Le tensioni tra il presidente Usa e gli altri leader dei Paesi partecipanti al G7 in Canada si sono fatti sentire su tutti i listini europei, piegati dai timori di impatti sugli accordi commerciali esistenti ma anche dai segnali di rallentamento dell'economia europea, ma è stata ancora Piazza Affari a essere la più penalizzata sul mercato azionario confermando la freddezza degli operatori finanziari verso gli asset italiani in questa fase di estrema incertezza legata alle prossime mosse del nuovo Governo Conte. Secondo alcuni operatori comunque gli investitori si sono distanziati dalle attività più rischiose in vista dell'incrocio di decisioni delle banche centrali della prossima settimana con la Federal Reserve pronta ad alzare di nuovo i tassi di interesse americani e con la Bce invece che dovrebbe fornire indicazioni sulla fine del Quantitative Easing. Il FTSE MIB ha lasciato sul terreno l'1,89% tornando vicino ai minimi dell'anno e ai minimi da agosto 2017 piegato innanzi tutto dalle vendite sulle banche mentre il rendimento dei Btp a 10 anni è tornato sopra il 3,1% ampliando lo spread con i Bund in area 270 punti. Tra gli istituti di credito le performance peggiori sono state quelle delle ex popolari, forse sulla speculazione di un dietrofront del Governo rispetto recente riforma degli istituti: -4% Banco Bpm, -2,7% Ubi Banca, -2,7% Bper. I cali sono stati comunque trasversali ai vari settori con Cnh e Unipol giù di oltre il 3%. Male il risparmio gestito. In tenuta Salvatore Ferragamo (+0,3%) e Campari (invariata dopo i conti della concorrente Remy Cointreau).
Il lusso tiene a galla la Borsa di Parigi
Madrid ha chiuso le contrattazioni in calo dello 0,8%, mentre Francoforte e Londra hanno ceduto lo 0,3%. Piatta invece Parigi - grazie agli acquisti sul settore lusso e in particolare su Kering (+5%) e Lvmh (+1,5%) - che conferma così di essere tra le migliori Borse in Europa da inizio anno insieme ad Amsterdam. Il tema degli accordi commerciali, e quello dei dazi, ha finito per mettere pressione alle società del settore auto che ha accusato la performance peggiore nella seduta odierna(-2,5% Fca, -2,1% Volkswagen, -1,1% Bmw, -1,1% Renault) mentre minerari e utility sono stati gli altri settori oggetto di vendite più consistenti sui listini continentali. Tornando a Milano, pesante soprattutto nelle ultime due ore di contrattazione Eni (-2,6%) mentre tra le utility A2a ha ceduto il 3%. Tra i big del credito, -2,5% Unicredit e -1,2% Intesa Sanpaolo. Perdita superiore al 2% per Brembo e Pirelli nel comparto auto e per Leonardo tra gli industriali. Giù del 2,1% Mediaset. Hanno limitato i danni Tenaris(-0,3%) e Saipem (-0,67%), quest'ultima grazie a una commessa da 500 milioni di dollari in Thailandia
Madrid ha chiuso le contrattazioni in calo dello 0,8%, mentre Francoforte e Londra hanno ceduto lo 0,3%. Piatta invece Parigi - grazie agli acquisti sul settore lusso e in particolare su Kering (+5%) e Lvmh (+1,5%) - che conferma così di essere tra le migliori Borse in Europa da inizio anno insieme ad Amsterdam. Il tema degli accordi commerciali, e quello dei dazi, ha finito per mettere pressione alle società del settore auto che ha accusato la performance peggiore nella seduta odierna(-2,5% Fca, -2,1% Volkswagen, -1,1% Bmw, -1,1% Renault) mentre minerari e utility sono stati gli altri settori oggetto di vendite più consistenti sui listini continentali. Tornando a Milano, pesante soprattutto nelle ultime due ore di contrattazione Eni (-2,6%) mentre tra le utility A2a ha ceduto il 3%. Tra i big del credito, -2,5% Unicredit e -1,2% Intesa Sanpaolo. Perdita superiore al 2% per Brembo e Pirelli nel comparto auto e per Leonardo tra gli industriali. Giù del 2,1% Mediaset. Hanno limitato i danni Tenaris(-0,3%) e Saipem (-0,67%), quest'ultima grazie a una commessa da 500 milioni di dollari in Thailandia
Per Piazza Affari un calo del 3,4% in una settimana.
Nell'intera settimana Piazza Affari ha perso il 3,4% a fronte di listini europei complessivamente fiacche (+0,3% Francoforte, -0,3% Londra e Parigi) con l'eccezione di Madrid in recupero (+1,2%) dopo l'insediamento di Pedro Sanchez alla guida del nuovo Governo in Spagna. Ubi Banca, il cui calo complessivo si è avvicinato al 9%, è stato il titolo più penalizzate del Ftse Mib a fronte di un settore bancario italiano sceso del 6,5%. Male anche Unipol e Azimut con perdite complessive del 7,5% circa nell'intera settimana.
Nell'intera settimana Piazza Affari ha perso il 3,4% a fronte di listini europei complessivamente fiacche (+0,3% Francoforte, -0,3% Londra e Parigi) con l'eccezione di Madrid in recupero (+1,2%) dopo l'insediamento di Pedro Sanchez alla guida del nuovo Governo in Spagna. Ubi Banca, il cui calo complessivo si è avvicinato al 9%, è stato il titolo più penalizzate del Ftse Mib a fronte di un settore bancario italiano sceso del 6,5%. Male anche Unipol e Azimut con perdite complessive del 7,5% circa nell'intera settimana.
Al via il G7 in Canada, occhi su Bce e Fed.
Oggi ha preso il via il G7 in Canada: la posizione degli Stati Uniti sui dazi appare sempre più isolata. Il presidente francese Emmanuel Macron ha avvertito che non firmerà la tradizionale dichiarazione comune al termine del vertice se non ci saranno progressi sul tema tariffe. Trump ha anche annunciato che lascerà in anticipo il vertice per incontrare martedì il leader nordcoreano Kim Jong Un. «La questione dei dazi sarà al centro della riunione del G7 che inizia oggi e terminerà domani e che vede un Trump contro tutti, con il rischio concreto che non si giunga ad un’intesa comune», commentano gli analisti di Mps Capital Services.
Prima di lasciare gli Usa, il presidente americano Donald Trump ha promesso «di raddrizzare gli iniqui accordi commerciali con i Paesi del G7» ed e' tornato a criticare il Canada dopo uno scambio acceso via Twitter con il presidente francese Emmanuel Macron. Trump ha anche detto che alla Russia dovrebbe essere permesso di partecipare alle riunioni delle sette economie più grandi al mondo (ne fu espulsa nel 2014 per via dell'annessione alla Crimea).Oltre che per i lavori del G7, i mercati sono in apprensione per le riunioni chiave di Fed e Bce della prossima settimana. La Banca centrale Usa, in un contesto positivo per l'occupazione e con l'inflazione vicina al target del 2%, proseguirà probabilmente con i suoi rialzi graduali dei tassi con un aumento di 25 punti base, con 3-4 rialzi in tutto nell'anno. La Bce, dal canto suo, giovedì prossimo dovrebbe discutere della data di fine del Qe, cioè il programma di acquisto di titoli avviato nel 2015.
Oggi ha preso il via il G7 in Canada: la posizione degli Stati Uniti sui dazi appare sempre più isolata. Il presidente francese Emmanuel Macron ha avvertito che non firmerà la tradizionale dichiarazione comune al termine del vertice se non ci saranno progressi sul tema tariffe. Trump ha anche annunciato che lascerà in anticipo il vertice per incontrare martedì il leader nordcoreano Kim Jong Un. «La questione dei dazi sarà al centro della riunione del G7 che inizia oggi e terminerà domani e che vede un Trump contro tutti, con il rischio concreto che non si giunga ad un’intesa comune», commentano gli analisti di Mps Capital Services.
Prima di lasciare gli Usa, il presidente americano Donald Trump ha promesso «di raddrizzare gli iniqui accordi commerciali con i Paesi del G7» ed e' tornato a criticare il Canada dopo uno scambio acceso via Twitter con il presidente francese Emmanuel Macron. Trump ha anche detto che alla Russia dovrebbe essere permesso di partecipare alle riunioni delle sette economie più grandi al mondo (ne fu espulsa nel 2014 per via dell'annessione alla Crimea).Oltre che per i lavori del G7, i mercati sono in apprensione per le riunioni chiave di Fed e Bce della prossima settimana. La Banca centrale Usa, in un contesto positivo per l'occupazione e con l'inflazione vicina al target del 2%, proseguirà probabilmente con i suoi rialzi graduali dei tassi con un aumento di 25 punti base, con 3-4 rialzi in tutto nell'anno. La Bce, dal canto suo, giovedì prossimo dovrebbe discutere della data di fine del Qe, cioè il programma di acquisto di titoli avviato nel 2015.
Spread BTp/Bund tocca 280 punti base, poi ripiega.
Ha chiuso in netto rialzo lo spread BTp/Bund nella settimana che ha visto il nuovo Governo incassare la fiducia del Parlamento e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, impegnato nella sua prima uscita internazionale al G7 in Canada. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005323032) e il pari scadenza tedesco, ha infatti
terminato la seduta a 269 punti base, dai 256 punti di ieri, dopo aver raggiunto in mattinata anche quota 280 punti. Dopo il recupero di inizio settimana, dunque, lo spread con i titoli tedeschi ha ripreso a correre e ha chiuso l'ottava 30 punti base sopra il livello di venerdì scorso (239 p.b.). Il rendimento dei decennali ha chiuso al 3,14%, anche in questo caso in forte crescita dal 3,05% di ieri. Sotto pressione i bond italiani anche sulle scadenze più brevi con lo spread sui titoli a due anni che ha chiuso a 236 punti, con rendimento che e' volato all'1,73 per cento.
Ha chiuso in netto rialzo lo spread BTp/Bund nella settimana che ha visto il nuovo Governo incassare la fiducia del Parlamento e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, impegnato nella sua prima uscita internazionale al G7 in Canada. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005323032) e il pari scadenza tedesco, ha infatti
terminato la seduta a 269 punti base, dai 256 punti di ieri, dopo aver raggiunto in mattinata anche quota 280 punti. Dopo il recupero di inizio settimana, dunque, lo spread con i titoli tedeschi ha ripreso a correre e ha chiuso l'ottava 30 punti base sopra il livello di venerdì scorso (239 p.b.). Il rendimento dei decennali ha chiuso al 3,14%, anche in questo caso in forte crescita dal 3,05% di ieri. Sotto pressione i bond italiani anche sulle scadenze più brevi con lo spread sui titoli a due anni che ha chiuso a 236 punti, con rendimento che e' volato all'1,73 per cento.
Euro torna sotto 1,18 dollari dopo dati deludenti industria Germania.
Euro in calo contro le principali valute dopo gli altri dati deludenti arrivati oggi dalla Germania. La divisa unica europea è scesa nuovamente sotto la soglia di 1,18 dollari attestandosi a 1,1770 alla chiusura dei mercati continentali. A pesare, il dato della produzione industriale tedesca che, dopo l'incremento di marzo, è calato ad aprile deludendo le attese degli analisti. Rispetto al mese precedente, si è infatti registrata una flessione dell'1 per cento. Su anno, cioè nel confronto con lo stesso mese del 2017, la produzione è aumentata del 2 per cento. Inferiore alle attese anche il surplus della bilancia commerciale tedesca, in attivo per 19,4 miliardi, contro stime a 20 miliardi.
Euro in calo contro le principali valute dopo gli altri dati deludenti arrivati oggi dalla Germania. La divisa unica europea è scesa nuovamente sotto la soglia di 1,18 dollari attestandosi a 1,1770 alla chiusura dei mercati continentali. A pesare, il dato della produzione industriale tedesca che, dopo l'incremento di marzo, è calato ad aprile deludendo le attese degli analisti. Rispetto al mese precedente, si è infatti registrata una flessione dell'1 per cento. Su anno, cioè nel confronto con lo stesso mese del 2017, la produzione è aumentata del 2 per cento. Inferiore alle attese anche il surplus della bilancia commerciale tedesca, in attivo per 19,4 miliardi, contro stime a 20 miliardi.
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