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domenica 21 settembre 2014

Apriscatole in funzione! - Giulia Grillo Cittadina a 5 Stelle



Siamo riusciti a trovare il documento originale della DIA, allora secretato, spedito nel 1993 da Nicola Mancino a Luciano Violante. 
Vi si parla di ‘progettazione ed esecuzione di attentati in grado di indurre le Istituzioni a una tacita trattativa’.
Violante ha sostenuto fino al 2009 di non saperne nulla!
Qui il documento: ---> bit.ly/1mlPxNC


https://www.facebook.com/GiuliaGrilloM5S/photos/a.494494350591575.126486.494308557276821/820573554650318/?type=1&theater

giovedì 18 settembre 2014

PRESIDENTE NAPOLITANO, LA VERGOGNA POTREBBE ESSERE UN SENTIMENTO RIVOLUZIONARIO. - Alessandro Di Battista


Presidente Napolitano, con il massimo rispetto, ma come si permette di interferire in questo modo sulle scelte del Parlamento? 
Non si vergogna nemmeno un istante? 
Osa accusare il M5S, come sempre, di questa impasse quando l'impasse l'avete causata soltanto voi con i vostri soliti tentativi di preservare la casta. 
Non ci sono specchi al Quirinale per guardarsi in faccia e vergognarsi per continuare a spingere nomi impresentabili come l'amico di Previti Donato Bruno o l'amico di Berlusconi Luciano Violante? 
Non ha un briciolo di desiderio di lasciare la Repubblica un minimo più pulita e presentabile?

Non soltanto avete celebrato ormai l'inciucio come esempio di buona politica, non soltanto avete innalzato un pregiudicato a padre costituente, non soltanto state provando a mettere le mani su CSM e Corte Costituzionale, roba che se ci avesse provato Berlusconi, Scalfari, Ezio Mauro e compagnia bella avrebbero messo le tende davanti a Montecitorio. 
Non vi basta tutto questo, volete che il M5S vi aiuti nei vostri squallidi piani, ci volete come voi, volete che impariamo a intrallazzare, volete che iniziamo a comprometterci con compromessi indegni, volete magari che ci intaschiamo la prima mazzetta per sentirci a tutti gli effetti “ONOREVOLI” ed essere ricattati, quindi controllabili, in eterno.

Fate giochetti stomachevoli sulla pelle dei cittadini e pretendete anche, forse per giustificarvi, che il M5S vi faccia da stampella. 
L'Italia sta fallendo ma sembra che il suo unico interesse sia far piazzare uomini suoi o di Berlusconi (che poi sembra la stessa cosa) negli organi di garanzia, il tutto in un momento in cui il Parlamento e' delegittimato dalla sentenza sul premio di maggioranza del porcellum incostituzionale.

Si vergogni Presidente. Dica alla sua maggioranza di fornire nomi presentabili e vedrà che il M5S li voterà ma Violante se lo vota lei, lo votassero i berlusconiani doc o quei piddini “diversamente berlusconiani”.

giovedì 5 settembre 2013

Diritto alla difesa. - Rita Pani


Violante: “berlusconi ha diritto alla difesa”.

Onorevole Violante, forse era distratto, immerso in altre faccende più importanti, tanto da non ricordare nemmeno gli anni in cui, pure lei era del mestiere: quello della giustizia. 

Comprenderà se noi miserabili, di fronte a certe affermazioni, si arrivi a sospettare persino il dolo. Quello che potrebbe indurci a credere che lei, questo pregiudicato, voglia salvarlo a tutti i costi nonostante la condanna definitiva.

Mi costa dover ricordare a lei, che meglio di altri dovrebbe sapere, che in Italia se c’è un Pregiudicato che il “diritto alla difesa” l’ha sfruttato tutto fino all’abuso, e alla violenza, questo è proprio berlusconi.

Insinuare che tale diritto sia stato negato a un delinquente, che recando con sé i suoi avvocati in Parlamento, elevandoli al grado di legislatori, dando mandato a loro di stravolgere i codici di legge a suo ab-uso e consumo, proprio per difendersi dalle malefatte già in atto e da attuare, è oltraggioso nei confronti di tutti i cittadini italiani (o persone che in Italia non conoscono altro che le galere nelle quali vengono gettate, appena salvate dal mare).

Nessuno mai, in Italia, ha avuto tanti diritti quanti è riuscito a costruirne per sé il pregiudicato, delinquente, che lei, ex giudice, chiaramente vuol tutelare. 
Le ricordo, onorevole Violante, che proprio per garantirsi tutti i diritti esistenti o fittizi, legali o illegali, un solo delinquente per vent’anni e fino ad oggi, ha tenuto in stallo una nazione intera, instaurando quella decadenza reale nella quale viviamo nostro malgrado, consolandoci almeno un po’, proprio con quella Decadenza che finalmente potrebbe almeno in parte risarcire la nostra dignità.

Nostra, cioè di chi i diritti, tutti i diritti, se li è visti scippare proprio a causa della pretesa di un  criminale, di avere ogni diritto solo per sé.

Sarebbe quasi squallido da parte mia, onorevole Violante, ricordarle i diritti negati alle persone uccise in carcere, spesso giovani o padri di famiglia, massacrati o morti impiccati per la disperazione. 
Vorrei rivendicare, invece, il diritto di avere di diritti, per quelle persone che hanno avuto la sfortuna d’essere incarcerate all’inizio dell’estate, e che per via delle ferie, dei tribunali che chiudono, dei giudici che godono del loro diritto alle ferie, in carcere sono stati dimenticati, mentre le famiglie, per pagare il diritto all’assistenza legale, per far mangiare i propri figli avendo l’unica fonte di reddito in carcere, prima hanno venduto persino le sedie di casa, ed ora stanno pensando come sopprimere i propri figli e poi gettarsi da un balcone, in preda all’unico diritto che pare essere rimasto a noi – popolo i quest’Italia: la disperazione.

A volte, onorevole Violante, voi che state seduti comodamente nelle vostre stanze sigillate, impermeabili alla vita, scordate che non c’è bisogno di mille parole per ferire una nazione intera; ne basta una: diritto.

Noi, cittadini italiani, abbiamo diritto al lavoro, alla sanità pubblica, all’istruzione, a difenderci nei tribunali; avevamo anche il diritto al voto, allo sciopero, all’assistenza domiciliare in casi di infermità. I nostri figli disabili avevano diritto alla pensione, all’istruzione assistita. I nostri genitori vecchi avevano diritto alla salvaguardia della loro dignità …

E se diritto va sempre di pari passo col dovere, allora oggi lei, onorevole Violante, avrebbe il dovere di vergognarsi, e di avere il coraggio non di rettificare, ma di chiedere scusa ad una popolazione intera, che diritti non ne ha più.

mercoledì 1 maggio 2013

La verità detta in faccia del M5S.


Ieri alla Camera è accaduto un fenomeno unico. Deputati che non devono rendere conto a nessuna lobby o partito si sono "permessi" di criticare le scelte dei ministri, hanno fatto i nomi di inciuciatori ventennali, chiesto conto di leggi anti-costituzionali, richiamato l'attenzione sulle parentele illustri e sui sostegni ai comitati d'affari. Cittadini liberi hanno restituito il nome alle cose e dignità al Parlamento. Hanno fatto opposizione. Un evento straordinario per il Parlamento italiano.
"Dopo quanto esposto negli interventi del MoVimento 5 Stelle e sopratutto dopo idisastrosi risultati di questa classe politica alla quale voi appartenete da numerosi anni, come si può dare fiducia a questo Esecutivo? Negli ultimi decenni si è ammessa da più parti la mancanza di credibilità di questa classe politica che ora chiede la fiducia per l'ennesima volta, come se questa squadra di Governo venisse dalla luna, come se non fosse responsabile o corresponsabile di quanto finora avvenuto. Secondo noi tutto quello che oggi si prospetta agli Italiani, nasce da quella famosa frase: "Lo sa lui e lo sa l'onorevole Gianni Letta“ pronunciata da Luciano Violante durante un discorso alla Camera nel quale afferma di aver garantito, dal 1994, le televisioni di Silvio Berlusconi e di conseguenza di tutti i suoi interessi. Da allora tutti noi ci siamo posti le seguenti domande:
Perché mai non si è fatta una SERIA legge anti-corruzione?
Perché mai non si è votato nella giunta per le elezioni l'ineleggibilità di Silvio Berlusconi?
Perché costantemente aumentavano i rimborsi elettorali arrivando a cifre da capogiro senza che nessuno si opponesse, e il tutto in completo disprezzo del referendum del 1993 che aboliva definitivamente il finanziamento pubblico ai partiti?
Perché mai i manager delle grandi aziende pubbliche sono appartenuti sempre alle aree di riferimento di questi due partiti e hanno sempre lavorato con stipendi d'oro,liquidazioni astronomiche ed in cambio ci hanno lasciato aziende distrutte e svendute in barba alla fatica dei nostri genitori e dei nostri nonni?
Perché non è stata mai, e dico mai, discussa alcuna legge di iniziativa popolare in Parlamento?
Perché nel silenzio generale molto spesso l'esito dei referendum non viene rispettato?
Perché mai il TAV, il Ponte sullo Stretto di Messina, la Gronda, tutte opere economicamente e ambientalmente insostenibili, hanno l'appoggio di questi due partiti?
Vogliamo ribadire che noi NON siamo l'emergenza democratica di questo Paese, noi siamo la conseguenza della finta democrazia di questo Paese. Da oggi le emergenze si dovranno chiamare prima di tutto “conseguenze”, perché le conseguenze prevedono delle responsabilità da individuare. A proposito di responsabilità, vogliamo dire a tutti voi e agli Italiani e non che ci stanno ascoltando, che voteremo, favorevolmente quei provvedimenti che riterremo utili per il bene comune, quelli di reale cambiamento. Per il resto faremo un'opposizione seria, costruttiva, propositiva." Riccardo Nuti, M5S Camera

domenica 16 settembre 2012

Ferdinando Imposimato.



Non ci libereremo mai di Berlusconi se non ci liberiamo di Massimo D'Alema. Il governo di centro sinistra si pronunciò per l'eleggibilità di Berlusconi per l'ambizione di D'Alema che mirava ai voti del premier per stravolgere la Costituzione introducendo il Presidenzialismo.

Fu Massimo D'Alema - lo diciamo da anni- che diede a Silvio Berlusconi, nel 1994, l'assicurazione che il suo impero mediatico non sarebbe stato toccato. Ignorava l'allora capo della opposizione che il 69,3% degli italiani decide come votare guardando la TV. La verità la confessò Luciano Violante nel febbraio 2002, quando disse, nello stupore del Paese: “L'on Berlusconi sa per certo che gli è stata data garanzia piena nel 1994 che non sarebbero state toccate le televisioni. Voi ci avete accusato, nonostante non avessimo fatto la legge sul conflitto di interessi e dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni” E ciò in violazione della legge 30 marzo 1957, ignorando l'appello di Giorgio Bocca, Paolo Sylos Labini e Giuseppe Laterza. Non c'era stata ignoranza ma un consapevole patto scellerato tra D'Alema e il suo amico di Arcore.

Un regime nato e cresciuto sui rapporti con la mafia stragista, sui servizi deviati alleati della mafia, sui poteri occulti, sulle ingiustizie sociali, sui potentati economici, sulla umiliazione della scuola pubblica e dell'Università.

https://www.facebook.com/FImposimato/posts/10151013980471750

venerdì 14 settembre 2012

Trattativa, Violante ascoltato per 2 ore. Mancino spedì a lui una relazione Dia. - Giuseppe Pipitone


luciano violante interna nuova

Il parlamentare del Pd sentito dai pm di Palermo: nel 1993 era presidente della commissione antimafia. Quel rapporto ricevuto dall'ex ministro dell'Interno era "Riservato". Tra l'altro rivelava l'obiettivo della stagione stragista di Cosa Nostra: l'allenamento del carcere duro.

Era arrivato abbozzando un sorriso, ma dopo due ore d’interrogatorio davanti ai magistrati palermitani Luciano Violante era scuro in volto e ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione, defilandosi invece in mezzo alla pioggia. Il deputato del Partito Democratico era entrato nell’ala nuova del palazzo di giustizia di Palermo qualche minuto prima delle 16, atteso dal procuratore aggiunto Antonio Ingroiae dai sostituti Lia Sava e Antonino Di Matteo. I pm che indagano sulla trattativa tra pezzi dello Stato e Cosa Nostra hanno voluto richiamare a Palermo l’ex presidente della Camera per capire meglio quanto fosse a conoscenza degli indirizzi tenuti dal Governo alla fine del 1993.
All’epoca Violante era presidente della commissione antimafia, e in questa veste aveva richiesto all’allora ministro dell’Interno Nicola Mancino (oggi indagato per falsa testimonianza nell’ambito dell’indagine sulla trattativa) la trasmissione della relazione elaborata dagli analisti della Dia il 10 agosto del 1993 sulle stragi di via Palestro a Milano e di San Giovanni a Velabro a Roma. Relazione che Mancino gli trasmise prontamente il 14 settembre, accompagnandola con una nota in cui specificava come si trattasse di materiale “Riservato” su cui vigeva il regime della “vietata divulgazione”.
Quella relazione è una lucidissima analisi, elaborata quasi in presa diretta, sul reale obbiettivo perseguito da Cosa Nostra con le stragi del 1993: l’allentamento del carcere duro, il 41 bis introdotto nel giugno del 1992, che divenne quindi uno degli oggetti principali della trattativa. Gli analisti di Gianni De Gennaro (all’epoca ai vertici della Dia) scrivono infatti che “la perdurante volontà del Governo di mantenere per i boss un regime penitenziario di assoluta durezza ha concorso alla ripresa della stagione degli attentati. Da ciò è derivata per i capi l’esigenza di riaffermare il proprio ruolo e la propria capacità di direzione anche attraverso la progettazione e l’esecuzione di attentati in grado d’indurre le Istituzioni a una tacita trattativa”.
Gli estensori della nota vanno oltre: avvertono infatti che “l’eventuale revoca anche solo parziale dei decreti che dispongono l’applicazione dell’articolo 41 bis, potrebbe rappresentare il primo concreto cedimento dello Stato, intimidito dalla stagione delle bombe”. Fatto che si verificherà fatidicamente meno di due mesi dopo, nel novembre del ’93, quando l’allora guardasigilli Giovanni Conso lasciò scadere più di trecento provvedimenti di carcere duro per detenuti mafiosi. Conso, che è indagato per false informazioni al pm, ha detto che compì quella scelta in “perfetta solitudine”. Il fatto che sia Violante che Mancino fossero a conoscenza di quella relazione ha però insospettito i pm che adesso vogliono capire quale fosse all’epoca il “clima politico” in relazione alle stragi e alla scelta di Conso di non rinnovare il 41 bis. Chi sapeva cosa?
È per questo che Violante è stato richiamato a Palermo, dopo che in passato era stato sentito soltanto in merito ai suoi contatti con il generale Mario Mori nel 1992. Il parlamentare del Pd, in quei mesi del 1993, appariva molto attento alle attività d’indagine sulle stragi. Un’attenzione particolare testimoniata anche da alcune lucide interviste televisive rilasciate all’epoca dall’ex presidente della Camera, che i pm hanno acquisito recentemente agli atti delle indagini. In seguito, però, Violante non denunciò mai pubblicamente il primo concreto cedimento dello Stato, rappresentato dalla mancata proroga dei 41 bis da parte di Conso. E in effetti fino ad oggi non aveva neanche mai fatto cenno a quella relazione della Dia, che rappresenta sicuramente un pezzo importante dell’intricato puzzle delle stragi.


giovedì 13 settembre 2012

VOCE DEL VERBO VIOLARE. - Marco Travaglio


Mancino, Violante, Cossiga

Premesso che il Fatto non ha mai chiesto le dimissioni del capo dello Stato, né fa parte di “blocchi” di “populismo giuridico” per “abbattere il Quirinale”, ma ha soltanto scritto che Napolitano ha sbagliato – venendo meno alla sua imparzialità – ad assecondare le pressioni di Mancino contro la Procura di Palermo e sarebbe ora che tutti lo ammettessero, segnaliamo all’opinione pubblica il caso di un uomo politico di centrosinistra che ha più volte tentato di abbattere il Quirinale.

Questo politico ha firmato un’interrogazione parlamentare al governo contro l’inquilino del Colle – peraltro irresponsabile per ogni suo atto, secondo la tesi dello stesso politico – a proposito di alcune esternazioni contro i magistrati, domandando “come il governo ritenga di conciliare queste affermazioni, se vere, con il tragico record che l’Italia ha, nel mondo occidentale, del più alto numero di magistrati uccisi, per fedeltà alla Repubblica, da terrorismo e mafia” (Ansa, 8 maggio).

Poi il politico ha chiesto al governo di “presentarsi alle Camere e di esprimere le proprie posizioni sulle questioni sollevate dal Presidente” sulla giustizia e di dire “quali iniziative ha adottato o intende adottare per favorire le indagini”, “rimuovendo ogni segreto” (Ansa, 16 maggio).

Inoltre il politico in questione ha definito “inaccettabili molte posizioni del Capo dello Stato”, “arrogante” perché “attacca i giudici e dice ‘dimentichiamo il passato’” (Ansa, 19 ottobre). 

Il politico ha poi minacciato: “Stiamo studiando se ci sono gli estremi per la messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica per attentato alla Costituzione”, che ormai “dilaga con ottiche presidenziali di fatto” (Ansa, 23 novembre). 

Qualche giorno dopo, il nostro politico ha invitato “il Tribunale dei ministri a esaminare subito la posizione del capo dello Stato” e i pm a proseguire le indagini, perché “qualsiasi sospensione o blocco che derivasse dall’iniziativa del Presidente della Repubblica costituirebbe un nuovo arbitrio in una situazione istituzionale già assai gravemente deteriorata a causa dei comportamenti del Presidente” (Ansa, 28 novembre). 

Una settimana dopo il politico di cui sopra ha annunciato la richiesta del suo partito per la “messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica, che in sostanza si è comportato non come soggetto imparziale, ma come capo di un partito. Se vuole fare il capo di un partito, si dimetta da presidente e faccia come tutti gli altri. La nostra denuncia è già stata inviata al comitato parlamentare per i procedimenti d’accusa. Se archivia subito, si pone il problema se raccogliere le firme per discutere a Camere riunite. Se invece si aprono le indagini, si porrà un problema di incompatibilità politica tra il presidente della Repubblica rappresentante dell’unità nazionale e il presidente della Repubblica imputato” (Ansa, 6 dicembre). 

In ogni caso il politico ha ribadito “la necessità che il Presidente lasci il Quirinale al più presto” perché “non può rappresentare degnamente le elevate funzioni di capo dello Stato chi si assume le funzioni dell’ufficio legislativo della presidenza del Consiglio” (Ansa, 8 febbraio). 

Oltretutto, ha aggiunto, è “un ricattatore” e “un mentitore spudorato” (9 febbraio). 

Contro il capo dello Stato è intervenuta anche Magistratura democratica: “Al riparo della irresponsabilità assicuratagli dalla sua carica, il Presidente della Repubblica prosegue nell’ormai sistematica campagna di delegittimazione della magistratura e dei giudici. La risposta dei magistrati democratici dovrà essere come di consueto il massimo rigore nella propria attività unito al più fermo rispetto delle regole. I cittadini valuteranno chi difende le istituzioni e chi concorre a screditarle” (Ansa, 9 luglio). 

Il nostro politico è il participio presente del verbo Violare, il Presidente si chiamava Cossiga, le date dei dispacci Ansa si riferiscono agli anni 1991-'92.

Come passa il tempo.