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martedì 1 agosto 2023

Visibilia Viva. - Marco Travaglio

 

Siamo molto preoccupati per Giorgia Meloni. E non per quisquilie come la rivolta dei poveri senza più Reddito, il crollo del Pil, il boom di bollette, inflazione e benzina,
le gaffe e le chiome del fidanzato-mezzobusto: a questo e a molto altro c’è rimedio.
Ma per l’unico guaio davvero irreparabile e definitivo che sta per investirla, ben più letale dei cambiamenti climatici e a prova di negazionisti:
Renzi nella maggioranza.
I cimiteri della politica sono lastricati di lapidi degli altri sventurati premier che ebbero in sorte anche solo un fugace contatto con la mortifera e pestilenziale presenza:
Letta, a cui bastò il tweet “Enrico stai sereno” per schiantarsi dopo 9 mesi; Conte, del cui secondo governo il nostro fu l’ideatore e poi il killer; Draghi, che mai riuscì a liberarsi dello stigma di essere salito a Palazzo Chigi grazie a lui e infatti perse tutto,
il Quirinale e poi il governo; e Salvini, che dal Papeete rovesciò Conte per prenderne il posto con “pieni poteri” quand’era in love col Rignanese e ne fu fregato.
Senza dimenticare il Renzi medesimo, che si autosterminò portandosi rogna da solo col geniale referendum e, già che c’era, rase al suolo anche il Pd di cui era anche segretario.
Alla lista delle vittime s’è aggiunto ultimamente il povero Calenda, l’ultimo allocco a mettersi in casa l’impiastro.
La Meloni è furba e ha buona memoria, ma può farci poco.
Le avance renziane non basta rifiutarle: bisogna non meritarle.
E lei le merita tutte, da quando ha rottamato la destra sociale, legalitaria e sovranista per metter su quella asociale che fa la guerra ai poveri, s’inchina a Biden e agli eurofalchi, regala impunità ai ladroni e alla razza cafona di nuovi ricchi e vecchi parvenu: praticamente tutti i cavalli di battaglia del berlusconismo e del renzismo (che si distinguono per numero di voti: tanti per B., nessuno per R.).
Infatti i Renzi boys votano tutto il peggio del suo governo, che non ne ha bisogno e non chiede nulla, ma si ritrova Iv in maggioranza a sua insaputa.
E i renziani in pancia sono peggio della tenia, che ti s’insinua nell’intestino quando meno te l’aspetti e si mangia tutto.
Guai a ignorare i sintomi anche più trascurabili: tipo la cena dello scorso weekend al Twiga, rivelata dal Corriere, fra la Santanchè, l’ex marito Canio, il compagno Dimitri e i renziani Boschi, Bonifazi, Nobili con tutta la panza e Ruggieri, nipote di Vespa e direttore responsabile del Riformista (quello che prende le querele per Renzi),
a cui Visibilia fornisce la pubblicità.
Il tutto due giorni dopo il voto sulla Santanchè, che Iv ha respinto sostenendo che sfiduciarla era farle un favore. Invece cenare da lei è farle un dispetto.
Chi ancora pensa che Renzi punti a FI si aggiorni: punta alla Meloni col progetto Fratelli d’Italia Viva.
Lei porta i voti, lui la sfiga.

giovedì 3 dicembre 2020

Montezuma. - Marco Travaglio

 

L’altra sera, facendo zapping, mi è parso di intravedere a Dimartedì il mio amico Giannini che citava se stesso. E il mio amico Carofiglio che citava se stesso e poi dava fondo all’intero dizionario delle citazioni, che evidentemente sa a memoria. Roso dall’invidia, stavo per spegnere, quando mi è apparso Luca Cordero di Montezemolo che, collegato da una qualche Versailles, piagnucolava perché c’è un sacco di gente che soffre ed è alla fame, ma soprattutto perché il governo è sempre in ritardo su tutto (rispetto a cosa? boh), vuole pure negarci quella leccornia del Mes e non si circonda delle persone giuste, signora mia. E dire che su piazza ci sarebbe lui, prêt-à-porter, se solo lo chiamassero a insegnare un po’ d’efficienza. Ma niente, non lo chiamano. È stato allora che mi sono convinto di avere sognato: quel signore dalla chioma giallo-canarino-metallizzato che dava lezioni al “governo della paralisi” che “non pensa al futuro”, non poteva essere Montezemolo. Altrimenti gli sarebbe scappato da ridere.

Il Montezemolo vero, detto “Libera e bella” per il crine fluente e cotonato d’un tempo, nasce nel 1947 a Bologna da nobili lombi sabaudi. Amico del cuore di Cristiano Rattazzi, figlio di Suni Agnelli, fa tanto divertire l’Avvocato. Così nel 1973 approda alla Ferrari. È il suo più grande e forse unico successo della vita (donne a parte), anche perché alla guida delle Rosse c’è Niki Lauda. Appena passa alle Relazioni esterne della Fiat, si scopre che si fa pagare da finanzieri straccioni per presentarli ad Agnelli, per giunta con banconote nascoste dentro libri svuotati di Enzo Biagi. Romiti lo caccia su due piedi e anni dopo racconterà: “Abbiamo pescato un paio di persone che pretendevano soldi per presentare qualcuno all’Avvocato. Uno l’abbiamo mandato in galera, l’altro alla Cinzano”. Tra i fumi dei vermouth, Libera e bella resiste poco. Eccolo dunque sulla tolda di Azzurra all’America’s Cup. E poi al vertice del comitato dei Mondiali di Italia 90, altra calamità naturale: opere sballate, sprechi faraonici, ritardi mostruosi, costi degli stadi alle stelle (ultima rata pagata dallo Stato nel 2015). Ma, come diceva Totò, il talento va premiato. L’Avvocato lo ripesca e lo manda a rilanciare la Juventus con il “calcio champagne” di Gigi Maifredi. Risultato: la Juve arriva settima, esclusa dopo ben 28 anni da tutte le Coppe internazionali. In più, la società paga 4 miliardi di lire in nero al Torino per l’acquisto di Dino Baggio, con fondi gentilmente forniti da un conto svizzero di Agnelli. “Vedremo che cosa saprà fare da grande”, dice l’Avvocato mentre lo congeda dalla Juve dopo appena un anno e richiama in servizio il grande Giampiero Boniperti.

Montezuma viene parcheggiato a Rcs Video, a occuparsi di videocassette: altro flop catastrofico da centinaia di miliardi. Così torna in Ferrari, l’unica cosa che gli riesce bene. Ma, lievemente bulimico, non si contenta e inizia una collezione di poltrone e sofà da Guinness: Corriere, Stampa, Le Monde, Tf1, Fiera di Bologna, Confindustria, Luiss, Indesit, Merloni, Poltrona Frau, Maserati, Unicredit, Ntv treni, Tod’s, Federazione Editori, Campari, Assonime, Citi Inc., Pinault, Fnac, Ppr Sa, Telethon, Unione Industriali Europei, Confindustria Modena, Cnel, Citigroup, Fondo Charme (sede in Lussemburgo, ci mancherebbe), senza contare una candidatura a ministro di Qualcosa nel governo Berlusconi-2 (2001), annunciata dal Caimano per acchiappare voti in campagna elettorale, mai smentita dall’interessato e poi tramontata. Dall’alto di cotanti successi, è pronto per la politica. Nel 2009 fonda Italia Futura in vista della discesa in campo, circondato da un trust di cervelli da paura: Umberto Ranieri, Andrea Romano, Carlo Calenda, Linda Lanzillotta. Il meglio sono i fratelli Vanzina, che almeno un mestiere ce l’hanno e lo fanno bene. Lui intanto si fa beccare al telefono col faccendiere pregiudicato della P2 e della P4 Luigi Bisignani, a cui ha assunto il figlio alla Ferrari, ma solo perché “è in gamba”. Naufragata anche Italia Futura, che confluisce in Scelta Civica di Mario Monti, cioè nel nulla cosmico, la maledizione di Montezuma si riabbatte sulla Fiat, di cui diventa presidente dopo la morte di Umberto Agnelli. Poi arriva Marchionne e nel 2010 lo liquida con una buonuscita di 27 milioni. E nel 2014 lo caccia anche dalla Ferrari: pure lì ha perso il tocco magico.
Ma l’Innominabile è pronto a riciclarlo, come mediatore con gli arabi di Etihad e poi come presidente della “nuova Alitalia”. Che perde più soldi di quella vecchia, tant’è che ora il nostro è indagato a Civitavecchia per bancarotta. Non bastando, lo piazzano anche al comitato per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, in tandem col suo dioscuro Giovannino Malagò. Ma lì, a impedirgli di fare altri danni, provvede Virginia Raggi col gran rifiuto. Lui, appena uscito da Ntv con 250 milioni in saccoccia, si rifà con la presidenza del Sigaro Toscano, perché non si dia del venditore di fumo: nel 2018 ne annuncia financo la quotazione in Borsa, ma ovviamente non se ne saprà mai più nulla. Voi capite perché, l’altra sera, quando l’ho visto pontificare di efficienza e buona gestione e piagnucolare per la povertà che avanza e l’inadeguatezza della classe dirigente, ho empatizzato col povero generale Cotticelli. E ho pensato che avessero drogato anche me.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/12/03/montezuma/6024808/

mercoledì 5 agosto 2020

Il fiuto di zia per i grossi affari, dal cambio di sesso agli immobili. - Daniele Luttazzi

Quartieri di Roma: Balduina » Rome Vatican Card
Durante il lockdown, nel condominio di zia alla Balduina, la situazione si era fatta insostenibile per colpa di tre famiglie (i Pirzio-Biroli, i Tracchia e i Facta) che facevano i loro porci comodi. A maggioranza passò la proposta di zia: ipotecare gli appartamenti di tutti gli altri, e coi 10 milioni accantonati comprare una nuova palazzina altrove, delegando alle gemelle Mastrocinque (due fragili zitelle con chignon di cui si vocifera un passato burrascoso nei Nar) il compito della rappresaglia, una volta completato l’esodo.
La vicina di zia, dopo il suo voto contrario (è in buoni rapporti con la zia, ma sono acerrime nemiche sul piano geopolitico e finanziario), ha preso la palla al balzo: perché non approfittare della maxi cartolarizzazione 2004 di immobili pubblici realizzata dal governo Berlusconi, e comprare a sconto un edificio di pregio dal Fondo immobili pubblici (Fip)? La dritta gliel’ha data un ex-dirigente del Fip stesso, un suo trombamico, e la scelta è caduta su un palazzo di 22mila metri quadrati nel cuore di Roma, in piazza Augusto Imperatore. Già che c’erano, hanno comprato anche i 15mila metri quadrati dell’altro palazzo nella piazza, pure quello progettato dall’architetto Morpurgo negli anni 30. Gli appartamenti in più si potranno rivendere o riaffittare a valori di mercato, cosa che permetterà di ammortizzare in breve tempo i 400 milioni di euro necessari all’acquisto (li ha anticipati la banca di cui zia è fra gli azionisti, i 10 milioni dell’ipoteca come garanzia). “Senza contare che, con la riqualificazione della piazza e del mausoleo pagata con 8 milioni da Fondazione Tim, tutta l’area sarà valorizzata”, dice zia, raggiante, mentre le lecco la figa. Zia si diverte un mondo a fare queste cose. L’unico suo vero rimpianto? L’operazione con cui cambiò sesso negli anni 80. “Il cazzo mi manca così tanto!” dice sempre. Per questo è una ninfomane.
Completato l’affare, però, gli affittuari dei due palazzi acquistati non hanno accettato lo sfratto, e hanno fatto causa perché non è stato riconosciuto il loro diritto di prelazione. Così, adesso, zia, la vicina e gli altri condomini esodati sono in causa con i ristoranti Gusto e Alfredo l’originale; con quaranta giornalisti che dal 2014 lavorano nella Sala stampa italiana, ristrutturata a spese loro con un affitto che scade tra due anni; e con Jas Gawronski, l’ex giornalista Rai, senatore berlusconiano ed eurodeputato, che da 18 anni vive nell’attico con terrazzo da dove si ammira il mausoleo di Augusto. La vicina di zia ha già contattato Franco Coppi e Giulia Bongiorno, preparate i lupini. Nel frattempo, le gemelle Mastrocinque non sono restate con le mani in mano: il palazzo alla Balduina, seriamente danneggiato da un’esplosione notturna, è stato dichiarato pericolante. I Pirzio-Biroli, i Tracchia e i Facta, costretti a ricoveri di fortuna, sono imbufaliti, ma i loro sospetti possono poco: le gemelle Mastrocinque hanno fatto visita a una vecchia conoscenza dei servizi, ed è partito un depistaggio in grande stile, gestito da un gruppo d’intervento composto da un ex-generale piduista, un ex-militante di Avanguardia Nazionale/Terza posizione, due ex della Banda della Magliana e un latitante di Cosa Nostra. Pare che la strategia stia funzionando: si comincia a parlare di attentato, e Bruno Vespa l’ha già attribuito a Pietro Valpreda.

mercoledì 21 gennaio 2015

Cassazione, “Travaglio non deve risarcire Berlusconi”: aveva chiesto 10 milioni.

Cassazione, “Travaglio non deve risarcire Berlusconi”: aveva chiesto 10 milioni

L'ex Cavaliere si era ritenuto diffamato dall'intervista rilasciata dal condirettore del Fatto Quotidiano a Daniele Luttazzi nel corso di 'Satyricon' nel 2001. La Suprema Corte: "Si è trattato di cronaca, critica politica e satira legittime."

Marco Travaglio non deve versare alcun risarcimento a Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia aveva chiesto al condirettore del Fatto Quotidiano 10 milioni di euro come risarcimento danni da diffamazione per l’intervista che aveva rilasciato a Daniele Luttazzi il 14 marzo 2001 su Rai2 nel corso della trasmissione Satyricon. Al centro il libro ‘L’odore dei soldi’, sulla storia dell’ex Cavaliere e delle inchieste che lo hanno coinvolto. Per la Suprema Corte, che ha confermato la correttezza del verdetto emesso dalla Corte di Appello di Roma il 18 ottobre del 2006, si è trattato di cronaca, critica politica e satira legittime.
In modo conforme alle regole del diritto di cronaca e critica, è da escludere che Travaglio – sottolinea la Terza sezione civile della Suprema Corte – avesse “inteso accusare in modo subdolo l’onorevole Berlusconi di biechi interessi privati, di illeciti societari e di collusione con la mafia” avendo invece voluto “stigmatizzare, sicuramente con toni forti, sarcastici e sdegnati” il comportamento del candidato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, che “non aveva ritenuto necessario chiarire nelle opportune sedi… alcune vicende della sua attività imprenditoriale oggetto di indagini penali”.
Alle ulteriori obiezioni del leader di Forza Italia che ha insistito nel ricorso in Cassazione a sostenere che la trasmissione aveva “scopo non satirico ma politico”, la Suprema Corte replica che “l’uno scopo, di per sé, non esclude l’altro, potendo convergere entrambi a definire l’ambito della satira politica” quale è quello di una trasmissione come Satyricon “caratterizzata dall’intento di porre all’attenzione del telespettatore alcuni momenti della vita sociale e politica italiana, sottolineandone le contraddizioni e gli aspetti a volte anche negativi”.
Ad avviso della Cassazione, il verdetto di appello non ha “affatto trascurato il necessario bilanciamento dell’interesse individuale con quello sotteso alla libera manifestazione del pensiero attraverso la critica politica, effettuato correttamente sotto la lente dell’interesse pubblico alla conoscenza dell’interpretazione di fatti di cronaca”, risultati “documentati e per la maggior parte notori”, senza trasmodare “in attacchi personali volti a colpire la figura morale del soggetto criticato”.
Corretto e ‘conforme’ ai canoni della satira è stato ritenuto anche il comportamento di Luttazzi che “nel dirigere l’intervista, si è avvalso degli strumenti tipici” di questo genere, compresa la mimica. Il ricorso dell’ex premier era rivolto anche contro la RaiCarlo Freccero, ‘Ballandi entertainment‘ e Luttazzi che, poi, insieme a Michele Santoro e Enzo Biagi, fu cacciato dalla televisione pubblica dopo l’’editto bulgaro’ di Berlusconi. Ora il leader di Forza Italia deve pagare in favore della Rai 10mila e 200 euro per le spese legali del giudizio di Cassazione.

lunedì 28 aprile 2014

TRAVAGLIO SCATENATO: LADRONI A 5 STELLE.

mani nella marmellata
Beccati. 
Finalmente li hanno presi con le mani nel sacco. 
Ecco cosa nascondono i 5Stelle, ecco perché Grillo e Casaleggio han fondato il MoVimento, ecco perché i grillini fanno politica: per fare soldi. 
La scoperta la dobbiamo ai segugi di Repubblica, che in due giorni han piazzato altrettanti scoop mica da ridere. I titoli parlano da sé: "Una pioggia di euro dagli spot sul blog, ecco la miniera d'oro di Beppe e Casaleggio", "Le ombre nel bilancio dei grillini al Senato". Hai capito quei ladroni? Zitti zitti, mentre tuonano contro i finanziamenti pubblici ai partiti, accumulano un tesoro nella grotta di Alì Babà. 
Come fanno? 
Semplice. 
Il nababbo Gianroberto Casaleggio, la cui società che edita il blog di Grillo (il 77° d'Italia) è sempre andata in perdita e nel 2012 racimolò un utile di 69.500 euro, incassa soldi a palate dalle pubblicità, pagate dagli inserzionisti un tot ogni mille clic.

Quanto? 

Secondo il Sole 24 Ore 5 euro. 
Secondo il titolo di Repubblica 0,92 euro; 
secondo l'articolo di Repubblica 0,64 euro. 
Per un totale annuo di 5-10 milioni secondo il Sole, 
di 570 mila euro secondo Repubblica . 
Se ne saprà di più il mese prossimo, quando sarà pubblicato il bilancio 2014 sul 2013 ("sarà molto migliore del 2013", ha anticipato il guru). 
È vero che non conterrà il dato scomposto del blog di Grillo; ma, essendo questo la principale attività della società, si capirà se l'ordine di grandezza è quello indicato dal quotidiano della Confindustria o da Repubblica. Nel primo caso, sarebbero un bel po' di soldi (peraltro legittimi, per giunta privati). Nel secondo, saremmo poco sopra l'accattonaggio. In ogni caso, la domanda sorge spontanea: siccome è assolutamente pacifico e dichiarato che il blog di Grillo, come peraltro tutti i siti web di questo mondo, si finanzia con gli spot, dove sarebbe il "mistero" dei finanziatori? Basta aprirlo e vedere chi sono gli inserzionisti. Non c'è nulla di meno misterioso di un'inserzione pubblicitaria. Si dirà: ma il blog di Grillo è l'organo ufficiale di un movimento politico. Verissimo. Esattamente come l'Unità ed Europa per il Pd, la Padania per la Lega, e così via (Forza Italia non ne ha bisogno). 
Ma con due lievi differenze. 
1) I giornali di partito incassano fior di milioni dallo Stato, cioè da tutti i cittadini, compresi quelli che non si sognerebbero mai di votare per quei partiti, e senza quella "pioggia di euro", quella "miniera d'oro", fallirebbero all'istante; in più, sulla carta e sul web, fanno pubblicità e incassano altri soldi da inserzionisti privati. Secondo: nessuno mena scandalo per tutto ciò, nessuno pubblica "inchieste" sulla "pioggia di euro" e la "miniera d'oro" degli house organ dei partiti.

Ma attenzione: ora, sempre grazie a Repubblica , conosciamo pure "le ombre nel bilancio dei grillini al Senato". Quali? Tenetevi forte: "affitti da 2 mila euro al mese ai dipendenti della comunicazione" (il prezzo medio di un trilocale al centro di Roma), "pranzo da 6,71 euro consumato il 6 giugno dal senatore Lucidi" nel ristorante di Palazzo Madama" e soprattutto, scandalo degli scandali, "buffet in onore di Beppe Grillo che l'11 luglio 2013 tenne una conferenza stampa al Senato", roba da "114 euro" per 55 persone (il capo e 54 senatori), cioè 2 euro a testa, mica bruscolini. Ed ecco la prova che c'era qualcosa da nascondere: nel rendiconto "per uso interno", il sardanapalesco banchetto fu registrato come "acquisto di panini e bibite per accoglienza Grillo", mentre in quello pubblico c'è scritto "spese di rappresentanza". Capita la furbata?

Dopodiché, astuti come volpi, i 5Stelle potevano papparsi 42 milioni di rimborsi elettorali, invece li hanno lasciati allo Stato; ogni tre mesi potrebbero intascarsi 2,5 milioni non spesi fra diarie e indennità, invece li versano in un fondo per le piccole imprese; potevano pure spartirsi i 420 mila euro avanzati dai contributi raccolti nella campagna elettorale 2013, invece li hanno devoluti ai terremotati dell'Emilia. Ma il movente è chiaro: farsi una gazzosa da 2 euro con Grillo alla facciazza degli italiani. Sporcaccioni.

mercoledì 16 aprile 2014

Massimo Fini.



“Un’oscenità sulla quale non è possibile tacere”. Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha bollato l’ultima provocazione di Beppe Grillo, che sul sul suo blog ha postato un’immagine dell’ingresso di Auschwitz con la scritta “P2 Macht Frei”, parafrasando poi le parole dei celebri versi di Primo Levi con cui si apre “Se questo è un uomo” per criticare Renzi e Napolitano. Il giornalista e scrittore Massimo Fini, tuttavia, è convinto che di ben altre oscenità dovremmo preoccuparci.

Fini, lei è di madre ebrea, si sente offeso da quel fotomontaggio?

«No. È una provocazione che sta nel gioco della satira di Grillo, quindi non mi sento offeso».

Eppure le comunità ebraiche si sono offese…

«Beh, le comunità ebraiche si offendono per tutto. Beninteso, l’Olocausto è stato un fatto tremendo, ma non ha senso che le pagine culturali dei principali quotidiani siano tutti i giorni pieni della Shoah. È un’insistenza che, peraltro, ha effetti contrari…».

Ma la satira davvero non deve avere limiti?

«Si deve poter fare satira su tutto. Quello che non si può fare è fottersene dei principi basilari di una liberaldemocrazia. La libertà d’espressione fa parte di questi principi, il fatto che il Presidente della Repubblica riceva al Quirinale un condannato no. Parlo di due cose che sono su due piani diversi, ma il piano più grave è sicuramente quest’ultimo. Se dobbiamo scandalizzarci facciamolo per le cose serie, non per stronzate come quelle di Grillo».

Intanto Berlusconi, a cui lei si riferisce, è stato incontrato anche da Renzi, nella notte, per discutere delle riforme.

«Ma che si incontrino a Regina Coeli! Queste cose non accadono neanche in Burkina Faso. Sono cose gravi e inaudite, nel senso letterale di “mai sentite”. Mi sembra che l’Italia sia in pieno marasma senile, testimoniato anche da follie come i presidenti del Consiglio che esternano su Twitter, i parlamentari che discutono sui social network e cose del genere».

In questo quadro i populisti vanno a nozze…

«Confesso di non aver mai capito cosa significhi la parola “populista”. Esistono vari partiti, più o meno antisistema, che vengono strumentalmente bollati così, ma sono movimenti che hanno pieno diritto di esistere. E poi abbiamo avuto per 20 anni Berlusconi, cosa vuole che possano fare di altro i “populisti” di oggi?». 


(intervista di Adriano Scianca)


Fonte http://www.intelligonews.it/massimo-fini-da-ebreo-non-mi-scandalizza-grillo-su-auschwitz-ma-berlusconi-al-quirinale/)

https://www.facebook.com/5stelleCapoterra/photos/a.482180048510414.1073741833.479315385463547/662753650453052/?type=1&theater

lunedì 19 novembre 2012

E Silvio pagò in Alfani di bronzo. di Michele Serra (15 luglio 2011)



Come respingere l'ennesimo, inaudito attacco dei giudici comunisti? La famiglia Berlusconi sta studiando le possibili contromosse.

Etica. Prima di tutto sono state messe a fuoco le questioni di principio, che vanno anteposte a qualunque altra considerazione, e perfino agli interessi personali. Sul piano dei principi, pagare i 560 milioni di risarcimento alla Cir costituirebbe un gravissimo precedente: vorrebbe dire che anche per Berlusconi valgono le leggi di questo paese. Cioè - non so se vi rendete conto - che Berlusconi ha gli stessi doveri di un imbecille qualunque, come te che leggi questo articolo o io che lo sto scrivendo. Chiarito questo punto i Berlusconi hanno individuato una vasta gamma di strategie difensive.

Soluzione militare. E' suggerita dalla figlia Marina, che ha partecipato alla riunione di famiglia indossando un'armatura medievale autentica, appena ritoccata dal suo chirurgo estetico che ha rinforzato la cotta toracica portandola dalla seconda alla quarta misura. Si tratta di fortificare Arcore e prepararsi a un lunghissimo assedio, con pentoloni di olio bollente ai davanzali e un lungo tunnel sotterraneo per i rifornimenti di cibo e di escort. I grossisti di carne suggeriscono di sperimentare, per la prima volta in Italia, le escort surgelate, da stivare in grandi freezer già complete di tubino nero, trucco e ciondolo con la farfallina: basta avere l'accortezza di lasciarle frollare un paio di giorni prima dell'uso. 

Soluzione finanziaria. Abolire l'euro. Questo consentirebbe, oltre a trascurabili effetti minori come la cacciata dell'Italia dall'Europa, di dichiarare non esigibile qualsiasi somma in euro, compresa l'infame ammenda. Si tratterebbe poi di coniare una nuova moneta. Probabile l'introduzione del Silvio (valore leggermente superiore all'euro) con i suoi sottomultipli: il Piersilvio (che vale un decimo di Silvio) e altre monete spicciole come l'Alfano di bronzo, l'inconfondibile Bondo con il buco in mezzo e la minuscola Brunetta, così piccola che se cade per terra viene rapita dalle formiche e portata nella tana. 


Soluzione politica interna.Costituzionalisti e giuristi vicini al premier hanno studiato tutte le vie percorribili per una soluzione politica che eviti alla famiglia Berlusconi di pagare i 560 milioni. E' stato messo a punto un percorso complesso e delicato, formato da diverse fasi. Si tratterebbe di organizzare un colpo di Stato, sparare sulla folla, deporre Napolitano, arrestare gli oppositori, fucilare i membri del Csm, dichiarare il coprifuoco, abolire il Parlamento e, solo successivamente, una volta sistemati tutti i tasselli precedenti, apparire in televisione e dichiarare che non verrà pagato alcun risarcimento alla Cir.

Soluzione politica esterna. Ormai impraticabile l'esilio in Libia (troppo alto il rischio di essere bombardato dall'aviazione italiana), Berlusconi potrebbe chiedere asilo politico in Brasile, spiegando a Lula di essere vittima di una infame persecuzione politica, come Cesare Battisti, e di contare molti amici tra gli intellettuali francesi, tra i quali Sylvie Vartan. Per sembrare più credibile, Berlusconi si sta allenando a scrivere gialli, ma i primi tentativi sono deludenti: si capisce già dal primo paragrafo che il colpevole è il giudice comunista.

Soluzione psichiatrica.
 Per unanime convinzione è questa la più praticabile, quella che ha maggiori probabilità di successo. In diversi test, di fronte a psichiatri e criminologi di scuole differenti, i discorsi di Berlusconi sono stati giudicati "tipicamente paranoici, deliranti già nei presupposti, percorsi da megalomania deragliante, privi di qualunque connessione con la realtà". Ottime, dunque, le probabilità che il premier sia giudicato incapace di intendere e di volere e dispensato dal pagamento dei 560 milioni di euro.


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/e-silvio-pago-in-alfani-di-bronzo/2156131

mercoledì 10 ottobre 2012

Ogni giorno....



Ogni giorno, in Regione Lombardia, un assessore si sveglia. 
Sa che dovrà correre più della gazzella della Finanza, altrimenti l'arresteranno. 
Ogni giorno, in regione Lombardia, un finanziere si sveglia. 
Sa che dovrà correre più dell'assessore, altrimenti lo licenzieranno. 
Ogni giorno,in Regione Lombardia non importa che tu sia ASSESSORE o fINANZIERE… E' MEGLIO CHE COMINCI A CORRERE

(lory)


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=295789093868431&set=a.116979528416056.20344.116969748417034&type=1&theater

venerdì 17 aprile 2009

La satira non piace alla chiesa.

"Paragonare Berlusconi a Nerone che suona con la cetra mentre brucia Roma"

Questo ha dato fastidio a mons, Giuseppe Molinari, che sorride mentre lo dice. Il problema non erano le tombe, non erano i morti nelle tombe, era l'aver fatto satira su Berlusconi. Berlusconi ha l'appoggio della chiesa, la stessa che dovrebbe scomunicarlo perchè divorziato e perchè dichiaratamente libertino.

Ma l'8 per mille è un boccone troppo ghiotto anche per la chiesa, irrinunciabile.

A quanti ricatti dovremo ancora assistere per colpa di questo governo ignobile?

Ricatti di Bossi, ricatti della chiesa.................

Ma se è ricattabile il governo, noi non lo siamo, e vogliamo dirlo a gran voce, vogliamo poter esprimere il nostro disprezzo.

Diceva giusto il blogger di Marsala:

"Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante.E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l’economia del nostro Paese.E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella.C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato – come tutti gli altri – da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio bisogno?Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di “new town” e io ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo: “new town”. Dove l’ha preso? Dove l’ha letto? Da quanto tempo l’aveva in mente?"

Infine, se I testimoni di Geova sono riusciti a salvarsi, perchè erano preparati e pronti, perchè il resto della popolazione non è stata salvata? Che cosa c'è che non va per il verso giusto? Perchè non dobbiamo ribellarci se il governo permette che 300 persone, muoiano? Chi ha la responsabilità della vita dei cittadini?