Un sacerdote egizio vissuto durante la 26° dinastia ( 656 – 525 Ac) ha suscitato molto scalpore in questi giorni. La sua mummia, insieme ad altre cinque del museo Egiziano Rosacruciano di San Josè, California sono state analizzate da un gruppo di scienziati della Brigham Young University, per fare studi sul Dna. Ma le radiografie della mummia di Usermontu, questo il nome del sacerdote, hanno mostrato una protesi metallica di 23 centimetri, inserita nella gamba sinistra all’ altezza del ginocchio. La protesi, di fattura moderna, è stata inserita quando l’uomo era ancora in vita, e con una difficile operazione chirurgica.
Le radiografie sono state inizialmente analizzate dal Dottor Richard Jackson chirurgo ortopedico presso la Brigham Young University che ha dichiarato trattasi di una protesi moderna che viene impiegata oggi in chirurgia per stabilizzare le ossa.
Il Dottor Wilfred Griggs capo del team, che stava analizzando le mummie, aveva inizialmente pensato che la protesi potesse essere stata inserita non più di 100 anni fa per bloccare la gamba alla mummia. Ma successivamente dopo ulteriori analisi, Wilfred Griggs si convinse che l’intervento fosse avvenuto quando il sacerdote era ancora in vita.
Il Dottor Wilfred Griggs capo del team, che stava analizzando le mummie, aveva inizialmente pensato che la protesi potesse essere stata inserita non più di 100 anni fa per bloccare la gamba alla mummia. Ma successivamente dopo ulteriori analisi, Wilfred Griggs si convinse che l’intervento fosse avvenuto quando il sacerdote era ancora in vita.
Dalle analisi è emerso, infatti, che era stata inserita nella gamba di Usermontu quando questi aveva una trenitana d’anni. La protesi è in puro ferro, e grazie ad una sonda inserita nella parte posteriore del ginocchio è emerso la presenza tutt’ attorno alla protesi, di un cementificante resinoso per fissare la protesi all’osso.
Il Dottor Wilfred ha quindi affermato: “con grande sorpresa non ci sono più dubbi, si tratta di un antico intervento chirurgico” ed ha aggiunto, ” queste sono tecniche biomeccaniche moderne che non avremmo immaginato potessero essere conosciute dagli antichi egizi “. La tecnica era talmente avanzata da permettere la rotazione della gamba e il fissaggio all’ osso tramite un cementificante.
Ma non è ‘ l unico esempio di protesi, antiche. Sempre in Egitto, è stata trovata un’altra protesi, un dito artificiale, realizzato in cuoio e legno, al piede di una mummia di una nobile egiziana, attualmente in mostra al museo del Cairo. Secondo il ricercatore Jacky Finch la protesi risalirebbe al periodo tra il 1069 e il 664 Ac. Una protesi simile è stata ritrovata in un’ altra mummia presso il British Museum, gli archeologi inglesi dopo aver analizzato entrambi gli oggetti, hanno dichiarato che servivano per agevolare i loro proprietari nella camminata.