Roma, 13 marzo – Le disposizioni urgenti per il potenziamento degli organici varate con il decreto legge n.14 del 9 marzo scorso per fare fronte all’emergenza Covid-19 vanno immediatamente estese e applicate anche ai farmacisti ospedalieri e del Servizio sanitario nazionale. Questa la richiesta che Sinafo, il sindacato dei farmacisti e dirigenti sanitari del Ssn aderente a Fassid, ha inviato ieri al capo del governo Giuseppe Conte, al ministro della Salute Roberto Speranza, al presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, a tutti i presidenti e assessori alla Sanità delle Regioni e al presidente dell’Anci Antonio Decaro.
Una richiesta che Roberta Di Turi (nella foto) e Giangiuseppe Console, segretario generale e presidente del sindacato, motivano e dettagliano con precisione chirurgica (qui il testo della lettera), fin dalla premessa, le “storicizzate” carenze d’organico dei farmacisti dirigenti del Ssn, i cui standard numerici, per una serie di ragioni (su tutte sono i tagli lineari alla sanità, in particolare nelle Regioni sottoposte ai piani di rientro), sono molto lontani dalle “reali necessità delle popolazioni dei diversi territori”.
“Questi dirigenti sanitari-farmacisti ‘assaliti’ quotidianamente da più parti, rischiano di incorrere in pesanti responsabilità, con conseguenze anche sullo stato psicofisico” scrivono Di Turi e Console, spiegando come una situazione già in grave e nota sofferenza si sia esponenzialmente aggravata nelle ultime settimane per l’impatto di Covid-19.
I farmacisti ospedalieri e delle Asl stanno garantendo, in questo stato di emergenza, “l’assistenza farmaceutica correlata al costante incremento delle attività delle terapie intensive e subintensive, assicurando la dispensazione di tutti i dispositivi medici necessari, dei farmaci utilizzati nei protocolli off label nel trattamento dei pazienti e la dispensazione dei farmaci per le terapie di supporto” spiegano i due rappresentanti sindacali, aggiungendo che sono sempre questi professionisti a garantire anche “l’allestimento di preparati magistrali a base di antiretrovirali da somministrare a pazienti non in grado di deglutire forme solide intere, nonché l’approvvigionamento e (in alternativa) la produzione continua di una formulazione di gel idroalcolico per la disinfezione-mani in caso di non reperibilità di prodotti disinfettanti”.
Nonostante le note difficoltà causate dalle situazioni carenziali di questi prodotti, sono sempre i farmacisti del Ssn a cercare di garantire “con estenuante impegno” la dispensazione di tutti i Dpi (guanti, facciali filtranti Ffp2 e Ffp3, camici, tute, visiere, occhiali eccetera) e le mascherine chirurgiche, strumenti di importanza cruciale per ridurre il rischio di contagio e di propagazione del virus. E sono sempre i farmacisti dei servizi farmaceutici territoriali delle Asl, spiega la Sinafo, a operare in prima linea per garantire, tra l’altro, la continuità assistenziale ai pazienti domiciliari più fragili, assicurando, oltre a tutte le attività previste sul territorio dalla normativa (dalla gestione della farmaceutica sui distretti, residenze assistite ecc., alla vigilanza sulle farmacie e depositi del territorio, al controllo della farmaceutica convenzionata eccetera), l’erogazione di farmaci e dispositivi salvavita, non presenti nelle farmacie di comunità, in continuità assistenziale tra ospedale e territorio.
“Il tutto” sottolineano Di Turi e Console “parametrato ai pressanti carichi di lavoro e ai possibili rischi di trasmissione o di contagio a fasce più deboli spesso ammassate in file nei servizi aperti sul territorio, storicamente carenti di risorse umane e per lo più malmessi anche strutturalmente”.
L’epidemia in atto ha inevitabilmente determinato un surplus di lavoro, sollecitazioni e incombenze in carico alle farmacie ospedaliere e territoriali, che si traducono in ritmi lavorativi estremamente stressanti (puntualmente segnalati da molti associati Sinafo), che – se erano già difficilmente fronteggiabili in una situazione di storica carenza di organico e di risorse disponibili – ora sono sono diventate insostenibili, anche in relazione, scrivono Di Turi e Console, “ai notevoli concreti rischi di contagio che la consacrata carenza di personale non fa altro che alimentare”.
Il primo e più urgente rimedio per questa situazione da bollettino di guerra, per Sinafo, non può che essere quello di estendere le misure emergenziali per il potenziamento degli organici dei medici contenute nel ricordato decreto n.14 del 9 marzo anche ai farmacisti dirigenti del Ssn ospedalieri, anche alla luce del fatto che quelle misure, per come sono formulate e per un espresso rimando all’art. 1 del D.Lgs. n. 233/46, sono applicabili anche ai farmacisti.
Esplicito, al riguardo, l’invito del sindacato a Governo e Regioni: autorizzare, senza ulteriori indugi, il reclutamento di personale farmacista dirigente, con inclusione anche dei farmacisti specializzati e specializzandi, attraverso assunzioni a tempo determinato, ovvero con istituti contrattuali flessibili quali collaborazione coordinata e continuativa, ovvero ancora, in via residuale, attraverso contratti libero professionali, così come espressamente previsto per i medici, nel rispetto delle disposizioni del più volte ricordato decreto del 9 marzo, di durata non superiore a sei mesi, prorogabili in ragione del perdurare dello stato di emergenza, “al fine di far fronte alle esigenze straordinarie e urgenti derivanti dalla diffusione del Covid-19 e di garantire i livelli essenziali di assistenza nella massima sicurezza possibile”.
https://www.rifday.it/2020/03/13/sinafo-al-governo-emergenza-covid-urgente-potenziare-gli-organici-dei-farmacisti-ssn/?fbclid=IwAR3ZOYTwh98-LmD_fuO6gi9Hx8hR3dVQ3_Ld36_p7PmKC0BPNTwOQUGyW-E