Unipol contro i Ligresti, mentre Matteo Arpe si astiene. E i 5 Stelle monitorano. La compagnia delle Coop ha votato a favore dell’azione di responsabilità contro gli ex azionisti e ex amministratori e sindaci della vecchia gestione di Fondiaria Sai. Il voto era stato preannunciato dal rappresentante del gruppo emiliano all’assemblea della compagnia chiamata a decidere sulle azioni nei confronti della famiglia siciliana e 19 tra ex amministratori e sindaci della compagnia, ora controllata da Unipol. Le azioni di responsabilità sono state proposte dal commissario ad acta, Matteo Caratozzolo, nominato dall’Isvap proprio per accertare i danni per centinaia di milioni arrecati dalla vecchia gestione alla compagnia attraverso operazioni immobiliari, consulenze e sponsorizzazioni.
ARPE NON PRENDE POSIZIONE. Contrariamente alle attese, invece, il fondo Sator di Matteo Arpe si è riservato “di procedere con un’autonoma azione di responsabilità qualora fossero accertati responsabilità o comportamenti dolosi o colposi da parte di amministratori anche di fatto”. “Soddisfazione e apprezzamento per un’operazione di trasparenza e pulizia che può essere un segno di forte continuità con il passato”, è stato invece il commento dell’ex partner di Arpe, Palladio (2%) il cui rappresentante ha anche espresso “l’auspicio che questa relazione non sia che l’inizio di un percorso anche in vista di un eventuale risarcimento del danno” che avrebbero potuto subire risparmiatori e azionisti a causa della passata gestione.
DANNI PER ALMENO 130 MILIONI. “Vi invito ad approvare la mia proposta”, aveva detto in apertura il commissario rinviando al contenuto della relazione e sottolineando che il voto “non preclude ulteriori iniziative di approfondimento rispetto a quelle fatte dal commissario” e che potrebbero riguardare altri fatti controversi estranei al mandato ricevuto dall’Isvap (ora Ivass), svolto tra l’altro – ha sottolineato Caratozzolo – in un periodo di tempo “abbastanza circoscritto”, complessivamente di sei mesi. Il ”danno diretto complessivo ”per Fonsai “è stimabile in 130 milioni di euro”, ha aggiunto il commissario, sottolineando che “le operazioni di quantificazione” per tutto il gruppo “sono ancora in corso”.
“Noi parliamo qui del danno diretto a Fonsai” ha spiegato Caratozzolo replicando ai soci “poi l’assemblea di Milano Assicurazioni parlerà dei suoi danni diretti, poi ci saranno i danni diretti delle società minori che hanno già deliberato le azioni di responsabilità”. “Le operazioni di quantificazione, non facili, sono ancora in corso” ha aggiunto. Caratozzolo non ha dato indicazioni su quanto andrà a chiedere ai diretti responsabili indicati nella sua relazione: “per quanto riguarda il danno chiesto a ciascuno degli interessati non intendo anticipare linee difensive”. Caratozzolo ha ribadito che “le deliberazioni che si assumono oggi non hanno effetto preclusivo” per ulteriori azioni.
All’assemblea della Milano, poi, il commissario ha detto che il danno ”direttamente” provocato alla compagnia controllata da FonSai dalle operazioni immobiliari concluse con le società personali della famiglia Ligresti ammontano “ad almeno 115 milioni di euro”. La somma non include le consulenze pagate dalla Milano a Salvatore Ligresti e le sponsorizzazioni a Laità, la società che gestisce la scuderia di cavalli di Jonella Ligresti.
La delibera in FonSai è passata con una maggioranza schiacciante. Nello specifico, con la presenza in aula del 64,4% del capitale di FonSai, ha espresso voto favorevole il 99,95% delle azioni ammesse al voto. Contrario lo 0,000047% (circa 281 azioni). Astenuto lo 0,04 per cento. Poco dopo anche l’assemblea di Milano Assicurazioni ha approvato con maggioranza bulgara le azioni di responsabilità contro la famiglia Ligresti e diversi esponenti della vecchia gestione. A favore della proposta del commissario ad acta, Matteo Caratozzolo, ha votato il 99,79% degli intervenuti, contrario lo 0,018% e astenuto lo 0,19% del capitale presente. In assemblea è intervenuto il 66,78% del capitale. Per Fonsai, che controlla il 63% della Milano, ha votato lo stesso Caratozzolo.
UNIPOL TORNA ALL’INTERESSE SOCIALE. Determinante il voto di Unipol che detiene circa il 41,7% delle quote FonSai e che all’inizio della lunga trattativa con i Ligresti e i loro creditori, principalmente Mediobanca, aveva concordato una manleva per tutti gli ex vertici della compagnia, salvo annullare quanto previsto per la famiglia siciliana su richiesta della Consob che, in caso contrario, avrebbe obbligato il gruppo delle Coop a lanciare una costosa Opa su Fondiaria, allineando così la tutela degli interessi degli azionisti di maggioranza a quelli di minoranza.
Il punto è che Unipol ha però mantenuto la garanzia di manleva per gli altri ex amministratori e sembra quindi determinata a violare l’accordo con i manager. Con conseguenze ancora da esplorare. L’amministratore delegato della compagnia, Carlo Cimbri, ostenta però sicurezza. ”Riteniamo che la manleva” concessa da Unipol ai vecchi amministratori di Fonsai “non abbia nessuna efficacia” di fronte ai fatti denunciati dal commissario dell’Isvap, ha detto a margine dell’assemblea. “Abbiamo valutato nel consiglio di amministrazione di Unipol che si è tenuto due giorni fa – ha spiegato il manager – la situazione, la relazione del commissario, le fattispecie e gli aspetti connessi ai contratti firmati in precedenza e mi riferisco alla cosiddetta manleva nei confronti degli amministratori. Abbiamo valutato che per l’interesse sociale di Fondiaria Sai fosse necessario e opportuno votare a favore della azione responsabilità. Noi riteniamo che di fronte a queste fattispecie la manleva non abbia nessuna efficacia. Se qualcun altro riterrà diversamente discuteremo e ci difenderemo”.
“Un conto è una denuncia, un conto è una relazione di un commissario ad acta che dentro la società ha analizzato una serie di fatti ed è arrivato a delle conclusioni. Se no vorrebbe dire che sulla base di una denuncia hai già fatto una condanna”, ha poi replicato Cimbri a chi obiettava che i fatti contestati dal commissario ad acta fossero già noti nel momento in cui Unipol aveva concesso ai Ligresti e ai vecchi amministratori la manleva, all’inizio del 2012. I fatti analizzati dalla relazione del commissario erano stati denunciati dal fondo Amber alla fine del 2011.
“Abbiamo espresso – ha poi spiegato Cimbri – il pensiero della società, ovvero, si chiede discontinuità. Penso che questo sia nei fatti e che sia pleonastico parlarne. C’è una gestione precedente e dal 19 di luglio c’è un nuovo azionista di riferimento che opera nell’interesse sociale“. Se la compagnia “ravvisa – prosegue il top manager – in questo caso tramite il lavoro molto puntuale svolto dal commissario, che vi sono stati comportamenti inopportuni si procede di conseguenza come accade nei confronti di chiunque abbia sottratto patrimoni alla società a prescindere dal cognome che porta”.
Cimbri ha poi sottolineato che: “Unipol opera secondo una linea di condotta nota e fa gli interessi della società. A prescindere da chi ha fatto cosa, c’è una linea di comportamento e di correttezza. Se la si rispetta non ci sono problemi, altrimenti agiamo nelle sedi competenti. Questo lo facciamo a prescindere dal cognome. Lo abbiamo fatto in passato e lo faremo in futuro“. Per quanto riguarda i contenuti della relazione illustrativa redatta dal commissario ad acta di Fonsai, l’ad di Unipol ha spiegato che “questi atti sono pubblici” e dunque, come da prassi, saranno acquisiti dall’autorità giudiziaria. Cimbri ha infine chiarito che “tuteleremo gli interessi della società con tutto ciò che sarà necessario, nello specifico vedremo in seguito”.
I CONSUMATORI SULLE BARRICATE. Netta, su questo punto, era stata la posizione del Movimento Consumatori che mercoledì 13 ha concluso la raccolta delle deleghe di voto per l’assemblea. “Abbiamo le deleghe di più di 200 investitori per oltre un milione di azioni – aveva detto Paolo Fiorio, responsabile dell’Osservatorio Credito & Risparmio del Movimento Consumatori – sicuramente un ottimo risultato e una novità in quanto ci risulta essere la prima vera sollecitazione di deleghe di voto promossa da un’associazione di consumatori per conto dei piccoli azionisti. In un periodo in cui gli scandali finanziari sono all’ordine del giorno, è tempo che gli azionisti sperimentino nuove forme di partecipazione assemblare per farsi sentire e tutelare i propri diritti. Il Movimento Consumatori rappresenterà gli azionisti in questa e nelle future assemblee per tutelare gli interessi collettivi dei risparmiatori. Unipol non ha ancora chiarito se voterà a favore dell’azione di responsabilità contro Ligresti & Co”. “E’ necessario infatti – aveva continuato Fiorio – che l’azione di responsabilità proposta dal commissario venga approvata senza restringere in alcun modo i soggetti individuati come responsabili. Ogni indecisione da parte di Unipol sarebbe un fatto grave”.
“Il Movimento Consumatori esprime soddisfazione per la decisione di promuovere l’azione di responsabilità contro gli ex amministratori di Fondiaria Sai”, si legge in una nota in cui l’associazione promette che “monitorerà l’esercizio dell’azione di responsabilità per evitare che vengano concluse comode transazioni”. Nel corso dell’assemblea diversi piccoli azionisti erano intervenuti per chiedere di agire contro la vecchia gestione dei Ligresti: “votare l’azione di responsabilità non ci dà gioia, non placa una sete di vendetta ma di giustizia”, aveva detto una piccola azionista. “Speriamo – ha aggiunto – che di fronte alla caduta della tolleranza e dell’omertà che coprono comportamenti disonesti altri siano dissuasi dal compiere comportamenti distorti. Altrimenti vedremo riapparire, istituzionalizzate, la tolleranza della disonestà e dell’immunità. Noi con il nostro voto scegliamo l’onestà”.
LA VIGILANZA DEI 5 STELLE. Il consigliere capogruppo del Movimento 5 Stelle al Comune di Bologna, Massimo Bugani, è stato ammesso come uditore all’assemblea di FonSai. “Seguiamo questa vicenda da mesi perché ci hanno contattato azionisti che hanno perso cifre che vanno da 20mila a 200mila euro: tutto ciò che avevano investito”, ha spiegato Bugani al termine dell’assemblea, annunciando che il Movimento 5 Stelle “appena sarà possibile, ha intenzione di muoversi con un’azione in Parlamento“. “Come è sotto gli occhi di tutti, i margini di legalità non sono così ampi, mentre invece sicuramente il livello di inopportunità e di immoralità è molto alto – ha aggiunto Bugani – perché parliamo di migliaia di azionisti che hanno perso il 100% del loro capitale in 3 giorni senza essere stati informati prima, non hanno avuto alcuna possibilità di uscire dall’azionariato o di vendere anche solo i diritti d’opzione”. Insomma, per Bugani si tratta di “una situazione grave“. Il voto di oggi, ha quindi concluso, “è un primissimo passettino, credo che gli azionisti si aspettino molto di più”.
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