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martedì 8 settembre 2020

IL TARDIGRADO, LA CREATURA PIÙ RESISTENTE DELLA TERRA, HA UN NUOVO CONTENDENTE AL TITOLO. - Salvo Privitera

Il tardigrado, la creatura più resistente della Terra, ha un nuovo  contendente al titolo

Il tardigrado è una creatura davvero incredibile e super resistente: capace di sopravvivere al calore e al freddo estremo, alle radiazioni, al vuoto dello spazio, senza acqua e ossigeno per svariati anni. Possiamo quindi definire i tardigradi gli animali più indistruttibili sulla Terra? C'è ancora un dibattito aperto su questa domanda.
I tardigradi sono così resistenti perché in caso di "pericolo" entrano in uno stato chiamato criptobiosi in cui non si muovono, crescono o si riproducono, ma sono protetti dalle condizioni estreme precedentemente elencate. Esistono diversi tipi di criptobiosi a seconda delle condizioni con cui hanno a che fare.
La più studiata è chiamata anidrobiosi. In poche parole, queste creature, quando non c'è acqua si "disidratano" e le loro cellule si riempiono di uno zucchero chiamato trealosio, che protegge il contenuto cellulare fino a quando non c'è di nuovo acqua. L'anidrobiosi nei tardigradi è stata scoperta nel 1702, quando lo scienziato Anton von Leewenhoek ha asciugato e riportato in vita i tardigradi che ha trovato sui tetti di alcune case. I tardigradi possono rimanere in criptobiosi senza cibo o acqua per anni, per almeno 30 anni se congelati.
"I tardigradi terrestri nella criptobiosi sono molto resistenti alla distruzione [...] Ma i tardigradi marini e d'acqua dolce non mostrano criptobiosi e quindi sono distruttibili", afferma il biologo William Miller della Baker University. Attualmente esistono più di 1.400 specie conosciute di tardigradi. Allo stesso modo, solo alcune specie di tardigradi producono trealosio, la sostanza zuccherina che protegge le cellule durante l'anidrobiosi.
Altre specie, infatti, possono avere altri trucchi per proteggerli da condizioni difficili come proteine ​​speciali che si trasformano in una sostanza simile al vetro per proteggere le cellule. "I tardigradi sono certamente uno degli animali più tolleranti allo stress sulla Terra, ma sono facilmente distrutti con la puntura di un ago, o divorati da altri animali, funghi e protisti", afferma il dottor Dennis Persson. Per capire se siano o no indistruttibili, è giusto conoscere la "concorrenza".
Altri animali possono sopravvivere a quelle che consideriamo condizioni di vita estreme. Tra questi, ci sono nematodi e rotiferi. Questi animali sopravvivono all'essiccazione e al congelamento tanto quanto i tardigradi, se non addirittura meglio"Il record di sopravvivenza in uno stato disidratato è detenuto dal nematode Tylenchus polyhypnus a 39 anni", sottolinea il paleobiologo Dr Graham Budd. Dal punto di vista di "resistenza al danno", molti esperti affermano che i nematodi siano i vincitori.
https://tech.everyeye.it/notizie/tardigrado-creatura-resistente-terra-nuovo-contendente-titolo-467050.html?fbclid=IwAR2OXGYJPz4LRYP5g7goMI_HUrV9_KQ7E3q3NBzczbUOA2ZY2RUbklMFz5A

mercoledì 5 settembre 2018

Due vermi congelati da 40 mila anni tornano a vivere e a mangiare.



Due “nematodi” vissuti 40 mila anni fa sono stati trovati in alcuni campioni di permafrost raccolti in Siberia dai ricercatori russi: una volta ‘scongelati’ a 20 gradi per qualche settimana, i vermi hanno ricominciato a vivere e a mangiare. Si tratta di un’importante scoperta che apre nuovi dibattiti sul tema della criopreservazione.

Due nematodi (vermi cilindrici) di migliaia di anni fa (tra i 30 e i 40 mila anni fa) sono tornati in vita dopo essere stati ‘scongelati’ da un permafrost raccolto dai ricercatori russi: si tratta di un’importante scoperta che apre nuove riflessioni sulla reale possibilità della criopreservazione e, in generale, sulla preservazione dei nostri tessuti a bassissime temperature. Lo studio, intitolato “Viable Nematodes from Late Pleistocene Permafrost of the Kolyma River Lowland”, è stato pubblicato sulla rivista Doklady Biological Sciences.

La scoperta nel permafrost.
I biologi russi raccontano di aver raccolto circa 300 campioni di suolo ghiacciato, permafrost, in Siberia e di averli portati in un laboratorio a Mosca per osservarli. All’interno di due campioni sono stati trovati due nematodi di due generi differenti: il primo appartiene al genere Panagrolaimus, raccolto a 30 metri sottoterra, in quello che un tempo era la tana di uno scoiattolo che si è congelata circa 32 mila anni fa, il secondo invece appartiene al genere Plectus, raccolto a 3,5 metri di profondità e, secondo i calcoli, vissuto circa 42 mila anni fa.

Le fasi dello “scongelamento”.
I due nematodi, osservati al microscopio, sono stati così lasciati per alcune settimane al caldo, a 20 gradi, e con il passare del tempo hanno iniziato a dare i primi segni di vita addirittura muovendosi e mangiando: questo evento rappresenta un record assoluto di quanto un animale possa sopravvivere grazie alla criopreservazione.

Dai batteri ai vermi.
Già in passato i ricercatori erano riusciti a riportare in vita alcuni esseri viventi di 250milioni di anni fa, ma si trattava di batteri, adesso però si tratta di animali, per questo la scoperta è così sorprendente. Per quanto i nematodi siano conosciuti per la loro resistenza, che non è paragonabile a quella dei tardigradi che riescono non solo a sopravvivere in condizioni estreme, ma anche a riparare il loro DNA, lo ‘scongelamento’ messo in pratica suggerisce che questi animali abbiano alcuni meccanismi adattativi, che possono essere studiati e applicati nel campo della criomedicina, della criobiologia e dell’astrobiologia. Ovviamente saranno necessari ulteriori studi per capirne di più.

https://www.conoscenzealconfine.it/due-vermi-congelati-da-40-mila-anni-tornano-a-vivere-e-a-mangiare/