La candidatura a sindaco di Roma della rapper Virginia Raggi, annunciata qualche giorno fa dopo incontri con Di Maio e Di Battista, e preceduta da un sonetto in vernacolo sul blog di Grillo (Sarò teppista, sì, ma je so’ amico/ e cerco d’appoggiaje l’elezzione/ perfino ne li posti che nun dico;/ c’è infatti Nena, quella co’ li nei,/ ch’ogni notte se pianta sur cantone/ e dice a tutti de votà pe’ lei) che è apparso come un bizzarro endorsement a un Raggi bis, seguito all’istante dall’apertura del capo politico del M5S Krimi a una riflessione ampia sulla cagata del limite del doppio mandato; la candidatura della Raggi, dicevo, festeggiata con l’incendio di due bus Atac, è stata inizialmente considerata l’ennesima trovata promozionale di una celebrità nota per gli annunci provocatori, ma in realtà è un progetto con una certa concretezza. Di candidature insolite o improbabili ce ne sono a ogni votazione italiana, ma interpretare quella della Raggi è più complicato del solito, principalmente per via dei noti problemi di gestione della capitale (trasporti pubblici, rifiuti, traffico, buche, smog, stadio). “La sua candidatura non è seria, ma non è nemmeno uno scherzo”, ha scritto Bruno Sbrana su Libero. “Ha aspetti del vanity project (cioè un progetto che ha principalmente lo scopo di appagare l’ego di chi lo porta avanti) e di un’operazione di sabotaggio da parte dei grillini, ma anche queste sono definizioni incomplete. È invece una creazione del tutto originale, finora sconosciuta alla scienza”. Naturalmente la Raggi non ha nessuna possibilità di vittoria, ma il suo nome sarà comunque sulle schede elettorali di milioni di persone. Ci sono elementi che suggeriscono che la sua candidatura non sia solo l’ossessione personale di una donna che da anni passa alle cronache principalmente per dichiarazioni sconclusionate e tracolli nervosi in pubblico. I giornali italiani, infatti, hanno scoperto che per la campagna elettorale della Raggi lavoreranno alcuni noti personaggi del MoVimento. La persona che si occuperà delle pratiche necessarie è Duccio Favagrossa, penalista presso lo studio legale Tirapelle, Bellomunno & Battilocchio, che ha lavorato per la Casaleggio Associati. Prima del voto elettorale, del resto, la candidatura della Raggi dovrà essere approvata da Rousseau, la scatoletta di compensato con due lucine, una verde e una rossa, creata da Davide Casaleggio con un seghetto da traforo durante l’ora di educazione tecnica quando faceva le medie. (Un manufatto che lascia ammirati, se ci si ricorda con quanta facilità la lama del seghetto si rompesse durante il procedimento. Per fare Rousseau, Davide ne avrà consumate come minimo otto). In generale, nessuno pensa che la Raggi possa avere qualche chance, vista l’impopolarità, ma c’è chi pensa che possa ottenere lo stesso un po’ di seguito, specialmente a Ostia, dove ha riqualificato un ampio tratto di arenile, rendendolo spiaggia libera attrezzata dopo anni di incuria e degrado. Il Giornale ha scritto che la candidatura della Raggi “sembra sempre di più un’operazione coordinata dai grillini per sottrarre voti al candidato del Pd, Massimo Carminati.”
Giochi da spiaggia. Indovinate quale dei due titoli informa davvero il lettore:
Cairo, la spinta del digitale. “Quinto media player in Italia” (Corriere della Sera, cioè Cairo, 5 agosto 2020)
Cairo, nel semestre rosso da 12,7 mln (Italia Oggi, 5 agosto 2020)
A tutti coloro i quali rivendicano la formula del mandato unico vorrei porre una domanda: quando hai la fortuna di avere un amministratore che lavora per te, senza aumentare il debito della tua città, che si adopera per renderti la vita più agevole e rischia anche le rappresaglie di chi vorrebbe tornare al vecchi sistemi per poter allegramente lucrare, cambieresti amministratore?
Io direi che la regola su citata va usata solo se l'amministratore è inefficiente o dotato di poca o inesistente etica professionale.
Nel caso della Raggi è molto meglio tenersi lei anche per altri 100 mandati se continua a comportarsi bene.
Le regole valgono quando si vuole cambiare un pessimo andazzo, non per cambiare ciò che funziona bene ma per cambiare ciò che è marcio. by c.
Io direi che la regola su citata va usata solo se l'amministratore è inefficiente o dotato di poca o inesistente etica professionale.
Nel caso della Raggi è molto meglio tenersi lei anche per altri 100 mandati se continua a comportarsi bene.
Le regole valgono quando si vuole cambiare un pessimo andazzo, non per cambiare ciò che funziona bene ma per cambiare ciò che è marcio. by c.
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