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mercoledì 4 settembre 2019

Governo: Conte sale al Quirinale. Corre Milano, spread giù.

Conte al Quirinale © ANSA


Di Maio: "Non sarà un governo di destra o di sinistra".


Sarebbe il nodo del sottosegretario alla presidenza del Consiglio il principale scoglio che blocca la definizione della squadra di governo. E' quanto si apprende da fonti parlamentari dem, mentre è in corso il vertice tra il premier incaricato Giuseppe Conte, Pd e M5S. Sarebbe ancora in corso il braccio di ferro tra Conte e i Cinque Stelle per questa casella. E' di fatto chiuso invece lo scacchiere dei ministeri con Roberto Gualtieri dato quasi per certo alla guida del Mef.

 Luigi Di Maio alla fine potrebbe optare per lo Sviluppo economico o il Lavoro, piuttosto che per gli Esteri.

LA REAZIONE DEI MERCATI

"Abbiamo fatto un ottimo incontro. Abbiamo messo a punto un programma molto serio e condiviso". Lo dice il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio al termine del tavolo sul programma a palazzo Chigi durato quasi tre ore, spiegando che "al centro del programma ci sono il lavoro e le famiglie. "Nel programma c'è scritto che serve una nuova legge sulla immigrazione, che superi la logica emergenziale e affronti il problema in modo organico", afferma Delrio.

LA SQUADRA DI GOVERNO
"Leggevo che Di Maio potrebbe fare il ministro degli Esteri. Ma come si fa? Come si fa a passare da un ministero con 150 crisi aziendali aperte agli Esteri? Nel giro di un mese". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ad Agorà.  "Orgoglioso di aver perso 7 ministeri adesso, per preparare un governo serio e forte che duri 10 anni poi", ha aggiunto Salvini.

Cgil, Cisl e Uil chiedono che il nuovo governo avvii da subito un confronto costruttivo con le parti sociali e, con una forte svolta rispetto al passato, dia risposte alle proposte contenute nella piattaforma unitaria, definita "la stella polare", che partono da lavoro, fisco e previdenza, in vista della prossima legge di Bilancio e non solo. Questo quanto sostenuto dai segretari generali della Cgil Maurizio Landini, della Cisl Annamaria Furlan e della Uil Carmelo Barbagallo nel corso della segreteria unitaria convocata dopo la pausa estiva.

Luci accese, in piena notte, a Palazzo Chigi e al Nazareno; segno di una trattativa che va a oltranza, superando di gran lunga la mezzanotte e coinvolgendo pontieri e leader di partito, oltre a Giuseppe Conte. L'obiettivo, per Conte, resta quello di sciogliere la riserva entro la mattinata anche se, alle 9 il premier incaricato ha in programma una nuova riunione con la delegazione di Leu. Ed è pevisto un nuovo vertice a ore. Intanto, non si escludono, in nottata, contatti anche tra i leader del Pd e del M5S, Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio, che dopo aver lasciato in tarda serata Palazzo Chigi torna, poco dopo, nella sede del governo con Vincenzo Spadafora, uno dei tessitori della trattativa con i Dem.

Il primo nodo da sciogliere resta quello del sottosegretario alla presidenza al Consiglio. Conte è determinato ad indicare un uomo di sua stretta fiducia (Roberto Chieppa, tra i profili in pole) ma sarebbe in corso un braccio di ferro con il M5S, che vorrebbe un "suo" uomo a Palazzo Chigi: in pole ci sarebbe Riccardo Fraccaro, seguito a poca distanza da Spadafora. Al Mef, invece, salgono le quotazioni dell'unico politico Dem rimasto in lizza, l'eurodeputato Roberto Gualtieri, presidente della commissione Bilancio a Strasburgo. 

Tra i tecnici in ambienti Dem vengono citati Giuseppe Pisauro e Salvatore Rossi. Un tecnico sarebbe diretto al Viminale (Luciana Lamorgese o Franco Gabrielli) mentre il "destino" dei due capi delegazione ha dei contorni più definiti: per Di Maio si prospetta il ministero degli Esteri mentre Dario Franceschini dovrebbe andare alla Difesa o alla Cultura. I ministeri in bilico sono però diversi. Il Mise, innanzitutto, dove i Dem puntano su Paola De Micheli mentre tra il M5S si fa il nome di Laura Castelli e Stefano Patuanelli, inizialmente in pole per le Infrastrutture. Se il Mise andasse al M5S il Mit sarebbe di colore Dem e sarebbe guidato da De Micheli. 

Ballottaggio anche all'Istruzione, tra Gianni Cuperlo (Pd) e Nicola Morra (M5S). In sospeso anche l'Ambiente, tra Sergio Costa (che sarebbe tra i confermati) e Rossella Muroni, in quota Leu. Conteso ancora sembra essere il ministero del Lavoro: in pole, nel Pd, il nome di Giuseppe Provenzano. Alla Giustizia Alfonso Bonafede va verso la conferma. Tra i possibili outsider dell'ultimo minuto si citano la sindacalista Cgil Serena Sorrentino e l'imprenditrice (nel settore dei sacchetti biodegradabili) Catia Bastioli. E si tratta anche all'interno dei partiti. Ai renziani sarebbero stati proposti tre ministeri per Anna Ascani, Lorenzo Guerini e Teresa Bellanova ma Matteo Renzi starebbe insistendo su Ettore Rosato. E nel M5S cresce il pressing degli ortodossi: difficile che non guadagnino un ministero, magari rinfoltendo la compagine femminile dell'esecutivo giallo-rosso.

domenica 3 giugno 2018

Cosa dice Standard and Poor’s del nuovo governo.

Cosa dice Standard and Poor’s del nuovo governo

"Manca ancora visibilità su strategia economica e fiscale"

Roma, 2 giu. (askanews) – Il nuovo governo M5S e Lega “non dovrebbe avere un effetto immediato” sul rating dell’Italia. Lo ha detto l’agenzia Standard and Poor’s, che sul nostro Paese ha un giudizio pari a BBB con outlook stabile. In una nota diffusa alla fine della giornata in cui il governo Conte ha giurato al Quirinale, gli esperti hanno spiegato di credere che sia “molto probabile” che il governo ottenga la fiducia del Parlamento la settima prossima. “Secondo noi, tuttavia, attualmente c’è una mancanza di visibilità sui dettagli della strategia del nuovo governo in termini di politica economica e fiscale”. Per l’agenzia, la strategia del governo “continuerà a essere l’elemento determinante della tenuta creditizia dell’Italia, specialmente in termini di approccio del governo alle finanze pubbliche (caratterizzate da un indebitamento del governo molto alto) e alle riforme economiche strutturali”.

In questo contesto, come spiegato nel rapporto del 27 aprile scorso con cui aveva confermato il suo rating per l’Italia, l’agenzia di rating ha ricordato che “l’attuale outlook stabile bilancia il potenziale per una crescita economica forte contro incertezze politiche persistenti e le loro implicazioni potenzialmente avverse per la performance economica e dei conti pubblici”.

Per il nostro Paese ci sarà una bocciatura se l’economia “rallenta notevolmente, portando la sua performance ancora una volta al di sotto dei rating di nazioni con livelli simili di sviluppo”. Un taglio del rating potrebbe scattare anche con uno stop del consolidamento fiscale, “specialmente se il nuovo governo abbandona la strada intrapresa del consolidamento o se ribalta le riforme strutturali”. Perché – è la tesi – il risultato sarebbe un indebolimento delle finanze pubbliche e delle prospettive economiche.
Fgl/Int2