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sabato 19 dicembre 2020

L'Imperatore sfida il Covid, a Roma riapre il Mausoleo di Augusto.

 

Raggi: "E' un messaggio di speranza". Visite guidate fino al 21 aprile.

ROMA - Dopo 14 anni riapre al pubblico il Mausoleo di Augusto. Al termine di un lungo progetto di recupero e restauro, una delle più imponenti opere architettoniche della romanità e il più grande sepolcro circolare del mondo antico sarà nuovamente accessibile ai visitatori dal 1° marzo. "Dopo 14 anni riapre al mondo questo monumento unico. È un momento storico - ha detto la sindaca Virginia Raggi -. A pochi giorni dal Natale facciamo un regalo ai romani e ai cittadini di tutto il mondo. Un capolavoro dell'antica Roma, un tesoro di inestimabile valore che rinasce in tutto il suo splendore. Un obiettivo raggiunto grazie a un proficuo lavoro di squadra, soprattutto, grazie al sostegno e all'atto di mecenatismo della Fondazione Tim. Una testimonianza significativa dell'efficacia e della lungimiranza della collaborazione tra pubblico e privato" ha proseguito.

Una riapertura, in tempi di Covid, che la sindaca ha definito «un messaggio di speranza». «Dal 1° marzo fino al 21 aprile, Natale di Roma, la visita sarà gratuita per tutti - ha detto Raggi - e per tutto il 2021 sarà gratis per i romani. È un regalo che faccio ai miei concittadini». Dal 21 dicembre sarà aperto il sito per le prenotazioni e «potremo organizzare le visite nel rispetto delle norme Covid».

Dopo la prima fase di restauro conservativo terminata nel 2019 e realizzata attraverso un finanziamento pubblico di 4.275.000 euro (di cui 2 milioni versati dal Mibact e 2.275.000 da Roma Capitale), è attualmente in corso la fase di valorizzazione del monumento, finanziata dalla Fondazione TIM con un atto di mecenatismo. I lavori, diretti dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, permetteranno di realizzare un itinerario che racconterà le varie fasi storiche del Mausoleo, affiancato da un percorso senza barriere architettoniche, in concomitanza con i lavori di sistemazione di Piazza Augusto Imperatore, avviati a maggio. E per quanto riguarda gli interventi sulla piazza la sindaca ha spiegato: "contemporaneamente al recupero della parte monumentale procediamo a spostare il capolinea dei bus e alla progressiva pedonalizzazione della piazza per valorizzarlo e dare l'importanza che merita".

A presentare l'intervento di recupero e restauro del Mausoleo di Augusto, assieme alla prima cittadina, il Presidente della Fondazione TIM Salvatore Rossi, il Vicesindaco di Roma con delega alla Crescita culturale Luca Bergamo, la Soprintendente speciale di Roma Daniela Porro e la Sovrintendente Capitolina Maria Vittoria Marini Clarelli. "In primavera, grazie alla collaborazione tra Fondazione TIM e Sovrintendenza, i visitatori potranno inoltre navigare attraverso la storia del Mausoleo grazie alle possibilità offerte dalle tecnologie multimediali" ha detto il vicesindaco aggiungendo: "l'apertura del Mausoleo ha un significato ancora ulteriore perché si collega all'impegno della Sovrintendenza grazie a cui sono partiti i lavori nella piazza Augusto Imperatore, che dovrebbero concludersi per questa prima fase a dicembre 2021".

https://www.ansa.it/canale_viaggiart/it/regione/lazio/2020/12/18/archeologia-dopo-14-anni-riapre-a-roma-mausoleo-di-augusto_d02914ae-73fd-4046-a408-6b761194c44d.html

sabato 22 agosto 2020

Scuola: ministero, dal primo riapre, dal 14 le lezioni.


Il Ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina.

Dal 24 help desk. Ministero, riapertura grazie a lavoro di tutti.

(ANSA) - ROMA, 22 AGO - La scuola riaprirà dal 1 settembre per il recupero degli apprendimenti, dal 14 prenderanno il via le lezioni. Lo ribadisce il ministero dell'Istruzione ricordando che dal 24 agosto parte help desk per gli istituti: si tratta di un servizio dedicato interamente alla ripresa a cui le scuole potranno rivolgersi in caso di dubbi e quesiti. L'help desk sarà attivo dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.

"In questi mesi è stato fatto un importante lavoro per la ripresa che ha coinvolto tutti i Ministeri interessati, le Regioni, gli Enti locali, gli Uffici scolastici regionali, le scuole, con tutto il personale e i dirigenti scolastici, le parti sociali, le Associazioni di studenti, genitori", conclude il ministero. (ANSA).

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2020/08/22/scuola-ministero-dal-primo-riapre-dal-14-le-lezioni_152fc1b4-289c-4171-8601-8d046fe7e6c3.html

venerdì 31 luglio 2020

Quando Renzi e Salvini attaccavano il governo sulla crisi post-Covid: “Riaprire l’Italia come altri Paesi Ue”. Ecco cosa dicono i dati del Pil.

Quando Renzi e Salvini attaccavano il governo sulla crisi post-Covid: “Riaprire l’Italia come altri Paesi Ue”. Ecco cosa dicono i dati del Pil

Ad aprile l'ex premier definiva "allucinante" la riapertura dei negozi in Germania "mentre noi siamo in queste condizioni". Per il segretario del Carroccio l'Italia rischiava una "guerra commerciale" da Paesi come Spagna e Francia se l'esecutivo non avesse subito avviato la fase 2. Ora l'Istat fornisce i dati sull'andamento del prodotto interno lordo in quel periodo.

L’Italia contava ancora più 400 morti al giorno per coronavirus quando Matteo Salvini, il 21 aprile, chiedeva di riaprire il Paese il prima possibile, visto che “in Austria hanno aperto una sacco di negozi e attività commerciali, in Germania idem, in Spagna e in tanti altri Paesi europei”. Pena, a suo dire, il rischio di una “guerra commerciale all’Italia” da parte degli alleati. Pochi giorni dopo, il 28 aprile, sosteneva lo stesso anche Matteo Renzi: un presidente del Consiglio deve guardare “il numero dei posti di lavoro, l’andamento del pil, le previsioni internazionali“. Francia, Germania, Spagna “stanno ripartendo più velocemente di noi” e “ci strappano fette di mercato“. Non si può “tenere il Paese agli arresti domiciliari“. Un coro bipartisan contro la crisi dovuta al Covid ripetuto per settimane da una fetta del centrodestra, dall’ex premier di Rignano e a un certo punto pure dal segretario dem Nicola Zingarettisecondo cui la riapertura dei negozi prevista inizialmente per il primo giugno era “molto lontana”. Eppure, quegli indici del Pil citati da Renzi, oggi dicono in parte il contrario. Nel secondo trimestre 2020, cioè nel periodo che va dalla fine del lockdown all’inizio della fase 3l’Italia ha segnato un calo del 12,4%. Com’è andata altrove? Quei Paesi che per Salvini e co. dovevano essere presi a modello hanno fatto peggio di noi. Nello stesso periodo in Francia il crollo è stato del 13,8%, mentre in Spagna addirittura del 18,5%. Solo la Germania ha fatto meglio, portando a casa un -10,1%.

I paragoni del centrodestra con gli altri Paesi Ue – Nel corso dei lunghi mesi di lockdown i leader politici hanno più volte cambiato posizione sulle misure adottate dall’esecutivo. Il segretario del Carroccio, a inizio marzo, predicava di “chiudere tutta l’Italia” prima che “sia troppo tardi”, salvo poi correggere il tiro a distanza di poche settimane. “A Mattarella ho detto che prima si torna a lavorare, in sicurezza, con le mascherine, meglio è. In Germania lavorano, in Turchia lavorano e le nostre aziende rischiano di perdere il treno”, dice l’11 aprile al Tg4. “Veneto e Lombardia sono state le prime a chiudere e a imporre restrizioni. Qua il tessuto produttivo sta soffrendo più che altrove”, insiste tre giorni dopo a Telelombardia, sostenendo che “qualcuno sta approfittando del virus per fare concorrenza sleale alle nostre imprese”.

Una linea a cui si accodano pure i governatori di centrodestra. “Abbiamo due possibilità: tenere chiuso tutto e morire in attesa che il virus se ne vada oppure ripartire. Tutti alla fine hanno deciso di convivere col virus e riaprire, perchè oltre un certo limite la chiusura non è sostenibile”, dichiara il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, mentre il suo virologo di fiducia Andrea Crisanti si affanna a fare il più alto numero di tamponi possibile. “Molti altri Paesi europei sono già ripartiti, è necessario ragionare subito del nostro futuro“, gli fa eco Attilio Fontana, sebbene solo la Lombardia quel giorno segni +941 contagi e 231 morti in più. Poi si arriva a fine aprile, quando il premier Conte tiene una conferenza stampa per spiegare ai cittadini le tappe della fase 2, incentrata sulla prudenza e sulle indicazioni del Comitato tecnico scientifico. Le opposizioni si sollevano contro il governo e accusano Palazzo Chigi di “massacrare interi settori”. Salvini parla di “dramma economico difficilmente recuperabile”, mentre la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni sentenzia: “Un’altra lunga e confusa conferenza stampa di Conte per dirci che, in sostanza, la fase due è quasi identica alla fase uno”.

Da Zingaretti a Renzi, polemiche anche in maggioranza –In quell’occasione non sono mancati malumori nemmeno tra le forze di maggioranza. “Qualsiasi scelta sui tempi di riapertura deve essere orientata a limitare al massimo la recrudescenza di una diffusione che probabilmente ci sarà, ma che va tenuta sotto controllo, con il costante supporto della scienza”, spiega al Corriere della Sera il segretario dem Zingaretti. Che prova a inseguire gli avversari sul terreno della lotta alla crisi mandando un messaggio a Palazzo Chigi: “Mi permetto di suggerire al governo di affidarsi alle curve epidemiche per riavviare le attività di alcune categorie, come ristoranti, bar o, in generale, il commercio. Verificando anche la data del primo giugno che mi pare molto lontana“. Molto più duro il fondatore di Italia Viva, secondo cui è “allucinante” la riapertura dei negozi in Germania “mentre noi siamo in queste condizioni e abbiamo il problema che in Italia non si riapre”.

Parole che in realtà non suonano nuove nelle dichiarazioni pubbliche rese dagli esponenti del suo partito già da fine marzo, ancora prima rispetto al cambio di linea deciso da Salvini. “Perché i gruppi italiani possono produrre acciaio in Germania, o matite in Francia, e non in Italia?”, si chiede il deputato di Iv Massimo Ungaro, puntando il dito contro la “prateria alla concorrenza degli altri che hanno già riaperto”. Per questo, aggiunge, “è fondamentale riaprire le fabbriche” gradualmente “già adesso”. Altrimenti, “la crisi economica rischia di creare anch’essa vittime come quella sanitaria”. Questioni di priorità, insomma. “Dicono tutti che sì, bisogna riaprire. E decidere come farlo. Solo che gli altri, che si sono organizzati per tempo, sono già partiti”, chiosa l’ex premier nella sua Enews del 14 aprile, prendendo a esempio i casi di Spagna e Francia. Proprio i Paesi che, nel secondo trimestre 2020, hanno subito il contraccolpo più duro in termini di Prodotto interno lordo.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/07/31/quando-renzi-e-salvini-attaccavano-il-governo-sulla-crisi-post-covid-riaprire-litalia-come-altri-paesi-ue-ecco-cosa-dicono-i-dati-del-pil/5886028/

martedì 14 aprile 2020

Coronavirus, ecco le attività che riaprono, stretta sugli ingressi in Italia.


Dpcm: le attività che possono riaprire e le misure da tenere.

Librerie e negozi per bimbi possono riaprire, restano chiuse in diverse regioni. Per la spesa obbligo di guanti e orari più lunghi ma non in tutte le città.

Secondo l'ultimo DPCM riaprono il 14 aprile le librerie, le cartolerie e i negozi di vestiti per neonati e bambini. Ripartono le attività forestali, l'industria del legno e anche la produzione di computer. Ecco i primi spiragli nel lockdown da coronavirus. La serrata pressoché totale viene prorogata ancora, da domani fino al 3 maggio, compresa la stretta sui rientri dall'estero e sui viaggi di lavoro nel nostro Paese, con controlli agli imbarchi e stop ai viaggi per chi ha la febbre.
Restano tutti i limiti agli spostamenti, la chiusura delle scuole, lo stop alle attività produttive non essenziali. E resta la possibilità per le Regioni di emettere ordinanze ancora più restrittive di quelle dello Stato. Ma arrivano singole deroghe e nuove norme per le attività che saranno aperte, con l'obbligo di mascherine per i dipendenti e disinfettanti mani vicino alle casse o anche alle tastiere dei bancomat. Ad esempio LE LIBRERIE non apriranno in Lombardia, Veneto Piemonte e nel Lazio apriranno solo dal 20 aprile.
ALLO STUDIO L'ANTICIPO DELLA RIAPERTURA DI MODA AUTOMOTIVE E METTALLURGIA - Far ripartire alcune attività prima della fine del lockdown, magari già dalla prossima settimana, partendo da alcune filiere nelle quali il lavoro si può con più rapidità riorganizzare in sicurezza: è una delle ipotesi cui lavora il governo per preparare con 'gradualità' la fase 2. Tra le 'candidate' a riaprire i cancelli, secondo quanto apprende l'ANSA, ci sarebbero le filiere della moda, l'automotive e della metallurgia. Al momento si tratterebbe solo di ipotesi, da valutare anche con le parti sociali.
RIPARTONO ALCUNE ATTIVITA', DA BOSCHI A PC: dall'uso delle aree forestali, per tagliare i boschi ad esempio, alla fabbricazione dei computer, si allunga di una decina di voci la lista dei codici Ateco, che vanno da un ampliamento delle attività legate all'agricoltura alla ripresa per gli organismi internazionali presenti in Italia, come le sedi delle agenzie delle Nazioni Unite. Aggiunte tra le grandi opere, quelle idrauliche. Riparte il commercio all'ingrosso di carta e della cancelleria, per poter rifornire le cartolerie di penne, pennarelli, quaderni pronte alla riapertura insieme alle librerie e ai negozi per bambini, un'eccezione perché sul resto dell'abbigliamento le serrande restano giù.
IN AZIENDA POSSIBILE SMALTIRE LE SCORTE: per le attività che restano sospese, sarà comunque possibile entrare in azienda per vigilanza o manutenzione, per la gestione dei pagamenti (a partire dalle buste paga) e per la sanificazione. Si potranno anche spedire e ricevere merci, previa comunicazione al prefetto. Le fabbriche e le attività aperte devono assicurare "prioritariamente la distribuzione e la consegna di prodotti deperibili e dei generi di prima necessità".
LUNGO ORARIO AL SUPERMERCATO, GUANTI PER LA SPESA: il Dpcm elenca le misure per gli esercizi commerciali aperti, indicando la necessità di usare guanti usa e getta per fare la spesa e la mascherina in tutte le fasi lavorative dove non si può mantenere la distanza. Prevista la sanificazione due volte al giorno. In più, nei piccoli negozi, entro i 40 metri quadri, l'entrata è uno per volta e con due operatori al massimo. Per scaglionare gli accessi si prevedono anche "ampliamenti delle fasce orarie". Alla cassa si deve trovare l'igienizzante per le mani, anche prima di digitare il pin del bancomat.Su questa materia comunque le regioni legiferano per prorio conto: e nell'ordinanza del Lazio gli opari sono rimasti invariati fino al 3 maggio con la chiusura degli esercizi il 25 aprile e il 1 maggio.
SPOSTAMENTI E SPORT VIETATI, RESTA L'ATTIVITA' MOTORIA: per altre tre settimane bisognerà rimanere a casa, salvo "comprovate esigenze lavorative", necessità o motivi di salute. Niente eventi, chiusi bar, ristoranti, cinema, teatri, musei, pub e discoteche. Aperti i luoghi di culto ma niente messe né funerali. Vietati i trasferimenti da dove ci si trova, vietatissimi gli spostamenti verso le seconde case di vacanza. Parchi e aree gioco restano chiusi, così come è confermato lo stop per tutte le attività sportive, anche gli allenamenti dei professionisti. Rimane consentita l'attività motoria nei pressi di casa, da soli e mantenendo le distanze.
STRETTA SUGLI INGRESSI, STOP A CHI HA LA FEBBRE. Confermata la disciplina sugli ingressi nel Paese e sui transiti brevi dall'estero: chi rientra avrà l'obbligo di isolamento fiduciario anche in assenza di sintomi. Prevista la possibilità di spostarsi per lavoro per un massimo di 5 giorni (72 ore prorogabili di 48). Regole più stringenti, in entrambi i casi, alla partenza dall'estero: bisognerà consegnare una dichiarazione ai vettori (con motivo del viaggio, indirizzo di dove si starà in isolamento e con quale mezzo privato ci si arriva), che dovranno misurare la temperatura e bloccare il viaggio di chi ha la febbre. Stop confermato per le navi da crociera con passeggeri e di bandiera italiana. Per quelle ancora in viaggio, al momento dello sbarco i passeggeri italiani e che abitano in Italia sono soggetti a 14 giorni di quarantena nella loro dimora, che raggiungeranno esclusivamente con mezzi provati. Gli stranieri (di origine e residenti fuori dall'Italia) vengono trasferiti immediatamente all'estero, in aereo o macchina, a spese dell'armatore.