Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
domenica 16 settembre 2012
LA CHIESA CATTOLICA ROMANA HA LA RISERVA D'ORO PIU' RICCA DEL MONDO.
La Chiesa Cattolica Romana controlla approssimativamente 60.350 tonnellate d’oro, du
e volte la dimensione delle riserve ufficiali totali di oro di tutto il mondo, o approssimativamente il 30,2% di tutto l’oro mai estratto/prodotto. A prezzi correnti, è possibile stimare il valore di tali beni che costituiscono il più grande tesoro della storia dell’umanità in oltre 1.245 miliardi di dollari statunitensi ($).
Ai nostri giorni, la Chiesa Cattolica Romana è tornata a numeri che l’hanno condotta nuovamente ad una posizione dominante nel settore dell’oro di cui non si era testimoni dalla caduta del Sacro Romano Impero (intorno al 1100), fase in cui Essa controllava poco meno del 30% dell’oro complessivamente presente nel mondo.
Per la maggior parte dei trascorsi 1.000 anni, la Chiesa Cattolica ha assunto una posizione dominante che gli ha permesso di controllare i mercati dell’oro a livello mondiale, in relazione al fatto di aver posseduto oltre il 50% di tutto l’oro, ed in una posizione talmente dominante, a partire dal XIV secolo fino a giungere al XVII secolo, da controllare oltre il 60% di tutto l’oro mai estratto.
Tale tesoro nella sua totalità è stato suddiviso tra numerose riserve dichiarate ed altrettanto numerose riserve non dichiarate. Soltanto il 20% delle riserve d’oro totali è immagazzinato tramite ‘partiti terzi’ in riserve ufficiali, la maggiore riserva dichiarata è rappresentata dalla Federal Reserve Bank, seguita dalle riserve presenti in Italia, Svizzera, Germania e Francia. Le più importanti riserve private non dichiarate sono sconosciute, ma paiono essere collocate anche in paesi dell’Occidente e a quanto pare risulterebbero associabili alle più importanti riserve private delle più antiche banche private e società finanziarie d’Europa. Potrebbero inoltre esistere riserve private gestite direttamente dal Vaticano, seppure quest’ultima resti un’ipotesi poco probabile.
Mi nasce spontaneo un pensiero: con tutto l’oro che il Vaticano quindi l’Italia possiede, si riuscirebbe ad azzerare il deficit pubblico, e con gli avanzi si potrebbe sfamare intere nazoni bisognose, a cosa serve accumulare queste enormi quantità di oro?….nella parola di Dio in Luca 9 : 25 sta scritto: Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?
di: Eresia della chiesa cattolica.
e volte la dimensione delle riserve ufficiali totali di oro di tutto il mondo, o approssimativamente il 30,2% di tutto l’oro mai estratto/prodotto. A prezzi correnti, è possibile stimare il valore di tali beni che costituiscono il più grande tesoro della storia dell’umanità in oltre 1.245 miliardi di dollari statunitensi ($).
Ai nostri giorni, la Chiesa Cattolica Romana è tornata a numeri che l’hanno condotta nuovamente ad una posizione dominante nel settore dell’oro di cui non si era testimoni dalla caduta del Sacro Romano Impero (intorno al 1100), fase in cui Essa controllava poco meno del 30% dell’oro complessivamente presente nel mondo.
Per la maggior parte dei trascorsi 1.000 anni, la Chiesa Cattolica ha assunto una posizione dominante che gli ha permesso di controllare i mercati dell’oro a livello mondiale, in relazione al fatto di aver posseduto oltre il 50% di tutto l’oro, ed in una posizione talmente dominante, a partire dal XIV secolo fino a giungere al XVII secolo, da controllare oltre il 60% di tutto l’oro mai estratto.
Tale tesoro nella sua totalità è stato suddiviso tra numerose riserve dichiarate ed altrettanto numerose riserve non dichiarate. Soltanto il 20% delle riserve d’oro totali è immagazzinato tramite ‘partiti terzi’ in riserve ufficiali, la maggiore riserva dichiarata è rappresentata dalla Federal Reserve Bank, seguita dalle riserve presenti in Italia, Svizzera, Germania e Francia. Le più importanti riserve private non dichiarate sono sconosciute, ma paiono essere collocate anche in paesi dell’Occidente e a quanto pare risulterebbero associabili alle più importanti riserve private delle più antiche banche private e società finanziarie d’Europa. Potrebbero inoltre esistere riserve private gestite direttamente dal Vaticano, seppure quest’ultima resti un’ipotesi poco probabile.
Mi nasce spontaneo un pensiero: con tutto l’oro che il Vaticano quindi l’Italia possiede, si riuscirebbe ad azzerare il deficit pubblico, e con gli avanzi si potrebbe sfamare intere nazoni bisognose, a cosa serve accumulare queste enormi quantità di oro?….nella parola di Dio in Luca 9 : 25 sta scritto: Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?
di: Eresia della chiesa cattolica.
PER ALZATA DI MANO. - Ciuenlai
La crisi dei partiti e la loro emarginazione dalla scena politica è ormai un dato strutturale dell’Italia odierna.
Mentre Mario Primo (Draghi) si confronta con americani e tedeschi e Mario Secondo (Monti) fa l’ambasciatore della finanza internazionale in mezzo mondo, Le forze politiche, “rinchiuse” nel Parlamento Italiano, continuano a subire “i compiti a casa”, che l
a troika stabilisce, di colta in volta, per il nostro paese.
A suon di fiducie votano tutto, senza battere ciglio. E lo fanno mettendo in scena una specie di rappresentazione teatrale più volte ripetuta. Il Governo presenta un provvedimento, i Partiti (specialmente Pd e Pdl) alzano la voce e minacciano sfracelli. “Così non va, il paese non può sopportare una simile cura da cavallo, bisogna cambiare rotta e via recitando). Promettono “sostanziali modifiche in Parlamento”.
Poi cambiate alcune virgole, le richieste di Monti passano senza colpo ferire, e l’indomani si ricomincia con la stessa farsa.
Qualche volta si ribellano a questa vita da comparse e provano a chiedere elezioni anticipate, per formare un Governo Politico.
Ma il Capo dello Stato li gela subito . “Volete votare? Si ma solo se fate una legge elettorale che lascia il mondo com’è” e cioè Monti e i rappresentanti dei finanzieri al Governo e i Partiti a fare da comparsa.
Ecco spiegato perché gli scontri più roventi tra le forze politiche, non si svolgono sulle pensioni, sulle liberalizzazioni, sulle tasse, sui tagli ai servizi, sulla distruzione del sistema dei diritti, ma sulle nozze gay, sul semipresidenzialimo, sul senato federale, sulla legge elettorale ecc.
Sulle cose che Napoletano gli ha appaltato, con scarsi risultati. Tutte cose importanti, che però non sono, in questo momento, gli argomenti più gettonati dalle famiglie e dalle persone. E così la “casta” diventata “castina”,si accontenta di sopravvivere a se stessa pagando il prezzo della sospensione della vecchia democrazia. Un prezzo che non li spaventa.
Soprattutto quelli della Grande coalizione, che si sono subito adattati al nuovo sistema : la democrazia per alzata di mano.
(E poi dicevano dei sovietici).
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In Germania il furto dei dati degli evasori vale almeno 3 miliardi. - Giorgio Faunieri
Oltre 3 miliardi di euro sono passati dai forzieri delle banche elvetiche al Land tedesco del Nord Reno-Westfalia. Mentre il governo Monti è ancora alle prese con la definizione di un accordo con la Svizzera per stanare gli evasori italiani, la Germania sta infatti già contando i soldi che le sono entrati in cassa grazie alla sua aggressiva politica di lotta all’occultamento dei capitali oltrefrontiera. Una politica realizzata, in prima istanza, con l’aiuto dei servizi segreti che hanno acquistato i dati degli evasori da dipendenti infedeli degli istituti di credito.
Solo adesso, poi, è stato firmato un accordo bilaterale fra i due Paesi, che deve ancora essere approvato dal Parlamento. L’acquisto dei cd con i dati degli evasori è costato alcune decine di milioni di euro, mentre fra tasse finalmente riscosse e sanzioni comminate sono stati recuperati diversi miliardi. I dati ufficiali sono al momento disponibili solo per il Land Nord Reno-Westfalia, la più popolosa regione della federazione tedesca, ma sono più che indicativi.
Un portavoce del ministero delle Finanze di Dusseldorf (ogni Land dispone di tale ministero che in alcuni casi, come in quello dell’acquisto dei cd, si è mosso in totale autonomia rispetto al ministero delle Finanze del governo centrale di Berlino) ha detto che l’acquisto dei dati è costato 10,3 milioni, grazie ai quali sono già stati recuperati più di 3 miliardi, una cifra pari a un terzo del gettito Imu di giugno (solo che l’Imu è a livello nazionale e non regionale).
I 10,3 milioni sono ovviamente la somma lorda pagata ai dipendenti infedeli delle banche svizzere, i quali hanno dovuto pagarci sopra le tasse. “Al netto delle imposte l’acquisto dei dati è costato al Land 8,9 milioni”, ci ha tenuto a precisare davanti al parlamento regionale il ministro delle Finanze del Nord Reno-Vestfalia, Norbert Walter-Borjans. Dal 2010 a oggi il Land ha comprato complessivamente 6 cd pieni di dati di Credit Suisse, Julius Baer e probabilmente anche Merrill Lynch, entrando talvolta in conflitto anche con il governo di Angela Merkel che stava trattando con Berna.
Nei dischetti erano presenti le situazioni patrimoniali di 6989 clienti degli istituti svizzeri, 2624 dei quali hanno subito un processo nei tribunali tedeschi. L’offensiva del Nord Reno-Vestfalia non è però finita qui. Questa settimana il primo ministro Hannelore Kraft ha detto di voler proseguire la propria azione per stanare nuovi evasori. Per la Kraft l’evasione fiscale è una truffa ai danni della società: “Continueremo a perseguire con decisione chi evade le tasse portando i capitali all’estero”.
La Kraft e lo stesso Walter-Borjans hanno inoltre criticato l’accordo siglato dalla Merkel con Berna perché, a loro modo di vedere, “gli evasori se la caverebbero con poco”. La Kraft è convinta che l’accordo non supererà l’esame del Bundesrat (la camera alta dell’ordinamento tedesco dove siedono i rappresentanti dei Laender e dove l’esecutivo della Merkel non ha la maggioranza). L’accordo bilaterale siglato da Germania e Svizzera prevede che in cambio del mantenimento del segreto bancario (mitigato, di recente, su richiesta dell’OCSE) e di importanti facilitazioni per l’accesso delle banche svizzere in territorio tedesco, la Svizzera a partire dall’anno prossimo si impegni ad applicare, a vantaggio dell’Erario tedesco, un’imposta annuale – anonima – del 26,375% sui redditi finanziari prodotti dai patrimoni dei cittadini tedeschi, un prelievo che copre interamente le imposte che si sarebbero applicate in Germania sui medesimi redditi.
Per il passato, l’accordo prevede un prelievo forfetario una tantum – una vera e propria imposta patrimoniale – che inciderà pesantemente sullo stock dei depositi (e non sui soli flussi) con aliquote che, in ragione degli anni di deposito e dell’ammontare delle consistenze, oscillano tra il 21 e il 41 per cento. Per quel che riguarda l’Italia, invece, niente ancora è stato deciso. Si è parlato di una cedolare secca del 20% ma la “delicata” diplomazia di Monti potrebbe arrivare a partorire qualcosa quando i capitali italiani saranno ancora nei forzieri delle banche svizzere ma nelle filiali del sud-est asiatico.
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Idiozie...
"Per la cultura non servono troppi soldi, vanno sostenute le iniziative che hanno un valore durevole, non quelle che valorizzano l'effimero".
Roberto Cota
Presidente di Regione Piemonte, Lega Nord
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