L’altro giorno, il gatto dei Benetton, un persiano bianco dalla mente finanziaria raffinatissima, durante una riunione della Spectre (Atlantia-Autostrade-Ponte Morandi) ha consigliato il suo boss, che lo stava accarezzando, di ricattare con una minaccia legale il governo italiano per ottenere garanzie pubbliche su due miliardi di prestiti: così, se la Spectre non li onorerà, dovrà pensarci lo Stato. Il mio gatto, Romeo, è un suo secondo cugino, e ieri si è collegato con lui via Zoom per rampognarlo. L’altro, che è un figlio di buona donna come pochi, ha finto di cadere dalle nuvole: “Per legge, abbiamo diritto a quelle garanzie”. “E grazie al cazzo”, ha replicato Romeo. “Lo Stato vuole togliere le concessioni ad Autostrade per tutte le manchevolezze omicide della Spectre. Ma senza più concessioni, Autostrade salta, e non potrà restituire i prestiti, che a quel punto dovrà pagare lo Stato. Il tuo ricatto è schifoso!”. “Grazie”, gli ha detto quello, prima di pigiare un pulsante rosso che ha carbonizzato il mio gatto con una scossa elettrica sulla sua poltroncina.
Carlo De Benedetti pubblicherà un nuovo giornale. Si chiamerà Domani. Il nome non è felicissimo: nel romanzo di Eco Numero zero, il quotidiano Domani era una macchina del fango. E prima di Eco, nel film di James Bond Il Domani non muore mai, Tomorrow (“Domani”) era il giornale del malvagio Elliot Carver. Il neo-direttore sarà Stefano Feltri, uno dei tre italiani ammessi all’ultimo Bilderberg. Non so voi, io non vedo l’ora di leggere il primo numero.
In certi supermercati americani, quando una cliente va a lamentarsi all’ufficio reclami, il funzionario convoca un certo signor Smith e lo licenzia seduta stante. La cliente se ne va, contenta di avere stravinto; ma se il giorno dopo si ripresentasse con una nuova lagnanza, ritroverebbe il funzionario che convoca di nuovo il signor Smith per licenziarlo su due piedi, perché il signor Smith è pagato dall’azienda per fare quella parte almeno una dozzina di volte al giorno. Alle conferenze stampa di Conte, i giornaloni fanno sempre il tiro al piccione. A Conte farebbe comodo un signor Smith. O è Casalino?
Nel 1680, Papin osservò che il coperchio della pignatta si solleva per la pressione del vapore acqueo, e intuì che in quella pentola bollente c’era “materia per produrre con poca spesa delle forze estremamente grandi”. Passarono 80 anni prima che Watt, sfruttando l’idea di Papin, costruisse la prima macchina a vapore. Ora: le pignatte le mettevano sul fuoco anche all’epoca di Leonardo da Vinci. Ma a Leonardo da Vinci non venne mai in mente l’idea di Papin. Che cretino!
Ritorno alla normalità. Roma, tre amici al bar. Il conto è 30 euro. Ognuno dei tre dà 10 euro al cameriere. Il gestore chiede al cameriere se i clienti sono stati soddisfatti. “Hanno detto che è un po’ caro”, risponde il cameriere. E il gestore: “Col Coronavirus abbiamo più spese. Vabbè, restituiscigli 5 euro”. Poiché è difficile dividere 5 per 3, il cameriere intasca 2 euro e ne restituisce 3 ai clienti. Così avranno pagato 9 euro ciascuno. Ora: 9 x 3, 27. Più i 2 che si è tenuto il cameriere, 29. Dov’è finito l’euro che manca?
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