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mercoledì 28 luglio 2021

Vaccini 12-18enni, tutto quel che c’è da sapere in 10 domande e risposte. - Nicola Barone

 

Dagli eventi avversi registrati alle sperimentazioni ancora in corso, come rispondono i pediatri ai dubbi dei genitori.

Consentire un ritorno non traumatico a scuola degli studenti, allontanando lo spettro di nuove fasi di didattica a distanza. Nei pensieri del Governo è una priorità assoluta, di Mario Draghi in particolare che riserva sempre parole nette a riguardo sin dalla primissima ora. Per la vaccinazione obbligatoria del personale non ancora immunizzato niente è ancora deciso. L’altra parte sta invece ai più giovani che sono davanti alla scelta, insieme alle proprie famiglie. Alle più correnti domande danno risposta le Faq pubblicate sul sito della Società Italiana di pediatria (Sip) in cui si «raccomanda la vaccinazione Covid-19 per tutti i bambini e gli adolescenti di età pari o superiore a 12 anni».

I più piccoli sono “risparmiati” dal Covid?

A maggio 2020, ricordano i pediatri italiani, solo il 5% dei pazienti Covid pediatrici che erano stati ospedalizzati aveva comorbidità e il 3,5% di loro è stato ricoverato in terapia intensiva. «Recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato in tale fascia di età la presenza di gravi complicanze renali o di complicanze multisistemiche, anche al di là della ben codificata MIS-C, conseguenti ad un’infezione pauci o asintomatica». Rispetto alla celiachia gli studi disponibili non mostrano un incremento dell’incidenza di effetti collaterali in pazienti affetti rispetto al resto della popolazione, vi sono alcuni dubbi sull’efficacia ma ad oggi non sono disponibili studi che lo dimostrino.

Non aver avuto malattie pregresse mette al riparo dalle conseguenze peggiori?

«Anche i bambini adolescenti senza malattie pregresse sono a rischio di ospedalizzazione a causa del Covid, quindi necessitano di essere protetti dalla vaccinazione». Chi soffre di asma, se la malattia è controllata, può essere sottoposto alla vaccinazione e «non vi sono evidenze che dosi basse o moderate di corticosteroidi inalatori possano avere impatto sulla efficacia». Quanto ai bambini con disabilità neurologiche e immunodeficienze, sono più a rischio di essere ospedalizzati a causa del SARS-CoV-2, pertanto «devono essere vaccinati, anche se probabilmente l’immunogenicità della vaccinazione sarà minore». Inoltre il vaccino anti Covid non contiene lattice o proteine dell’uovo per tanto non è controindicato in soggetti con queste allergie.

Quali sono i rischi effettivi di miocarditi e pericarditi?

Qualche motivo di preoccupazione è stato dato da rarissimi casi nel mondo di miocardite, un’infiammazione del muscolo cardiaco, e di pericardite, nella quale a essere interessato è invece il rivestimento dell'organo. Stando a un consistente report del Centers for disease control and prevention di Atlanta (Cdc), su oltre 7,3 milioni di dosi di vaccino somministrate a giovani tra i 12 e i 17 anni, dopo la prima dose sono stati rilevati 4 casi nelle femmine e 32 nei maschi. La maggior parte delle volte i pazienti sottoposti a successive cure mediche hanno risposto bene ai farmaci con risoluzione dei problemi sorti.

In Italia abbiamo avuto morti?

Dai dati dell’Istituto superiore di sanità aggiornati al 9 giugno 2021, nel nostro Paese dei 4,2 milioni di casi di infezione, il 5,5%, ovvero 231.338, ha riguardato bambini tra 0 e 9 anni con 11 morti. Mentre il 9,6%, cioè 406.460 casi, ha interessato la fascia 10-19 anni, in questo caso con 15 decessi. La distribuzione per classe d’età, spiega la Sip, aumenta progressivamente dall’età neonatale a quella adolescenziale, con la metà dei casi che si verifica in minori tra 1 e 14 anni, mentre sono rari i casi nel primo anno di vita.

Sono in corso ulteriori sperimentazioni sotto la fascia di età approvata?

Le autorità di regolamentazione degli Stati Uniti hanno chiesto a Pfizer/BioNTech e Moderna di espandere la dimensione degli studi in corso che testano i loro vaccini anti Covid nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni. La Food and Drug Administration ha indicato che l’attuale ampiezza delle sperimentazioni appare inadeguata per rilevare i rari effetti collaterali.

La vaccinazione favorirà un ritorno a scuola in presenza?

Il Comitato tecnico-scientifico, esprimendosi in un parere richiesto dal ministero dell'Istruzione, ritiene «assolutamente necessario» dare priorità alla didattica in presenza per il prossimo anno scolastico. Non solo come strumento essenziale per la formazione degli studenti, ma anche come «momento imprescindibile e indispensabile nel loro percorso di sviluppo psicologico». Diversamente, la situazione potrà «negativamente tradursi in una situazione di deprivazione sociale e psico-affettiva delle future generazioni». Per il massimo organo consultivo la vaccinazione costituisce, ad oggi, la misura di prevenzione pubblica fondamentale per contenere la diffusione della SARS-CoV-2. È dunque essenziale, per evitare di dover rinunciare alla didattica in presenza, oltre che alle altre attività di socializzazione in ambiente scolastico, e nel contempo impedire che si generino focolai di infezione, promuovere la vaccinazione nella scuola, tanto del personale scolastico (docente e non docente), quanto degli studenti.

È utile o necessario fare una ricerca degli anticorpi prima di prenotare il vaccino?

Nel caso di minore con anamnesi di pregressa infezione da SARS-CoV-2, la Società italiana di pediatria raccomanda un intervallo di almeno 90 giorni tra la diagnosi di infezione o la somministrazione di eventuali anticorpi monoclonali e la prima somministrazione del vaccino Covid-19.

Bisogna fare una profilassi particolare pre vaccinazione?

I pediatri italiani suggeriscono di non prescrivere farmaci finalizzati alla prevenzione degli eventuali eventi avversi postvaccinici.

Dopo si possono abbandonare le regole di contenimento del virus?

Fino a quando non verranno formalizzate specifiche indicazioni da parte degli enti regolatori nazionali, agli adolescenti e le loro famiglie viene ribadito il valore del continuo e costante rispetto delle norme per il contenimento e la diffusione del coronavirus anche dopo la vaccinazione.

Tutti i Paesi si comportano allo stesso modo con i giovani?

No. Uno di quelli più citato è la Germania dove la commissione specializzata indipendente presso il Robert Koch Institut non consiglia di somministrare vaccini in modo generalizzato nella fascia 12-17 anni. Sulla scorta delle evidenze acquisite, la Stiko giudica che l’impatto dell’infezione nella fascia in questione sia troppo piccolo per giustificare il vaccino per tutti i bambini sani. Tanto più che la sicurezza del vaccino non è considerata ancora sufficientemente documentata nello specifico gruppo di età. La vaccinazione viene dunque riservata solo a chi è malato o ha determinate patologie pregresse.

IlSole24Ore

martedì 14 luglio 2020

Decapitazioni, suicidi e stupri di bambini. La chat dell’orrore dei venti minorenni. - Giacomo Salvini

Decapitazioni, suicidi e  stupri di bambini. La chat dell’orrore dei venti minorenni
A scoprire che il figlio, un 15enne di Lucca, era l’amministratore della “chat dell’orrore”, è stata la madre. Una volta scoperti quei video pedopornografici con protagoniste delle minorenni, si è insospettita e ha denunciato tutto alla polizia postale. Solo che in quella conversazione non c’erano solo immagini di abusi su bambini molto piccoli (tra i 2 e i 4 anni), ma anche – ed è questa la novità su cui si concentrano gli investigatori – uno scambio frequente di immagini gore, video amatoriali di persone e animali uccisi in maniera truculenta, provenienti dal deep web. Così è partita l’indagine “Dangerous Images” della polizia postale della Toscana, coordinata dalla Procura dei minori di Firenze guidata da Antonio Sangermano, che dopo cinque mesi ha portato alla denuncia di 20 adolescenti tra i 13 e i 17 anni in tutta Italia. Al momento la Procura indaga per detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico e istigazione a delinquere, ma non è escluso che l’inchiesta possa estendersi ad altre persone maggiorenni: in quel caso a intervenire sarebbe la magistratura ordinaria.
La madre, prima si è fatta raccontare da dove provenissero quei video e poi ha consegnato lo smartphone alla polizia postale. Grazie all’analisi delle chat di Whatsapp e Telegram, gli investigatori sono riusciti a ricostruire gli iscritti al gruppo, che non si conoscevano tra loro, e chi si scambiava il materiale. Da qui ieri mattina sono scattate le perquisizioni della polizia postale, coordinate dal Centro nazionale contrasto alla pedopornografia online (Cncpo), nei confronti di 20 minorenni in tutta Italia, da Milano, Pavia, Varese, passando per Pisa, Lucca, Roma, Lecce e Napoli. Sette sono tredicenni quindi non imputabili. Nei telefoni dei ragazzini sono stati ritrovati “elementi di riscontro inconfutabili”: da una parte lo scambio frequente di materiale pedopornografico con scene di abusi su bambini piccoli anche tramite stickerse, dall’altra decapitazioni di uomini e animali, suicidi, mutilazioni e stupri di bambini. Tutti file provenienti dal deep web estrapolati anche dallo stesso 15enne e condivisi su Telegram. Nella chat valeva la “legge del prestigio”: chi era in grado di condividere con maggior frequenza i video più rari e truculenti assumeva più rispettabilità nei confronti degli altri membri della chat. Una volta condiviso un video di uno sgozzamento o di una mutilazione partiva una sorta di competizione per trovare immagini ancora più violente generando una spirale senza fine.

giovedì 4 aprile 2019

Virtus Italia, procedure entro 96 ore e poi il ragazzino finiva in strada: così la onlus incassava i 118 euro previsti dal contratto. - Vincenzo Bisbiglia e Marco Pasciuti

Virtus Italia, procedure entro 96 ore e poi il ragazzino finiva in strada: così la onlus incassava i 118 euro previsti dal contratto

LE CARTE - Il comune di Roma aveva aggiudicato all'associazione un appalto triennale da 2,7 milioni perché questa accogliesse i minori e li identificasse, prima di smistarli in case famiglia. Tutti gli interventi dovevano essere realizzati in 96 ore e l'associazione incassava il compenso per ogni ospite anche "se il giorno di uscita coincide con quello di entrata". Quindi ai gestori conveniva avere posti liberi da riempire per incassare nuove rette.

Il cancello carrabile che dà su Via Maria Annibale di Francia è chiuso e non può essere aperto perché “ci sono le videocamere”. Per questo la ragazzina, arrivata pochi minuti prima, deve scavalcare. “Ma io ho paura”, risponde lei. “Dai, che non tu succede niente”, risponde l’operatrice. Quella si fa coraggio, scavalca e se ne va. La onlus denunciava, poi, falsamente l’allontanamento volontario e incassava illecitamente gli 84 euro di quota fissa (33 euro di quota variabile) per ciascun “ospite”. Quindi dichiarava la disponibilità di un nuovo posto e il giro ricominciava. Operavano così i dipendenti della Virtus Italia secondo la Procura di Roma, che questa mattina ha emesso un provvedimento cautelare nei confronti di 22 persone nell’ambito dell’indagine che coinvolge i vertici della onlus, centro di primissima accoglienza per minori non accompagnati in zona Villa Spada, a Roma.
Il Campidoglio aveva aggiudicato alla Associazione “Virtus Italia Onlus – Consorzio di solidarietà sociale” un appalto triennale da 2,68 milioni di euro, perché questa accogliesse i minorenni e provvedesse alla loro identificazione e alle prime cure, prima di smistarli in case famiglie. In questo contesto, scrive il Gip, “il Centro si obbliga a garantire una continua disponibilità di posti, assicurando che tutti gli interventi siano realizzati in 96 ore, al termine delle quali il minore deve essere indirizzato verso una sistemazione caratterizzata da maggiore stabilità”. Per questo motivo “il servizio residenziale deve avere durata molto breve, essendo volto a garantire l’identificazione, l’accertamento della sua situazione personale e familiare e il soddisfacimento dei bisogni primari del minore stesso”.
Il Comune, da parte sua, corrispondeva all’associazione che gestiva il centro “un compenso giornaliero per singolo ospite (per un totale di 30 posti) pari ad € 118,50, suddivisa in una quota fissa di € 84,87 ed una quota variabile – riferita ad ogni giorno di effettiva presenza nel Centro – pari ad € 33,63. “E’ significativo – prosegue il Gip – che l’importo giornaliero di € 84,87 – per ciascuno dei trenta posti – è corrisposto in maniera fissa e con cadenza mensile, indipendentemente dalla presenza di ospiti o meno, mentre la quota giornaliera di € 33,63 è corrisposta soltanto in ragione dell’effettiva presenza di un minorenne presso detta struttura, sin dal momento dell’accesso”. Il contratto prevede addirittura che “se il giorno di uscita coincide con quello di entrata, indipendentemente dall’orario di entrata/uscita, viene riconosciuto il corrispettivo per una giornata“.
E’ qui che risiede il guadagno della Virtus, secondo gli inquirenti: alla onlus conveniva avere posti liberi da riempire continuamente: per raggiungere questo obiettivo gli operatori lasciavano andare via gli ospiti, in modo da poterne accogliere altri e incassare altre rette. Sono stati 58 i ragazzini non accompagnati, tutti compresi tra i 9 e 17 anni, di cui i pubblici ministeri hanno accertato l’allontanamento tra il 2017 e il 2018. Gli operatori aprivano il cancello carrabile che dà sulla stradina a pochi passi dalla via Salaria, zona nord della Capitale, e poi li facevano uscire il più in fretta possibile. In altri casi facevano scavalcare loro il cancello. In uno di questi casi un ragazzino era caduto riportando una contusione polmonare ed è stato ricoverato in ospedale con una prognosi di 15 giorni.
I ragazzi, prosegue l’accusa, “vengono lasciati allontanare persino qualche minuto dopo il loro ingresso. In tal modo, tuttavia, il Centro lucra non solo la quota fissa, ma anche la quota variabile giornaliera per ciascuno dei minori, che viene incamerata da parte del Centro senza avere di fatto gli operatori fornito alcuna prestazione, che non sia quella di aprire il cancello carrabile, di voltarsi dall’altra parte in occasione della fuga dei minori o; talvolta, di fingere una rincorsa del fuggitivo nella poco riuscita imitazione del bravo operatore”. In questo modo il contratto firmato con il Campidoglio veniva disattesa e la onlus veniva pagata per servizi che non erogava. Di qui le accuse dei pm di piazzale Clodio: abbandono di minori, falso e frode in pubbliche forniture.