritto alla pensione anticipata. Sono inoltre previsti incentivi per le imprese che occupino almeno mille dipendenti e che si impegnino ad assumerne uno per ogni 3 che abbiano acconsentito alla risoluzione del rapporto di lavoro.

Stop alla prima rata Imu per le discoteche, 500 milioni agli aeroporti – Discoteche e stabilimenti balneari incassano rispettivamente lo stop alla prima rata Imu e lo stop per due mesi ai versamenti di ritenute, Iva, tasse e contributi. Italia Viva poi ottiene il rinvio al primo gennaio 2022 della sugar tax. Per i proprietari di casa raddoppia, passando da 50 a 100 milioni, il fondo a disposizione per il taglio degli affitti agli inquilini: lo Stato si accollerà metà del costo. Arrivano poi 500 milioni per gli aeroporti: una parte servirà per finanziare la cig dei piloti e 50 milioni per coprire i danni subiti dai prestatori di servizi aeroportuali.

Niente versamenti per 2 mesi alle società sportive – Stop per due mesi ai versamenti di ritenute, Iva, tasse e contributi per federazioni enti e società sportive professionistiche e dilettantistiche. L’emendamento approvato in commissione prevede che i versamenti dovuti per i mesi di gennaio e febbraio vengono sospesi e andranno saldati entro il 30 maggio o in 24 rate mensili a partire da quella data.

Tutti i fondi rifinanziati – In arrivo poi altri 145 milioni per il rifinanziamento del fondo rotativo del Mediocredito centrale per il sostegno, attraverso cofinanziamenti, alle imprese dedicate all’export e anche per “le attività relative alla promozione commerciale all’estero del settore turistico al fine di acquisire i flussi turistici verso l’Italia”. C’è poi un “fondo speciale di 160 milioni” per lo sviluppo socioeconomico di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria colpite dal terremoto nel 2016. Lo annuncia il presidente della commissione Fabio Melilli, spiegando che con apposita delibera Cipe queste risorse “finanzieranno uno specifico contratto istituzionale di sviluppo per interventi per le imprese e gli enti locali”. Stanziate risorse anche per gli straordinari delle forze di polizia e dei vigili del fuoco, per il Giubileo e un fondo dedicato ai rifugi per i cani, fino al finanziamento da 3 milioni per bande musicali e jazz e al fondo da 10 milioni per lo stoccaggio dei vini di qualità.

In bilico cannabis light e aumento accise sulle sigarette elettroniche – Restano in bilico due misure che hanno fatto molto discutere: quella che puntava a liberalizzare la cannabis light e quella che mirava a innalzare le tasse sul tabacco riscaldato e che ora toccherà anche le sigarette elettroniche lasciando invece ‘salve’ le sigarette tradizionali. Prevista una risalita graduale dell’accisa per farla arrivare, nel 2023, al 40% “dell’accisa gravante sull’equivalente quantitativo di sigarette”. Il prelievo salirebbe al 30% dal primo gennaio 2021, al 35 dal primo gennaio 2022 e al 40% dal primo gennaio 2023. Finora, gli emendamenti presentati prevedevano una salita dell’accisa al 50%: per alcune proposte di modifica il balzo sarebbe stato in tre anni, per altre immediato.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/12/19/manovra-le-novita-bonus-40-per-lauto-elettrica-a-chi-ha-isee-basso-niente-iva-sui-vaccini-covid-e-rinvio-della-sugar-tax-slitta-il-voto-sugli-emendamenti/6042480/

martedì 20 ottobre 2020

Conte: Manovra per ridare fiducia. Il Mes? Ieri ho solo risposto a una domanda, ne parleremo nelle sedi opportune'.

 

Gualtieri: 'Assegno unico fino a 200 euro al mese'. Catalfo: 'Non c'è alcuna nuova tassa'. Arrivano 4,6 miliardi per l'equità tra Regioni con ddl Autonomie.

La manovra "ha due obiettivi, sostegno e rilancio dell'economia, abbiamo elaborato un progetto che guarda a restituire fiducia e sviluppo al paese". Così il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi per illustrare i contenuti della manovra.

Conte, sollecitato in conferenza stampa, è anche tornato sulla questione del Mes: "Ho risposto a una domanda ma non vuol dire che" la questione del Mes "è risolta ieri in conferenza stampa. Ci sono le sedi opportune e ci sarà l'opportunità per parlarne. Anzi vi anticipo: siccome le forze di maggioranza hanno chiesto un momento di confronto ritengo quantomeno opportuno un confronto politico per definire le priorità, per definire un patto in vista della fine Legislatura". Conte ha sottolineato che "in questa fase il M5S ha già fissato un appuntamento importante", vale a dire gli Stati generali, e come dunque "sia opportuno definire prima questo passaggio, a meno che il Movimento non sia in condizioni per anticipare".

"C'è un negoziato in corso in Ue - ha detto sul Recovery Fund - e un'interlocuzione serrata tra Parlamento e Merkel, Consiglio. Non vedo grosse criticità: ancora ballano alcuni miliardi ma sull'ammontare complessivo di 800 miliardi non è un grosso problema e sono molto fiducioso. Il piano nazionale è pluriennale, sono più preoccupato di sopperire al deficit di capacità amministrativa di spesa con meccanismi e strutture normative che non si possano sprecare un euro. Per il resto, troveremo il modo già a inizio anno di avere anticipi in linea con il quadro programmatico che vogliamo assumere".

Ci sono - ha evidenziato il premier - "risorse significative per rafforzare la sanità, rafforzare il trasporto scolastico, dare sostegno ai settori più colpiti, per un nuovo ciclo di cassa integrazione, e per misure di sostegno per favorire la liquidità delle imprese". "Per il 2021 - ha detto il ministro dell'Economia Gualtieri - il governo mobilita circa 70 miliardi di risorse per la ripresa" tra quelle già stanziate con i decreti durante l'emergenza e quelle della manovra. 

Con la manovra "mettiamo le risorse per far partire dal 1 luglio l'assegno universale per le famiglie con figli, che potrà arrivare fino a 200 euro al mese per figlio per tutte le tipologie di famiglie".

Riforma fiscale: "Abbiamo posto un primo - ha detto Conte - e significativo tassello per la riforma organica del nostro sistema fiscale. Abbiamo messo in campo 5-6 miliardi per varare già, da metà dell'anno, l'assegno unico". Per il fisco, ha spiegato, "non vogliamo aggiustamenti marginali, ma una organica riforma dell'intero sistema fiscale e tributario, ci lavoreremo da subito e ci affideremo per i prossimi mesi a una legge delega per rivedere il sistema della riscossione, ridefinire il contenzioso tributario, riformare il processo tributario e anche per quel che riguarda l'Irpef e la riforma delle aliquote". "Stanziamo ben 8 miliardi inserendoli in un fondo dedicato cui aggiungeremo risorse dalla lotta all'evasione e dal recupero dell'economia sommersa". L'obiettivo è "una revisione integrale dell'intero sistema per avere maggiore equità, trasparenza, efficienza e modernità, pagare tutti perché tutti possiamo pagare meno".

Il premier Conte ha parlato anche di Covid. "Dobbiamo essere vigili - ha sottolineato - come sulle palestre, e agire con adeguatezza e proporzionalità, in modo ragionato, non emotivo".  "Ci siamo sentiti - ha fatto sapere - con Decaro e Lamorgese e abbiamo già concordato un protocollo che consentirà ai sindaci, sentite le Asl, di adottare una proposta per le piazze e le vie che più si prestano ad assembramenti. Poi nell'ambito di una riunione tecnica comitato ordine e sicurezza pubblica si cercherà una soluzione per controlli e attuazione da parte di tutte le autorità competenti. Si tratta di misure sperimentali: dobbiamo costruire anche qualcosa di nuovo". "Prima non eravamo preparati e siamo arrivati al lockdown generalizzato che non potevamo evitare. Ora invece abbiamo lavorato, per fare i test, distribuire le mascherine, abbiamo lavorato nelle scuole, negli uffici per garantire la massima sicurezza e ora dobbiamo garantire una strategia diversa: la curva è obiettivamente preoccupante, ci stiamo predisponendo per evitare il lockdown generalizzato, ma non possiamo escludere che se le misure non daranno effetti saremo costretti a tararle piu' efficacemente e arrivare a lockdown circoscritti perchè uno generalizzato dobbiamo evitarlo".

Di manovra hanno parlato anche altri ministri. Con la manovra "non introduciamo alcuna nuova tassa. Al contrario finanziamo la messa a regime del taglio del cuneo fiscale entrato in vigore lo scorso luglio e che prevede un aumento in busta paga fino a 100 euro per i redditi fino a 40mila euro". Lo afferma la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, parlando in un post su Facebook della misure della legge di bilancio, con la quale, spiega il governo garantisce "un forte impulso alla ripresa economica del nostro Paese già avviata nei mesi scorsi, potenziando al contempo le misure di protezione sociale necessarie per affrontare in sicurezza l'attuale fase di recrudescenza del virus".

VIA LIBERA ALLA MANOVRA DA 40 MIIARDI, LE MISURE.

Con la legge di bilancio, spiega, "investiamo innanzitutto nei giovani. Dal prossimo anno, infatti, scatta la decontribuzione al 100% per tre anni per le aziende che assumono lavoratori under 35. Allo stesso tempo, espandiamo gli aiuti per le famiglie con l'introduzione, da luglio del 2021, dell'assegno unico per i figli.

Non solo. Favoriamo ulteriormente l'occupazione agevolando i meccanismi di uscita dei lavoratori più anziani mediante soprattutto la proroga di Opzione donna, il rinnovo di Ape Sociale e l'ampliamento della platea del contratto di espansione attraverso la riduzione dei criteri dimensionali di accesso per le imprese (da 1.000 a 500 dipendenti)".

Con quasi sei miliardi, viene assicurata "un'ulteriore spinta al mercato del lavoro nel Sud Italia. Grazie a queste risorse, infatti, mettiamo a regime la fiscalità di vantaggio per le imprese del Mezzogiorno, che possono così continuare a godere di uno sgravio del 30% dei contributi per tutti i loro dipendenti e per i nuovi assunti. Infine, rafforziamo la rete di protezione per i settori che stanno maggiormente risentendo dell'impatto economico del Coronavirus (come ad esempio il turismo e la ristorazione). Quattro miliardi verranno destinati a un Fondo per il sostegno di queste attività, mentre con altri cinque miliardi finanziamo la proroga della Cassa integrazione Covid per le aziende che faticano a ripartire", conclude.

Circa 4,6 miliardi da destinare a un fondo di perequazione infrastrutturale. E' quanto prevede la prossima legge di Bilancio per procedere con la legge per l'Autonomia differenziata. Inizialmente il ministro Francesco Boccia aveva previsto le risorse all'interno del ddl, che era pronto per essere presentato ma è stato poi bloccato dall'emergenza Covid. Ora le risorse sono state incluse nelle tabelle della manovra e, viene spiegato, saranno a disposizione del Mezzogiorno, delle aree interne e delle aree di montagna non appena sarà approvata la legge sull'autonomia. 

https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/10/19/manovra-catalfo-non-ce-alcuna-nuova-tassa_f73c2130-6dd5-440e-ab30-b5b4de62c94d.html

martedì 19 novembre 2019

M5S: "Chiesa paghi Imu".

M5S: Chiesa paghi Imu

Pagamento dell’Imu per la Chiesa. Lo propone un emendamento del senatore M5S Lannutti alla manovra: "Sono tenuti a pagare l’Imposta municipale propria (IMU), nei modi e nei termini stabiliti dalla legge per quell’immobile e tutti gli altri a esso collegati, tutti gli edifici o i complessi architettonici della Chiesa cattolica, di congregazioni religiose che fanno capo alla religione cattolica o di associazioni o società legate alla religione cattolica al cui interno ci sono edifici totalmente o in parte adibiti: a ristorazione a pagamento, a caffetteria a pagamento o a hotelleria a pagamento; all’erogazione di servizi ospedalieri o sanitari a pagamento in percentuale pari o superiore al 30% rispetto al fatturato complessivo dell’azienda". 

Inoltre secondo l'emendamento, "Tutte le associazioni o società legate alla religione cattolica e le congregazioni religiose che fanno capo alla religione cattolica il cui fatturato è pari o superiore a 100.000 euro annui sono tenute a farsi convalidare i propri bilanci da un certificatore esterno individuati tra i professionisti del settore, che assuma la responsabilità della veridicità di quel bilancio. Nel caso il bilancio risulti non veritiero, il certificatore esterno punibile con la reclusione da un minimo di 3 anni ad un massimo di 5 anni. Tutte le associazioni o società legate alla religione cattolica e le congregazioni religiose che fanno capo alla religione cattolica che, in base a quanto risulti dai bilanci certificati, svolgono attività di impresa relativa a servizi di ristorazione, hotelleria, caffetteria o erogando altri tipi di servizi a pagamento sono tenuti a pagare l'Imposta municipale propria (IMU) nei modi e nei termini stabiliti dalla legge per quell'immobile e tutti gli altri a esso collegati. Tutte le associazioni o società legate alla religione cattolica e le congregazioni religiose che fanno capo alla religione cattolica che non hanno pagato l'IMU tra il 2006 e il 2011 sono tenute ad autocertificare i propri bilanci relativi a quegli anni e ad autocertificare l'indirizzo d'uso degli immobili di loro proprietà e di quelli utilizzati per le proprie attività. Sulla base dell'autocertificazione presentata dalle suddette associazioni o società i Comuni riscuotono l'IMU per gli anni che vanno dal 2006 al 2011".

martedì 1 ottobre 2019

Def, la bozza della Nota: deficit/Pil al 2,2%, stop gli aumenti dell’Iva, mini taglio del cuneo. “Dalla lotta all’evasione attesi 7,2 miliardi”

Def, la bozza della Nota: deficit/Pil al 2,2%, stop gli aumenti dell’Iva, mini taglio del cuneo. “Dalla lotta all’evasione attesi 7,2 miliardi”

Il premier Conte: "Inizieremo a realizzare i 29 punti programmatici anche se non possiamo fare tutto il primo anno". Poi ribadisce: "Operazione di contrasto all'evasione come mai è stato fatto in passato. Incentiveremo la moneta elettronica ma senza penalizzare i commercianti". Per iniziare a ridurre le tasse sul lavoro ci sono l'anno prossimo solo 2,7 miliardi, a Bruxelles da chiedere oltre 14 di flessibilità. Il ministro Gualtieri: "Utilizzo significativo dei margini previsti, ma ho fiducia nel dialogo con la Commissione". Nel bilancio ci saranno "due nuovi fondi di investimento da 50 miliardi su un orizzonte pluriennale per riconversione energetica e incentivo all'uso di fonti rinnovabili".

Completa cancellazione dei 23 miliardi di clausole Iva e un primo avvio del taglio del cuneo fiscale. Sul fronte delle coperture, oltre 14 miliardi di flessibilità e 7,2 miliardi di proventi dalla lotta alla evasione. A meno di un mese dalla sua nascita, il governo Conte 2 ha approvato la nota di aggiornamento al Def, il documento che disegna la cornice di una manovra da circa 29 miliardi. Il deficit viene fissato al 2,2% del pil, come auspicato dal ministro Roberto Gualtieri che assicura il rispetto delle regole Ue e si dice “fiducioso che il dialogo costruttivo con la Commissione europea consentirà di confermare questo obiettivo”. Il debito però non è nei parametri di Bruxelles: cala di pochissimo, dal 135,7 al 135,1% del pil. La crescita è stimata nel 2020 allo 0,6%, anche se Gualtieri afferma che ora “c’è l’opportunità di un vero rilancio economico”, dopo la frenata dell’anno “gialloverde”. Per il governo resta però il nodo spinoso di indicare come in concreto si ricaveranno i 7 miliardi di lotta all’evasione. Per ora Conte conferma di avere in mente un’operazione di contrasto “come mai fatto in passato“. Per quanto riguarda l’Iva il titolare del Tesoro spiega che “nelle varie ipotesi esistono anche degli scenari di rimodulazione che complessivamente non aumentano l’Iva”. Che poi “questo debba essere svolto in un’altra fase o contestualmente” con la manovra sarà da vedere.

Iva sterilizzata e incentivazione moneta elettronica.
“Voglio confermare che abbiamo sterilizzato l’aumento dell’Iva. Ma non ci accontentiamo di questo”, ha commentato in conferenza stampa Giuseppe Conte. “Io ho chiesto la fiducia su 29 punti programmatici, su un progetto politico molto articolato”, e il governo è al lavoro per iniziare a realizzarli “già da quest’anno, non possiamo rinviare. Già da quest’anno progettiamo, con questa manovra e i documenti collegati, la modernizzazione del paese, la digitalizzazione delle sue infrastrutture, la svolta green per proteggere da subito il nostro ambiente. Vogliamo anche già iniziare a ridurre il cuneo fiscale, come promesso ai lavoratori. E in prospettiva abbassare le tasse e le aliquote Iva, anche se siamo consapevoli che non possiamo fare tutto il primo anno”. Per quanto riguarda la lotta all’evasione, “siamo consapevoli di dover lavorare per inasprire le sanzioni ai grandi evasori ma anche realizzare un grande patto con i cittadini”, ha ribadito Conte. “Uno degli strumenti più efficaci per conseguire questo obiettivo è incentivare la moneta elettronica. Ma lo vogliamo fare senza penalizzare nessuno, senza meccanismi disincentivanti. Il nostro obiettivo, e stiamo lavorando a tante simulazioni per scegliere quella giusta, è raggiungere questa finalità senza penalizzare i commercianti e avvantaggiando i consumatori, valorizzando anche i circuiti per la moneta elettronica alternativi, quello postale ma non solo”. Conte ha spiegato poi che “dalle interlocuzioni che abbiamo avuto fin qui con le istituzioni europee c’è consapevolezza della necessità di consentire l’utilizzo dello spazio fiscale e quindi anche manovre un po’ più espansive rispetto al passato”.
Gualtieri: “Voltare pagina sull’evasione”.“L’enorme sacca di evasione fiscale è una sfida che dobbiamo affrontare, non risolveremo mai i problemi strutturali se non voltiamo pagina sull’evasione”, ha aggiunto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, secondo cui lo spread dovrebbe tornare al di sotto dei livelli di Spagna e Portogallo “con un beneficio per la finanza pubblica che sarebbe assai considerevole” anche se già ora “il minor costo del debito pubblico” per il calo dello spread vale “6 miliardi”. Secondo il nuovo titolare del Tesoro il quadro macroeconomico delineato nella Nota “coniuga bene l’esigenza di assicurare un sostegno alla crescita, evitando una manovra restrittiva che avrebbe avuto un effetto negativo in una fase di rallentamento internazionale, e quella di assicurare la solidità della finanza pubblica e di garantire un percorso graduale” di riduzione “del debito e del costo del suo finanziamento”. “Vorremmo emettere dei green bond, emissioni di titoli di debito italiani esplicitamente destinati a sostenere gli investimenti nella sostenibilità ambientale“, ha anticipato Gualtieri. Inoltre nel bilancio “verranno introdotti due nuovi fondi di investimento, assegnati a Stato e Enti territoriali, per un ammontare complessivo di almeno 50 miliardi su un orizzonte pluriennale. Le risorse saranno assegnate per attivare progetti di rigenerazione urbana di riconversione energetica e di incentivo all’utilizzo di fonti rinnovabili”.
Solo 2,7 miliardi per il cuneo. Unico intervento espansivo insieme a stop clausole.In attesa di conoscere i contenuti della manovra vera e propria, oggetto delle discussioni e delle tensioni tra gli alleati di governo, la Nota di aggiornamento che ne costituisce la cornice macroeconomica conferma solo in parte le anticipazioni di queste settimane. Due le sorprese principali: sul fronte delle entrate, gli introiti attesi da lotta all’evasione e promozione dei pagamenti elettronici sono monstre, considerato che lo scorso anno l’intera “macchina” del recupero ne ha portati a casa 19. Conte però ha detto che la previsione non è eccessiva perché “proprio oggi un quotidiano ha pubblicato stime su transazioni elettroniche di 46 pro capite in Italia, contro la media europea di 135 a persona. Se si colmasse il gap, si stima il recupero di 12,5 miliardi“. Per quanto riguarda il cuneo fiscale, il primo arriverà solo un segnale. Quasi simbolico. Stando alle bozze, infatti, “l’impegno aggiuntivo nel 2020 è valutato in 0,15 punti percentuali di Pil che saliranno a 0,3 punti nel 2021″. Si tratta di circa 2,7 miliardi nel 2020 e di circa 5,4 miliardi nel 2021. “Le misure di riduzione della tassazione sul lavoro intendiamo avviarle e rafforzarle nel quadro triennale di azione del governo”, ha spiegato Gualtieri rispondendo a una domanda. Il taglio è peraltro l’unico intervento – oltre al disinnesco degli aumenti Iva – cui viene attribuito un valore espansivo. Ma di soli 0,1 punti percentuali, contro gli 0,3 punti di “spinta” prevista dalla “rimodulazione delle imposte indirette”. In tutto, la manovra avrà un effetto espansivo di soli 0,2 punti, che aggiunti agli 0,4 tendenziali portano la crescita prevista a +0,6%.
Deficit/pil al 2,2%. Ma nella trattativa con Bruxelles potrebbe salire.
L’andamento del deficit “migliora notevolmente in confronto alle proiezioni del DEF”, scendendo dal 2,4 al 2,2, anche se “rispetto alle proiezioni di inizio luglio, l’aggiornamento del Conto economico della PA di questo Documento incorpora una revisione al rialzo delle stime delle entrate tributarie più contenuta“. Pesa, in positivo, il “calo dell’incidenza della spesa per interessi sul PIL (dal 3,6 per cento di aprile al 3,4 per cento)”. Il punto di partenza è un deficit 2018 “lievemente più elevato di quanto precedentemente stimato, 2,2 per cento anziché 2,1 per cento del PIL”, per effetto della revisione Istat comunicata il 23 settembre.
Le coperture: 0,8 punti di flessibilità, il resto da lotta all’evasione e spending.
La manovra per il 2020 sarà di circa 29 miliardi. La flessibilità che verrà richiesta sul deficit è di circa 14,4 miliardi, lo 0,8% del Pil. Le risorse a cui attingere come coperture “sono pari a quasi 0,8 per cento del Pil (circa 14,4 miliardi)” così suddivisi: 7,2 miliardi (0,4% del Pil) dalla lotta all’evasione, compresa la “diffusione di strumenti di pagamento tracciabili”, 1,8 miliardi dalla spending review (0,1% del Pil), 1,7 miliardi (circa lo 0,1% del Pil). Il resto verrà dalla “riduzione delle spese fiscali e dei sussidi dannosi per l’ambiente e nuove imposte ambientali, che nel complesso aumenterebbero il gettito di circa lo 0,1 per cento del pil”, altri 1,7 miliardi.
23 ddl collegati alla manovra tra cui il Green new deal.
Saranno 23 i ddl collegati alla manovra. Nella bozza è elencata la lista dei provvedimenti: il primo è il Ddl Green New Deal e transizione ecologica del Paese. Ci sono poi un ddl recante riduzione del cuneo fiscale, uno “in materia di revisione della disciplina del ticket e delle esenzioni per le prestazioni specialistiche e di diagnostica ambulatoriale” e un “ddl recante interventi per favorire l’autonomia differenziata ai sensi dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione attraverso l’eliminazione delle diseguaglianze economiche e sociali nonché l’implementazione delle forme di raccordo tra Amministrazioni centrali e regioni, anche al fine della riduzione del contenzioso costituzionale”.