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martedì 30 giugno 2020

I Mes-tatori. - Marco Travaglio

zingaretti rovina l'estate di conte: ''le 10 ragioni per dire sÌ ...
Quest’anno, in mancanza del giallo dell’estate (tipo il delitto della contessa Alberica Filo della Torre), della hit dell’estate (tipo Vamos a la playa) e del gioco dell’estate (tipo il frisbee), partiti e giornaloni al seguito han deciso di trastullarsi col Mes, il Meccanismo europeo di stabilità che, per quanto pallosissimo, è insieme un giallo, una hit e un gioco di società. Ciascuno, per carità, si diverte come può. Ma qui ci vanno di mezzo il governo, la maggioranza, la reputazione dell’Italia in Europa e altre questioni un po’ più serie di un passatempo da spiaggia. Infatti del Mes si parla esclusivamente in Italia: nessun altro Stato membro dell’Ue (a parte forse Cipro) intende chiederlo. Il che la dice lunga sul provincialismo italiota e sulla vantaggiosità del Mes: le condizionalità sono sparite a parole, ma nei fatti i trattati non sono cambiati; dunque è sempre possibile che chi chiede i soldi si veda poi imporre ex post di ristrutturare il suo debito sovrano secondo il graziosi diktat della Trojka. Ieri persino il segretario del Pd Nicola Zingaretti, la cui competenza e le cui competenze in materia sfuggono ai più, ha spiegato le 10 ragioni per cui l’Italia deve assolutamente accedere al Mes, e alla svelta. Pare che non si sia neppure premurato di avvertire il premier, che aveva appena ribadito le perplessità non tanto sullo strumento in sé, quanto sulla convenienza di chiederlo noi soli. E aveva spiegato che è meglio attendere le mosse degli altri partner Ue, per non restare isolati a tendere il cappello come accattoni alla fame.
Già, perché il Mes è fatto apposta per Paesi in stato prefallimentare: chi lo chiede ammette di non farcela da solo e dà un pessimo segnale ai famosi “mercati”. I mercati che due anni fa allarmavano il presidente Mattarella al punto da indurlo a invocarli esplicitamente per giustificare la mossa più incauta e incomprensibile del suo mandato: il respingimento del primo governo Conte perché aveva come ministro dell’Economia quel pericoloso terrorista anti-euro di Paolo Savona, che poi invece gli andò benissimo agli Affari europei (sic!) con il suo prediletto Giovanni Tria all’Economia. Ora evidentemente i “mercati” non esistono più. E il primo che passa per la strada, persino la Lorenzin, Bonaccini e financo l’Innominabile (manca solo Scalfarotto), dà fiato alla bocca e invoca il Mes come gli ebrei in fuga dall’Egitto la manna dal cielo. Intanto chi dovrebbe decidere (il ministero dell’Economia, come ha ricordato Conte alla Merkel), tace. E parte il solito teatrino all’italiana, con i competenti per definizione (Pd, Iv e FI) pro Mes e i barbari incompetenti (M5S, Lega e FdI) contro. Ma le cose non stanno affatto così.
Il Mes ha i suoi pro e contro (vedi pagg. 6 – 7); sarebbe meglio riuscire a farne a meno; non sarebbe scandaloso se invece alla fine fossimo costretti a chiederlo, possibilmente insieme ad altri Paesi Ue; parlarne ora è assurdo e pericoloso, perché ancora non conosciamo dettagli e dimensioni del Recovery Fund e questa batracomiomachia alla vigilia del Consiglio europeo decisivo del 17-18 luglio indebolisce il potere contrattuale dell’Italia. Come arrendersi prima di giocare la partita. Non sappiamo se Zinga, mentre scriveva il suo compitino all’insaputa di Conte, abbia informato il suo ministro e il suo viceministro dell’Economia, Roberto Gualtieri e Antonio Misiani. Ma, sia come sia, i due dovrebbero parlare. Perché furono proprio loro a dire che l’Italia non ha bisogno del Mes e non lo chiederà: non secoli fa, ma poche settimane fa. Disse Gualtieri l’11 aprile al Tg3: “Abbiamo sempre detto che il Mes non ha la dimensione adeguata per mettere in campo risorse necessarie, tra 1 e 1,5 trilioni. Ci stiamo concentrando sugli eurobond e sul fondo per la rinascita dell’Europa, abbiamo detto che non abbiamo bisogno del Mes, ma ci siamo impegnati perché offra a tutti i Paesi che ne faranno richiesta – c’erano molti Paesi interessati – delle risorse senza nessuna condizionalità. Questa è la proposta che l’Eurogruppo mette sul tavolo del Consiglio europeo, che dovrà decidere se si potrà attivare per i Paesi che fanno richiesta di questa linea di credito senza nessuna condizionalità. Ma l’Italia punta a un obiettivo più ambizioso: il fondo per la rinascita dell’Europa”. Ora quel fondo (il Recovery Fund) è realtà e i Paesi che avevano chiesto all’Italia di appoggiare il Mes anche senza chiederlo, in primis la Spagna, non lo vogliono più: perché dovremmo volerlo noi? Gualtieri ha cambiato idea e, se sì, perché?
Due giorni dopo il suo vice Misiani dichiarò a Canale5: “Non utilizzeremo i fondi del Mes” (13 aprile). Misiani ha cambiato idea e, se sì, perché? Un altro grande sponsor last minute del Mes è Carlo Cottarelli. Lo stesso che il 28 aprile scriveva su Repubblica, a quattro mani con Enzo Moavero, che – in costanza dei trattati – il rischio di condizionalità ex post è tutt’altro che scongiurato; che il Mes ci farebbe risparmiare “un punto e mezzo” sul “nostro tasso di interesse di mercato”, cioè appena “2-2,5 miliardi su sette anni”; e soprattutto che “ricercare l’ausilio del Mes potrebbe segnalare ai mercati che siamo più in difficoltà di altri; il rischio sarebbe ridotto se procedessimo insieme ad altri Stati, fra cui qualcuno di dimensione comparabile alla nostra”. Posto che nessun altro Stato intende chiederlo (tranne forse Cipro), Cottarelli ha cambiato idea e, se sì, perché?

martedì 10 settembre 2019

Salario minimo: cos’è, come funziona e perché fa paura alle imprese. - Barbara Massaro (Panorama)



Sostenere le fasce più basse di reddito introducendo l’obbligo del cosiddetto salario minimo, ovvero quella retribuzione oraria base che i datori di lavoro dovrebbero garantire per legge in busta paga.

La proposta targata M5S pende come una spada di Damocle sulla testa delle imprese già dalla passata legislatura e il premier-bis Conte ne ha parlato anche nel suo discorso programmatico alla Camera dei Deputati quando ha annunciato l’ipotesi di una legge sulle relazioni sindacali e una “applicazione erga omnes dei contratti collettivi”.

Cos’è il salario minimo.
Con il concetto di salario minimo si fa riferimento alla più bassa retribuzione o paga oraria, giornaliera o mensile, che un datore di lavoro deve corrispondere ai propri dipendenti.

L’ex Ministro del Lavoro Di Maio qualche mese fa aveva proposto di fissare la quota parte minima in busta paga a 9 euro, e nel testo si parlava di “una definizione certa, uguale per tutti i rapporti di lavoro subordinato, e cogente del trattamento economico che integra la previsione costituzionale della retribuzione proporzionata e sufficiente, attraverso l’obbligo che non sia inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali più rappresentative”.

I paradossi del salario minimo.
Quindi in sostanza sarebbe un provvedimento che andrebbe a riguardare coloro che sono vincolati da contratto nazionale di lavoro, solo che già oggi – come ricordava qualche tempo fa la Cgia di Mestre – “Nei principali contratti nazionali di lavoro dell’artigianato, che presentano i livelli retributivi tra i più bassi fra tutti i settori economici presenti nel Paese, le soglie minime orarie lorde complessive sono comunque superiori alla proposta di legge del Movimento 5 Stelle”.

Inoltre alla paga base ogni impresa aggiunge le indennità – il cosiddetto salario differito – e cioè le festività, gli straordinari, la maternità e tutto il resto. Introdurre per legge il cosiddetto salario minimo costerebbe alle pmi imprese almeno 1,5 miliardi l’anno e a subire maggiormente l’aggravio sarebbero proprio le imprese piccole e piccolissime, il settore dell’artigianato e le partite Iva, ovvero quelle aree del mercato del lavoro dove oggi come oggi è ancora possibile trovare impiego.

Un disastro per le imprese.
Se quindi imprese che ora fanno i salti mortali per mantenere i dipendenti dovessero vedersi imposta per legge la paga base oraria questo potrebbe determinare un aumento del numero di licenziamenti e una proporzionale crescita del lavoro in nero.

Questo perché se i 9 euro sono la paga più bassa nei settori più umili in maniera proporzionale dovrebbe crescere il salario minimo anche ai livelli più alti e se così non fosse si assisterebbe al paradosso di lavoratori di livello inferiore pagati di più di colleghi più anziani o con mansioni di maggiore responsabilità.

A livello internazionale, inoltre, la filosofia stessa alla base del salario minimo è stata bocciata da autorevoli organi quali l’Ocse, Confartigianato e Confindustria che ne sottolineano limiti e paradossi.

Coloro cui la paga oraria minima non arriva a 9 euro sono circa 4 milioni di lavoratori ovvero il 21,1% del totale e in tutto per le imprese l’aggravio sui conti si aggirerebbe intorno ai 6,7 miliardi di euro, una bella zappa sui piedi per quelle aziende che vorrebbero creare lavoro.

https://infosannio.wordpress.com/2019/09/10/salario-minimo-cose-come-funziona-e-perche-fa-paura-alle-imprese/
Mi piacerebbe chiedere a chi ha scritto l'articolo se gradirebbe che i suoi articoli le venissero pagati senza un riferimento a documenti che indichino quale dovrebbe essere la giusta remunerazione del suo lavoro. Questa eterna differenziazione di trattamento tra lavoro manuale e lavoro intellettuale è inaccettabile.c.

giovedì 16 agosto 2018

F-35: un aereo tecnologicamente avanzato o solo un ottimo business?

I caccia F-35 Lightning II

Dmitry Vitalyevich Drozdenko, esperto militare e vice caporedattore del giornale Arsenale della Patria in una intervista con Spuntnik ha parlato della complessità dell’F-35 e dei problemi che ne derivano.
"L'F-35 è un sistema molto complesso. E come ogni sistema complesso, ha un altissimo numero di falle, bugs e vari problemi, molto difficili da eliminare.
Come gli altri problemi, tutto ciò è legato all'eccesso di sistemi ad alta tecnologia integrato nel velivolo. I problemi si sono già presentati con il rivestimento anti-radar e con il supporto vitale dei piloti.
I problemi evidentemente sono legati alle tecnologie implementate che sono ancora acerbe. Gli USA però hanno pazienza con questo aereo, perché rappresenta un business da tre trillioni di dollari.
Volevo specificare che accanto alla produzione dell'F-35 gli USA modernizzano i propri caccia alle generazione 4++, come l'F-18 e l'F-15, cercandoli di metterli alla pari del Su-35".
L'esperto ha sottolineato che il costo di un ora di volo dell'F-35 è pari a 40.000 dollari, mentre il costo di un ora di volo dell'F-18 è pari a soli $18.000.
"La differenza fondamentale tra i caccia di Russia e USA è che questi ultimi fanno troppo affidamento sulla tecnologia stealth.
Infatti i radar continuano ad essere modernizzati, e la tecnologia stealth non rappresenta una garanzia di vittoria in uno scontro. La Russia anche usa sistemi stealth, ma da la priorità alle capacità di combattimento dell'aereo in sé per sé.
Il dogfight (lo scontro tra caccia nei cieli) non è di certo scomparso. Forse i primi giorni si lanceranno missili da lontano, ma già dopo due o tre giorni di scontri si combatterà come in passato.
Un'altra importante domanda è se in realtà siano necessari aerei talmente costosi.
Questo vale non solo per l'F-35, ma anche per il Su-57. La questione è se la Russia ha bisogno di riarmarsi di caccia di quinta generazione o ha solo bisogno di utilizzare questa macchina come una piattaforma per costruire un velivolo di sesta generazione.
Va anche tenuto presente che lo stesso Su-35C è in grado di rilevare perfettamente l'F-35 e ha eccellenti caratteristiche di volo".
L'esperto ha anche affermato che l'acquisto del Su-57 da parte della Turchia al posto dell'F-35, le cui consegne sono state temporaneamente sospese per decisione statunitense, è improbabile, poiché Ankara ha già pagato per gli F-35.
"Un altro motivo è che la Turchia fa parte della catena di produzione, e la sua esclusione da essa causerebbe danni alla società Lockheed Martin. In questo caso sarebbe necessario spostare la produzione altrove, con ritardi e, di conseguenza, costi ulteriori".
L'esperto ha anche aggiunto che lo scontro tra Turchia e Stati Uniti non si concluderà con una rottura delle relazioni, dal momento che Ankara è un alleato troppo importante per Washington nella regione.
"Un altro motivo per cui gli Stati Uniti" hanno punito "la Turchia è stato l'acquisto dell'S-400.
Perché l'America non vuole dare loro questi aerei? Un motivo può risiedere nel fatto che, dopo aver ricevuto il F-35, verrebbe in essere una situazione unica in cui aerei americani si troverebbero in servizio in un esercito dotato di sistemi di difesa russi.
È quindi chiaro che l'aereo invisibile non è così invisibile. Possono verificarsi perdite di dati e risulta che non vi è nulla di interessante nell'F-35. Sarebbe uno scandalo finanziario".
Allo stesso tempo, non è chiaro cosa aspettarsi dal ​​progetto congiunto russo-indiano FGFA (velivolo da combattimento di quinta generazione), che si basa sul progetto Su-57. L'India ha annunciato il ritiro dal progetto. L'esperto ha notato che non è chiaro quanto l'India abbia bisogno dell'aereo di quinta generazione.
"Inoltre, ci sono molte questioni sulla qualità sulle linee di assemblaggio indiane"
Tecnologicamente, l'F-35 è superiore al Su-57, ha detto l'esperto.
"Farò un esempio: immaginate un fuoristrada russo. Ci sono una BMW e una Lada Niva, è chiaro che la BMW è tecnologicamente più avanzata, ma quale delle due si comporterà meglio su un percorso fuoristrada? La tecnologia è tecnologia e la guerra è guerra.
C'è anche un'altra questione che viene nascosta. Il sistema di gestione della qualità F-35, dipende direttamente dalla società del produttore, che si occupa della logistica dei pezzi di ricambio, dei regolamenti e altre cose. Cioè, tutto è fatto a distanza. In termini di business è giustificabile e conveniente.
Ma cosa succede se il paese che acquista questi aerei dovesse uscire fuori dalle grazie degli Stati Uniti? In questo caso, l'interruttore si spegne e l'aereo non è più un aereo. Tutti quelli che acquisteranno questa macchina diventeranno dipendenti da chiunque avrà il proprio dito sul pulsante ".