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mercoledì 5 ottobre 2016

Referendum, sul quesito parte il ricorso al Tar del Lazio: “E’ una truffa”. Benigni: “Se vince il No peggio della Brexit”.

Referendum, sul quesito parte il ricorso al Tar del Lazio: “E’ una truffa”. Benigni: “Se vince il No peggio della Brexit”

Sinistra Italiana e il Movimento 5 stelle hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio contro il testo del quesito del Referendum. A parere dei ricorrenti, infatti, “il quesito così formulato finisce per tradursi in una sorta di ‘spot pubblicitario’, tanto suggestivo quanto incompleto e fuorviante, a favore del governo che ha preso l’iniziativa della revisione e che ora ne chiede impropriamente la conferma ai cittadini, che non meritano di essere ingannati in modo così plateale”.
Intanto il dibattito sul referendum continua e fa discutere la frase del premio Oscar Roberto Benigni che, intervistato da Le Iene, è tornato a esprimersi sulla Riforma costituzionale promossa dal governo. “La Costituzione è stata un miracolo, resta la più bella del mondo. I padri costituenti sono stati dei giganti perché hanno illuminato le macerie. L’Italia è rialzata grazie a loro. Ma ora è necessaria una revisione, nonostante nella riforma qualche cosa sia da rivedere”. E un merito all’esito ha detto: “Se vince il No sarà peggio della Brexit. Possiamo stare sereni se vince il Sì. Bisogna pensare al bene degli italiani”.
A presentare il ricorso al Tar sono stati gli avvocati Enzo Palumboe Giuseppe Bozzi (che attualmente difendono i ricorrenti messinesi dinanzi alla Consulta nel giudizio per l’incostituzionalità dell’Italicum), nella loro qualità di elettori e di esponenti del Comitato Liberali x il No e del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, e i senatori Vito Claudio Crimi (M5S) e Loredana De Petris (Sinistra Italiana-SEL). “I ricorrenti – si legge in una nota – lamentano che il quesito predisposto dal Quirinale non tiene conto di quanto stabilito dall’art. 16 della legge 352-1970, secondo cui, quando si tratti di revisione della Costituzione, il quesito referendario deve recare la specifica indicazione “degli articoli” revisionati e di ciò che essi “concernono”. Il quesito, aggiungono, “oltre a non specificare quali siano gli articoli della Costituzione interessati dalla riforma, alcuni dei quali ben più importanti di quelli citati (come la nuove modalità di elezione del Presidente della Repubblica e dei Giudici costituzionali di derivazione parlamentare), si limita invece a riprodurre il titolo del ddl di revisione, che, assieme al corretto ma insufficiente riferimento ad alcuni istituti incisi dalla revisione, riporta impropriamente anche una presunta finalità della legge (il c. d. contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni), che non trova specifico riferimento in alcuna delle norme revisionate, potendone semmai essere una conseguenza, neppure certa e comunque irrisoria”.
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"Gli M5S hanno presentato un esposto in Procura contro Renzi per le dichiarazioni sull’ipotesi della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. A depositare l’esposto, dove si ipotizza il reato di manipolazione del mercato, il capogruppo alla Camera, Giulia Grillo e il deputato Andrea Colletti. “Il giorno dopo le dichiarazioni la quotazione del titolo della Salini Impregilo ha avuto un aumento del 6,75%, conseguenza certa delle dichiarazioni del Premier”. E non è questa l’unica grana giudiziaria per il governo: i grillini e Sinistra italiana hanno presentato un ricorso sulla formula del quesito del referendum del 4 dicembre."
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10/05/referendum-sul-quesito-parte-il-ricorso-al-tar-del-lazio-e-una-truffa-esposto-m5s-su-frasi-renzi-per-ponte-sullo-stretto/3076784/

Siamo a questo punto?
Al governo non sono in grado di predisporre un quesito referendario e vogliono cambiare la Costituzione?
E che dovremmo dire della propensione del nostro, ahimè, PdC che, da perfetto ingenuo qual'è, rilascia pubbliche affermazioni che recano un enorme guadagno all'azienda amica...?
E' questa la gente che ci governa?

venerdì 19 dicembre 2014

Quirinale, Grillo: “Napolitano ha gravi responsabilità. Si è allungato la carriera”.

Quirinale, Grillo: “Napolitano ha gravi responsabilità. Si è allungato la carriera”

Il leader del Movimento 5 stelle contro il presidente della Repubblica nel giorno in cui ha ufficializzato l"'imminente" passo indietro: "Si è inventato le larghe intese". Il vicesegretario Pd Guerini: "Attacco intollerabile".

“Dovrebbe costituirsi, non dimettersi. Ha firmato di tutto”.Beppe Grillo ancora contro Giorgio NapolitanoNel giorno in cui il presidente della Repubblica per la prima volta ha ufficializzato il suo passo indietro “imminente”, il leader torna ad attaccarlo: “E’ una persona che ha gravissime responsabilità. Si è chiuso nell’ombra e si è inventato le larghe intese per allungarsi la carriera”. Dai nomignoli “Napisan” e “Morfeo” fino alla richiesta di impeachment depositata dai parlamentari M5s in Parlamento (e poi respinta). Chi più di tutti attende le dimissioni di Napolitano è il leader 5 stelle che, a Roma per la conferenza stampa sul referendum per l’uscita dall’euro, ha accolto le parole del capo dello Stato come un atto ormai necessario. In difesa del Colle si è schierato subito il Partito democratico: “Un attacco degradante”, ha detto il vicesegretario Lorenzo Guerini. “Basta idiozie”, ha aggiunto il presidente Matteo Orfini.
Grillo: “Napolitano dovrebbe costituirsi, non dimettersi”
La vera partita però è quella del voto sul successore a Napolitano.“Questa volta non ci saranno problemi”, aveva commentato poco prima Matteo Renzi. “Non sarà come l’elezione del 2013″. Grillo sa che i 5 stelle si giocano tanto: spetterà a loro scegliere se essere protagonisti e far pesare i voti, oppure se restare fermi sui propri nomi, come accadde nel 2013. Il comico non ha escluso la possibilità di votare un nome che sia proposto dai partiti, a patto però che non sia un “politico”: “Vorremmo trovare una persona al di fuori della politica e dei partiti. Lo sceglieremo attraverso la rete. Se lo sceglie un altro partito ed è una persona al di fuori di queste logiche, ci sta bene. Lo abbiamo già fatto alla Consulta e al Csm“. Il metodo ha funzionato quando è stato il momento di ostacolare l’elezione di Luciano Violante, nome non gradito ai 5 stelle. Sarà più complicato per la corsa al Colle: “Tutti rispettino il nostro metodo e facciano i nomi pubblicamente”, ha commentato il deputato M5s Danilo Toninelli.
Grillo: “Pronti a votare un nome che sia proposto dai partiti, ma che non sia un politico”
Ha risposto a Grillo il vicesegretario del Partito democratico: “Una volta faceva il comico – dichiara Guerini - Ora mette solo tristezza. Non sappiamo se definire le sue dichiarazioni odierne patetiche o inquietanti. Preoccupa che siano state pronunciate davanti alla stampa estera, dando un’immagine degradata e fuorviante del dibattito pubblico nel nostro Paese. Un’immagine che gli italiani non meritano. I reiterati attacchi del guitto genovese alla figura” del presidente Napolitano “sono intollerabili”. Ha difeso il presidente della Repubblica anche Emanuele Fiano, membro della segreteria del Pd: “Le parole scagliate da Grillo contro il presidente della Repubblica sono indegne. È uno spettacolo indecente che offende il Paese oltre che lo stesso capo dello Stato, al quale va la nostra vicinanza e solidarietà”.
Orfini (Pd): “Caro Beppe vai in tour sereno e risparmiaci le idiozie”
Lo scontro però tra Grillo e il Partito democratico non è solo sul tema Quirinale. Il leader del Movimento 5 stelle nel corso della conferenza stampa ha rievocato le intercettazioni tra Carminati e Buzzi, arrestati nell’ambito dell’inchiesta “Mafia capitale”, quando dicevano: “Il problema è che non ci stiamo più noi… una cosa incredibile… Grillo è riuscito a distruggere il Pd”. “Erano i loro referenti”, ha detto il comico. “Il disegno di legge di Renzi contro la corruzione? Fanno decreti su tutto. Ma non sulla corruzione, che stanno rubando tutti. No, sulla corruzione fanno un disegno di legge che ci vogliono due anni per approvarlo”. Su Twitter ha risposto il presidente democratico Matteo Orfini: “Caro Beppe, vai pure in tour sereno e risparmiaci idiozie: noi la mafia la combattiamo tutti i giorni, tu vai in giro a dire che non esiste“.

mercoledì 10 dicembre 2014

Mafia Capitale, Buzzi a Carminati: “Grillo ha distrutto il Pd, noi non ci stiamo più”. - Antonio Massari

Mafia Capitale, Buzzi a Carminati: “Grillo ha distrutto il Pd, noi non ci stiamo più”

Nell'aprile 2013 il capo delle cooperative rosse di Roma confidava all'ex Nar la propria preoccupazione per il cambio di clima politico nella Capitale e il 7 novembre era alla cena di finanziamento del Partito Democratico organizzata dal premier Matteo Renzi: per un tavolo ha speso 10mila euro.


L’affare non era soltanto gestire i campi rom. Il sistema doveva funzionare. Ovunque. E quindi era importante avere gli uomini giusti nei posti giusti. Ed è proprio parlando di uomini giusti nei posti giusto che Salvatore Buzzi, patron delle cooperative rosse che a Roma s’aggiudicavano appalti su appalti, si lascia andare a uno sfogo imbarazzante per il Partito Democratico. Uno sfogo tanto più significativo se pensiamo che lo rivolge al boss della Mafia Capitale, suo compare in affari, il “cecato” Massimo Carminati: “Il problema è che non ci stiamo più noi … una cosa incredibile… Grillo è riuscito a distruggere il Pd“.
È l’aprile 2013 e gli uomini di Mafia Capitale rivelano d’avere un problema: l’ascesa del Movimento 5 stelle. Lo ammettono parlando dell’ultima nomina andata in porto, quella di Giovanni Friscon, alla municipalizzata romana Ama spa. Buzzi, intercettato dal Ros dei Carabinieri, lo definisce un “uomo nostro” e il 17 aprile esulta al telefono con il suo collaboratore Carlo Maria Guarany, anch’egli arrestato nella retata di Mafia Capitale: “La prima è che venerdì il nostro Fiscon farà il direttore generaledi Ama al posto di Commini, nuovo A.D. (…) quindi sarà lui il numero uno … e vai!!!“, esulta il numero uno della “29 giugno”. Ma è parlando con Carminati il 22 aprile che la soddisfazione per la nomina e l’interesse della banda ad avere un uomo gradito in Ama emergono ancora più eloquente: “Venerdi stavi da Alemanno …”, domanda Carminati a Buzzi, che gli risponde: “Stavo da Berlusconi, venerdì”. “Da Berlusconi il cantante….”, scherza Carminati. E aggiunge: “Sei contento de Fiscon, sì?”. “Sì, ammazza”, risponde Buzzi. “È perfetto“, conclude Carminati.
Ma avere Fiscon a curare i loro affari all’Ama a Carminati e soci non basta. E’ il clima che sta nascendo a non lasciarli tranquilli: alle elezioni politiche di febbraio il M5S aveva scardinato il sostanziale bipolarismo tra centrodestra e centrosinistra conquistando il 25,5% e a maggio i romani sarebbero tornati alle urne per eleggere il loro nuovo sindaco. I vertici della Mafia Capitale avvertono come anche a Roma l’aria stia cambiando. “Er problema è un altro – conclude Buzzi – er problema è che non ce stamo più noi, semo … (inc). .. una cosa incredibile. Grillo è riuscito a distruggere il Pd“. E il Pd, per il sistema criminoso ipotizzato dagli inquirenti, è fondamentale. Non è un caso che Salvatore Buzzi, il 7 novembre scorso, abbia partecipato alla cena di finanziamento del Pd organizzata da Matteo Renzi, investendo 10mila euro per ottenere un tavolo. “A Buzzi – sostiene il suo braccio destro nella cooperativa 29 giugno, che non risulta indagato – Renzi è sempre piaciuto per il suo piglio decisionista”.
Finora, secondo quanto emerge dalle carte, l’unico punto di contatto tra il movimento e l’organizzazione è rappresentato da Matteo Calvio, che figura tra gli arrestati. “Da ieri sono diventato un membro dei Movimento 5 stelle. Stiamo aprendo presso le zone Infernetto, Acilia, Ostia uno studio dove daremo vita a questo movimento di Beppe Grillo. Chiunque fosse interessato ci contatti su Fb”, scriveva su Facebook il 9 giugno 2012 Calvi, che secondo gli investigatori è uno dei picchiatori preferiti da Carminati per l’attività di recupero crediti. “Calvio è totalmente estraneo alla mia persona e a tutto il gruppo municipale Cinque stelle”, smentiva il 5 dicembre Paolo Ferrara, portavoce del Movimento del X Municipio di Roma. Poco dopo, in seguito ad una verifica sugli elenchi ufficiali, arrivava la posizione dei vertici: “Matteo Calvio non risulta iscritto, né hai mai ricoperto alcun incarico all’interno del M5s”.
L’equazione tra la distruzione del Pd e il “non ci stiamo più noi”, per gli interessi degli uomini di Mafia Capitale, proprio mentre discutono delle nomine nelle aziende municipalizzate, non è importante soltanto dal punto di vista investigativo: risulta imbarazzante sotto l’aspetto politico. Eppure, nonostante le promesse di un mese fa, quando Renzi annunciava che i partecipanti alle cene di finanziamento del partito sarebbero stati resi pubblici, non v’è ancora traccia dell’elenco dei commensali. Di certo sappiamo che Buzzi c’era, giusto qualche settimana prima d’essere arrestato, e che a quel tavolo sedeva anche un altro socio della cooperativa, Carlo Maria Guarany.

domenica 6 luglio 2014

Il trionfo dell'ipocrisia e il dibattito censurato. - Sergio Di Cori Modigliani



"Dietro a tanta furbizia c'è poca intelligenza, un paese di furbi è anche un paese di ignoranti e cafoni, qualcuno potrebbe dire che secondo il principio democratico se loro sono la maggioranza hanno il diritto di continuare ad essere così e autodistruggersi trascinandoci con loro. Così sarebbe, dico io, se fossero consci delle conseguenze di certe scelte e correttamente informati.Insomma, ci tocca pure essere pazienti e gentili terapeuti di chi ci sta distruggendo "inconsciamente", meno male che c'è il vino.."
commentatore dei forum di questo blog che ha scelto di firmarsi Alessandro.


"La mafia non esiste, è una invenzione dei giornalisti".
Questo è ciò che sostenevano i mafiosi negli anni'50, '60, '70.
Poi, il paese è cresciuto, prima economicamente, di conseguenza anche socialmente e politicamente. Poteva contare allora su una solida opposizione (reale, vera, pungente ed efficace) e sulla partecipazione attiva di artisti, intellettuali, opinionisti, giornalisti, che oggi non esiste.
Se ne sente la mancanza, se ne avverte la latitanza.

A Bruxelles, ieri pomeriggio, il leader politico Beppe Grillo, in conferenza stampa, ha detto "Non date i fondi europei all'Italia, in Campania, Calabria, Sicilia, finiscono poi nelle mani della mafia".
Non si trattava di uno scoop. Non era neppure una informazione o una notizia.
Era piuttosto la condivisione pubblica del cosiddetto segreto di Pulcinella, metaforica (nonchè immortale) maschera nostrana che il PD ha spostato e trasferito in un'altrettanto immortale maschera nostrana: Arlecchino servo di due padroni.
Apriti cielo!

Irrompe la contestazione dei furbetti, furboni, furbastri della sinistra (pro domo loro) che si indignano nel nome di una pulizia patriottica in salsa etica. 
Falsa quanto ipocrita.
L'epopea del deputato piddino Fracantonio Genovese, finito in manette perchè accusato di essersi appropriato di svariati milioni dei fondi europei, la dice lunga in questa materia.
All'esistenza della mafia bisogna aggiungerci l'ignavia e la serena pigrizia cinica dei cittadini italiani, disinformati, avviliti, depressi, che pagano sulla propria pelle la loro scelta di non diventare cittadini attivi e di non impegnarsi. Lo dimostra il fatto che il 31 ottobre del 2013 ben 3,5 miliardi di euro messi a disposizione dai fondi europei  per le quattro regioni meridionali italiane è ritornata indietro a Bruxelles perché non utilizzati. I pochi presentati erano sbagliati, fuori norma, obsoleti. 
Se li sono presi gli spagnoli il giorno dopo presentando domande formalmente impeccabili, che hanno consentito il varo di ben 8.560 nuove startup che hanno dato lavoro a ben 90.000 giovani disoccupati iberici (laureati con specifiche competenze tecniche) intervenendo in maniera pragmatica nella guerra contro i due grandi e veri nemici dell'Europa: mancanza di lavoro e insostenibile tasso di disoccupazione.
Degli svariati miliardi di euro messi a disposizione dai fondi europei, è stato calcolato che la gran parte dei fondi è finita nelle mani della dirigenza politica più abile (e furba) che compone i partiti verticali. Valga per tutti un esempio: la fondazione di Massimo D'Alema ha ottenuto nell'ultimo decennio ben 16,7 milioni di euro. Ai quali bisogna aggiungere quelli avuti dalla fondazione di Raffaele Fitto, di Renato Brunetta, di Sergio Chiamparino, di Roberto Formigoni, dei coniugi Finocchiaro, di Enrico Letta, dei fratelli Cosentino, di Galan, di Scoppelliti......devo continuare? 
La lista è davvero molto lunga.
E' lunga quanto lo stivale.
Perchè la mafia non è più il picciotto siculo con la scoppola in testa e la lupara al fianco, quello è l'aspetto folcloristico della deriva piattamente criminale. Esiste ancora, purtroppo, ma è facilmente identificabile.
La mafia è diventata un concetto mentale assorbito dai funzionari dei partiti italiani che hanno ormai fatto proprio il concetto di Cosa Nostra, ritenendo che tra bene pubblico e bene privato non vi sia alcuna differenza, ritenendosi quindi legittimati a spendere danaro pubblico (quelli eleganti) e ad appropriarsi (quelli ladri) di risorse finanziarie messe a disposizione della collettività, perchè su 100 euro, una percentuale va al partito, un'altra serve a pagare funzionari corrotti, un'altra mantiene e foraggia le clientele di votanti, e poi c'è la quota parte che (tra quelli abili e high tech) finisce sui conti estero su estero, molto ben blindati, oppure (tra quelli più volgari e beceri) vengono utilizzati per costruirsi una villa mega galattica, acquistare gioielli, ecc.
E' piatta cronaca di tutti i giorni, che alimenta il livore, diffonde l'avvilimento, produce rabbia, disperazione e soprattutto depressione generalizzata, aggravando ulteriormente (dopo il danno c'è anche la beffa) il costo complessivo sociale di cui si dovranno fare carico le strutture sanitarie pubbliche, il welfare, le famiglie.
La mafia mentale impoverisce il territorio e aggrava la crisi.

Era ora che il segreto di Pulcinella venisse diffuso e divulgato in tutta Europa.
Riviste settimanali, mensili, tivvù locali, cooperative teatrali, produzioni cinematografiche, centri culturali, case editrici, aziende di agriturismo, hanno dato lavoro a masse di disoccupati immeritevoli auto-eletti e auto-promossi al rango di scrittori, registi, giornalisti, operatori alberghieri, intellettuali, che hanno goduto di briciole comunitarie versate a pioggia nel territorio, attraverso la malleveria dei partiti e spesso gestiti in loco dai boss locali della mafia, della 'ndrangheta e della camorra nell'intero territorio nazionale. 
E quelli portano voti: a questo servono i fondi europei
E la Merkel lo sa benissimo.
E dal suo punto di vista ha ragione. 
I tedeschi, dal loro punto di vista hanno ragione al 100%.
Ma come?
Finalmente c'è un leader italiano che ha il coraggio di andare in Europa e divulgare in tutto il continente il macabro segreto di Pulcinella "l'Italia è un paese di mafiosi" e protestano e insorgono quelli che su facebook, twitter, nei comizi, nei libri, alla tivvù, sui quotidiani, sostengono di voler combattere la mafia?
Oggi, la negano?
In questo paese ormai votato all'inefficienza e all'inefficacia, nel nome del rispetto delle logiche mafiose imprenditoriali, c'è addirittura chi osa protestare perchè si divulga il fatto notorio che siamo mafiosi?

Hanno distrutto perfino l'unica industria d'impresa che funzionava in Italia: il calcio.
Hanno fatto allenare la squadra a un ometto senza arte nè parte, un fallito di successo, noto per la sua caratterialità flebile, senza spina dorsale, prono soltanto alla salvaguardia degli interessi di Berlusconi e della Fiat, tutto qui.
Hanno dato al paese la mazzata definitiva (dopo la figuraccia ai mondiali) una settimana fa, quando la Lega Calcio non ha accettato il risultato legale di un'asta pubblica legale nella quale l'offerta proposta da Sky era superiore di 156 milioni di euro a quella fatta da Mediaset.
"Stai sereno Silvio, ci penso io" gli deve aver detto qualcuno.
E così, questa mattina, un delinquente pregiudicato che risulta essere -come soggetto politico- co-fondatore di un partito insieme a una persona che adesso sta in galera, condannato in via definitiva perchè identificato, processato e sentenziato come mafioso, incontra il nostro premier e il paese lo trova un evento normale?
Grazie alla truffa ai danni di Sky di cui nessuno parla, Mediaset -decotta e moribonda- ringrazia e va a chiudere con Renzi garantendo che l'accordo regge.
Lo credo bene che regge.
O meglio, regge ancora per un po' la sua decotta attività.
Trascorrerà delle buone vacanze grazie ai soldi vostri che la Lega Calcio ha provveduto a elargire nel nome di principio illegale, anti-economico e sostanzialmente mafioso.
Il giorno in cui la Lega Calcio doveva decidere, sul corriere della sera compariva il Grande Pizzino con la truppa compiacente schierata in campo.
E oggi, finalmente, Mediaset celebra con un aumento notevole del proprio titolo in borsa.
Noi stiamo pagando oggi i guadagni in borsa di Berlusconi, che ringrazierà questa sera la coniuge di Dell'Utri, regalandole magari un volume raro del '500 di prezioso valore, da consegnare al marito in galera per meriti conquistati sul campo.

E io devo pure sorbirmi l'ipocrisia ipocrita di chi si indigna per la frase (che definirei tenue, moderata e -per i miei gusti personali- fin troppo calma) che certifica e firma il fallimento etico della nazione, la sua deriva morale e la propria incapacità collettiva di indignazione? 
Un'occasione persa.
Davvero c'era la possibilità di scendere in campo sostenendo l'unico slogan post-ideologico che può aiutare l'Italia: fuori la mafia dallo Stato.

Perchè l'unica rivoluzione sostenibile, l'unica rivoluzione auspicabile, l'unica rivoluzione alla quale io mi sento di aderire è la rivoluzione della vocale: da COsa Nostra a CAsa Nostra.

E' l'obiettivo minimo.
E' la nostra bandiera.
E' il nostro mantra.
E' il primo mattone della Nuova Italia che verrà.
E' l'unica possibilità di potersi far rispettare in Europa.

Fintantochè i soldi europei finiranno nelle mani delle fondazioni gestite e presiedute dalla inguardabile classe dirigente politica dei partiti verticali, in questo paese non cambierà nulla.
Ben venga il segreto di Pulcinella.

Che Frau Merkel chiuda pure i rubinetti.
Perchè noi, l'accesso ai fondi europei, è un lusso che non ci possiamo permettere.
Questa è la realtà lapalissiana, nuda e cruda.
Prendiamone atto e diventiamo un popolo maturo e adulto.
Perchè non parliamo, invece, dei miliardi di euro che le fondazioni partitiche hanno ottenuto negli ultimi 10 anni dai fondi europei?
Come mai non c'è dibattito su questo argomento?
Come mai non vengono rese pubbliche le cifre, le attribuzioni, le competenze, gli obiettivi?

Grazie per l'attenzione.

Qui di seguito vi propongo -dopo la frase ad impatto mediatico di ieri-- un'argomentazione più elaborata sui fondi europei. Pensateci, cercate di comprendere e dibattete.

Sostiene, infatti, Beppe Grillo:
"I Fondi strutturali rappresentano il principale strumento della politica di coesione dell`Unione europea e dovrebbero concorrere significativamente allo sviluppo socio economico delle regioni, in particolare quelle con le maggiori carenze. L'Italia per il periodo di programmazione 2007-2013 ha ricevuto dall'Europa 28,8 miliardi di Euro pari a circa l’8% del budget dell'Unione europea destinato alla politica di coesione, di cui 21.64 miliardi di Euro per le Regioni in obiettivo convergenza, ovvero alcune Regioni del sud (Sicilia, Calabria, Puglia, Campania e Basilicata). E' proprio in queste Regioni che si collocano le maggiori risorse ma (si registrano anche i più forti ritardi nella loro spesa. Questi ritardi pongono l'Italia tra gli stati che hanno speso meno: peggio di noi troviamo solo la Bulgaria, la Romania, Cipro e la Slovacchia, senza considerare la Croazia da poco nell'Unione europea. Con una percentuale di spesa ad oggi pari intorno al 54% (ad un anno e mezzo dalla ultima possibilità di spendere) rischiamo di dover restituire all'Europa circa 13 miliardi di Euro. 
Cosa non funziona nel nostro sistema di gestione di queste importanti risorse?
I Fondi strutturali vengono nella quasi totalità amministrati dalle Regioni in attuazione di un Programma operativo concordato e in linea con quello nazionale. Ma la mancanza di chiare e strutturate politiche in molti ambiti prioritari dell´azione dei Fondi e di una credibile politica di lungo termine fanno sí che l´efficacia degli interventi venga frammentata e dispersa in mille azioni, spesso legate a logiche politiche locali e clientelari.
L´efficacia dei Fondi strutturali dipende anche da un altro fattore: la qualità dei governi locali. Le Regioni più ricche (quindi con meno risorse) sembrano essere le più virtuose nell'attuazione delle politiche strutturali. Al contrario le regioni del Sud Italia, che dispongono della maggiore dotazione di fondi comunitari, mostrano una bassa propensione alla spesa. Sono principalmente queste ultime che per evitare la mannaia del disimpegno automatico dei fondi ricorrono ai cosiddetti progetti “sponda”. Somme già stanziate (o spese) per interventi già avviati vengono inserite contabilmente nel PO (Programma Operativo) regionale per sostituire (o integrare) - a patto che siano coerenti - quegli interventi bloccati per irregolarità o scarsa capacità operativa. Queste somme sono presentate alla UE come “spesa certificata” per il rimborso del cofinanziamento europeo, come se fossero il risultato dell’attuazione di programmi finanziati con fondi europei. La Regione ottiene risorse ormai svincolate da qualsiasi obbligo di destinazione, da utilizzare per finanziare qualunque tipo di intervento (dalla manutenzione delle strade ai corsi di formazione per i dirigenti regionali)
Una maggiore consapevolezza delle opportunità offerte dai Fondi comunitari potrebbe generare una maggiore pressione delle categorie interessate (ONG, Associazioni di categoria, associazioni ambientaliste), attraverso le parti sociali, nei confronti delle autorità di gestione dei fondi".

giovedì 29 maggio 2014

Europee 2014, moriremo democristiani? - Luisella Costamagna

Luisella Costamagna
Renzi stravince. Il suo risultato è al di sopra di ogni aspettativa. 
Storico. 
Ma insieme a lui c’è un altro vincitore: la paura. Una paura che ha nome e cognome: Beppe Grillo.
Fermo restando che nessuno è infallibile e di errori ne ha fatti pure lui, c’è però una domanda cruciale: è Grillo ad aver spaventato gli elettori o tutti i partiti – per la prima volta compatti (insieme a buona parte dell’informazione) contro uno solo – ad averli terrorizzati con scenari nefasti se avesse vinto il Movimento 5 Stelle?
“Un referendum tra paura e speranza”, ha detto Renzi in campagna elettorale. La speranza era lui, la paura Grillo. E così Berlusconi, che è arrivato addirittura ad evocare “disordini” se avessero prevalso i grillini. E pure i sondaggi sbagliati, che davano Pd e 5 Stelle a un’incollatura, hanno magari spinto – per paura – molti indecisi a votare Pd.
A Grillo si è data la colpa di tutto: dei dati economici negativi (anche se non mi risulta sia stato al governo nell’ultimo anno e mezzo), del crollo delle borse, dell’aumento dello spread. E poi dei toni accesi, degli insulti (anche se le parole “buffone”, “assassino”, “serial killer squilibrato”, “stalinista” le hanno pronunciate rispettivamente Renzi, Berlusconi, Crosetto e Schulz, diciamo che perlomeno sono pari). Del non aver parlato dell’Europa (perché gli 80 euro in busta paga erano un tema europeo?)
Ripeto: è Grillo ad aver spaventato gli elettori o tutti i partiti – e buona parte dell’informazione – compatti contro di lui?
Io questa paura di Grillo non la capisco. Non la capisco a maggior ragione in un partito che dovrebbe essere in sintonia con molte battaglie dei 5 Stelle. 
Dovrebbe. 
Bastava seguire un suo comizio, invece di leggere le sue parole falsate da tre quarti di stampa e tv, per capire che da una folla che urla “Onestà” non c’è nulla da temere. Anzi, c’è molto da imparare (sempre, ovviamente, che non si abbia nulla da nascondere).
Ma è dura combattere contro il mondo. Soprattutto quando il mondo è l’Italia, in cui da sempre si preferisce “non rischiare”, in cui il motto è “Se lasci la strada vecchia per la nuova…”. E in cui Berlusconi è ancora, dopo tutto quello che è successo, al 16,8%! Altro che sconfitta.
Vince Renzi. Stravince Renzi. W Renzi. Il nostro destino è morire democristiani.
PS: si comunica che il carro del vincitore è ormai un tir. 
Non spingete per salire. 
C’è posto per tutti.

martedì 27 maggio 2014

Andrea Scanzi



Ha stravinto Renzi, ha perso Grillo, è scomparso Berlusconi (e Alfano non è mai esistito). 
Questo ritardo ha alimentato una babele monumentale di sfottò a mio danno nella notte: alcuni erano semplicemente meravigliosi e me li prendo tutti. Ho visto pure “Scanzi” tra i TT su Twitter e l’ego ha brindato: ulteriore prova che, ancora, il detto “mi si nota di più se non vengo” funziona. Per i renziani sono uno dei grandi sconfitti delle elezioni: troppo buoni. Prendo, incarto e porto a casa. Temo però di non contare così tanto, ragazzi. E poi avevo previsto tutto questo, dati causa e pretesto (cit). L’ordine d’arrivo non mi stupisce, e l’ho scritto più volte: chi davvero pensava tra i 5 Stelle che il sorpasso fosse possibile, usava droghe molto forti ma anche molto scadenti. Ogni tanto, di me, fidatevi. Qualche considerazione.
1) Renzi. Vittoria storica. Non ha vinto: ha stravinto. Lo immaginavo primo, attorno al 32, con 5 punti su M5S. E non ci voleva uno scienziato per intuirlo. L’evento pressoché imprevedibile non è la vittoria, scontata, ma la portata enorme della vittoria. Renzi ha addirittura sfondato il muro del 40%, doppiando i rivali. Un risultato epocale, che per sua sfortuna (unica) non coincide con un’elezione politica ma “soltanto” con una tornata europea. Il Pd ha preso più di 2 milioni di voti in più rispetto a un anno fa con Bersani. Il 2014 sta a Renzi come il 1994 a Berlusconi. Dominerà la scena politica per i prossimi vent’anni. E’ riuscito a stravincere nonostante le Picierno e le Bonafè: chapeau. E’ un nuovo Berlusconi se va male e un nuovo De Mita se va bene (?): perfetto, dunque, per dominare a lungo in Italia. 
Se poi saprà stupire in positivo, meglio ancora. Dire che “ha vinto per gli 80 euro” è un mantra consolatorio (?) per i 5 Stelle, ma significa poco ed è molto riduttivo. Renzi ha stravinto per una serie di fattori, compreso l’imbarazzante consenso mediatico di cui gode, ma il primo motivo è legato al suo saper incarnare un cambiamento morbido e garbato, prossimo al gattopardismo: al suo essere scaltro e rassicurante. Renzi ha poi un merito: laddove in Europa dominano le derive destrorse, l’Italia ha lui. Se non è scemo, e non lo è, a breve fa saltare il banco, va al voto, prende una maggioranza bulgara e con un Parlamento ferocemente renziano fa tutte le riforme che vuole. Da ieri i Civati e Cuperlo contano ancora meno nel Pd, e se hanno un minimo di amor proprio vanno di corsa a dare una mano aTsipras (o a chi ci sarà alle prossime politiche). Renzi è ormai un uomo solo al comando, circondato spesso – ahinoi – da arroganti e sprovveduti. Speriamo bene.
2) M5S. Il grande sconfitto. L’ho scritto mille volte, beccandomi gli insulti di tanti grillini, ma lo ripeto: in un paese tradizionalista e conservatore come l’Italia, un movimento così anomalo e di rottura che va stabilmente a due cifre (e la prima è un “2”) ha del miracoloso. Per dire: quando sono usciti gli exitpoll, che davano Renzi al 33 e M5S al 26.5, fossi stato in loro avrei firmato tutta la vita. E invece a molti sembrava poco. Mah. M5S, ogni tanto, dovrebbe essere realista, ma proprio non gli riesce. Ho anche scritto un anno fa che “il 25% non lo riprende neanche nei sogni hard”, ma ieri ipotizzavo comunque un 25-27%.
Non mi stupisce il secondo posto, e tutto sommato neanche il 21 scarso: mi stupisce il gap rispetto a Renzi. Nonostante i tre milioni di voti in meno rispetto al febbraio 2013, il risultato non è negativo in sé: a giugno 2013 era dato sotto al 20% e invece oggi è ormai seconda forza radicata: chi, 15 mesi fa, avrebbe detto che Di Battista sarebbe stato più forte di Berlusconi?
I problemi sono due. Il primo è la forbice sovrumana con Renzi: accettabile fino a 5, dolorosa attorno al 12 (due mesi fa si parlava di Renzi 34% e M5S al 22%), disastrosa con i quasi 20 punti attuali. Il secondo problema, forse ancora più grave, è la sopravvalutazione di se stessi. Perché insistere con ‘sto “vinciamonoi”? Perché credere ciecamente nel sorpasso (ma sorpasso de che?)? Perché dare quasi per certo il raggiungimento del 30% o giù di lì? Perché farsi così tanti autogol (“Se non vinco mi ritiro”, cit Grillo)? E’ ovvio che, giustamente, ora mezzo mondo li sfotte. E fa bene a sfottere.
Detta più chiaramente: numericamente è una sconfitta, ma visto le (folli) aspettative malamente alimentate è un’asfaltata. Non so da cosa sia dipesa tale sopravvalutazione: evidentemente i 5 Stelle si sono convinti che il mondo reale fosse la rete o la piazza piena. A furia di riempire piazze e collezionare “i like”, hanno forse dimenticato che l’Italia che vota è fatta anzitutto da chi in piazza non ci va mai e magari decide all’ultimo momento per chi votare. I milioni di indecisi, alla fine, li ha presi tutti Renzi. I militanti 5 Stelle sono più attivi di quelli del Pd, ma anche questa non è una novità: pure Luttazzi riempiva i teatri e Santoro faceva incetta di share, ma convincevano i già convinti e la maggioranza reale restava sempre di Berlusconi. Adottando un profilo più basso, oggi M5S avrebbe addirittura potuto sorridere, perché in Italia la norma è che vincano i Renzi e l’anomalia è che i Grillo vadano sopra il 10 (figurarsi il 20). Se però ripeti ogni istante “vinciamo noi”, poi ti demoliscono per forza.
A margine, ho due convinzioni che ai 5 Stelle piaceranno poco. La prima è che, per i 5 Stelle, essere secondi sia a tutt’oggi meglio che essere primi (a fare opposizione sono bravi, a governare non so). La seconda è che, nella più rosea delle aspettative, un paese governato da Renzi con il pungolo costante dei 5 Stelle è oggi il massimo a cui l’Italia può ambire. In ogni caso, M5S – se non vuole calare ulteriormente – deve farsi un bagno di umiltà e imparare dai troppi errori: qualcuno politico, molti strategici. I parlamentari bravi li hanno: vediamo come reagiranno.
3) Berlusconi. E’ politicamente finito: il berlusconismo no (anzi), lui sì. Anche se in qualsiasi altro paese oggi sarebbe al 5% e non sopra il 16%. Vedere i berlusconiani dire e scrivere che “tutto sommato è andata bene” è l’ulteriore comica del centrodestra: è andata bene sì, ma solo se le previsioni erano una tempesta di meteoriti sul cranio asfaltato di Silvio. Con Renzi al comando, Berlusconi non ha più senso. Se siete tristi, pensate a Gasparri e Santanché: vi tornerà il buonumore.
4) Lega. Avevo previsto, io come tanti, anche questo: quarta forza del paese e Salvini unico uomo di destra a poter ridere. Infatti. Ha fatto una campagna elettorale strepitosa, e lo dice uno che non lo condivide mai.
5) Alfano. Anche qui nulla di nuovo. NCD non esiste, è una categoria hegeliana dello spirito. Hanno più indagati che elettori. In tivù mi sono sentito dire da Lupi che avrebbero preso l’8%, e così pure la Lorenzin. A fatica hanno superato la soglia. Aiutateli. 
6) Fratelli d’Italia. L’Italia non s’è desta.
7) Monti. Non esiste.
8) Tsipras. Credevo che non avrebbero superato lo sbarramento: di poco, una cosa tipo 3.5-3.8%. E invece, seppur di pochissimo, pare che mi sia sbagliato. E mi piace avere sbagliato.

lunedì 19 maggio 2014

Legge elettorale, il viceministro Nencini: ‘Italicum nato per mettere fuori gioco M5S’.

Legge elettorale, il viceministro Nencini: ‘Italicum nato per mettere fuori gioco M5S’

“L’Italicum è stato concepito per mettere fuori gioco il Movimento 5 stelle“. Obiettivo il bipolarismo e tenere fuori dall’influenza del governo il terzo partito. Lo dice apertamente il viceministro alle Infrastrutture e ai trasporti Riccardo Nencini intervenendo ad Agora su Rai 3. Parla di una riforma della legge elettorale debole e incapace di raggiungere l’obiettivo, ma che soprattutto rischia di non sopravvivere al risultato delle prossime Europee. “L’Italicum era stato concepito per mettere fuori gioco Grillo e per ridurre a due, centrodestra contro centrosinistra, un ragionamento che fosse all’interno di una cornice europea, con una proposta di legge che però era troppo debole per raggiungere questo obiettivo. L’Italicum nasce per mettere fuorigioco il terzo partito e impostare un bipolarismo europeo. Se Grillo diventa il secondo partito alle Europee l’Italicum cade“.
A inizio aprile l’aveva detto l’ex ministro della difesa Mario Mauro: “Se alle Europee crolla Forza Italia, salta l’Italicum”. E su Rai 3 lo conferma oggi anche Clemente Mastella (Forza Italia): “Il 25 maggio segnerà lo spartiacque della politica italiana, ed è ovvio che, laddove Grillo prenderà molti voti, l’Italicum è completamente fregato, cioè bisogna cambiare i meccanismi. Tutto sommato Grillo può arrivare anche al 25-30 per cento – ha aggiunto Mastella – però rimane una minoranza sostanziosa. Certamente, non è la maggioranza del Paese”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/19/legge-elettorale-nencini-italicum-e-nato-per-mettere-fuori-gioco-m5s/990637/

giovedì 3 aprile 2014

M5S è la madre di tutti i disastri italiani! - Jacopo Fo

Di chi è la colpa del debito pubblico? Chi causa la corruzione? Chi spreca i soldi dei cittadini? Beppe Grillo!
Chi tiene l’Italia sotto il giogo della burocrazia più folle? Chi impedisce che vengano approvate leggi contro l’economia mafiosa e l’evasione fiscale? Chi per 50 anni è restato insensibile di fronte al degrado del territorio nazionale che causa frane e alluvioni? Chi usa i soldi dei rimborsi regionali per comprarsi le mutande di cachemire, i proiettili per il fucile e i pranzi con le prostitute?
Chi ha rubato la marmellata? Beppe Grillo.
Notoriamente non sono un sostenitore del Movimento 5Stelle, non sono d’accordo con il suo programma, non condivido scelte tattiche, strategiche e linguaggio. E ho aspramente criticato le strizzatine d’occhio ai fascisti eccetera…
Ma quello che vedo oggi in giro mi sembra un attacco di fobia anti-M5S che sta tracimando il buon senso: siamo al tifo da squadra.
Situazione che fa il paro con i modi di alcuni sostenitori del M5S che ogni tanto sembra di essere in mezzo a una rissa tra interisti e milanisti.
Io credo che oggi l’Italia debba affrontare un grosso problema: questo sistema NON funziona più. La buona notizia è che ormai la maggioranza degli italiani NON ne può più!
Ma cambiare veramente le cose è arduo perché è proprio difficile capire come far muovere questa macchina che ha grippato. Sono 50 anni che in televisione vedo qualcuno che mi dice che sta per fare le riforme. Le hai viste tu?
Il problema è che il grande popolo progressista è diviso su come ottenere che queste benedette riforme vengano realizzate.
Io credo che dovremmo rifondare il modo di discutere tra di noi progressisti, partendo da questo dato di fatto: abbiamo lo stesso obiettivo, non siamo d’accordo su come arrivarci, discutiamone serenamente, non ci sono mostri né da una parte né dall’altra. In tutti gli schieramenti ci sono dei coglioni che fomentano la rissa, ma questo è fisiologico, tocca filtrare gli strepiti e le male parole e andare al concreto di come riuscire a mettere insieme le diverse anime di questo nostro popolo!
Allora vorrei dire due cose, una a chi ce l’ha con il M5S e una al M5S, se permettete.
Vorrei parlare a entrambi del senso della misura: come è possibile essere così incazzati con il M5S quando, per quanto male si possa pensare, si tratta comunque di persone che non sono certo all’origine dei guai italiani, non hanno mai fregato nessuno, hanno rinunciato a buona parte dello stipendio da parlamentare e regalato decine di milioni di euro ai terremotati dell’Emilia, e altre decine di milioni di euro di finanziamento pubblico li hanno restituiti allo Stato?
E si dovrebbe anche ammettere i meriti storici di questo movimento: se oggi il Pd si sta rinnovando e fanno le riunioni della segreteria nazionale in streaming, a chi lo dobbiamo?
E se Berlusconi è caduto e bene o male la politica inizia a fare qualche passo positivo non dobbiamo forse ringraziare anche Grillo che fa paura e che mette il pepe al culo al cambiamento?
Secondo voi Alfano mollava Berlusconi e faceva stare su Letta se non c’era il Babau appostato dietro l’angolo?
Allora ammettiamo che c’è stato del buono e ringraziamo gli amici del M5S perché hanno sconvolto il panorama politico italiano dando forza al cambiamento.
Ho scritto tante volte che l’isolazionismo e la chiusura alla mediazione del M5S è un disastro per loro e per tutti, ma è anche vero che da parte del Pd non ci sono stati mai passi veri verso di loro.
Ci ricordiamo quando Prodi fu designato dal Pd come presidente della Repubblica e poi in aula più di 100 parlamentari del Pd non lo hanno votato?
Prodi era un candidato che era stato scelto anche da una consultazione via web dai militanti del M5S come candidato ben accetto.
Quella era l’occasione di iniziare una vera mediazione con M5S e non l’ha buttata via il cattivissimo Casaleggio!
E se si voleva trovare un accordo invece di chiedere a Napolitano il martirio si poteva fare qualche altra votazione cercando la “convergenza parallela” con il M5S. Ma è indiscutibile che molti nel Pd volessero invece fare il patto con B., vecchio e ripetuto errore (ti ricordi la Bicamerale di D’Alema?).
Se vogliamo uscire da questo pantano tocca che si ricominci a discutere con il M5S innanzitutto ammettendo il loro merito, la loro coerenza e il loro essere una volta tanto disinteressati alla predazione del denaro pubblico.
E poi bisognerebbe incoraggiarli quando sperimentano logiche di mediazione.
Trovo insopportabile il fatto che se non sei d’accordo con un altro essere umano e ti sta sul cavolo,allora devi buttar merda su tutto anche sulle cose buone che ha fatto! Insopportabile quando lo si fa con i nostri veri avversari (i conservatori) doppiamente insopportabile quando è contro gente che alla fin fine appartiene alla tua tribù.
Se i progressisti non riescono a esprimere un sentimento di fratellanza (e sorellanza) è inutile sperare di costruire un mondo migliore. Vien fuori una cacca. Perché la prima cosa che serve per fare un mondo migliore è il rispetto amorevole verso gli altri esseri umani. Una roba che va a braccetto con la capacità di ascolto, di mettersi nei panni degli altri… Se non capisci questo non sei progressista. O meglio, il progresso che vuoi te a me non piace proprio.
Ad esempio: vogliamo dirlo che il M5s, con una magistrale opera di mediazione è riuscito a costringere la maggioranza del Parlamento a approvare una legge che TUTTI dicevano era urgente fare e che però nessuno riusciva poi a far approvare.
È infatti passato un emendamento del M5S che dà la possibilità alle imprese che hanno fatto dei lavori per lo Stato e quindi devono ricevere dei soldi (che lo stato sta pagando con tempi biblici) di NON pagare le tasse compensando così parte dei soldi che devono ricevere dallo stato. Cioè, prima lo Stato non ti pagava il lavoro che avevi fatto ma tu dovevi comunque pagare le tasse allo stato che ti doveva dei soldi! Forse potresti avere difficoltà a credere a quel che ti sto scrivendo perché è troppo assurdo, ma è proprio così! Un assurdo! E, ripeto erano tutti d’accordo a parole ma non riuscivano a approvare questa legge di elementare giustizia. Ora, grazie alla mediazione del M5S, se lo Stato ti deve pagare tu puoi non pagare le tasse allo stato per una cifra corrispondente.
Quante volte lo hai sentito dire da tutti che era urgente (oltre che logico) fare questa legge?
Allora gli amici del M5S si sono messi lì a studiare (e a mediare) e sono riusciti a scrivere un articolo di legge che fosse accettabile per tutti, ed è passato.
Ora mi dite perché questa grande vittoria del buon senso e questo segnale di avvedutezza politica positiva del M5S non sono stati celebrati nei talk show televisivi e nei bar? Perché non se ne parla quasi?
È un mega evento: il M5S è cresciuto, ha fatto esperienza e ora stanno sperimentando un diverso approccio, e funziona!!!
Alllllegriaaaaaa!!! (diceva il buon Mike Buongiorno).
E ora veniamo al M5S.
Carissimi, vi voglio bene. Ma, già avete rinunciato a buona parte degli spazi televisivi, quel poco tempo che parlate lo volete usare per favore per dire quel che avete ottenuto e fatto?
Avete visto come fanno quelli di B.?
Qualunque domanda gli fanno loro rispondono a macchinetta sempre e solo la stessa cosa: Domanda: “Cosa pensa del cambiamento del clima?” Risposta: “Penso che i giudici comunisti stanno facendo il colpo di stato.”
“Cosa pensa della situazione in Siria?”
“Penso che i giudici comunisti stanno facendo il colpo di Stato.”
Così: a ciclostile!
Per favore, volete fare uguale?
 Cosa pensa degli insulti sul web?”
“Penso che il M5S ha ottenuto che se lo stato non ti paga puoi non pagare le tasse.”
Cosa pensa delle dichiarazioni di Renzi?”
“Penso che siamo l’unico partito che ha restituito decine di milioni di euro di finanziamento pubblico e stipendi dei parlamentari!”
A proposito della restituzione, cari amici, ho fatto una ricerca. Forse sarò negato ma non ho trovato da nessuna parte la somma totale dei soldi restituiti fino ad oggi, tra stipendi di parlamentari, consiglieri regionali, provinciali, sindaci e assessori e finanziamento dei partiti… Se ho ben capito dovreste aver superato i 50 milioni di euro restituiti! Ma perché non lo dite a martello? Perché non trovo sul sito di Beppe un contatore che mi dice in tempo reale a quanti euro state rinunciando ogni ora? Ogni giorno l’autolimitazione degli stipendi degli eletti del M5S restituisce soldi ai cittadini… Avete perfino creato un fondo di 2 milioni di euro per garantire i prestiti per le piccole imprese… Per favore URLATELO!
Funzionerebbe molto di più di tante frasi a effetto che fanno perdere le staffe a un mucchio di bravi progressisti, che proprio non capiscono questo linguaggio che usate. Volete vincere? Moderate i toni.
E poi anche voi dovreste rendervi conto che alla lunga il gioco di disprezzare i progressisti che non la pensano come voi non va bene. Lo sappiamo tutti che poi localmente, di fronte ai problemi della solidarietà o della difesa del territorio, ci troviamo tutti assieme, che esiste una parte sana del Pd che si fa in 100 per far funzionare questo paese. Ci dimentichiamo che c’è gente come la Puppato che quando era sindaco era talmente brava e onesta che voi stessi l’avete insignita del Premio Comune a 5 Stelle?
E lo vogliamo ammettere che moltissimi militanti del M5s amano alla follia, fisicamente, elettori ed elettrici del Pd?
Allora se lei è del Pd e la ami, cavolo, dillo che c’è del buono nel Pd!!!
E ammettiamo anche che il Pd qualche cosa di buono lo ha fatto. Una piccola differenza tra Berlusconi e Letta la vogliamo osservare attentamente?
Ad esempio, è grazie al Pd, che ha spinto sul governo Monti e Letta, se oggi abbiamo, dopo secoli di promesse, L’UNIFICAZIONE DELLE INFORMAZIONI FISCALI!
In Italia si evadeva  facile perché la finanza non aveva accesso automatico ai dati del catasto, del registro automobilistico e navale, ai dati bancari… Un assurdo unico nei paesi industrializzati.
Questa è la prima vera grande riforma andata in porto in Italia.
E per riuscirci hanno dovuto impegnarsi veramente contro un muro di gomma di lobby e di potentati. Ci han messo più di un anno. Ma ci sono riusciti. E grazie a questo stanno succedendo cose mai viste: nel giro di un mese i computer della finanza, incrociando dati catastali, foto aeree, indirizzi postali e mappe delle forniture elettriche e idriche hanno scoperto che esistevano 1 milione e 400 mila CASE FANTASMA, sconosciute al fisco. Una roba grande come Milano che lo Stato NON VOLEVA vedere!!!!!!
Ma è una cosa buona questa o no?
Vogliamo dirlo che ogni cuore progressista gioisce quando lo Stato inizia a usare i computer contro gli evasori fiscali?
Poi possiamo criticare tutto, spigolare sui particolari, se l’avessi fatto io l’avrei fatto meglio eccetera… Ma comunque c’è, dà buoni frutti ed è cosa giusta! DICIAMOLO! Anche se non siamo d’accordo con Monti e Letta proprio su niente. Anzi proprio perché non siamo d’accordo su niente, quel poco di buono dovremmo portarlo sugli scudi.
È così che si smonta l’attacco feroce e peloso che i mass media stanno portando contro il M5S.
Se invece si va avanti con i discorsi semplificati, gli slogan ad effetto e l’uso della violenza verbale per farsi puntare i riflettori dei media addosso si ottengono risultati che partono sul piede sbagliato, senza fondamenta!
E bisogna anche iniziare ad ammettere gli errori: prevedevate per settembre 2013 la bancarotta dello Stato Italiano (cioè l’apocalisse con milioni di pensionati e dipendenti pubblici senza più soldi). La bancarotta non c’è stata! E ormai è evidente che non ci sarà.
Ditelo. Riconoscere gli sbagli è un segno di intelligenza. Solo gli stupidi non sbagliano mai.
E attenzione a non esagerare. La Casta non vuole mollare il potere e ogni giorno avete l’opportunità di attaccar la partitocrazia; esagerare la realtà è superfluo e controproducente.
Sono d’accordo che la legge Bankitalia è una porcata fatta male, ma perché strillare un numero sbagliato? Si parla di 7,5 miliardi di euro regalati alle banche, ma gli stessi documenti analitici del M5S poi spiegano che ci sono 900 milioni di euro di tasse che poi le banche devono pagare su questi 7,5 miliardi di euro. Poi c’è l’anticipo dell’Ires che sono altre decine di milioni di euro di interessi che le banche devono dare allo Stato. Quindi NON sono 7,5 miliardi di euro.
Se uno inizia a parlare in modo approssimato poi si da aria a quelli che non hanno capito niente e i miliardi da 7,5 diventano duemilacinquecento. È pieno il web di persone che non hanno capito che l’oro dello stato non è di Bankitalia, è e resta dello Stato, Bankitalia lo cusotodisce stile cassetta di sicurezza…
E via con la confusione  e poi non si capisce più niente e la disinformazione ci guadagna 300 milioni di miliardi di stupidaggini.
Poi attenzione, semplificare non è utile a far crescere la coscienza civile degli italiani che già di base mediamente ragionano con il piccone. Possiamo urlare giustamente a squarciagola contro la corruzione e l’assalto alle casse dello Stato che abbiamo subito per 50 anni ma tocca anche rendersi conto che bisogna comunque mantenere a galla l’Italia.
Allora, cerchiamo di ragionare, le banche possedevano già quote di Bankitalia, la maggioranza della banca era già loro. Nominalmente era stato stabilito un valore ridicolo, risalente al 1936. Poco più di 150 mila euro. Allora lo capisce anche un bambino che non si può dire che la Banca d’Italia vale quanto una Ferrari usata… Vien da sé che comunque la proprietà della metà di Bankitalia qualche milioncino lo vale… Quindi non stiamo parlando di 7,5 miliardi regalati alle banche ma di un regalo di molto inferiore: la differenza tra il valore della banca che possiamo valutare noi e i grossomodo 6,5 milioni di euro del valore che le banche si trovano in mano con la rivalutazione del valore della proprietà della metà di Bankitalia.
E poi bisognerebbe avere il tempo di spiegare come si affronta l’altro problema.
15 banche italiane sono in grave difficoltà (perché hanno peccato).
A breve l’Unione Europea dovrà stabilire quali banche sono affidabili e quali no.
Se 15 banche italiane vengono giudicate sull’orlo del fallimento è l’Italia che viene declassata e quindi quello che paghiamo di interesse sull’orrendo debito pubblico aumenta. E quelli sono miliardi che escono subito dalle casse dello Stato. Cioè un disastro molto più oneroso per l’Italia dei soldi regalati alle banche.
Mettila come vuoi non ci possiamo permettere, in questo momento di tenue ripresa, di subire un altro ostracismo finanziario. Ci tornerebbe lo spred alto nel sangue.
Come lo risolvi questo problema tu, con un parlamento ingovernabile?
Questa di Letta è una pessima mediazione, ma almeno funziona. A differenza di tante altre leggi italiani che sono eticamente sbagliate e non funzionano neppure.
Certo che è difficile spiegare certe cose complicate agli elettori, ma alla lunga paga. Il M5S ha bisogno di affondare le radici dentro terreni sani. Cambiare l’Italia richiederà tempi non brevi… Tocca insegnare agli italiani a ragionare con precisione. Una vera Grande Impresa!
Alle elezioni avete già fatto il boom, avete già devastato il palcoscenico della politica italiana. Secondo me adesso vi conviene puntare di più sulla crescita, sulla costruzione, sui risultati.
Se improvvisamente iniziate a parlare a bassa voce create un grande stupore.
Grazie al Pd, al M5S, al Sel, a Ingroia, ai comitati civici, alla società civile. Grazie a tutte le italiane e gli italiani che continuano a credere che i progressisti sono un solo popolo con tante idee in testa e che la biodiversità è l’anima del cambiamento.
Grazie a chi è capace di guardare indietro e capire che gli sforzi della gente onesta hanno fatto fare molta strada a questa nostra società grazie al contributo diverso di persone differenti.
Grazie a chi è certo che sapremo migliorare ancora di più quest’Italia nel futuro perché sapremo unire le nostre idee comuni e sapremo amare i pensieri divergenti.
Pace e bene a tutti!
(Pace e bene ce l’ho dovuto mettere perché mi stava uscendo una lacrima ecumenica e gli zuccheri caramellosi mi stavano facendo ululare la glicemia).
Ps
La glicemia ulula?