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lunedì 21 novembre 2016

PADRI RICOSTITUENTI. - SANDRA BONSANTI

Padri ricostituenti


Ma come è potuto accadere che fosse un signore imputato per appartenenza a un’associazione segreta, per il quale il Pm ha chiesto quattro anni di carcere, a concordare la riforma della costituzione con il governo Renzi? Uno come Denis Verdini che rivendica a ogni piè sospinto la sua partecipazione decisiva al tentativo di indebolire il nostro Parlamento e rafforzare il potere del governo e del suo capo?
E come è potuto accadere che un banchiere del vertice di Banca Etruria chiamato Boschi si rivolgesse in cerca di grandi nomi per il governo della banca, a un tal Flavio Carboni per il quale, nella stessa inchiesta sulla P3, il Pm ha chiesto nove anni e mezzo di carcere? Verdini, padre costituente, accusato di aver fatto parte “di un’aggregazione stabile che aveva scelto la segretezza come forma strutturale e sistematica per poter penetrare negli apparati dello Stato, a tutti i livelli…”.

Cosa c’è di malato in questa Italia avvinghiata agli spettri di un passato tutt’altro che glorioso proprio quando predica il cambiamento derivante da una nuova Costituzione? Ci aiuta a trovare una spiegazione, una intervista che Carlo Azeglio Ciampi dette a Mario Calabresi nel gennaio del 2013. Disse Ciampi: “In Italia non si è data sufficiente importanza a cosa è stata la P2, ma villa Wanda è ancora aperta e il titolare è ancora lì (Gelli morì due anni dopo, nel 2015, ndr) e molti degli aderenti a quella loggia massonica sono ancora in circolazione. La stagione della P2 non è mai finita, ha continuato ad agire sotto traccia, continuando a inquinare le istituzioni italiane. Il fatto di non aver estirpato fino in fondo questo cancro è un grande cruccio”.

Mi sono chiesta se fosse soltanto il grido di allarme un po’ generico e un po’ ripetitivo di un padre della patria… oppure, invece, la denuncia del politico accorto e informato, che visse in prima persona gli anni della Banca d’Italia, le vicende legate a Sindona e Calvi, a Sarcinelli e Baffi, a Giorgio Ambrosoli… a Gelli, a Andreotti…
Me lo sono chiesta poche settimane fa, alla morte di Tina Anselmi, quando in molti hanno voluto ricordarla per i tanti motivi per i quali dobbiamo esserle grati, ma pochi hanno nominato la commissione P2 e l’ansia che ha sempre tormentato quella grande donna perché vedeva che la sua sfida era persa e l’antistato era più vivo che mai.
Lo tenevano sempre attivo coloro che da sempre avevano sostenuto il piano di rinascita della P2: un progetto che arrivava da lontano, dai primi anni del dopoguerra, alimentato da spezzoni della politica italiana che si muovevano verso una destra eversiva. E che sono sopravvissuti alimentando molti dei progetti di riforme della costituzione volte a rafforzare l’esecutivo nella mani di un sol uomo, venendo finalmente alla luce della ribalta con la grande riforma di Craxi e i progetti di repubblica presidenziale.

Ecco perché le preoccupazioni di Carlo Azeglio Ciampi non posso e non devono essere sottovalutate. 
Ecco perché le trame di Verdini e Carboni possono essere una cosa seria. 
Ecco perché non c’è assolutamente nulla di nuovo nella costituzione Boschi-Renzi-Verdini. 
Ecco perché deve essere respinta.

venerdì 11 marzo 2016

Riciclaggio di denaro evaso. Indagati gli amici di Boschi senior. -

boschi giacca red

Perquisite case e uffici. Associazione a delinquere e riciclaggio di denaro evaso al fisco per il faccendiere Flavio Carboni e il massone Valeriano Mureddu. A loro chiedeva consiglio il papà del ministro per Banca Etruria e…
La crisi economica? Un’ottima opportunità per riciclare denaro evaso al fisco, acquistando grandi aziende e società in difficoltà. La brillante idea sarebbe venuta secondo la Procura di Perugia (a marzo 2014) che poi ha trasferito il fascicolo per competenza alla Procura di Arezzo, a Flavio Carboni e Valeriano Mureddu, persone legate in qualche modo al giglio magico renziano e che sono finite iscritte nel registro degli indagati per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro ed evasione fiscale. La vicenda è stata ricostruita dal Fatto Quotidiano.
Chi sono Carboni e Mureddu? I due nomi sono spuntati fuori in occasione della complessa vicenda di Banca Etruria, finita gambe all’aria, con multe e reati ipotizzati per i vertici della Popolare aretina fra cui anche Pier Luigi Boschi (ex vicepresidente), padre del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi.
Carboni è l’ultraottantenne faccendiere passato dall’inchiesta sul suicidio del banchiere di Dio Roberto Calvi alla P2 fino alla P3, amico di Licio Gelli prima e di Denis Verdini poi e in affari anche con Silvio Berlusconi. 
Mureddu, invece, è un sardo, che si autoproclama massone e appartenente ai servizi, cresciuto a Rignano sull’Arno, in una casa nella stessa via dell’abitazione nella quale è nato e cresciuto il premier Matteo Renzi e che, a sua detta, ha concluso con Tiziano Renzi ottimi affari. Ed è inoltre “ottimo amico”, dice sempre, di Pier Luigi Boschi che aveva messo in contatto a metà 2014 (con tanto di incontri) con Carboni per la ricerca del nuovo direttore generale di PopEtruria (individuato poi in Fabio Arpe, fratello del più famoso Matteo, ex Capitalia). Mureddu poi definisce Carboni “una guida e un mentore, come un padre”.
Il riciclaggio di denaro evaso al fisco. 
E’ l’ultima accusa rivolta a Carboni che con Mureddu e altre sei persone si sarebbero appropriate di fondi neri creati “grazie all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed approfittando della difficile congiuntura economica – scrivono i magistrati – hanno poi reimpiegato tale provviste nell’acquisizione anche tentata, di grandi aziende (anche attraverso la società Geovision intestata a Mureddu, ndr) che attraversavano un periodo di crisi finanziaria e operano in settori strategici dell’economia nazionale”.
L’inchiesta ha portato ieri le Fiamme gialle della Gdf a una serie di perquisizioni in Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Veneto e Lazio e Sardegna a sedi di aziende cedute o acquistate da Mureddu e Carboni e riconducibili alla Geovision.