venerdì 19 settembre 2014

La mummia cinese, del 193 a.C. avvolta in un sudario di nylon.




La mummia della marchesa cinese "Vestita di nailon".

Tempo fa, in una nostra pubblicazione, avevamo riferito del rinvenimento, a Mawangtui, in Cina, della mummia di una donna deceduta circa 2.100 anni fa, in stato di ottima conservazione, accompagnata all'aldilà da un ricco corredo funerario e da vesti preziosissime anche dal punto di vista archeologico, fra cui uno splendido abito di seta presentante scene riferite all'oltretomba, alla Terra e al cielo.

Il reperto più straordinario era però costituito dal sudario in cui era avvolta la salma, leggerissimo (pesava soltanto 49 grammi, con una lunghezza di 128 centimetri), fatto di una sostanza simile al nostro chiffon di nailon.
Nailon 21 secoli fa? La cosa pare incredibile, dato che le fibre sintetiche furono realizzate per la prima volta nel 1938, eppure è così.
Oggi sul conto della donna, del suo trapasso e della conservazione del corpo conosciamo molto di più, dopo le ricerche che, nel frattempo, si sono condotte e approfondite.

                                                        Radiografia ed autopsia del corpo della marchesa di Tai.

Si trattava della moglie del primo marchese di Tai, Li Tsang, fatto nobile nel 193 a.C. dopo essere stato cancelliere del principe Tsciang-cia, deceduta all'età di 50 anni, nella stagione dei meloni, come dimostra la presenza dei semi di questo frutto nell'intestino, nell'esofago e nello stomaco. Era alta 1,54, apparteneva al gruppo sanguigno A ed aveva sofferto di parecchie malattie, tra cui una arteriosclerosi generalizzata, tubercolosi, calcoli biliari, ed aveva riportato una frattura all'avambraccio sinistro ed una vertebrale, il che la costringeva a camminare appoggiata ad un bastone.

Tutto ciò è stato dimostrato dall'autopsia e dalle radiografie eseguite a Pechino, che hanno anche accertato la causa della morte, avvenuta subitaneamente in seguito ad un infarto miocardico o ad una grave aritmia provocata da una crisi di arteriosclerosi coronarica suscitata da una colica epatica.

All'epoca della scoperta ci si sorprese non poco dell'ottima conservazione del cadavere, che è stata ora spiegata dai seguenti fatti:
- La profondità della sepoltura. La camera funeraria era posta a 20 metri sotto terra, protetta da un tumulo, e la bara era composta da quattro casse, messe l'una dentro l'altra. 

                                      Il prezioso sarcofago della mummia cinese.

Posato su traverse di legno, il sarcofago era coperto da uno strato di carbone di legno spesso da 30 a 40 centimetri e pesante oltre 5 tonnellate, strato che lo proteggeva dall'umidità. Un involucro di argilla bianca, spesso più di un metro, non lasciava passare né l'aria né l'acqua, assicurando una buona tenuta stagna.
- Il liquido in cui era immerso il corpo: gli effetti del mercurio, che lo componevano, sono noti come antisettici e battericidi.
- La rarefazione dell'ossigeno, assorbito dalle offerte funerarie di cibo.

Accanto alla sepoltura della donna ne sono state scoperte altre due, denominate «tomba 2» e «tomba 3». La prima è quella di Li Tsang, la seconda quella di suo figlio. Gli esami hanno dimostrato che i due sono deceduti anteriormente alla loro rispettiva sposa e madre.

Interessantissimi sono anche qui gli oggetti che compongono il corredo funerario: oltre venti volumi di seta nella «tomba 3», con preziosissimi dati concernenti la storia e la filosofia degli antichi Cinesi, libri di prescrizioni mediche, di astronomia, di effemeridi, una carta geografica ed una militare, con altri 316 oggetti archeologicamente notevolissimi.



                                 Una scena su seta del corredo funebre della famosa tomba cinese: la nobildonna con il bastone.




Un tamburo scoperto nella tomba del principe Yi, (2) la cosiddetta Siringa di Pan, composta di 13 canne, (3) lo Scengh, una specie di organetto a bocca, (4) due contenitori di liquore (perfettamente conservato) rinvenuti nella tomba di Xi, del tempo dei Reami Combattenti, (5) un vaso per liquori, di bronzo, di forma piatta. Contiene ancora un liquido verde, trasparente.

A proposito di riti funerari e di «parentele» fra popoli geograficamente molto lontani tra loro, va notata l'usanza di porre nella bocca del defunto una piccola cicala di giada o di un'altra pietra: la troviamo sia presso i Cinesi del periodo Han, sia presso gli antichi popoli della Mesoamerica, ovviamente collegate al frinire dell'insetto, che avrebbe dovuto simbolicamente ridare il dono della voce al trapassato.

                                   Piccola cicala cinese del periodo Han: come in Mesoamerica, veniva posta nella bocca dei defunti.

Nella tomba della marchesa di Tai sono stati rinvenuti, tra gli oggetti che la dovevano accompagnare all'aldilà, farmaci per il trattamento delle malattie cardiache delle quali soffriva, tra cui boccioli di magnolia, scorza di cannella ed altri prodotti vegetali.

A proposito di farmaci, ci sembra interessante sottolineare la scoperta, nel distretto cinese di Wuwei (Kansu) di 92 tavolette di legno di pino e di pioppo contenenti le formule terapeutiche impiegate all'epoca degli Han dell'Est (23-220 d.C.): vi sono incise istruzioni concernenti la chirurgia, la medicina interna, la ginecologia, con il nome delle affezioni, le cause, i sintomi, le manifestazioni, i rimedi e persino le controindicazioni.
I medicinali sono di origine animale, minerale, ma soprattutto vegetali, somministrabili sotto forma di decotti, pillole, polverine, cataplasmi, gocce e supposte.
Alcune tra le malattie così curabili si riferiscono al sistema respiratorio, digestivo, circolatorio, genitale, urinario e ad affezioni febbrili in genere. In chirurgia abbiamo tumori, ascessi, calcoli. Sono, poi, presi in considerazione i malanni che riguardano gli occhi, le orecchie, la cavità orale, la gola. Qualcosa di «nuovo», infine, concerne l'agopuntura, i punti da toccare e le precauzioni da prendere.
È nota l'attenzione che la Cina moderna presta all'antica medicina: migliorate ed arricchite - osserva uno specialista - queste formule sono, per la maggior parte, applicabili anche ai nostri giorni.
Stranamente, nell'antica medicina cinese erano usate sostanze pericolosissime, come composti metallici derivati dall'arsenico, dal mercurio, dal rame, dallo stagno, dal piombo, dal nichel e persino dall'antimonio.
Parecchie conoscenze sconfinano nell'alchimia, ed è curioso notare come gli ingredienti basilari di numerose operazioni alchemiche, primi tra i quali lo zolfo e il mercurio, siano stati comuni alla Cina, all'India, all'Egitto e all'Occidente, proprio come i due scopi principali a cui avrebbero mirato i «maestri occulti»: l'elisir di lunga vita e la tramutazione di metalli vili in oro. In Cina, fra l'altro, venne promulgata, nel 175 a.C., una legge contro la produzione d'oro con metodi alchemici.

Quanto all'elisir di lunga vita, è noto che molte salme di nobili furono ricoperte di piastrelle di giada, il che pareva ritardarne la decomposizione, ma non è altrettanto conosciuto il fatto che l'ingestione di giada poteva - secondo alcuni studiosi dell'«arte somma» - prolungare moltissimo la vita.
Ma come assorbire la giada?

                            Il sudario di giada di Ten Wan.

Ecco, alla lettera, la ricetta di Koh Hung, un alchimista cinese del IV secolo d.C.: «La pasta di giada si forma nel seno di montagne che celano giada. La si trova solo in luoghi tagliati a picco e pericolosi. Il succo di giada che cola da queste montagne si coagula in una specie di pasta dopo un periodo di qualche decina di migliaia d'anni. Questa pasta è fresca e limpida come il cristallo. Se ne trovate, schiacciatela e mescolatela con succo di erbe privato delle essenze. Si liquefarà immediatamente. Bevetene allora una pinta e vivrete mille anni... Colui che assorbe giada vivrà tanto quanto durerà la giada; colui che assorbe oro vivrà tanto quanto durerà l'oro. Colui che assorbe la Vera Essenza della Sfera Oscura [la giada] godrà di un'esistenza eterna...».


giovedì 18 settembre 2014

Tiziano Renzi, il padre del premier indagato a Genova per bancarotta.

Tiziano Renzi, il padre del premier indagato a Genova per bancarotta


Tiziano Renzi, il padre del presidente del Consiglio, è indagato a Genova. L’accusa per lui è quella di bancarotta fraudolenta nell’ambito dell’inchiesta (seguita dal pm Marco Ayroldi e dall’aggiunto Nicola Piacente) sul fallimento della società di distribuzione Chil Post, avvenuta nel 2013. "Non sono preoccupato, anzi, sono molto preoccupato. Così preoccupato che non ho ancora nominato un avvocato" dice Renzi senior.


È una richiesta di proroga indagini presentata al giudice per le indagini preliminari di Genova che fa scoppiare l’ultima bufera giudiziaria sul Pd. Anche se l’indagato non è un deputato o un candidato alle primarie, ma il padre del presidente del Consiglio. Tiziano Renzi è iscritto nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta. Un’indagine nata, dopo la dichiarazione di fallimento della società Chil Post srl il 7 novembre 2013, e seguita dal pm Marco Ayroldi e dall’aggiunto Nicola Piacente. L’impresa occupava si distribuzione di giornali e volantini. Secondo quanto riportato da La Repubblica e Il Secolo XIX, il curatore avrebbe rilevato passaggi sospetti dei rami d’impresa, e comunque delle uscite di denaro non giustificate e per questa ha trasmesso la relazione alla Procura della Repubblica. L’accusa nei confronti di Tiziano Renzi è la stessa rivolta contro altri due amministratori Antonello Gabelli e Gian Franco MassoneÈ a quest’ultimo, 75 anni, in passato proprietario di una piccola impresa che si occupava di commercio ambulante, che Renzi senior cede la società. Chil srl però non paga i creditori, anche se si tratta di poche migliaia di euro. 
Renzi senior ha ricevuto l’avviso di garanzia dei pm genovesi tre giorni fa nel momento in cui è stata chiesta la proroga delle indagini al gip lunedì 15 settembre, un giorno prima della presentazione del premier alla Camera del piano Millegiorni durante la quale ha sferrato un vero e proprio attacco alla magistratura. ”Chiamatela svolta per un Paese civile, ma noi non permettiamo a un avviso di garanzia citofonato sui giornali o a uno scoop di cambiare la politica industriale nazionale. L’avviso di garanzia non sia un vulnus della carriera politica”, le parole del presidente del Consiglio poi duramente criticate dall’Anm. Quando quindi il primo ministro attacca i pm, con il plauso del centrodestra, probabilmente già sapeva che il padre era indagato.
Sono un indagato, non posso parlare” dice Tiziano Renzi rispondendo al telefono. È preoccupato? “No – ha risposto dopo una breve risata – anzi, sono molto preoccupato. Così preoccupato che non ho ancora nominato un avvocato”. Poi arriva una nota: “Alla veneranda età di 63 anni e dopo 45 anni di attività professionale ricevo per la prima volta nella mia vita un avviso di garanzia. I fatti si riferiscono al fallimento nel novembre 2013 di una azienda che io ho venduto nell’ottobre 2010. Sono certo che le indagini faranno chiarezza ed esprimo il mio rispetto non formale per la magistratura inquirente ma nel dubbio, per evitare facili strumentalizzazioni, ho rassegnato le dimissioni da segretario del circolo del Pd di Rignano sull’Arno”. 
Prima di diventare Chil Post la società si chiamava Chil e il Fatto Quotidiano ne aveva scritto per le polemiche che avevano coinvolto l’allora sindaco di Firenze. Il futuro candidato alle primarie risultava assunto come dirigente dalla società di famiglia, la Chil Srl appunto, undici giorni prima che l’Ulivo lo candidasse a presidente della Provincia di Firenze nel 2004. Grazie a quella assunzione da dirigente (messo in aspettativa dopo l’elezione) i contributi della pensione del dirigente-sindaco venivano versati, di fatto, dalla collettività.  La Chil era stata creata da papà Tiziano. Dal 1999 al 2004 era stata intestata a Matteo e alla sorella, poi subentra il genitore. Nel 2006 Renzi senior vende il suo 50 per cento alle figlie Matilde e Benedetta. Chil arriva a fatturare 7 milioni di euro nel 2007. Poi cambia nome in Chil Post Srl e nell’ottobre del 2010 cede il suo ramo d’azienda a un’altra società creata dalla famiglia: la Eventi 6 Srl. La vecchia Chil, ormai svuotata, finisce a un imprenditore genovese e fallisce. Mentre la Eventi 6 decolla dai 2,7 milioni di fatturato del 2009 ai 4 milioni di euro del 2011. Dopo il suo collocamento in aspettativa, il dirigente Matteo Renzi segue il destino del ramo d’azienda. 
Allo stato gli iscritti nel registro degli indagati sono tre, ma il numero potrebbe salire. “Le indagini – ha detto il procuratore capo di Genova, Michele di Lecce – sono ancora in corso. Tant’è vero che è stata chiesta una proroga. Non è escluso che in futuro ci possano essere altri indagati“.

Troppe scadenze, - Fabio Costantini



Troppe scadenze ravvicinate e nuovi tributi poco comprensibili stanno creando molta confusione nei cittadini 😟

Proviamo a schematizzare le scadenze per il Comune di #Monreale in modo che possiate avere una sorta di promemoria 

🚮 #TARI - TASSA SUI RIFIUTI 🚮
A breve arriveranno per posta i modelli di pagamento F24 (da pagare in banca).

Non essendo ancora disponibile il costo del servizio della società d'ambito (Ato), è stato preso come base di riferimento l'importo pagato lo scorso anno.

✔ I scadenza 30/09/2014 pari al 25%
✔ II scadenza 31/10/2014 pari al 25%
✔ III scadenza 30/11/2014 pari al 25%
(pagheremo così il 75% di quanto versato lo scorso anno).

Successivamente arriverà un altro F24
✔ IV scadenza 31/01/2015 pari al saldo

Rimangono per il 2014 le riduzioni già previste nel regolamento Tares (raccolta differenziata, compostaggio, etc.).

A breve le info sulle altre scadenze 


https://www.facebook.com/829801610366639/photos/a.830321926981274.1073741828.829801610366639/920972227916243/?type=1&theater

PRESIDENTE NAPOLITANO, LA VERGOGNA POTREBBE ESSERE UN SENTIMENTO RIVOLUZIONARIO. - Alessandro Di Battista


Presidente Napolitano, con il massimo rispetto, ma come si permette di interferire in questo modo sulle scelte del Parlamento? 
Non si vergogna nemmeno un istante? 
Osa accusare il M5S, come sempre, di questa impasse quando l'impasse l'avete causata soltanto voi con i vostri soliti tentativi di preservare la casta. 
Non ci sono specchi al Quirinale per guardarsi in faccia e vergognarsi per continuare a spingere nomi impresentabili come l'amico di Previti Donato Bruno o l'amico di Berlusconi Luciano Violante? 
Non ha un briciolo di desiderio di lasciare la Repubblica un minimo più pulita e presentabile?

Non soltanto avete celebrato ormai l'inciucio come esempio di buona politica, non soltanto avete innalzato un pregiudicato a padre costituente, non soltanto state provando a mettere le mani su CSM e Corte Costituzionale, roba che se ci avesse provato Berlusconi, Scalfari, Ezio Mauro e compagnia bella avrebbero messo le tende davanti a Montecitorio. 
Non vi basta tutto questo, volete che il M5S vi aiuti nei vostri squallidi piani, ci volete come voi, volete che impariamo a intrallazzare, volete che iniziamo a comprometterci con compromessi indegni, volete magari che ci intaschiamo la prima mazzetta per sentirci a tutti gli effetti “ONOREVOLI” ed essere ricattati, quindi controllabili, in eterno.

Fate giochetti stomachevoli sulla pelle dei cittadini e pretendete anche, forse per giustificarvi, che il M5S vi faccia da stampella. 
L'Italia sta fallendo ma sembra che il suo unico interesse sia far piazzare uomini suoi o di Berlusconi (che poi sembra la stessa cosa) negli organi di garanzia, il tutto in un momento in cui il Parlamento e' delegittimato dalla sentenza sul premio di maggioranza del porcellum incostituzionale.

Si vergogni Presidente. Dica alla sua maggioranza di fornire nomi presentabili e vedrà che il M5S li voterà ma Violante se lo vota lei, lo votassero i berlusconiani doc o quei piddini “diversamente berlusconiani”.

COME RIUTILIZZARE I GUSCI DELLE UOVA IN CUCINA E NELL’ORTO!


Delle uova non si butta via niente, nemmeno il guscio: ecco come riutilizzarli per pulire macchie e avere un orto ancora più bello!
Se state per prepararvi una frittata, ricordatevi di tenere da parte i gusci delle uovache avete utilizzato, si riveleranno utilissimi non solo in cucina!

1- Anche le piante amano le uova!
Spezzettate i gusci e aggiungeteli al terriccio delle vostre piante: sono un perfetto fertilizzante che aiuterà le piante del vostro balcone o giardino a cresce ancora di più!

2- Addio lumache
Se le lumache amano banchettare nel vostro orto con le foglie della vostra insalata, le uova fanno al caso vostro: spezzettate i gusci e circondate le piante, le lumache non riusciranno più a strisciare vicino alle piante e intanto i gusci delle uova faranno anche da fertilizzante!

3- Gusci delle uova contro le macchie
Pulire le macchie di caffè e tè che sono rimaste sulla vostra tazza preferita sarà davvero semplice se utilizzate i gusci di uova: metteteli nella tazza con dell’acqua calda e lasciate riposare per una notte intera. Al mattino le macchie saranno sparite!

mercoledì 17 settembre 2014

Budda dormiente.



Il "Budda dormiente" della grotta n. 58 di Tun- huang: dietro la divinità si scorgono vari rappresentanti di razze umane, alcuni tra i quali appartenenti a stirpi sconosciute, altri aventi i tratti degli indiani d'America.

(foto tratta dal libro di Peter Kolosimo "Non è terrestre" introvabile in rete).

L'oro e le piramidi mesoamericane. - Marcello Soave.



Tutti sanno che l’interesse degli Spagnoli nelle Americhe risiedeva nell’oro che volevano “estrarre” da questo territorio e dalle sue genti (per fini di conio monetario). Ma pochi sanno che i popoli precolombiani glielo diedero perché pensavano che gli Spagnoli fossero gli “dèi” ritornati dopo una lunga assenza.
Gli studiosi concordano sul fatto che tanto gli Incas quanto gli Atzechi non usavano l’oro per scopi monetari, né gli attribuivano un valore commerciale. Il commercio era senz’altro sviluppato, ma si trattava più che altro una forma di baratto; le tasse consistevano in prestazioni e servizi occasionali, dal momento che l’uso del denaro era assolutamente sconosciuto. Per quanto riguarda gli utensili e le armi, gli Aztechi si trovavano ancora all’età della pietra, eppure sapevano lavorare perfettamente l’oro.

I cronisti del tempo, come pure i ricercatori contemporanei, concordano nell’affermare che quei popoli utilizzavano l’oro solo per adornare i templi degli dèi e i re (che li governavano in nome degli dèi) e come offerta funebre (da seppellire nella tomba). Gli Aztechi riversarono letteralmente tutto l’oro che avevano ai piedi degli Spagnoli, credendoli i loro dèi. Un testimone oculare, Bernal Dìaz del Castillo (Historia verdadera de la conquista de la Nueva España), narra che  Hernando Cortès nel 1519 partì da Cuba e, raggiunto il continente, allestì il campo sul confine tra il territorio Maya e quello azteco e lo chiamò Veracruz. Fu lì che si presentarono degli incaricati del sovrano azteco a dare il benvenuto e a offrire doni. Come spiegarono gli incaricati, quei doni li mandava il loro sovrano Montezuma al divino Quetzalcoatl, il “serpente piumato” che era il dio della sapienza degli Aztechi. Egli era stato un grande benefattore che molto tempo prima, per colpa del dio della guerra, era stato costretto ad andarsene e a lasciare la terra agli Aztechi. Con un gruppo di seguaci se ne era andato nello Yucatan, per poi spostarsi ancora più a oriente; aveva promesso, però, che sarebbe tornato nel giorno dell’anniversario della sua nascita, nel cosiddetto “anno del ritorno” (che secondo il calendario ciclico azteco si ripete ogni 52 anni). Per il calendario cristiano gli anni possibili erano il 1363, il 1415, il 1467 e il 1519, proprio l’anno in cui Cortès era apparso da est ai confini del territorio azteco. Munito di barba ed elmetto come Quetzalcoatl (secondo alcuni anche il dio era di pelle chiara), sembrava proprio che Cortès fosse il compimento delle loro profezie.

Anche gli Aztechi credevano in un Creatore di tutte le cose, un Dio che “dà la vita e la morte, la sorte propizia e quella avversa”. Il cronista Antonio de Herrera y Tordesillas (Historia general) scrisse che gli Indiani “lo invocavano quando soffrivano, alzando gli occhi al cielo, laddove ritenevano che egli si trovasse”. Questo Dio creò dapprima il cielo e la terra; poi, con dell’argilla, diede forma a un uomo e una donna, ma questi non durarono a lungo. Dopo molti tentativi, una coppia di esseri umani venne creata con cenere e metallo, e da essa ebbe inizio il popolamento del mondo. 

A un certo punto, però, tutto venne distrutto da un immane diluvio, che travolse per un anno e un giorno tutto e tutti a eccezione di un sacerdote (Nene) e di sua moglie (Tata), i quali, portando con sé semi di piante e animali, trovarono scampo a bordo di un’imbarcazione. Come non trovare in queste tradizioni precolombiane un parallelo con l’Antico Testamento e i miti sumerici?

Gli annali aztechi registravano il tempo passato dalla creazione in quattro ètà o “Soli”. Quindi la loro epoca corrispondeva alla quinta (in corso): l’Era del quinto Sole. Ciascuna delle precedenti ere era finita con un evento catastrofico, alcune volte di origine naturale (il diluvio), altre volte causato da guerre tra gli dèi. La prima epoca, l’Era del primo Sole durò (tradizionalmente) 4008 anni e fu un’età in cui il Creatore di tutte le cose, del cielo e della terra, regnava con la sua consorte: questa era finì col diluvio. Nella sua Historia de las cosas de la Nueva España, il frate Bernardino de Sahagùn attribuisce l’origine di questa credenza ai Toltechi (predecessori degli Aztechi in Messico):

E i Toltechi sapevano che molti sono i Cieli.
Dicevano che essi erano divisi in dodici settori,
uno al di sopra dell’altro;
là sta il vero dio e la sua consorte.
Egli è il Dio Celeste, Signore della Dualità;
La sua consorte è Signora della Dualità, Signora Celeste.
Ecco ciò che questo significa:
Egli è il Signore, al di sopra dei dodici Cieli.

Questa storia sembra una sintesi del pensiero religioso-astronomico mesopotamico, secondo il quale il capo del pantheon si chiamava Anu (“Signore del Cielo”) e, con la sua consorte Antu (“Signora del Cielo”), abitava nel pianeta più lontano, Nibiru, il dodicesimo membro del nostro sistema solare secondo la cosmogonia sumera (il Sole, Mercurio, Venere, Terra, Luna, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno, Plutone, Nibiru). 

L’Era del secondo Sole fu l’Età dell’oro e durò 4010 anni. 
L’Era del terzo Sole fu l’era del Popolo dai capelli rossi e durò 4081 anni. 
L’Era del quarto Sole fu l’era del Popolo dalla testa nera (notare che i Sumeri chimavano sé stessi “popolo dalla testa nera”). Durante quest’epoca venne costruita Tollan (l’odierna Tula), la capitale tolteca. Verso la fine gli dèi cominciarono a farsi guerra l’uno con l’altro, portando morte e distruzione in tutta la regione, gli animali selvatici sopraffecero il genere umano, Quetzalcoatl se ne andò e Tollan fu abbandonata. Cinque anni dopo arrivarono le tribù Chichimec, ovvero gli Aztechi, e cominciò l’Era del quinto sole. La cronaca del Codex Vaticano-Latino 3738 tramanda che il quarto Sole “ebbe inizio 5042 anni” prima della prima redazione del testo: quindi gli annali aztechi andavano a ritroso per 17.141 anni.

La cronologia Mexica-Nahuatl colloca il diluvio alla fine del primo Sole, circa 13.133 anni prima del momento in cui venne scritto il codice, ovvero intorno all’11.600 a.C. Ed è proprio nell’11.000 a.C. che Zecharia Sitchin colloca la data del diluvio basandosi sulle tavolette cuneiformi sumere (vedi l’articolo Cronologia della Terra).

Nel Manoscritto del 1558 si afferma che alla fine del quarto Sole gli dèi si riunirono a Teotihuacan (“Luogo degli dèi”, dichiarata Patrimonio dell'umanità dall'Unesco nel 1987, è il più grande sito archeologico precolombiano del Nord America, nel comune di San Juan Teotihuacán, 40 chilometri a nord-est di Città del Messico). Là Quetzalcoatl si impadronì di alcune “ossa preziose”, le portò a Tamoanchan (“Luogo della nostra origine”) e le diede alla dea. 

Essa prese le ossa
E le mise in una vasca di terracotta dai bordi sottili.
Quetzalcoatl fece sanguinare il suo organo maschile e sparse il suo sangue su di esse.

Sotto gli occhi degli altri dèi, essa mischiò le ossa fatte di terra con il sangue del dio: ne derivò una mistura simile ad argilla, con la quale fu modellato Macehuales, il primo uomo. Nei racconti sumerici erano Enki e Ninti (“Colei che dà la vita”, detta anche Ninharsag) che davano vita ad Adapa.

Particolarità delle piramidi di Teotihuacan è che sono simili per diversi aspetti alle piramidi di Giza. Sia la Piramide del Sole che la Grande Piramide sono costruite su piattaforme artificiali e la misura dei lati è quasi la stessa: 227 metri a Teotihuacan e 230 metri a Giza. Inoltre si è notato che la Seconda Piramide di Giza è più bassa della Grande Piramide, eppure le loro cime sono alla stessa altezza, perché la Seconda Piramide poggia su un terreno più alto. Analogamente a Teotihuacan la Piramide della Luna, più piccola, è costruita su un terreno più alto di quello della Piramide del Sole, in modo che le loro cime si trovano alla stessa altezza. Inoltre il viale principale su cui si affacciano le Piramidi del Sole e della Luna è un’asse nord-sud che si estende per quasi 8 km, perfettamente dritta (René Millon, 1960). 
Quest’asse però non è perfettamente orientato verso nord, ma è inclinato di 15°, in modo che corrisponda al passaggio del Sole allo zenit dell’osservatore, il che avviene due volte l’anno, quando il Sole sembra muoversi da nord a sud e ritorno (Zelia Nuttal, 1926).

Altro mistero sono le cosìddette “teste olmeche”: finora ne sono state trovate sedici, sono scolpite nella pietra basaltica, vanno da un’altezza di un metro e mezzo a tre e


pesano fino a 25 tonnellate. Il primo a vedere una di queste teste fu J.M. Melgar y Serrano nella località di Tres Zapotes, nello stato di Veracruz (Messico).
Egli la descrisse nel 1869 all’interno del Bulletin of the Mexican Geographical and Statistical Society e ne notò i tratti negroidi. L’esame al radiocarbonio le data al più tardi a 1200 a.C. : il punto è che teoricamente fino al 1500 d.C. non ci dovevano essere che indios in America, in quanto da quel secolo iniziò la tratta degli schiavi neri!

Zecharia Sitchin, traduttore dal sumerico delle tavolette cuneiformi irakene, ipotizza che fossero effettivamente gente di colore che gli Annunaki (alieni di Nibiru) portarono dallo Zimbabwe per lavorare nelle miniere d’oro in sudamerica.

Inoltre sono veramente impressionanti le mura di Sacsayhuamán (Luogo del Falco), un sito archeologico Inca nella regione di Cusco in Perù, in una posizione dominante della collina di Carmenca, a nord della città di Cusco. 

Queste mura sono alte fino a 18 metri e sono composte da pietre megalitche (in porfido e andesite o trachite scura Andahuaylillas) di dimensioni colossali, del peso di 10-20 tonnellate. Uno dei blocchi, addirittura, è alto oltre 8 metri e pesa più di 300 tonnellate, mentre diversi altri raggiungono i quattro metri e mezzo di altezza e dai tre a quattro metri di larghezza e profondità.

Le pietre sono posate a secco e, pur essendo irregolari, combaciano perfettamente, al punto che non passa una lama o uno spillo negli interstizi. E’ accertato che le pietre provenivano da cave distanti da un minimo di 21 km (a Muyna) a un massimo di 63 km (a Yucay).
Ciò che stupisce è che gli Inca non conoscevano ferro né acciaio (necessari a intagliare la roccia). Non avevano carri, né buoi, né funi, né gru, né carrucole. Inoltre non vi erano strade piane su cui trasportare le pietre, ma piuttosto aspre montagne a ripidi strapiombi da oltrepassare.
Erich von Daniken (Reise nach Kiribati, 1980) fu il primo
a sostenere la teoria degli “antichi astronauti” per spiegare i megaliti di Sacsayhuamán. Zecharia Sitchin riprese queste teorie e indicò negli Annunaki (gli alieni di Niburu, un pianeta del nostro sistema solare) gli autori di queste mura. In particolare dovrebbero essere gli alieni della fazione di Enlil, che si trasferirono definitivamente in sudamerica dal medio oriente dopo la Grande Calamità (una guerra scoppiata nel 2024 a.C. con la fazione di Enki e suo figlio Marduk, in cui vennero usate anche armi atomiche). 

Anche gli annali Inca (Fernando Montesinos, 1628, Memorias Antiguas Historiales del Peru) registravano cinque ere o “Soli” successivi. 
La Prima Età o Primo Sole fu quella dei Viracocha, divinità bianche e barbute. 
La Seconda Età o Secondo Sole fu quella dei giganti, in cui ci furono guerre tra dèi e giganti (simili alla mitologia greca dei Titani). 
La Terza Età o Terzo Sole fu quella dell’uomo primitivo. 
La Quarta Età o Quarto Sole fu quella degli eroi o semidei. 
Vi era poi la Quinta Età o Quinto sole, l’epoca dei re umani, dei quali gli Incas erano gli ultimi in linea cronologica.
Ci sono poi altre “coincidenze” tra tradizioni sumeriche e precolombiane: sia l’astronomia Inca che quella sumera hanno 12 case dello zodiaco, con molti nomi coincidenti! Così gennaio, il mese dell’Acquario, era dedicato a Mama Cocha e Capac Cocha, ovvero Madre Acqua e Signore Acqua. Aprile, il Toro, si chiamava Tupa Taruca, Cervo al Pascolo (non vi erano tori in Sud America). La Vergine era Sara Mama (Madre Granoturco) e il suo simbolo era l’organo sessuale femminile. Poi è accertato che il simbolo della croce fosse conosciuto in Sud America già prima dell’arrivo degli Spagnoli. 
E’ nota la croce presente sulla lastra Maya (di 5 tonnellate, lunga 4 metri) del Tempio delle Iscrizioni a Palenque (situato nello stato messicano del Chiapas, non lontano dal fiume Usumacinta, circa 130 km a sud di Ciudad del Carmen) e che Erich von Daniken interpreta come l’immagine di un antico astronauta.


Ricordiamo che vi era una croce sullo scudo di Quetzalcoatl (fig. d); una croce era anche il simbolo del pianeta Nibiru tra i Sumeri (fig. a) e aveva una croce centrale l’onnipresente emblema egizio del Disco Alato (fig. b e c).


Gli annali Inca registrano un fatto prodigioso avvenuto nel terzo anno di regno di Titu Yupanqui Pachacuti II (nel 1433 a.C. secondo Sitchin): “non vi fu alba per 20 ore”. Ancora più notevole è che la Bibbia lo conferma: dopo che gli Israeliti, sotto la guida di Giosuè, entrarono in Palestina conquistando Gerico e Ai, vi fu una battaglia con i Cananei vicino a Beth-Horon.

Antico Testamento, Libro di Giosuè, 10, 13

                E allora il Sole si fermò, si arrestò la Luna,
                finchè il popolo non si fu vendicato dei nemici.
                In verità tutto è scritto nel Libro di Jashar:
                il Sole si fermò nel mezzo del cielo
                e non si ebbe fretta di scendere
                per quasi tutto il giorno

Quindi la Bibbia e le cronache Inca si confermano a vicenda sull’episodio dell’interruzione della rotazione della Terra per una ventina di ore un giorno del 1433 a.C (osservata contemporaneamente dagli Ebrei in Palestina e dagli Inca in Sud America, a Cusco). Vi è un’altra conferma negli scritti di Juan de Betanzos (Suma y Narracion de los Incas, 1551) sulla città di Tiahuanacu in Bolivia, vicino al lago Titicaca (a 72 km a ovest di La Paz, a 3810 m s.l.m.): “Una volta, quando il popolo di Con-Tici Viracocha si era già insediato là, la terra si oscurò. Ma Viracocha ordinò al Sole di riprendere il suo movimento nella direzione che ancora oggi esso segue; e così, da un momento all’altro, fece in modo che il Sole desse inizio al giorno”.

Ma se gli Annunaki erano arrivati in Sud America per l’oro (e di oro gli Spagnoli ne trovarono) dov’erano le antiche miniere da cui veniva estratto? Secondo Sitchin la miniera principale era proprio a Tiahuanacu, il cui nome (in sumerico!) TI.ANAKU significa “luogo di Titi e Anaku” cioè “la città dello stagno”, e Titicaca significherebbe “pietra di stagno”. Infatti nelle regioni attorno al lago Titicaca vi è abbondanza di oro e argento, rame e stagno. Inoltre il ricercatore Arthur Posnansky (Una Metropoli Prehistorica en la America del Sur, 1914), basandosi su considerazioni astronomiche, data il sito di Tiahuanacu attorno al 15.000 a.C.!

   

Esiste un riferimento nella letteratura sumerica al sito di Tiahuanacu. Ne “Il libro perduto del dio Enki” di Zecharia Sitchin ci sarebbe la traduzione testuale di alcune tavolette sumeriche. Nel secondo paragrafo dell’11a tavoletta (pag. 258) si dice:

Questa è ora la storia del perché, nel paese lontano (il Sud America, in Bolivia, n.d.r.), fu costruito un nuovo luogo dei carri (uno spazioporto), e dell’amore di Dumuzi (figlio minore di Enki,delegato alla  pastorizia nel suo regno in Egitto) e di Inanna (figlia di Nannar e Ningal, gemella di Utu, signora di Uruk e di Harappa), che Marduk (primogenito di Enki e Damkina, venerato come Ra in Egitto) distrusse, causando la morte di Dumuzi. 
Accadde dopo la contesa fra Horus (dio egizio chiamato Horon nella tradizione sumera) e Seth (figlio di Marduk e Sapanit, dio egizio conosciuto come Satu nella tradizione sumera) e dopo la battaglia aerea nei cieli di Tilmun (“Terra dei missili”, la Quarta Regione nella penisola del Sinai). Enlil (figlio di Anu e Antu e capo della colonia terrestre degli Annunaki) convocò i suoi tre figli in consiglio. 
Preoccupato per quanto stava accadendo, disse loro: all’inizio creammo i Terrestri a nostra immagine e somiglianza. 
Ora, invece, i discendenti degli Annunaki sono diventati a immagine e somiglianza dei Terrestri! Prima Caino uccise suo fratello, ora un figlio di Marduk è l’assassino del proprio fratello! Per la prima volta un discendente degli Annunaki, dai Terrestri ha formato un’esercito. Nelle loro mani ha posto armi di un metallo particolare, un segreto degli Annunaki! Dai giorni in cui la nostra legittimità venne sfidata da Alalu (re deposto di Nibiru dopo la guerra nord-sud) e Anzu (pilota di navicella spaziale e primo comandante della Stazione di Passaggio su Marte), gli Igigi (i trecento Annunaki assegnati alle navicelle spaziali e alla Stazione di Passaggio su Marte) hanno continuato a creare problemi e a violare le regole. Ora le vette che fungono da faro (le piramidi di Giza, in Egitto) si trovano nella terra di Marduk, il Luogo dell’Atterraggio (lo spazioporto a Baalbek, in Libano) è controllato dagli Igigi. Ora gli Igigi avanzano verso il Luogo dei Carri. In nome di Seth rivendicheranno per loro tutte le stazioni Cielo-Terra! Questo disse Enlil ai suoi tre figli; propose dunque di adottare delle contromisure: dobbiamo creare in segreto un’installazione alternativa Cielo-Terra! Che sia creata nella terra di Ninurta (dio di Lagash, primogenito di Enlil e Ninmah, trovò altre fonti d’oro nelle Americhe), al di là degli oceani, in mezzo a Terrestri a noi leali! Fu così che la missione segreta venne affidata nelle mani di Ninurta. Nelle Terre delle Montagne (in Bolivia), al di là degli oceani, accanto al grande lago (il Titicaca), costruì un nuovo Legame Cielo-Terra, lo circondò con un recinto. Ai piedi delle montagne, dove erano disseminate le pepite d’oro, selse una pianura con terreno stabile; vi tracciò i segni per l’ascesa e per la discesa. Le stazioni sono primitive, ma serviranno bene allo scopo! Così dichiarò Ninurta al padre: da lì possono proseguire le spedizioni di oro su Nibiru, anche noi, in caso di necessità, possiamo da lì ascendere!

Quindi se diamo credito alla traduzione di Sitchin di queste tavolette sumere (traduzione che altri assirologi potranno benissimo confermare o confutare), dobbiamo dedurre che le Americhe erano un territorio assegnato definitivamente alla fazione di Enlil (vedi l’articolo sui Sumeri) dopo la guerra del 2024 a.C. e che a Tiahuanacu, in Bolivia vi erano sia le miniere d’oro principali che lo spazioporto. Ora mostro una vista da satellite del sito:


Altro sito che Sitchin indica come antica miniera d’oro è Chavin de Huantar , a 250 km da Lima, Perù (ad un’altitudine di 3150 m s.l.m.). Nella foto sono indicati i cunicoli sotterranei tipici delle miniere.