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lunedì 5 dicembre 2022

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Hobby. “Se uno vuole pagare due euro il caffè con la carta di credito è solo un rompipalle. Io cerco di pagare in contanti, perché a me piace andare a prelevare al bancomat” (Matteo Salvini, Lega, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Twitter, 2.12). Non era meglio suonare ai citofoni?

Dovere di cronaca. “Il mio scroto è uguale a quello di Vittorio (Sgarbi)” (Morgan, Fq Magazine, 29.11). Sono soddisfazioni, per entrambi.

Tonno Nostromo/1. “Mi opposi a quel condono: così fui espulso dal M5S” (Gregorio De Falco, ufficiale della Marina Militare, Corriere della sera, 30.11). Com’è noto, non ci fu alcun condono. Ma basta uscire dal M5S e sparare sul M5S, e oplà: anche un marinaio diventa giurista, e pure urbanista.

Tonno Nostromo/2. “Parla De Falco: ‘Mi opposi al condono 5S. Così Conte mi mandò via’” (Giornale, 29.11). Tre anni prima di iscriversi ai 5Stelle e diventarne il leader, Conte già espelleva i parlamentari 5Stelle: precoce, il ragazzo.

Lapsus per lapsus. “Evviva l’umiliazione che è un fattore fondamentale della crescita e nella costruzione della personalità!” (Giuseppe Valditara, Lega, ministro dell’Istruzione e del Merito, 24.11). “Umiliazione? Sono stato vittima di un lapsus. Volevo dire umiltà” (Valditara, 26.11). Del resto capita a tutti di sentire “Valditara”, di pensare “cognome” e di dire “coglione”.

Il laureato. “’Ma lei è laureato? La devo chiamare dottore o in quale altro modo?’, si rivolge la Bongiorno a Toninelli… Al suo fianco, dal banco degli imputati, Salvini assiste divertito” (Corriere della sera, 3. 12). E invece Salvini come lo chiama: dottore o in quale altro modo?

Lo stratega dei Parioli. “Sono un po’ schifato dalla retorica di chi dice ‘voglio la pace’ senza spiegare come vuole la pace e da chi dice ‘voglio la pace però ti levo le armi per difenderti’: quella non è la pace, vuoi la vittoria di Mosca, che vuol dire avere la Russia ai confini della Nato” (Carlo Calenda, leader Azione, Repubblica.it, 3.12). Veramente la Russia era ai confini della Nato anche prima della guerra in Ucraina, e perché la Nato si era allargata fino alla Russia, non viceversa. E adesso chi lo dice a Calenda?

Magari. “Giorgio Gori contro Elly Schlein: ‘Se vince potrei lasciare il Pd’” (Repubblica, 2.12). I classici due piccioni con una fava.

L’ideona. “Compagni, chiamiamolo Partito del lavoro” (Matteo Lepore, sindaco Pd di Bologna, Repubblica, 30.11). Pdl: dove l’ho già sentito?

Fotti e chiagni. “Conte? Un deficiente” (Guido Crosetto, FdI, ministro della Difesa, 11.11). “È molto grave il modo in cui lui personifica (sic, ndr) i suoi attacchi, in una sfera inquietante… Alimenta l’odio verso persone fisiche (sic, ndr)… in una sfera di violenza verbale… semina odio… quando veniva attaccato ingiustamente l’ho sempre difeso” (Crosetto, Corriere della sera, 2.12). Maestra, maestra, Giuseppe mi ha fatto la bua!

Monumento alla mazzetta. “Intitolate il Mose a De Michelis. Opera osteggiata dai cosiddetti progressisti. Che non si fecero problemi, dopo, a intascare tangenti” (Libero, 1.12). Come De Michelis, prima.

Aspesi e spera. “Renzi non poteva restare perchè il Pd, o forse tutti i partiti, non possono sopportare un responsabile che abbia troppi voti” (Natalia Aspesi, Venerdì di Repubblica, 2.12). Tantopiù se ha perso il referendum, poi le elezioni e intanto si è ritirato dalla politica.

Stampapello. “In nome di un’emergenza, da decenni accettiamo abomini incostituzionali come l’ergastolo ostativo senza speranza di uscire), come il carcere duro (il 41bis), come i sequestri preventivi” (Mattia Feltri, Stampa, 3.12). Povero Giovanni Falcone: e pensare che scriveva sulla Stampa.

Compagna Letizia. “Braccia aperte a Bossi e mi aspetto voti da sinistra” (Letizia Moratti, Stampa, 3.12). Ma solo se apri le braccia pure a CasaPound.

Coincidenze. “Papà, le stelle morte continuano a inviare la loro luce…” (Daniela Ranieri, dedica al libro Stradario aggiornato di tutti i miei baci, Ponte alle Grazie, 2021). “La luce delle stelle morte” (titolo del nuovo libro di Massimo Recalcati, Feltrinelli, 2022). Che fai, Daniela: copi?

Il titolo della settimana/1. “Gli Usa uccidono un califfo dopo l’altro. Terzo leader dell’Isis eliminato in tre anni” (Stampa, 1.12). Per dimostrare che lo Stato terrorista è la Russia.

Il titolo della settimana/2. “Bersani parla di povertà poi va a fare acquisti nella boutique Vuitton” (Brunella Bolloli, Libero, 2.12). E quindi?

Il titolo della settimana/3. “’Ora c’è la Meloni, non partiamo più’. Tam tam tra i migranti in Libia” (Libero, 2.12). Uahahahahah.

Il titolo della settimana/4. “Il governo vuol tagliare 700 scuole in 2 anni” (Fatto, 27.11). “Povera scuola, arrivano i tagli. Chiuderanno 700 istituti” (Stampa, 2.12). Va bene copiare: ma metterci 5 giorni…

Il titolo della settimana/5. “Conte per distrarre dal condono di Ischia punta sull’Ucraina” (Domani, 29.11). A febbraio chiese a Putin di invadere già sapendo che a novembre i giornali si sarebbero inventati un suo condono di Ischia. Furbo, lui.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/12/05/ma-mi-faccia-il-piacere/6895763/

lunedì 21 marzo 2022

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Loro Piana, noi pirla. “Loro Piana: ‘Imbarazzati per la nostra giacca da 12mila euro indossata da Putin’” (Repubblica, 19.3). Pensavano che la comprassero solo gli operai metalmeccanici.

Pussy Riott vende moda. “Putin ha parlato in pubblico dopo tempo, maglione dolce vita bianco da cinepanettone” (Gianni Riotta, Repubblica, 19.3). Col caldo che fa a Mosca, si aspettava come minimo canotta e infradito.

Ascolta, si fa Pera. “Dobbiamo prevenire la guerra. Anche con il dispiegamento di armi” (Marcello Pera, Foglio, 17.3). E prevenire la puzza, anche scoreggiando.

Il petomane. “Quando ha dato del criminale di guerra a Putin, il presidente Biden stava parlando dal suo cuore” (Jen Psaki, portavoce della Casa Bianca, 18.3). Sicura che fosse il cuore?

TgPravda. “Su questi scalini Odessa si ribellò ai bolscevichi nel 1905” (Tg1, sulle immagini de La corazzata Potemkin, 12.3). Purtroppo i bolscevichi presero il potere nel 1917, mentre nel 1905 Odessa si ribellò allo zar Nicola II incitata dal leader rivoluzionario Lenin, e i ribelli furono massacrati non dai bolscevichi, ma dagli zaristi.

Par condicio. “Dopo Zelensky, mi piacerebbe che alla Camera parlasse anche Putin” (Nicola Grimaldi, deputato M5S, 18.3). Seguirà, in Antimafia, la lectio magistralis di Matteo Messina Denaro.

Il nuovo Merkel. “L’asse Draghi-Rutte” (Foglio, 17.3). “Draghi è tornato sempre più centrale” (Foglio, 19.3). I nuovi obiettivi di Draghi e la Ue”, “Draghi ha appena incontrato i colleghi di Spagna, Portogallo e Grecia allo scopo di rafforzare l’unità d’azione dei Paesi mediterranei” (Stefano Folli, Repubblica, 19.3). “Draghi, asse con Sànchez e Costa” (Corriere della sera, 19.3). Accipicchia, e poi dicono che non conta niente.

La Recalcàzzola. “La sinistra ideologica e populista – quella che Manconi ha definito ‘sinistra autoritaria’ – che non si schiera apertamente a fianco del popolo ucraino, invocando la retorica del ‘né né’, perde l’occasione per mostrare la sua adesione alla democrazia contro ogni forma di dittatura, ivi compresa quella del popolo che, come sappiamo, è purtroppo una matrice archetipica” (Massimo Recalcati, Repubblica, 19.3). Come fosse antani con scappellamento a sinistra per quattro.

Autobombe. “Civili uccisi a Donetsk. Missile sul Donbass fa più di 25 morti. Non è chiaro chi abbia sparato” (Repubblica, 16.3). Probabile che i russi si bombardino da soli.

Betullate. “I nostri 007 si informano sui giornali” (Renato Farina, Libero, 14.3). Bei tempi quando giornalisti e 007 coincidevano.

Caffè corretto grappa. “Il professor Orsini… la vera star del Pacinarcisismo… sembra posseduto da una sorta di timor panico nei confronti di Putin… La mia speranza rimane che un giorno a Mosca un omologo del professore possa dire in un talk show che i russi fanno schifo come gli occidentali. Significherebbe che anche lì è arrivata la libertà” (Massimo Gramellini, “Il Caffè”, Corriere della sera, 19.3). Come in Italia, dove Orsini viene censurato dalla Luiss e dal Messaggero e Innaro dalla Rai per aver detto la loro sull’Ucraina, mentre i Gramellini, eroicamente silenti sui crimini dell’Occidente in Serbia, Afghanistan, Iraq e Libia, vengono puniti con programmi Rai e prime pagine del Corriere.

Noi chi? “Diamo più armi a Kiev e ci rafforziamo a Est” (Jens Stoltenberg, segretario generale Nato, Corriere della sera, 17.3). Fortuna che ogni tanto confessano.

Saldi e ribassi. “Berlusconi avverte il premier: ‘Leali ma niente sconti sul fisco’” (Giornale, 19.3). A parte quelli che si fa già lui da solo.

Bertoldo. “Palamara ricusa i suoi giudici: ‘Incompatibili, sono dell’Anm’” (Giornale, 16.3). Lui si fa processare solo da giudici iscritti alla Fiom.

Falsini. “Renoldi al Dap porterà la Carta Costituzionale dentro le nostre carceri” (Walter Verini, deputato Pd, Dubbio, 19.3). Quindi i governi Prodi, Draghi, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte2 e Draghi – guidati o sostenuti dal Pd da quando esiste – l’avevano cancellata.

Fiandaca Maxima. “Renoldi scelta eccellente. L’antimafia dura e pura è contro la Costituzione” (Giovanni Fiandaca, Dubbio, 16.3). Meglio l’antimafia molle e zozza.

I titoli della settimana/1. “Putin all’ultimo stadio” (Foglio, 19.3). “Putin all’ultimo stadio” (Giornale, 19.3). “All’ultimo stadio” (Manifesto, 19.3). Stesso titolista per risparmiare?

I titoli della settimana/2. “Quelle tristi analogie tra No-vax e filo-Putin” (Luigi Manconi, Stampa, 19.3). Uahahahahahah.

I titoli della settimana/3. “Sul processo al figlio di Grillo si allunga l’ombra della prescrizione” (Luca Fazzo, Giornale, 17.3). Ma non si chiamava assoluzione? Ah no, solo quelle del padrone.

I titoli della settimana/4. “Stefania Craxi: ‘Bettino avrebbe capito le intenzioni di Putin’” (Verità, 16.3). E gli avrebbe chiesto subito una mazzetta.

Il titolo della settimana/5. “Fucile e lecca lecca. ‘Vi spiego perchè ho fotografato così la mia bambina di 9 anni’” (Corriere della sera, 13.3). Perché sei un imbecille.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/03/21/ma-mi-faccia-il-piacere-261/6531960/

lunedì 14 marzo 2022

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Scemi di guerra. “Piazza contro piazza, ‘cara Nato’ contro ‘cara Mosca’, la Bad Godesberg di Enrico Letta e del suo Pd contro la Cgil e l’Anpi ridotte a campo profughi dell’ideologia”. “L’inglese è la lingua della democrazia”. “Gli irriducibili che a San Giovanni, parlando la lingua morta dell’antiamericanismo, avevano manifestato per disarmare Zelensky”. “La piazza di Firenze è stata… il prologo della scelta definitivamente occidentale che la sinistra italiana insegue da 50 anni”. “Per la prima volta l’Europa è diventata una bandiera di piazza”. “La gloriosa Cgil ridotta a una Stalingrado del ‘come eravamo di sinistra’. Solo così si spiega che la Brigata Wagner, i mercenari scelti che Putin ha inviato a dare la caccia a Zelensky, piaccia in Italia, oltre che alle solite macchiette sopravvissute del vaffa, anche a quel gruppetto di professori… Luciano Canfora e Carlo Rovelli, nostalgici della Brigata Proust, che… si accontentano di Putin” (Francesco Merlo, Repubblica, 13.3). Votate la frase più scema, se ci riuscite: io le premierei tutte, ex aequo.

Pussy Riot. “La censura imposta a media e social fa sì che la disinformazione sia… la verità” (Gianni Riotta, Repubblica, 7.3). Ora però non esageriamo con le critiche all’Occidente.

Alexsandr Sallustov. “Perché fu un errore rompere con lo Zar” (Alessandro Sallusti, Libero, 23.2). “Gli utili idioti di Putin. Come ai tempi del terrorismo, la sinistra politica e sindacale ci mette un po’ a scegliere da che parte stare della storia. Allora era ‘né con le Br né con lo Stato’, oggi è ‘né con Putin né con la Nato’” (Sallusti, Libero, 6.3). Quindi Sallusti è di sinistra.

Sturmtruppen. “Meno fiori nei nostri cannoni”, “Mettere Putin alla canna del gas”, “Serve più energia contro Putin” (prime pagine del Foglio, 8, 9 e 11.3). Mo’ me lo segno.

Lavoratoriiiii! “Ci serve l’‘ora et labora’” (Matteo Salvini, segretario Lega, Giornale, 8.3). Ogni tanto un’esperienza del tutto inedita ci vuole.

Sinceri democratici. “Un Paese in cui parla Marcello Foa e viene censurato Dostoevskij” (Marco Damilano, direttore uscente Espresso, 6.3). Giusto, tappiamo la bocca anche a Marcello Foa.

Google Maps. “Accogliere una donna africana che scappa dall’Ucraina? Bisogna vedere se scappa veramente dall’Ucraina. Non è facile stabilirlo, se no diventa un viatico per tutti quelli che scappano dall’Africa” (Susanna Ceccardi, eurodeputata Lega, SkyTg24, 4.3). Furbi, loro: fanno il giro largo.

Affinità elettive. “Berlusconi mi teorizzò una volta il perché dell’amicizia con Putin, che poi diventò personale. Così come con Erdogan e Gheddafi: proprio perché Berlusconi li considera dei ‘pericolosi farabutti’ – queste sono parole mie – la prima cosa che devi fare è cercare di renderli amici” (Alessandro Sallusti, Ottoemezzo, La7, 26.2). E poi tra colleghi ci si intende.

Lottatori continui. “La resistenza armata è etica” (Luigi Manconi, Repubblica, 9.3). Ne sa qualcosa il commissario Luigi Calabresi.

La Nato non esiste. “Non c’è stato alcun gesto negli ultimi anni che possa essere considerato una minaccia dei nuovi Paesi entrati nella Nato nei confronti della Russia” (Luciano Fontana, direttore Corriere della sera, 7.3). Nato? Quale Nato?

Le belle famiglie. “Vedi a cosa servono i social? A scoprire che tua figlia è diretta al confine ucraino” (Carlo Calenda, leader Azione, eurodeputato Pd, Twitter, 11.3). Quindi c’è qualcosa di peggio della guerra.

Slurp. “Draghi è stato criticato… per il suo ruolo dimesso, per non dire inesistente, nei negoziati sull’Ucraina, cosa che non quadra con la leggendaria reputazione dell’uomo che ha salvato l’euro con tre parole, un raro esemplare di statista italiano capace di far calare il silenzio quando prende la parola nei consessi internazionali… C’è però un’altra spiegazione per quella che qualcuno vede come una colpevole remissività del premier: Draghi è un realista. Questa visione… che solitamente si fa risalire a Tucidide… potrebbe far rileggere le sue mosse felpate sotto la luce della saggezza realista” (Mattia Ferraresi, Domani, 11.3). Ecco perché è sparito: perché Tucidide è morto.

Regressione all’infanzia. “Il ministro Bianchi salta la fila nell’ospedale pediatrico Bambin Gesù” (Verità, 10.3). Che tenero, ha perso il primo dentino da latte.

Wilma, la clava! “Ma, mi domando, i vecchi agit-prop No Vax e i nuovi No War sono proprio le stesse persone, ammesso che siano persone?” (Concita De Gregorio, Repubblica, 12.3). Ma no, dài, è chiaro che sono le stesse bestie.

Il titolo della settimana/1. “Draghi: non siamo fessi” (Libero, 123). Ah no?

Il titolo della settimana/2. “Giudici che non sanno dire qual è la colpa di Moretti nella strage di Viareggio” (Domani, 9.3). E pensare che è semplice: i 32 morti si suicidarono bruciandosi vivi.

Il titolo della settimana/3. “Londra, quartiere di Kensington. La bella vita di Polina, figliastra di Lavrov. ‘Requisitele la casa’” (Repubblica, 12.3). Per riaffermare i valori della liberaldemocrazia.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/03/14/ma-mi-faccia-il-piacere-260/6524792/

lunedì 14 febbraio 2022

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Libera stampa. “Il Conte decaduto. Il Tribunale di Napoli azzera la nomina” (Giornale, 8.2). “Grillo medita un direttorio a cinque” (Foglio, 8.2). “Così Bettini ha ‘sospeso’ Conte” (Francesco Merlo, Repubblica, 9.2). “Grillo gela Conte” (Corriere della sera, 9.2). “La mossa di Grillo per tornare capo” (Annalisa Cuzzocrea, Stampa, 9.2). “Grillo stoppa Conte” (Messaggero, 9.2). “Ora Grillo scarica Conte” (Giornale, 9.2). “M5S, Grillo blocca Conte”, “Il Garante non si fida più. Vuole decidere anche sul ritorno di Rousseau” (Repubblica, 9.2). “Grillo ingaggia Casaleggio, ma Conte è contrario al nuovo voto su Rousseau” (Repubblica, 10.2). “Conte all’angolo, ritorna la coppia Grillo-Casaleggio. La piattaforma Rousseau scalda i motori” (Aldo Torchiaro, Riformista, 10.2). “La prima opzione per Grillo: commissariare subito Conte” (Giornale, 10.2). “Conte stavolta rischia il posto” (manifesto, 10.2). “Grillo a Roma. Un comitato di attivisti per ripartire” (Corriere della sera, 10.2). “Braccio di ferro Grillo-Conte: la sfida si sposta su Rousseau” (Giornale, 11.2). “Grillo e Conte dal notaio per riscrivere lo Statuto” (Libero, 11.2). “Tornano in scena le sindache: un ruolo anche per Chiara e Virginia. Grillo non si fida di Conte: già l’estate scorsa la tentazione di sostituirlo con Raggi” (Mario Ajello, Messaggero, 11.2). “Conte vuole la riconferma e minaccia di andarsene” (Foglio, 11.2). “M5S, i sospetti di Conte: ‘Di Maio sapeva come fermare il ricorso’” (Repubblica, 12.2). Per la cronaca: nessuna di queste notizie si è mai verificata.

Brrr che paura. “Ucraina, l’Italia avverte Putin. Il ministro della Difesa Guerini: ‘Gravi conseguenze se la Russia attaccherà Kiev’” (Messaggero, 8.2). “Mario Draghi ha la credibilità per fermare la guerra in Ucraina: la usi” (Mario Giro, Domani, 11.2). Panico al Cremlino e nell’Armata Rossa.

Nutro fiducia. “Mi fido dei magistrati, ma non di chi ha fatto questa inchiesta su Open” (Matteo Renzi, senatore Iv, Repubblica, 10.2). Si fida di quelli che indagano sugli altri.

Wow che gioia. “Renzi: finalmente il processo…. Il sospiro di sollievo dell’ex premier” (Claudia Fusani, Riformista, 10.2). Infatti l’ha presa benissimo.

L’evoluzione della specie. “Prima che diventassi premier eravamo una famiglia rispettabile, ora sembriamo un’associazione di gangster” (Matteo Renzi, senatore Iv, Porta a Porta, Raiuno, 10.2). Come dice sempre lui, il tempo è galantuomo.

Braccia rubate all’agricoltura. “Pd, da Iv ai 5S, Letta vuole far fiorire il campo largo già a primavera (Repubblica, 13.2). Ha pensato pure al concime.

L’esperto. “I 5Stelle prima spariscono e meglio stiamo tutti” (Carlo Calenda, Stampa, 7.2). Lui che ci riesce così bene potrebbe spiegargli come si fa.

Slurp. “La foto di Mario Draghi in plancia di comando di una motovedetta della Guardia Costiera mi ha ulteriormente convinto del disastro di non averlo portato al Quirinale con fuochi d’artificio e cori di voci bianche… Nessuno oggi è empatico come lui” (Mattia Feltri, Stampa, 11.2). Ma perchè non te lo noleggi, non te lo porti a casa e non te lo metti in salotto?

I baci della morte. “Toti: ‘Una federazione di Centro con Di Maio” (Repubblica, 9.2). “Il M5S non può fare a meno di Di Maio” (Luigi Zanda, senatore Pd, Corriere della sera, 10.2). “Toti ha ragione: Di Maio si è rivelato un moderato preparato e capace di servire le istituzioni” (Osvaldo Napoli, deputato ex FI ora Coraggio Italia, Dubbio, 10.2). Sono soddisfazioni.

Orologeria. “Il pm di Milano Stefano Civardi ha chiesto una condanna a 8 mesi per Giulio Centemero, deputato e tesoriere della Lega per un presunto finanziamento illecito del 2016 all’associazione ‘Più Voci’ che sarebbe servito a rimpinguare le casse di Radio Padania”. La richiesta arriva lo stesso giorno in cui è stato chiesto il rinvio a giudizio per Matteo Renzi e altri 10 indagati nel caso Open. Coincidenza?” (Dagospia, 9.2). Il tutto lo stesso giorno delle cazzate di Dagospia: coincidenza?

Il titolo della settimana/1. “Nella vicenda dei Marò una grande incognita: chi ha provocato quelle morti?” (Repubblica, 7.2). Ma è ovvio: i due pescatori si sono suicidati.

Il titolo della settimana/2. “Soltanto il Pd può salvare i Cinque stelle dal disastro” (Domani, 8.2). Standogli a distanze siderali.

Il titolo della settimana/3. “Anche qui a Libero c’è un limite da non oltrepassare” (Alessandro Sallusti, Libero, 10.2). Uahahahahah.

Il titolo della settimana/4. “La politica aspetta un altro Telemaco” (Massimo Recalcati, Stampa, 8.2). Lo portano via.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/02/14/ma-mi-faccia-il-piacere-256/6492462/

lunedì 13 dicembre 2021

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Due gocce d’acqua/1. “Berlusconi al Quirinale lo vedo benissimo. Credo che sarebbe il Presidente più straordinariamente simile a Pertini” (Gianfranco Rotondi, deputato FI, Lnews, 4.12). Faceva la Resistenza sulle montagne di Castiglion Fibocchi nella brigata partigiana P2.

Due gocce d’acqua/2. “Care toghe, riflettete: Zaki e Pittelli, casi simili” (Tiziana Maiolo, Riformista, 11.12). Quindi Gratteri e Al Sisi pari sono e Zaki è indagato per ‘ndrangheta.

Sua Altezza. “Governare è una cosa seria, non si può governare a cazzo. Berlusconi ha dimostrato di saper governare: in politica estera è stato un gigante” (Alessandro Sallusti, direttore di Libero, Piazzapulita, La7, 2.12). Come faceva le corna lui, nessuno.

Un uomo schivo. “Burioni tra i vip della Scala: ‘Spero di poter tornare presto nell’ombra’” (Corriere.it, 7.12). Perchè rimandare a domani quel che potresti fare già oggi?

Voce del verbo. “Suppletive a Roma-1 Calenda rompe con il centrosinistra” (Repubblica, 11.12). Più che altro, rompe.

Esigenze. “Non credo ci sia nessuna esigenza dei Cinquestelle in Italia. Perché dobbiamo avere i M5S? Non esistono più” (Carlo Calenda, leader Azione, Zapping, Rai Radio1, 10.12). Un solo grido si leva dall’Alpi al Lilibeo: “Abbiamo una sola esigenza: Calenda!”.

Chi è stata. “È stata la mano di Mattarella. Perché la gente gli chiede a gran voce il bis? Disamina del settennato dopo la standing ovation alla Scala. Un Presidente che ha piegato i populisti e tenuto insieme il Paese con umanità durante la pandemia” (Repubblica, 9.12). È stata la lingua di Repubblica.

In che stato. “… com’è ridotta la tv italiana” (Francesco Merlo, Repubblica, 28.11). Figurarsi che la Rai renziana sganciava 240mila euro l’anno al “consulente” Francesco Merlo.

Rosatellum. “Conte non si candida? Mi dispiace un sacco perché sono convinto che avrebbe perso… Come alleato è meglio Berlusconi di Conte, perché Conte l’ho già provato… Berlusconi fa parte del Ppe, FI è un partito con cui siamo con serenità al governo” (Ettore Rosato, presidente Iv, Un giorno da pecora, RaiRadio1, 7.12). Poverino, non sa di essere al governo coi 5Stelle di Conte. Ma la mamma non gli dice proprio niente?

Trucchetti. “Il trucco di ‘Mani Pulite’ per arrestare gli indagati” (Libero, 12.12). Li interrogavano e quelli confessavano: i soliti mezzucci, signora mia.

Spingitori di presidenti. “Amato di tutte le riserve della Repubblica il vicepresidente della Consulta è sempre in cima. E’ un problem solver, ha una cassetta degli attrezzi infinita, un’intelligenza poliedrica e velocissima. Un Dottor Sottile figlio di ferroviere perfetto per il Quirinale” (Antonella Rampino, Dubbio, 10.12). Il piccolo fiammiferaio: che tenero.

Innocenti a loro insaputa. “Rosa e Olindo, 15 anni senza pentimenti. Pronta un’istanza per chiedere la revisione del processo. Condannati all’ergastolo non si sono mai arresi” (Gianluigi Nuzzi, Stampa, 11.12). Oltre a non pentirsi e a non arrendersi, hanno fatto di più: hanno confessato.

Libera stampa. “Bonomi: lo sciopero è un errore” (Messaggero, 11.12). “Perchè è un errore” (Dario Di Vico, Corriere della sera, 8.12). “Un sindacato per vecchi” (Francesco Merlo, Repubblica, 9.12). “L’assembramento irresponsabile che vuole Landini” (Foglio, 9.12). “I sindacati dimenticano i giovani” (Stampa, 9.12), “Salvini e Bonomi attaccano Cgil e Uil” (Stampa, 12.12). Atroce sospetto: la stampa italiana non c’entrerà mica qualcosa con la Confindustria?

Siete circondati. “Effetto sciopero: Cgil e Uil isolate. Landini e Bombardieri sotto assedio. La Cisl: ‘Errore’” (Giornale, 9.12). I due sindacati che scioperano circondati dall’unico che non sciopera. “Comandante, ho fatto dieci prigionieri!”. “Bravo soldato, portali qui!”. “Ma comandante, non mi lasciano venire!”.

Senti chi parla. “Ermini: ‘Fermare le porte girevoli tra politica e giustizia’” (Repubblica, 9.12). Parola del parlamentare del Pd piazzato da Renzi alla vicepresidenza del Csm.

Già-less. “25 anni che i Jalisse tentano di andare a Sanremo e vengono respinti. So cosa vuol dire. È esattamente la mia storia con la segreteria del partito!” (Gianni Cuperlo, Pd, Twitter, 6.12). Maledetto televoto

Il titolo della settimana/1. “Il Cavaliere vuole vincere, non partecipare, per questo continua a fare scouting di parlamentari” (Dubbio, 11.12). Eh, ecco, mo’ si chiama “scouting”.

Il titolo della settimana/2. “’Volevamo assumermi ma resto voi grillini’. Giuseppi confessa: ‘Dopo l’addio a Palazzo Chigi ho rifiutato incarichi vantaggiosi da alcune multinazionali’. Cosa fa Conte pur di non lavorare” (Libero, 11.12). Roba da ergastolo.

Il titolo della settimana/3. “La Commissione antimafia è solo un ‘poltronificio’. E se la chiudessimo?” (Aldo Varano, Dubbio, 8.12). Ora B. completa lo scouting e poi la scioglie lui, nell’acido.

Il titolo della settimana/4. “Calenda lo sfida e Conte fugge. Salta il patto Pd-Travaglio” (Riformista, 7.12). Uahahahahah.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/12/13/ma-mi-faccia-il-piacere-248/6423935/

lunedì 1 novembre 2021

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Sovranità limitata. “Il pressing Usa su Giorgetti: ‘Draghi rimanga a Palazzo Chigi’” (Stampa, 25.10). Hanno già deciso anche chi mandare al Quirinale o ci lasciano ancora nell’incertezza?

Autopompe. “Draghi e Biden: la democrazia funziona” (Stampa, 30.10). Oste, è buono il vino?

I soliti sospetti/1. “Miccichè: ‘A cena con Renzi, sarà presto nel centrodestra’” (Repubblica-cronaca Palermo, 19.10). Presto?

I soliti sospetti/2. “Letta rompe di nuovo con Renzi: ‘Ormai quanto vale la sua parola?’” (Domani, 29.10). “Che parabola, Renzi: ormai ammicca alla destra” (Francesco Boccia, deputato Pd, Repubblica, 31.10). Ormai?

I soliti sospetti/3. “Ddl Zan, Letta: ‘Con Renzi ora è rottura’” (Repubblica, 29.10). Ora?

Centralità. “Renzi si gode la sua centralità” (Foglio, 28.10). Quella del dito medio.

Quisquilie. “L’infinita caccia al Cav. La procura di Firenze cerca (ancora) il legame tra Berlusconi e la stagione degli attentati” (Foglio, 28.10). Paura, eh?

Amici. “Colle, pranzo per lanciare Berlusconi. Salvini: ‘Puntiamo su un amico…’” (Repubblica, 29.10). Degli amici.

L’uomo-calcolatrice. “In 112 giorni di campagna elettorale ho subìto 93 attacchi: uno al giorno!” (Enrico Michetti, candidato sindaco di Roma per il centrodestra, 15.10). Le notti non contano.

Inattaccabile. “Berlusconi mesi fa mi disse che aveva contato e ricontato i voti ed era l’unico che poteva farcela a fare il presidente della Repubblica… perché su una cosa Berlusconi è inattaccabile: il fatto di essere uno statista” (Alessandro Sallusti, direttore di Libero, Dimartedì, La7, 26.10). Figurarsi sulle altre cose.

Slurp. “I complimenti e le strette di mano. Così Draghi ‘accorcia le distanze’. Lo stile del premier che incontra i ragazzi in Puglia” (Corriere della sera, 27.10). Quindi possiamo stringere mani anche noi, o vale solo per lui e per il suo stile?

La mosca cocchiera. “Il ‘partito’ di Draghi vale più del 20%, per Conte non c’è posto” (Ettore Rosato, coordinatore nazionale Iv, Riformista, 26.10). Il solito culo di Conte.

Ora si può dire. “Roma, la ripartenza del turismo. Impennata di prenotazioni: per ottobre camere e hotel romani riempiti al 100%. Nel settore il trend è in costante crescita a partire dall’inizio dell’estate” (Messaggero-cronaca Roma, 26.10). È già merito di Gualtieri o è ancora colpa della Raggi?

Dubbi. “Letta e Conte, prima mossa sul Colle. I dubbi del M5S su Gentiloni” (Repubblica, 26.10). Strano, una personcina così leale e affidabile.

Truppe marcenarie. “Tre milioni e mezzo di euri da Maduro. E mancherebbero i soldi per procurare a Travaglio una svedese?” (Andrea Marcenaro, Foglio, 28.10). E niente, nessuno che gli levi il fiasco.

La vera sinistra. “La sinistra guarisca dalla pensionite” (Irene Tinagli, vicesegretaria Pd, Foglio, 30.10). Giusto: i pensionati sono tutti di destra.

Senti chi parla/1. “I dubbi di Cottarelli su Quota 102: ‘Un compromesso’” (Stampa, 29.10). Infatti lui è andato in pensione a 59 anni.

Senti chi parla/2. “Paghiamo il fallimento del Pd” (Maria Elena Boschi, deputata Iv, Giornale, 29.10). Vuoi mettere l’1% contro il 20%?

Riconoscenze. “Il mio pensiero in questo triste anniversario va a Stefano Cucchi, a sua sorella e alla sua famiglia. E a tutti coloro che nelle forze dell’ordine hanno aiutato ad arrivare alla verità. Perché non succeda mai più” (Enrico Letta, segretario Pd, Twitter, 22.10). E grazie anche a tutti coloro che in Egitto stanno aiutando ad arrivare alla verità sull’omicidio Regeni.

Vasto programma. “Richetti: ‘Un partito riformista da Gori a Mara Carfagna’” (Riformista, 27.10). Gnammm!

Il titolo della settimana/1. “L’Unione deve evitare di perdere la Polonia” (Corriere della sera, 29.10). Sennò tocca invadere di nuovo la Polonia.

Il titolo della settimana/2. “Il Reddito non crea lavoro” (Messaggero, 25.10). Ma va? Se il Reddito creasse lavoro, nessuno avrebbe bisogno del Reddito.

Il titolo della settimana/3. “Gualtieri: basta coi soliti rattoppi. Buche, nuovi fondi per rifarle” (Messaggero-cronaca Roma, 25.10). Perchè, non bastavano quelle vecchie?

Il titolo della settimana/4. “Remuzzi: ‘La svolta alla pandemia l’ha data Figliuolo’” (Libero, 25.10). Che sia un untore in alta uniforme?

Il titolo della settimana/5. “Le città del Pd hanno il record di reati” (Libero, 26.10). In effetti, il Pd governa anche ad Arcore.


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lunedì 26 luglio 2021

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Patologie penali. “Mi è venuta un’embolia: colpa dei pm” (Beppe Signori, ex calciatore, Libero, 19.7). A me invece un giorno, per colpa dei pm, venne un’unghia incarnita.

Elettrodomestici. “Il trombettiere Travaglio, senza senso del ridicolo, afferma che la Cartabia ‘non distingue un tribunale da un phon’” (rag. Claudio Cerasa, Foglio, 25.7). Chiedo venia: volevo dire tostapane.

Brrr cha paura/1. “Draghi striglia Conte: o fai come dico io o tutti a casa” (Riformista, 21.7). Tutti a casa, così prendiamo due piccioni con una fava.

Brrr che paura/2. “La guerriglia grillina colpisce pure Cingolani. E lui minaccia l’addio” (Giornale, 19.7). L’unico rischio che corriamo è che la minaccia non venga mantenuta.

Brrr che paura/3. “Se qualcuno vuole minare il lavoro di Draghi si prenderà le sue responsabilità” (Ettore Rosato, coordinatore Iv, 19.7). Ha parlato il noto tutore della stabilità dei governi.

Lo stalker. “Figliuolo aumenta il pressing sulle Regioni: ‘Voglio il numero dei professori No Vax’” (Stampa, 23.7). Li chiama lui uno per uno.

Dovere di cronaca. “Fino a ieri non sapevo niente della pallamano in spiaggia” (Adriano Sofri, Foglio, 23.7). E sono bei problemi.

A grande richiesta. “Con questo governo l’avvocatura è tornata in Parlamento” (on. avv. Francesco Paolo Sisto, FI, sottosegretario alla Giustizia e difensore di Berlusconi nel processo Escort, Dubbio, 21.7). Per vincere i processi che perderebbe in tribunale.

A sua saputa. “Dopo il G8 De Gennaro voleva dimettersi. Dissi no perché già aleggiava lo spettro di Bin Laden” (Claudio Scajola, Riformista, 23.7). Poi si scoprì che era Bin Lader.

Un pesce di nome Zanda. “Riformare le carceri? Prima svuotiamole” (Luigi Zanda, senatore Pd, Riformista, 22.7). I detenuti li mandiamo tutti a casa Zanda.

Forza bavaglio. “I magistrati in servizio che non parlano fanno bene. Fanno invece male, e molto male, i pm che parlano” (Francesco Merlo, Repubblica, 23.7). Peccato non averlo saputo prima: sennò, ai tempi di Berlusconi, Repubblica sarebbe uscita tutti i giorni con dieci pagine bianche.

Astenersi incensurati. “L’invasione delle toghe nella politica: un virus da estirpare” (Emma Bonino, senatrice Più Europa, Riformista, 23.7). Da vecchia alleata di Craxi, Berlusconi, Previti e Dell’Utri, preferisce l’invasione dei delinquenti.

Animal House. “Ovviamente Conte sa che la riforma Cartabia non mette a rischio il processo per la strage di 43 persone (del ponte Morandi, ndr). Perché lo dice allora? Per spaventare e gabbare… È il vero parlar male: dal turpiloquio chiaro di Grillo al turpiloquio oscuro di Conte” (Francesco Merlo, Repubblica, 21.7). Ovviamente la riforma Cartabia mette a rischio tutti i processi, anche per reati precedenti al 2020 grazie al favor rei, come ben sanno gli avvocati difensori del gruppo Autostrade che hanno già annunciato ricorsi per il favor rei. Dal turpiloquio chiaro di Grillo al turpiloquio somaro di Merlo.

Chi non muore si risiede. “Non partecipo a questo gioco al massacro e me ne vado da Più Europa a testa alta prima che mi facciate fuori voi. Non voglio più starci, ma immagino non sia un problema per nessuno… Tenetevi pure il mio seggio parlamentare, è a disposizione, non vi preoccupate” (Emma Bonino, 14.3). “Torno in Più Europa, c’è tanto lavoro da fare insieme” (Emma Bonino, 18.7). Delle due l’una: o nessuno s’era accorto che se ne fosse andata, o qualcuno l’aveva presa sul serio chiedendole indietro il seggio.

È venuto giù l’Armando. “No ai muri contro la riforma. Va messa alla prova prima di bocciarla” (Armando Spataro, ex pm, Corriere della sera, 21.7). Giusto: prima ammazziamo un processo d’appello su due, poi vediamo di nascosto l’effetto che fa.

Robin Hood alla rovescia. “Industria senza risorse. La colpa è del reddito e del welfare elettorale” (Marco Bentivogli, “sindacalista”, Giornale, 21.7). Fate la carità alla povera Confindustria.

Mancava solo lui. “Bertolaso firma i referendum sulla giustizia: ‘Riforma madre di tutte le battaglie’” (Verità, 23.7). Firma anche la massaggiatrice brasiliana?

Premio Sambuca. “Premio Spadolini a Maurizio Molinari” (Repubblica, 22.7). Povero Spadolini, non meritava.

I titoli della settimana/1. “Ora parla Palamara: ‘La mia verità’” (Dubbio, 21.7). Ora?

I titoli della settimana/2. “Il leghista spara. La sinistra ci marcia” (Libero, 22.7). Ah, ecco di chi è la colpa: della sinistra.

I titoli della settimana/3. “Mario è stufo di trattare coi partiti” (Libero, 23.7). Povera stella.

Il titolo della settimana/4. “Noi stiamo con la scienza, non con i partiti” (Pietro Senaldi, Libero, 24.7). Senaldi con la scienza: uahahahahahah.

I titoli della settimana/5. “Quel timor panico di Travaglio e soci di vedere Cartabia sul Colle” (Francesco Damato, Dubbio, 20.7). Ti dirò: più che timor panico, è proprio vomito.

ILFQ

lunedì 12 luglio 2021

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Minaccia o promessa? “’O la votate così o si va tutti a casa’. Draghi costringe alla resa i 5S” (Riformista, 9.7). “La telefonata del premier a Grillo. Draghi minacciò: mi dimetto” (Stampa, 10.7). Abbiamo rischiato grosso, eh?

Cos’è il genio?/1. “Amnistia: solo così si può chiudere la vergogna di Capua Vetere” (Piero Sansonetti, Riformista, 6.7). Giusto, così la fanno franca pure i picchiatori.

Cos’è il genio?/2. “Ci vediamo alle 12 per una diretta Facebook… La politica non è Instagram: al Senato servono i voti, non i like” (Matteo Renzi, leader Iv, Twitter, 5.7). La politica è Facebook e Twitter, ma non Instagram perchè certe facce è meglio non vederle.

Cos’è il genio?/3. “Gkn, la vergogna dei licenziati via mail. Letta: ‘Se è così rivediamo la norma’” (Stampa, 11.7). Ricapitolando: il Pd, col suo ministro del Lavoro Orlando, vuole prorogare il blocco dei licenziamenti, poi Confindustria ordina di non farlo, Draghi si mette sull’attenti, Orlando e il Pd si calano le brache, i sindacati pure, le aziende iniziano a licenziare e Letta dice che “se è così rivediamo la norma”. Ma va’ a ciapa’ i ratt.

Papi e mamma. “Berlusconi ha un tratto profondo di umanità, è stato il politico più vicino per l’arresto di mia mamma” (Renzi, Giornale). Mette lui una parola buona per i servizi sociali a Cesano Boscone.

Inquinamento acustico. “Ultima seduta di registrazione dell’audiolibro. Ne vedremo (e sentiremo) delle belle. Avevo proprio bisogno di raccontare la verità su ciò che è accaduto in questi anni” (Renzi, Twitter, 9.7). Beati i non udenti.

La lunga attesa. “Letta: questa riforma della giustizia era attesa da 30 anni” (Stampa, 10.7). E dire che bastava lasciarla fare 20 anni fa a Berlusconi.

Normalità. “Ora processi più normali” (Giovanni Maria Flick, Stampa, 70.7). Morti.

Ma anche. “Md: ‘Bene il nuovo processo penale. Ma serve anche un’amnistia’” (manifesto, 10.7). Ma serve anche abolire proprio i tribunali.

L’ideona. “Costruire nuove carceri: altro che tabù, è la solita risposta fallimentare…” (Dubbio, 8.7). Facciamo così: le carceri costruiamole vecchie.

Orsoline. “Non sembro una che ha studiato dalle orsoline con Marco Travaglio” (Alba Parietti, Corriere della sera, 4.7). Per il semplice motivo che non hai mai studiato dalle orsoline con Marco Travaglio.

Il guaio. “Firmo i referendum, è dal ‘92 che i pm condizionano la politica. Il guaio non è Salvini, ma certa magistratura coperta dalla sinistra” (Sergio Staino, Giornale, 7.7). Ma la legge Bacchelli l’hanno abolita?

Sofritto. “Davigo, Bonafede, Travaglio, il Dap sono dediti alla dimostrazione che nelle carceri italiane non esiste alcun sovraffollamento” (Adriano Sofri, Foglio, 5.7). Veramente abbiamo sempre sostenuto il contrario, proponendo per questo la costruzione di nuove carceri. Però, se dovesse tornare dentro lui a scontare finalmente il resto della sua pena, potremmo fare un’eccezione.

Pisalecca. “Ecco cosa pensa Giuliano Pisapia ed ecco perchè non si fa abuso di retorica, o come scrive qualche scemo, di ‘lecca lecca’, quando si ripete che la riforma della giustizia è un altro bellissimo regalo di (questo) governo: ‘È la prova che anche in Italia si può avere una giustizia celere’” (Carmelo Caruso, Foglio, 10.7). Basta scrivere che i processi devono durare 2 anni e dureranno tutti 2 anni. A pensarci prima, si poteva scrivere 2 giorni.

I più bei nomi. “Il fatto che non ci siano più Arcuri, Bonafede, Costa, Boccia, Provenzano e che al loro posto ci siano persone più capaci come Figliuolo, Cartabia, Cingolani, Gelmini, Carfagna mi sembra una svolta positiva” (Renzi, Giornale, 2.7). E le meravigliose Bellanova, Bonetti e Scalfarotto, dove le mettiamo?

Foa Gras. “Cambiare la Rai è impossibile. La politica interviene tutti i giorni” (Marcello Foa, presidente della Rai in quota Lega, Verità, 11.7). E a lui l’ha portato la cicogna.

Da Roma a Bergamo. “Quella di Roberto Gualtieri è l’unica proposta politica che oggi si presenta alla città cercando di rappresentare e fare la sintesi di tante idee ed esperienze diverse” (Luca Bergamo, ex vicesindaco della giunta Raggi, Fanpage, 7.7). “Bergamo tifa Gualtieri” (Repubblica, 8.7). “Bergamo ora collabora con Gualtieri” (Corriere della sera, 9.7). È una bella soddisfazione lavorare con chi definisce la giunta di cui fino a sei mesi fa eri il numero 2 “un disastro come Alemanno”.

Il titolo della settimana/1. “Dall’uno vale uno al si salvi chi può” (Roberto Formigoni, pregiudicato per corruzione, Libero, 11.7). All’uno ruba più di tutti.

Il titolo della settimana/2. “Shock per la giustizia. Perchè anch’io firmo” (Augusto Minzolini, Giornale, 5.7). Perchè ti hanno condannato per peculato?

Il titolo della settimana/3. “I paladini dell’amore libero minacciano di morte Renzi” (Libero, 6.7). “Draghi arresta Bonafede e Travaglio” (Libero, 9.7). Non so voi, ma io non riesco a smettere di leggere questi due titoli.

ILFQ