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martedì 22 ottobre 2024

Apiario medievale del 1200 circa d.C. - Arabia Saudita

 

Immerso nelle montagne Sarawat in Arabia Saudita, questo apiario medievale del 1200 circa d.C. ospitava 1.200 alveari, rendendolo un sito chiave per la produzione del miele. Le complesse terrazze in pietra sono uno splendido esempio di innovazione e adattabilità di chi le ha costruite, consentendo un utilizzo efficiente delle risorse naturali della regione. Questo sito offre uno scorcio affascinante delle tecniche agricole medievali nella penisola arabica, evidenziando la ricca storia della produzione di miele nella zona.

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domenica 6 febbraio 2022

Matteo Renzi, l’antiriciclaggio segnala alla procura di Firenze oltre un milione e 100 mila euro incassati da società dell’Arabia Saudita.

 

A fare i conti, come accade sempre in questi casi, è l'Unità antiriciclaggio di Bankitalia che ha fatto partire una segnalazione di operazione sospetta. Fino a questo momento la cifra che si riteneva fosse stata incassata era di circa 80mila euro. Il leader di Italia Viva: "Consulenze per sostenere la nascita di una città Green".

Dell’attività di conferenziere dell’ex premier Matteo Renzi e dei relativi e legittimi guadagni, tutti fatturati, se ne discute da mesi. Il leader di Italia Viva è stato retribuito per i suoi speech e interventi con poco meno di 2,6 milioni di euro come ampiamente documentato dal FattoQuotidiano. I soldi incassati per i discorsi tenuti per l’amico Mohammad bin Salman e per le consulenze svolte in Arabia Saudita l’ex segretario del Pd ammonterebbero a un milione e 100 mila euro. Denaro – come riportano il Corriere della Sera e La Stampa – versato da alcune società arabe attraverso diversi accrediti. A fare i conti, come accade sempre in questi casi, è l’Unità antiriciclaggio di Bankitalia che ha fatto partire una segnalazione di operazione sospetta. Fino a questo momento la cifra che si riteneva fosse stata incassata era di circa 80mila euro.

I detective dell’antiriciclaggio hanno accertato che oltre mezzo milione di euro è stato pagato infatti per il suo lavoro per la creazione di una città green in Arabia. Il principe – considerato dalla Cia il mandante dell’omicidio Khassoggi – tra i vari progetti rinascimentali ha anche quelli che riguardano futuristiche città senza macchine, auto ed emissioni. La segnalazione è stata inviata agli inquirenti di Firenze che già indagava sul ruolo del senatore riguardo a soldi percepiti per conferenze tenute ad Abu Dhabi. Per questo capitolo di indagine è stata chiesta una archiviazione lo scorso dicembrePer la procura è infondata l’ipotesi di false fatturazioni in ragione del fatto che è stata svolta un’attività vera e propria. Ora c’è un nuovo filone da esplorare: “Sul rapporto di conto corrente intestato a Matteo Renzi, aperto in data 5 novembre 2021, si rileva la seguente operatività: in data 13 dicembre 2021, un bonifico in accredito di un milione e 100 mila euro dal cliente stesso con causale “girofondi”. Il signor Matteo Renzi, censito in anagrafe come politico con un reddito annuo netto superiore a 75mila euro, ricopre la carica di senatore. Relativamente a quanto rilevato, il cliente – scrive nella segnalazione il personale dell’Uif – ha dichiarato al nostro consulente finanziario di riferimento che l’origine dei fondi sarebbe riferibile a delle prestazioni fornite, in qualità di consulente, all’Arabia Saudita, finalizzate a sostenere la nascita di una città Green, a scopo turistico, negli Emirati Arabi”. Le società che hanno eseguito i bonifici, come riporta ancora il Corriere, sono tre. “Dal documento si evincono bonifici ripetitivi in accredito di 8.333 dalla Mataio International Public, un bonifico di 570 mila euro dalla Royal Commission For Alula e un bonifico di 66.090 da Founder Future Inv Initiative Est. Si allegano le tre fatture emesse dal cliente a favore degli ordinanti dei bonifici”.

Quando era esplosa la polemica sui viaggi e sulle conferenza Renzi aveva parlato di “rapporti regolari“, di pagamenti a fronte di attività regolarmente fatturata (come del resto accertato già a Firenze), respingendo al mittente le critiche di chi vedesse in questa sua attività un conflitto rispetto alla carica di parlamentare. “Non c’è alcun conflitto d’interesse. L’unico interesse in conflitto è di qualcuno che vorrebbe io smettessi di parlare dell’Italia. L’attività parlamentare è compatibile con quella di uno che va a fare iniziative all’estero, su questi temi è tutto perfettamente in regola e legittimo. Nell’aprile dello scorso anno Renzi aveva confermato di aver firmato un intervento “per promuovere gli interventi di rilancio dell’antica città araba di Alula, patrimonio Unesco” e di essere entrato “nel board della Commissione reale per Alula, presieduta direttamente dal principe Bin Salman”.

(6.2.2022)

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/02/06/matteo-renzi-lantiriciclaggio-segnala-alla-procura-di-firenze-oltre-un-milione-e-100-mila-euro-incassati-da-tre-societa-dellarabia-saudita/6483625/?utm_content=fattoquotidiano&utm_medium=social&utm_campaign=Echobox2021&utm_source=Facebook&fbclid=IwAR183U1HwebJKFjo6VRrkXvcrFamMvt6XM-Ga3s8aTOVnOVW6Q6GTcUZYlo#Echobox=1644139089

domenica 16 giugno 2019

MACIGNO TAGLIATO DA UN LASER NELL'ETA' DEL BRONZO!!! CHI E' STATO?



Situato nell'Oasi di Tamya in Arabia Saudita è un affascinante megalito chiamato Al-Naslaa. E 'perfettamente suddiviso in mezzo e ha curiosi simboli raffigurati sulla sua superficie. 
Se non fosse sufficiente, le due rocce si dividono a metà con precisione laser, sono riuscite a rimanere in piedi per secoli e sono in qualche modo perfettamente equilibrate. Le pietre erano divise a metà con una precisione degna di un taglio laser.
Immagina di camminare nel deserto, esplorando l'ignoto e incontrerai una massiccia pietra in piedi, divisa in mezzo da una perfetta linea geometrica. 
Che cosa sarebbe la prima cosa che salta alla tua mente?
Le pietre in piedi di Al-Naslaa veramente sono un mistero. Situato in Arabia Saudita, le due pietre divise a metà hanno creato confusione tra gli esperti fin dalla loro scoperta. 
Considerato come uno dei petroglifi più fotogenici sulla superficie del pianeta, la roccia massiccia è divisa a metà con estrema precisione. 
Tuttavia, secondo alcuni, il taglio di precisione laser non è stato creato artificialmente .
Secondo molti, è uno dei più grandi misteri dell'uomo, e questa incredibile struttura in pietra antica attrae migliaia di turisti ogni anno che vengono ad Al-Naslaa per osservare la sua perfezione e l'equilibrio, che ha dato origine a innumerevoli teorie che cercano di spiegare la sua origine. 
La roccia è in perfetto equilibrio, sostenuta da due basi e la cosa più strana è che si divide perfettamente in metà. 
Tutto suggerisce che ad un certo punto deve essere stata lavorato da strumenti estremamente precisi, alcuni hanno anche avventurato e hanno detto strumenti come il laser.


Ogni parte della pietra divisa ha una roccia minima o un ammortizzatore in basso, impedendo che tocchi il suolo.
Le scoperte archeologiche dimostrano che in epoca antica la zona in cui si trova la roccia era abitata. Infatti, è uno dei petroglifi più fotogenici della zona.
Il megalito è stato scoperto da Charles Huver nel 1883 e, sin dalla sua scoperta, è stato oggetto di dibattito tra esperti che hanno diviso le opinioni in merito alla sua origine.
Nel 2010 SCTH - la Commissione Saudita per il Turismo e il Patrimonio Nazionale ha annunciato la scoperta di una roccia vicino a Tayma con un'iscrizione geroglifica del Faraone Ramses III. 
Sulla base di questa scoperta, i ricercatori hanno ipotizzato che Tayma faceva parte di un importante itinerario tra la costa del Mar Rosso della penisola araba e la valle del Nilo. 
Recenti scoperte archeologici mostrano che Tayma è stata abitata fin dall'età del bronzo.
Come notato la divisione tra due rocce in piedi e la sua superficie piana è un evento completamente naturale.
UnusualPlaces offre una spiegazione naturale per il taglio enigmatico, laser:
"... Probabilmente il terreno si è spostato leggermente sotto uno dei due supporti e la roccia si è divisa. 
Potrebbe essere da un area vulcanica di qualche minerale più debole che si è solidificato prima che tutto fosse esumato. Oppure, potrebbe essere una vecchia crepa di pressione (si vede una crepa parallela a destra di essa) che è stata spinta / distanziata da alcuni. O, potrebbe essere una vecchia linea di faglia (minore), poiché il movimento di faglia crea una zona di roccia indebolita che si erode relativamente più facilmente della roccia circostante ... " 


Ma questa è ovviamente un'altra teoria. Il taglio estremamente preciso, divide le due pietre, ha sollevato più domande rispetto alle risposte.
Se vogliamo capire la sua origine, forse dovremmo viaggiare indietro nel tempo.
Secondo i rapporti, la menzione più antica della città oasi appare come "Tiamat" nelle iscrizioni assire risalenti all' VIII secolo aC. 
L'oasi si sviluppò in una città prospera, ricca di pozzi d'acqua e di edifici belli.
Inoltre, gli archeologi hanno scoperto iscrizioni di Cuneiforme forse risalenti al VI secolo aC presso la città dell'oasi. 
Come si può vedere, oltre ad essere un'area in cui sono state fatte numerose scoperte archeologiche, l'area in cui si trova l'incredibile megalite di Al-Naslaa è anche ricca di storia.
E' possibile che esistessero altri sistemi di taglio di cui oggi non siamo ancora a conoscenza?

giovedì 16 agosto 2018

Arabia Saudita, il mistero dei 400 “cancelli” in mezzo al deserto. Si vedono da Google Earth

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RIYAD – Rivelate le immagini aeree delle misteriose strutture in pietra tra gli sperduti terreni vulcanici dell’Arabia Saudita, una serie di 400 curiosi “cancelli” o “porte” presenti nella sperduta regione di Harrat Khaybar.
Dai primi anni ’50, le restrizioni nel Paese hanno impedito ulteriori ricerche sulle strane forme geometriche, che gli esperti ritengono possano risalire fino a 7 mila anni. Con l’aumento delle immagini satellitari e di Google Earth, sono stati rivelati una serie notevole di nuovi scatti, che offrono nuovi sviluppi alla ricerca.
Un archeologo, David Kennedy, ha ottenuto un permesso speciale per sorvolare i desolati campi di lava della regione di Harrat Khaybar, fornendo immagini ancora più nitide delle misteriose “porte” o “cancelli”.
Kennedy, dell’University of Western Australia, ha trascorso quasi 20 anni a studiare le “opere degli antichi uomini”, e ipotizzato che i cancelli siano stati costruiti tra i duemila e i novemila anni fa da popolazioni nomadi e antiche tribù dell’area.
Non c’è una spiegazione chiara del motivo per cui siano stati costruiti i misteriosi recinti che comprendono varie forme, come cancello, aquiloni, pendenti e serrature. In molti casi, sono così grandi che la loro forma può essere vista soltanto dall’alto, ma gli esperti ritengono che le nuove fotografie dall’aereo combinate a un’analisi più attenta sul terreno, in un prossimo futuro potrebbero portare a una svolta.
Kennedy e i colleghi hanno utilizzato Google Maps per individuare i siti che erano più interessati a visitare; hanno poi trascorso 15 ore a bordo di un elicottero della Saudi Royal Commission, scattando 6.000 foto circa di 200 siti.
Su LiveScience, Kennedy ha scritto: “Il numero di “finestre” ad alta risoluzione su Google Earth è cresciuto rapidamente, soprattutto dal lancio del satellite Landsat l’8 febbraio 2013″. “Mancano tuttavia i dettagli e alcuni siti sono invisibili, le immagini possono risalire a mesi o anche anni e quindi meno utili”.
Realizzate su campi di lava, alcune di queste misteriose costruzioni artificiali sono 4 volte più lunghe di un campo di calcio. Alcune pareti in pietra sono state definite “cancelli” poiché dall’alto sembrano come delle porte in un campo.
Alcune sono lunghe fino a 518 mt, le più piccole misurano 13 mt ma tutte formano dei rettangoli con orientamenti diversi e senza una logica precisa, scrive il Daily Mail. In Medio Oriente, nel corso di precedenti ricerche, sono state trovate migliaia di strutture in pietra che formano modelli geometrici, incluse due a forma di ruota risalenti a 8.500 anni fa.
Alcune strutture si trovano nell’Oasi di Azraq, in Giordania, e sembrano avere un significato astronomico, allineate con il sole, secondo LiveScience. Si è pensato che alcune strutture in pietra a forma di “aquilone” fossero trappole per animali, altre forse adibite a riti funebri.

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martedì 3 gennaio 2017

Perché l’Occidente sta aiutando l’ISIS a diffondere l’isterismo post-attentato di Berlino. - Tony Cartalucci

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Il Washington Post – insieme ad altri – si è gettato con slancio nella scia di un presunto attacco terroristico nella capitale tedesca prima che fosse stata diffusa alcuna prova e perfino prima che la polizia tedesca arrestasse un sospetto.
Un camion è piombato su un affollato mercatino di Natale, uccidendo 12 persone e ferendone molte altre in un attacco molto simile a quello di Nizza, in Francia, dove un camion ha falciato la folla uccidendo 86 persone e ferendone diverse centinaia.
Divulgare la propaganda dell’ISIS
L’articolo del Washington Post e altri simili ad esso hanno seguito la linea secondo cui l’auto-proclamato “Stato Islamico” (ISIS) è stato il presunto responsabile dell’attentato. Senza lasciarsi scoraggiare dalla mancanza di prove, il Washington Post e altre fonti di informazione – desiderosi di capitalizzare l’attacco per dare seguito alla narrativa occidentale [sul terrorismo] – sono saltati alla conclusione che l’attacco avesse l’obiettivo di “inasprire la divisione tra i musulmani e tutti coloro che non lo sono”.
L’articolo del Washington Post “L’attacco con il camion potrebbe rientrare nella strategia dell’ISIS di acuire il divario tra i musulmani e gli altri afferma:
La rivendicazione dell’agenzia di stampa ufficiale Amaq è stata breve e penosamente familiare: un “soldato dello Stato Islamico” è stato l’artefice di un nuovo attacco ai danni di civili in Europa, questa volta ad un festoso mercatino di Natale a Berlino.
La fondatezza della rivendicazione è stata sollevata martedì, mentre le autorità tedesche erano alla ricerca tanto di un sospetto quanto di una motivazione alla base dell’attacco contro le persone che festeggiavano l’arrivo delle vacanze natalizie. Ma sembra che l’attentato avesse già raggiunto uno degli obiettivi dichiarati dello stato Islamico: diffondere la paura e il caos in un paese occidentale, nella speranza di rendere più marcato il divario tra i musulmani e tutti gli altri.
L’“analisi” del Washington Post non spiega il motivo per cui l’ISIS dovrebbe colpire una nazione che finora ha giocato solo un ruolo minore nelle operazioni anti-ISIS, né la logica che starebbe dietro al provocare una frattura ancora più ampia tra i musulmani e l’Occidente. Ad un certo punto, il Washington Post suggerisce che l’ISIS starebbe cercando di bloccare il flusso di rifugiati dai loro territori d’origine verso nazioni come la Germania che hanno una politica di porte aperte ad accoglierli.
In realtà, il Washington Post e gli “esperti” che ha intervistato stanno solo cercando di perpetuare il mito di ciò che ISIS è e quali sono i suoi obiettivi e le sue motivazioni.
Comprendere cos’è veramente l’ISIS e quale scopo sta davvero servendo, va oltre lo spiegare perché l’accaduto sia stato così impazientemente etichettato come “attacco terroristico” e perché è probabile che si verifichino altri episodi del genere.
L’ISIS è stato creato da e per il cambio di regime in Siria e altrove
Il governo degli Stati Uniti, in un memorandum della Defense Intelligence Agency (DIA) datato 2012 e rivelato grazie a una fuga di notizie, avrebbe ammesso che “alcune potenze”, incluso “l’Occidente” supportavano la nascita di ciò che a quel tempo veniva chiamato un “regno salafita” nell’est della Siria, esattamente dove l’ISIS ha oggi la propria base.
Il report del 2012 trapelato (.pdf) dichiara (grassetto aggiunto):
Se la situazione si sviluppa c’è la possibilità di stabilire un dichiarato o non dichiarato regno salafita nell’est della Siria (Hasaka e Der Zor), e questo è esattamente ciò che le potenze che supportano l’opposizione vogliono, in modo tale da isolare il regime siriano, che è considerato il fulcro strategico dell’espansione sciita (Iraq e Iran).
Giusto per chiarire chi fossero le “potenze che supportavano” la creazione di un regno (Stato) salafita (Islamico), il report della DIA spiega:
L’Occidente, i Paesi del Golfo e la Turchia supportano l’opposizione, mentre Russia, Cina e Iran supportano il regime.Nel 2014, in un’email tra il Consigliere USA del Presidente, John Podesta, e il precedente Segretario di Stato americano Hillary Clinton, essi avrebbero ammesso che due dei maggiori alleati americani nella regione – Arabia Saudita e Qatar – stavano fornendo supporto finanziario e logistico all’ISIS.
L’ email, rivelata al pubblico grazie a Wikileaks, affermava…dobbiamo usare i nostri mezzi diplomatici e l’intelligence più tradizionale per fare pressioni sui governi di Qatar e Arabia Saudita, che stanno fornendo sostegno finanziario e logistico all’ISIS e ad altri gruppi radicali sunniti della regione in modo clandestino.Mentre l’email ritrae gli Stati Uniti impegnati in una lotta proprio contro quel regno (Stato) salafita (Islamico) che hanno contribuito a creare e ad usare come asset strategico nel 2012, il fatto che Arabia Saudita e Qatar siano entrambi riconosciuti come stati che supportano le organizzazioni terroristiche – e che entrambi godano ancora di un enorme sostegno militare, economico e politico da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati europei – rivela quanto la “guerra” all’ISIS sia in realtà ipocrita.
L’attacco relativamente recente alla città siriana orientale di Palmira ha avuto luogo lungo un fronte di 10 chilometri e ha visto in campo armamenti pesanti, centinaia di combattenti, ed è stato possibile solo grazie ad un gigantesco e continuativo appoggio statale, come è stato per ogni conquista dell’ISIS nella regione.
L’ISIS e gli “altri gruppi radicali sunniti” rimangono l’unica opposizione armata di un certo rilievo in campo contro il governo siriano.
Già nel 2007, come rivelato dal giornalista vincitore del Premio Pulitzer Seymour Hersh nel suo articolo del 2007, “Il Cambio di Rotta: la nuova politica del governo sta avvantaggiando i nostri nemici nella guerra al terrorismo?,” era chiaro che gli Stati Uniti fossero intenzionati ad armare e sostenere i militanti collegati ad Al Qaeda per rovesciare i governi di Siria e Iran, e a farlo attraverso il riciclaggio di armi, denaro e altre forme di supporto, servendosi di intermediari tra cui l’Arabia Saudita.
L’ISIS non è altro che la piena manifestazione di questa cospirazione documentata ormai da molto tempo.
Quindi cosa mirava davvero a raggiungere l’attacco di Berlino?
Se aggiriamo le false narrative facilmente verificabili che circondano il mito delle origini e delle motivazioni che guidano l’ISIS, e riconosciamo che l’Occidente ha creato tutto di sana pianta per raggiungere i propri obiettivi geopolitici, intravvediamo come gli attacchi di Nizza, in Francia, e a quanto pare anche quello di Berlino, in Germania, siano volti ad alimentare una vantaggiosa strategia della tensione in cui i musulmani sono sempre più presi di mira e isolati in Occidente, prontamente ingaggiati da terroristi a cui viene permesso di operare proprio sotto il naso delle agenzie di sicurezza e di intelligence occidentali, e inviati a combattere le guerre per procura dell’Occidente in Siria, Iraq e, prima o poi, in Iran.
Mentre le spiegazioni intessute da quotidiani come il Washington Post cambiano con il mutare del vento e danno ogni giorno un’interpretazione diversa alla creazione e alle azioni dell’ISIS, il calcolo dell’Occidente – messo in luce da Seymour Hersh nel 2007, documentato in un memorandum della DIA nel 2012, ammesso in un’email trapelata nel 2014, nonché evidente nelle attuali operazioni su vasta scala dell’ISIS in Siria, possibili solo con un supporto statale sostanziale – è unico nella sua natura e ormai palese da anni – perfino prima che il conflitto in Siria avesse inizio.
Fino a quando Washington e i suoi alleati riterranno conveniente dal punto di vista geopolitico mantenere l’ISIS in vita – da usare sia come una forza mercenaria nelle guerre per procura sia come pretesto per un intervento militare diretto dell’Occidente ovunque le organizzazioni terroristiche opportunamente “appaiono”, attacchi come quelli di Bruxelles, Parigi, Nizza, e ora – come sembra – Berlino, continueranno a verificarsi.
In qualsiasi momento Washington e Bruxelles lo decidessero, potrebbero smascherare il ruolo di sostegno all’ISIS di Arabia Saudita e Qatar. In qualsiasi momento lo decidessero, potrebbero anche denunciare e smantellare la rete globale di madrasa che entrambe le nazioni – con la collaborazione delle agenzie di intelligence occidentali – usano per ingrossare i ranghi di organizzazioni terroristiche come ISIS e Al Qaeda.
Invece, l’Occidente aiuta segretamente l’Arabia Saudita e il Qatar ad espandere e indirizzare queste reti terroristiche – utilizzandole come forze mercenarie nelle guerre per procura e come un pretesto pronto all’uso per giustificare interventi militari in territori stranieri e come strumenti per dividere e distrarre costantemente l’opinione pubblica nazionale.
Se gli stati che sponsorizzano il terrorismo venissero smascherati e tolti dall’equazione, gli Stati Uniti e i loro alleati europei si ritroverebbero impegnati sul campo di battaglia ai quattro angoli del mondo, coinvolti in rovesciamenti di regimi, invasioni e occupazioni senza alcun credibile casus belli.
Con gli Stati Uniti e i loro alleati determinati a ribadire e mantenere l’egemonia globale ovunque dal Medio Oriente e Nord Africa all’Asia centrale e orientale, la minaccia prefabbricata del terrorismo sponsorizzato dallo stato – cioè sponsorizzato dai più antichi e maggiori alleati arabi dell’Occidente e dall’Occidente stesso – persisterà negli anni a venire.
Tony Cartalucci è un ricercatore di geopolitica e scrittore che vive a Bangkok e scrive in particolare per la rivista online New Eastern Outlook”
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ELEONORA FORNARA